INFORMAZIONIAndrea Fabbri |
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(Adnkronos) - Palcoscenico di condivisione di esperienze, soluzioni e innovazioni per tutto il sistema delle costruzioni e del Real Estate, REbuild - primo evento italiano dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito - lancia ufficialmente la Call for Contribution per l’edizione 2025 (6-7 maggio). Candidature entro il 7 marzo 2025. "Intendiamo raccogliere e valorizzare progetti, ricerche ed esperienze da condividere con tutta la community", afferma Laura Risatti, Project Leader di REbuild - evento organizzato da Riva del Garda Fierecongressi. “Stiamo cercando sia start-up capaci di immaginare e realizzare nuove sintesi tra intelligenza artificiale e produzione materiale, creando connessioni di valore per il futuro – spiega Risatti – sia speaker che parlino di casi o progetti-pilota di transizione energetica, robotica, off-site, industrializzazione, passaggio dal digitale all’Ai". La Call si rivolge dunque a due tipologie di contributor: start-up che sfruttino l’intelligenza artificiale per anticipare le sfide future del comparto e a speaker che raccontino case history o progetti che approfondiscano le potenzialità del digitale, la transizione energetica e l’industrializzazione dei processi. Le migliori proposte selezionate, in linea con le tematiche affrontate a REbuild 2025 – che con il titolo Connect minds, enable innovation svilupperà a fondo anche il tema della connessione tra intelligenza umana e artificiale - saranno raccontate durante l’evento e comunicate attraverso il sistema media di REbuild. Col supporto di Designtech, Trentino Sviluppo e Wmf, la call intende individuare nello specifico start-up che, lavorando con l’Ai, parlino di connessioni inedite tra innovazione digitale e produzione materiale attraverso soluzioni che sfruttino il digitale per migliorare il lavoro umano, efficientare la gestione del cantiere, ottimizzare le risorse, riutilizzare le risorse o creare modelli completamente nuovi di interazione tra tecnologia e mondo reale. REbuild è alla ricerca di testimonianze di alto livello in grado di mostrare le opportunità di sviluppo del comparto immobiliare, e delle conseguenti ricadute sociali, innescate dallo scambio tra forme diverse e complementari di intelligenza. Una connessione che crea valore nel momento in cui ha solidi e saldi riferimenti nella sostenibilità, nella decarbonizzazione, nella circolarità e nella compartecipazione diffusa dei risultati. L’undicesima edizione di REbuild, accanto alla dimostrazione di come modelli industriali alternativi possano incrementare produttività e competitività del comparto immobiliare e sostenibilità dell’ambiente costruito, prevede, come anticipato, un imprescindibile confronto con i temi più innovativi che stanno ridefinendo l’orizzonte e i confini del comparto. L’Ai è in grado di offrire un enorme potenziamento degli strumenti digitali a disposizione, così come può rendere i processi più efficienti e innovativi, abilitando nuove possibilità per l’edilizia del futuro. La domanda di edilizia sostenibile richiede un’accelerazione nell’industrializzazione e nell’uso della robotica, all’interno del cantiere aumentato. Dall’efficacia della relazione tra uomo e macchina dipenderà il successo della transizione eco-tecnologica, in un dialogo emergente di competenze tra figure professionali tecnologicamente avanzate e operatori tradizionali. "Partecipare alla Call for Contribution – commenta Giovanna Voltolini, Group Exhibition Manager - Riva del Garda Fierecongressi – significa avere la possibilità di condividere le proprie visioni, esperienze e know-how con una community qualificata, e diventare protagonisti del cambiamento del settore promuovendosi in un’arena di livello internazionale".
(Adnkronos) - Una delegazione di Federimprese Europa composta da membri dell'ufficio di presidenza e dirigenti regionali ha partecipato ad una missione istituzionale a Bruxelles nei giorni scorsi. Al Parlamento europeo la delegazione ha incontrato alcuni membri di commissioni Agri ed Empl. Il focus su cui ha puntato la delegazione è farsi portavoce per dare supporto alle imprese italiane e far nascere nuove opportunità sul territorio. Altresì Federimprese Europa sta sviluppando con il proprio team un progetto che vede protagonista l'IA nel marketing. La presidente nazionale Mary Modaffari comunica che è già al lavoro per l’apertura di un hub di Federimprese a Bruxelles per poter sviluppare progettualità per le imprese associate.
(Adnkronos) - Nel 2024, 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. In cima Frosinone (Scalo) con 70 giorni di sforamenti e Milano (Marche) con 68, seguite da Verona (Borgo Milano), 66, e Vicenza (San Felice), 64. Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, situazione ancora più critica: sarebbero oltre i limiti il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per l’NO2. È quanto emerge dal nuovo report di Legambiente 'Mal'Aria di città 2025' che l’associazione ambientalista lancia oggi, a Milano, nel giorno di avvio della sua campagna itinerante 'Città2030, come cambia la mobilità' che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per capire quanto manca alle aree urbane per avere un sistema di trasporto sostenibile, efficiente, accessibile e che renda le strade più sicure, a partire da pedoni e ciclisti. Il report Mal’Aria ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (Pm10) e al biossido di azoto (NO2). Nel 2024, 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il Pm10 (35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento, dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano. In cima alla classifica Frosinone (Frosinone scalo) per il secondo anno di fila con 70 giorni oltre i limiti consentiti, seguita da Milano (centralina di via Marche) con 68. Nel capoluogo lombardo, anche le centraline di Senato (53), Pascal Città Studi (47) e Verziere (44) hanno superato il tetto massimo. Al terzo posto si posiziona Verona, con Borgo Milano a quota 66 sforamenti (l’altra centralina, Giarol Grande, si è fermata a 53), seguita da Vicenza-San Felice a 64. Anche altre centraline vicentine hanno superato i limiti: Ferrovieri con 49 giorni e Quartiere Italia con 45. Segue Padova, dove la centralina Arcella ha registrato 61 sforamenti e Mandria 52, mentre a Venezia via Beccaria ha toccato quota 61. Nel capoluogo veneto altre quattro centraline hanno superato i limiti: via Tagliamento con 54 giorni, Parco Bissuola con 42, Rio Novo con 40 e Sacca Fisola con 36. Stando al report, non si sono salvate neanche le città di Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Treviso, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna. Una situazione di picco, quella dello sforamento del limite giornaliero di Pm10, che in molti casi ha riguardato molte centraline della stessa città. Un quadro, che secondo Legambiente, "rivela come l'inquinamento atmosferico sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere". Se per le medie annuali di Pm10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il Pm10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero oltre la soglia prevista. Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, si segnalano Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo. Il quadro non migliora con il biossido di azoto (NO2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m3. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. "Con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare drasticamente il passo - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di Regioni e governo. Servono azioni strutturali non più rimandabili: dalla mobilità, con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull’elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, particolarmente critico nel bacino padano. Le misure da adottare sono chiare e le tecnologie pronte: quello che manca è il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città”. "I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento - spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente - con troppe città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia. Alla luce degli standard dell'Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti rispetto a quelli di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa è ancora più critica: il 97% delle città monitorate supera i limiti dell'Oms per il Pm10 e il 95% quelli per l'NO2. L'inquinamento atmosferico, infatti, è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia".