(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo al Roland Garros 2025. Il tennista azzurro sfida oggi, domenica 1 giugno, il danese Holger Rune, numero dieci del mondo, negli ottavi di finale del torneo francese, secondo Slam dell'anno dopo gli Australian Open, vinti da Jannik Sinner. Musetti arriva all'appuntamento dopo aver superato, nei tre turni precedenti, il tedesco Hanfmann, il colombiano Galan e l'argentino Navone. La sfida tra Musetti e Rune è in programma oggi, domenica 1 giugno, non prima delle ore 20.15. I precedenti sono due, entrambi vinti dal danese. L'ultimo incontro risale al Masters 1000 di Indian Wells del 2024, quando Rune si impose in due set. Musetti-Rune, così come tutte le partite del Roland Garros 2025, sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali Eurosport, visibili tramite abbonamento Sky. Lo Slam sarà disponibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, Dazn, Timvision e Discovery+.
(Adnkronos) - In un’economia globale sempre più segnata da instabilità e tensioni commerciali, il ruolo dell’export manager ha subito una trasformazione profonda e irreversibile. Quello che fino a pochi anni fa poteva essere considerato un presidio operativo legato alle vendite internazionali è oggi un nodo strategico fondamentale per la sopravvivenza e la crescita delle imprese. Le dinamiche protezionistiche, l’irrigidimento dei regimi doganali, l’adozione di dazi straordinari e misure di controllo all’esportazione ancora più rigide rendono l’accesso ai mercati esteri più complesso. Le imprese italiane che vogliono competere nei mercati internazionali non possono più affidarsi a modelli statici. Serve una nuova visione, in cui competenze doganali, capacità strategiche, aggiornamento normativo e soft skills siano integrate in modo coerente. L’export del futuro sarà sempre più sfidante, ma anche ricco di opportunità per chi saprà affrontarlo con strumenti nuovi. La trasformazione è già in atto e riguarda tutti, come confermano esperti e operatori. “Gli export manager e i responsabili doganali delle aziende attive nel commercio internazionale - evidenzia Sara Armella, direttore scientifico di ARcom Formazione e presidente Commissione Dogane & Trade Facilitation-Icc Italia - si trovano oggi a operare in un contesto fortemente instabile, in cui misure protezionistiche, dazi straordinari, clausole contrattuali gravose e barriere non tariffarie rappresentano fattori di rischio quotidiano. A ciò si aggiunge la nuova riforma del diritto doganale che richiede un ulteriore salto qualitativo nella gestione dell’import-export poiché introduce rilevanti novità in materia di contrabbando, rendendo indispensabile per le imprese che operano a livello globale l’aggiornamento dei propri modelli di business e l’adozione di procedure di mitigazione dei rischi". "In questo scenario, è fondamentale dotarsi di competenze specialistiche in materia di diritto doganale, trade compliance e fiscalità internazionale, per strutturare processi aziendali capaci di prevenire sanzioni, contenziosi e ritardi doganali, ma anche per cogliere le opportunità offerte dalla rete di accordi preferenziali stipulati dall’Unione europea. Una corretta pianificazione doganale e l’ottenimento dello status di Operatore economico autorizzato (Aeo), ad esempio, possono determinare un vantaggio competitivo significativo, in termini di affidabilità, semplificazioni e accesso agevolato ai mercati esteri", sottolinea. Investire oggi nella formazione - prosegue - è una scelta strategica per garantire la continuità operativa dell’impresa e tutelare i margini di profitto in un’economia globale sempre più frammentata e complessa. Per questo, con ARcom Formazione abbiamo scelto di lanciare la prima Masterclass ‘Trade War: come gestire l’Export’, per fornire alle imprese italiane un percorso formativo avanzato, interdisciplinare e immediatamente operativo, capace di integrare le funzioni aziendali coinvolte nell’export (legale, logistica, vendite e acquisti) attraverso un approccio strategico e conforme agli standard internazionali”. L’evoluzione dello scenario globale sta influenzando in modo significativo la professione legale, soprattutto in ambito internazionale. La crescente volatilità determinata da nuove politiche tariffarie, controlli all’export e riforme normative non è più un’eccezione, ma una condizione strutturale con cui aziende e consulenti devono imparare a convivere. In questo contesto, anche il ruolo dell’avvocato d’impresa deve mutare paradigma: non più solo interprete delle norme, ma parte attiva nella strategia di mitigazione del rischio, come osserva Valentino Durante, responsabile del dipartimento di diritto internazionale dello studio legale Casa & Associati: "L’incertezza è ormai una condizione strutturale e non più eventuale, complessa perché significa mutare il proprio paradigma di riferimento sia a livello professionale, che come elemento partecipativo delle scelte di mitigazione del rischio di impresa". "Sul piano professionale, la consapevolezza della volatilità del contesto - avverte - ci spinge a prediligere una struttura del contratto più flessibile e più cooperativa, contribuendo a mitigare le spinte all’azzardo o alle pressioni derivanti dalle posizioni di forza temporanee. A livello consulenziale, significa invece capire che la parte legal è ormai stabilmente legata alla comprensione dei mutamenti geopolitici globali e delle sue ricadute giuridiche, come nel caso delle norme transnazionali doganali e delle regole di export control, rispetto alle quali la logica del team multidisciplinare è ormai una necessità diffusa e non più una semplice opzione presente nel solo territorio delle grande imprese o dei grandi studi legali”. Ma l’evoluzione non è solo normativa. È soprattutto culturale e professionale. “L’export manager moderno deve dominare supply chain, automazione, strumenti digitali e contesto geopolitico, oltre a saper leggere i dati in chiave strategica. Il problema? Figure così complete sono rarissime. Il mercato chiede professionisti ibridi, ma il sistema formativo è ancora fermo a un export ‘da fiera’. Senza una rivoluzione culturale e formativa, continueremo a rincorrere le sfide globali con strumenti del passato”, fa notare Alberto Stecca, ceo di Silla Industries, azienda italiana dell’e-mobility. Questa dissonanza tra domanda e offerta di competenze è oggi uno degli ostacoli principali alla crescita dell’export Made in Italy. Alcuni settori, come il tessile e la moda, stanno vivendo in modo particolarmente accentuato l’impatto di questa trasformazione. “Nel fashion, il ruolo dell’Export Sales Manager sta vivendo una profonda evoluzione: è una figura che oggi si trova ad affrontare un panorama in rapida evoluzione, dove si intersecano una serie di fattori: pressioni ambientali, nuove normative doganali, tensioni geopolitiche, digitalizzazione e cambiamento delle abitudini di consumo. Oggi questa figura deve essere in grado di gestire una supply chain sostenibile e tracciabile, interpretare correttamente regolamenti in costante aggiornamento, trend di consumo, padroneggiare strumenti digitali e piattaforme e-commerce, e cogliere i segnali di trasformazione nei comportamenti dei consumatori globali", afferma Luigi Castellani, presidente di Suitex International, punto di riferimento da oltre 40 nella ricerca e selezione del personale nei settori del fashion, design e beauty. "In questo settore non basta più esportare un prodotto: occorre costruire una relazione di valore con il cliente, valorizzare l’identità del brand all’estero e saper presidiare i mercati con visione strategica. Ogni azienda ha peculiarità organizzative e obiettivi diversi: per questo è essenziale che l’Export Manager sia capace di inserirsi in modo coerente, flessibile, con un approccio su misura e una forte attitudine al cambiamento. Senza dimenticare poi la crescente importanza delle soft skills. Le conoscenze tecniche ed organizzative sono imprescindibili ma poi c’è tutto il resto che amplifica e rende vincente l’operatività dell’Export Sales Manager. In questo momento l’unicità di ogni selezione è ancora più importante ed evidente”, conclude.
(Adnkronos) - Una giornata immersi nella natura per apprendere, sperimentare e crescere nel segno della sostenibilità. Oggi, venerdì 30 maggio 2025, la Tenuta presidenziale di Castelporziano ha ospitato 200 bambine e bambini delle scuole primarie italiane nell’ambito di Riciclo di Classe, il progetto di educazione ambientale promosso da Conai - Consorzio Nazionale Imballaggi, in collaborazione con Globe Italia e con l’ospitalità da parte del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica. Un evento che ha unito formazione, esperienze sul campo e impegno civico, rafforzando il ruolo strategico dell’educazione ambientale per la transizione ecologica. Gli alunni hanno partecipato a laboratori, giochi, attività immersive e momenti di condivisione all’aperto, con l’obiettivo di stimolare la curiosità e il senso civico. Attraverso laboratori interattivi e attività all’aperto, gli studenti hanno potuto approfondire il valore del riciclo, della raccolta differenziata di qualità e della tutela del patrimonio naturale. Un’occasione per sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e per promuovere comportamenti responsabili, in un contesto unico come quello della Riserva Naturale Statale di Castelporziano. La Tenuta Presidenziale, una delle tre residenze della Presidenza della Repubblica, è infatti un’oasi naturale tutelata e simbolo dell’equilibrio tra conservazione ambientale, ricerca scientifica, gestione e fruizione consapevole del territorio. “Ospitare oggi le scuole che hanno partecipato al progetto Riciclo di classe dà impulso e nuova forma alle variegate attività di accoglienza ed educazione alla sostenibilità che la Tenuta sostiene con forte motivazione soprattutto quando rivolte al coinvolgimento attivo degli studenti; il progetto infatti favorisce - con competenza scientifica ma anche con l’insegnamento di abitudini civiche che passano dai piccoli gesti individuali - il dialogo intergenerazionale rivolto ai temi legati all’ambiente. I giovani ricercano e apprezzano l’informazione guidata, già ben consapevoli dell’importanza della cura collettiva del Pianeta per un futuro sano e salubre per tutti", ha dichiarato Giulia Bonella, direttrice della Tenuta Presidenziale di Castelporziano. “Educare i più giovani alla sostenibilità - ha dichiarato Ignazio Capuano, presidente Conai - significa costruire oggi le basi per un domani più equo e rispettoso del nostro pianeta. Progetti come Riciclo di Classe sono parte integrante dell’impegno che Conai porta avanti da anni nel mondo della formazione, un impegno che prosegue anche nelle università e nella formazione dei futuri professionisti della transizione ecologica. Supportare il processo di cultura e di educazione, a partire dai più giovani, è infatti fondamentale per costruire una società consapevole, preparata e capace di contribuire concretamente agli obiettivi di economia circolare”. Avviato nel 2017 e realizzato in collaborazione con il Corriere della Sera, Riciclo di Classe è rivolto alle scuole primarie di tutta Italia. Coinvolge alunni, insegnanti e famiglie in percorsi di educazione alla cittadinanza ambientale, con l’obiettivo di promuovere una corretta gestione dei rifiuti e una cultura del riciclo come atto di responsabilità civile. Accanto a Conai, Globe Italia, da sempre impegnata nella promozione dell’educazione scientifica e ambientale, ha contribuito alla realizzazione dell’evento. “Crediamo che ogni percorso educativo debba fondarsi sul contatto diretto con la natura e sull’esperienza concreta partendo dalle generazioni più giovani, da qui l’idea di questo evento - ha dichiarato Matteo Favero, presidente di Globe Italia - Portare 200 bambini in un luogo bello e simbolico come Castelporziano significa offrire loro un’esperienza formativa autentica, che lascia un segno profondo”.