(Adnkronos) - Airbus, Leonardo e Thales hanno siglato un Memorandum of Understanding ('MoU') con l’obiettivo di unificare le rispettive attività spaziali in una nuova società. Con la firma del MoU Airbus, Leonardo e Thales mirano a unire le forze per consolidare l’autonomia strategica dell’Europa nello spazio, settore cruciale che sostiene infrastrutture e servizi critici nei campi delle telecomunicazioni, della navigazione globale, dell’osservazione della Terra, della ricerca scientifica, dell’esplorazione e della sicurezza nazionale. La nuova società intende inoltre porsi come partner di fiducia per lo sviluppo e l’attuazione dei programmi spaziali strategici a livello nazionale. Il nuovo settore sarà in grado di unificare e rafforzare gli investimenti nei futuri prodotti e servizi spaziali, facendo leva sugli asset complementari e sulle elevate capacità delle tre aziende, favorendo i processi innovativi. Dall’unione è previsto si generino sinergie per un ammontare totale di diverse centinaia di milioni di euro all’anno sul risultato operativo a partire dal quinto anno successivo dalla sigla dell’accordo. Si prevede che i costi associati alla generazione di tali sinergie siano in linea con i parametri di riferimento del settore. Si stima che il progetto sarà in grado di accrescere i ricavi, sfruttando un portafoglio ampliato di prodotti e servizi end-to-end, creando così un'offerta maggiormente competitiva con un incremento della portata commerciale globale. Le competenze congiunte creeranno le condizioni per lo sviluppo di nuovi programmi ancora più innovativi con l’obiettivo di ampliare il posizionamento di mercato del nuovo player. Al termine dell'operazione, la nuova società sarà strutturata con i seguenti contributi: Airbus contribuirà con i suoi business Space Systems e Space Digital, provenienti da Airbus Defence and Space. Leonardo contribuirà con la sua Divisione Spazio, includendo anche le quote in Telespazio e Thales Alenia Space. Thales contribuirà principalmente con le sue quote in Thales Alenia Space, Telespazio e Thales Seso. La nuova società impiegherà circa 25.000 persone in tutta Europa e costituirà un player competitivo a livello mondiale potendo contare su un fatturato annuo di circa €6,5 miliardi e su un portafoglio ordini che ammonta a più di tre anni di ricavi previsti. L’azionariato della nuova società sarà condiviso tra Airbus, Leonardo e Thales che possederanno rispettivamente il 35%, 32,5% e 32,5% e opererà sotto controllo congiunto, con una governance bilanciata tra gli azionisti. La nuova società mira a: promuovere innovazione e progresso tecnologico valorizzando le capacità congiunte di ricerca e sviluppo, per essere all'avanguardia nelle missioni spaziali in tutti i domini, inclusi i servizi, e migliorare l'efficienza operativa grazie alle economie di scala e a processi produttivi ottimizzati. Aumentare la competitività nei confronti dei principali attori globali, raggiungendo una massa critica e garantendo che l'Europa conservi il suo ruolo di uno degli attori principali nel mercato spaziale internazionale. Guidare programmi innovativi in grado di rispondere all’evoluzione delle esigenze dei clienti e alla crescente domanda di sovranità europea, nazionale e dei programmi militari, fornendo soluzioni integrate per infrastrutture e servizi in tutti i principali domini spaziali, favorendo la cooperazione tra le nazioni e potenziando la capacità d’investimento. Rafforzare l'ecosistema spaziale europeo assicurando maggiore stabilità e prevedibilità al panorama industriale, amplificando le opportunità a beneficio dei fornitori europei. Creare nuove opportunità di crescita professionale per i dipendenti grazie a competenze tecniche più ampie e alla presenza multinazionale della nuova società. Airbus, Leonardo e Thales informeranno e consulteranno i rappresentanti delle unioni sindacali, sulla base delle leggi dei Paesi coinvolti e degli accordi collettivi applicabili a ciascuna azienda. Il completamento dell’operazione è soggetto alle consuete condizioni, tra cui l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni normative. Operatività della nuova società prevista nel 2027.
(Adnkronos) - “Questo intervento va nella direzione giusta: rafforzare strumenti di welfare diffusi e inclusivi, capaci di incidere positivamente sul potere d’acquisto dei lavoratori e di sostenere la qualità della vita. I buoni pasto rappresentano uno dei benefit più apprezzati e utilizzati in Italia, con effetti concreti sulla motivazione e sul senso di appartenenza". Così, con Adnkronos/Labitalia, Matilde Marandola, presidente dell’Associazione italiana per la direzione del personale (Aidp) esprime "vivo apprezzamento" per la decisione del governo di innalzare, nella Legge di Bilancio 2026, la soglia di detassazione dei buoni pasto da 8 a 10 euro. Si tratta di "una misura attesa e significativa, che l’associazione auspicava da tempo e che riconosce il ruolo centrale del welfare aziendale come leva di competitività, coesione e benessere per le persone e le organizzazioni. L’aumento della soglia di esenzione fiscale contribuisce a valorizzare il ruolo del lavoro come motore di benessere sociale, riducendo al tempo stesso gli oneri amministrativi per le imprese e favorendo una gestione più flessibile delle politiche retributive", ha sottolineato Marandola. Aidp sottolinea come il rafforzamento del welfare aziendale debba essere accompagnato da politiche di sviluppo organizzativo e di attenzione alla persona, elementi imprescindibili per un modello di lavoro moderno e sostenibile. “Il welfare non è solo un insieme di agevolazioni -ha concluso Marandola – ma un investimento strategico per il futuro delle imprese e del Paese. Plaudiamo quindi a una misura che va nella direzione di una maggiore responsabilità condivisa tra Stato, aziende e lavoratori".
(Adnkronos) - Città in affanno sulla sostenibilità. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro. Ancora nessuna città raggiunge il punteggio del 100% e cala al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda ai singoli capoluoghi, nel 2024 sono Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Trento torna sul gradino più alto (nel 2023 era seconda) rappresentando il meglio della vivibilità in città. Mantova ottiene la medaglia d’argento risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era 7 settimana), grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era 16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Le altre città che rientrano della top ten sono Bolzano, quarta, seguita da Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna, Forlì: tutte aree urbane del nord Italia e con Bologna, al 9° posto, che si conferma la migliore tra le grandi città anche se perde una posizione rispetto alla passata edizione. Il Sud è sempre in grande affanno, ad eccezione di Cosenza, 16esima in classifica, unica città del Meridione nella top 20 anche se rispetto alla passata edizione perde 3 posizioni (era 13esima). In fondo alla classifica ci sono nove città del sud - Caltanissetta (97° posto), Caserta (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Catanzaro (102°), Napoli (103°), Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°) - che non arrivano a toccare il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria sono al di sotto dei 25 punti su 100. Smog e rete idrica colabrodo - rileva il rapporto - restano le principali criticità da affrontare per i capoluoghi di provincia. Diminuiscono troppo lentamente le città con perdite d’acqua superiori o uguali al 50%: 20 quest’anno (erano 24 nel 2023 e 27 nel 2022). Nel 2024, inoltre, cala la media della superficie urbana dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità - 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti (11,02 m eq/100 ab nella passata edizione e 10,69 due anni fa) - così come diminuisce sia l’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo passando dai 50,7 mq ogni 100 abitanti della scorsa edizione agli attuali 48,6 mq sia quella delle zone a traffico limitato che nel 2024 si attesta a 368,3 mq ogni 100 abitanti rispetto ai 406,9 della scorsa edizione. Cresce, stando ai dati Ispra, il consumo di suolo nel totale dei capoluoghi: dal 2018 al 2023 è pari a circa 4500 ha, a fronte di un calo del numero degli abitanti (-346mila abitanti). Ne deriva una crescita del suolo impermeabilizzato per ogni abitante delle città, sempre su base quinquennale, pari a +6,3 mq/ab dal 2018 al 2023 (+3,5% rispetto al 2018), con forti variazioni da città a città. Tra i segnali positivi che emergono dal nuovo report Ecosistema Urbano, c’è la raccolta differenziata che per la prima volta, tra i capoluoghi, supera la media del 65%. Inoltre, sono ben 15 i capoluoghi che sono oltre l’80% di Rd. Cresce il numero dei passeggeri trasportati dal servizio di Tpl nelle città capoluogo, anche se le performance generali sono ancora lontane dai livelli europei. C’è Milano con 424 passeggeri nel 2024 rispetto ai 415 dello scorso anno, i 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Anche Roma mostra lievi segnali incoraggianti salendo dai 259 viaggi procapite all’anno della passata edizione ai 277 di quest’anno. Venezia resta la migliore sebbene in calo, interrompendo una crescita costante, mentre Firenze continua a migliorare (sale dai 225 dello scorso anno ai 247 passeggeri/ ab/anno).