INFORMAZIONIPetrone Group Cosmesi, Chimica e Farmaceutica Ruolo: Group Chief Financial Officer Area: Finance, Administration and Control Vittorio Cirucci |
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(Adnkronos) - Per alcuni sono una fonte di ispirazione. Per altri, l’emblema di una pressione social sempre più invasiva. È il caso delle mamme influencer che, a poche settimane, o addirittura giorni, dal parto, si mostrano sui social in forma smagliante, spesso più toniche di quanto lo fossero prima della gravidanza. Per il mondo del web, il confronto è inevitabile. C’è chi le applaude, chi le critica e chi, in silenzio, si sente sbagliata. E così che il corpo post-parto diventa un argomento di discussione e forse, per i più severi, si perde il focus del traguardo. Non è più il benessere della madre, la vera vittoria sembra sia il ritorno a un fisico pre-gravidanza, in tempi record. Il tema torna al centro del dibattito dopo che Valentina Cabassi, modella e compagna del cantante Ernia, è stata fotografata per le vie di Milano a una settimana dalla nascita della piccola Sveva. Nell’immagine, la neo mamma appare con un fisico tonico, un addome sgonfio e una tutina attillata. Forse il merito è anche del completo contenitivo, ma il messaggio sembra quello di mostrare un’immagine, oggettiva, di un recupero lampo. Un'apparizione che ha scatenato reazioni contrastanti: da un lato gli elogi per la bellezza – tra cui quello di Cecilia Rodriguez, anche lei in dolce attesa – dall’altro la critica di chi invita a non considerare questa come la realtà dei fatti. “Facciamo capire che questa non è la normalità”, si legge in un commento. E ancora: “Non sentitevi meno se non entrate subito in una tutina. Anche voi siete normali”. Ma il suo non è un caso isolato. La maternità di Cabassi si inserisce in una narrazione social ormai consolidata, dove il corpo post-parto diventa spesso protagonista più della maternità stessa. La modella ha deciso di rispondere personalmente ad alcune critiche, spiegando che il suo aspetto tonico è anche il frutto di allenamenti costanti: “Mi sono allenata fino a due giorni prima del parto. Questo mi ha aiutata molto, soprattutto in termini di elasticità”. Allenarsi in gravidanza è un altro tema che divide. Molte professioniste lo consigliano, con le dovute precauzioni. Ma dall’altra parte, c’è chi lo percepisce come una forma di pressione estetica. Anche Giulia De Lellis, in attesa del suo primo figlio, ha ribadito in una recente stories: “Con le giuste cautele, l’attività fisica in gravidanza fa benissimo”. Ma sui social il confronto resta aperto. Da Sophie Codegoni a Giulia Salemi, passando per Chiara Nasti, sono numerose le influencer che si sono mostrate in forma smagliante poco dopo il parto, suscitando ammirazione. Per alcune donne neo mamme, queste immagini rappresentano solo un ideale da raggiungere. Per altre, un pericoloso standard da raggiungere. E anche velocemente.
(Adnkronos) - Il valore della produzione Inps nel 2024, si legge nel XXIV Rapporto annuale, accertato nell’esercizio è complessivamente pari a 432.442 milioni di euro, con un incremento di 21.627 milioni rispetto al 2023 (410.815 milioni di euro). Le voci principali di cui è composto sono: le entrate contributive al lordo degli sgravi contributivi e rettificate da ratei e risconti, sono pari a 284.8805 milioni di euro, con un incremento di 14.071 milioni rispetto al 2023 (270.809 milioni di euro); i trasferimenti attivi sono pari a 180.671 milioni di euro, con un incremento di 15.948 milioni rispetto al 2023 (164.724 milioni di euro). Il costo della produzione è stato accertato in 434.063 milioni di euro, con un incremento di 24.803 milioni rispetto al consuntivo 2023 (409.260 milioni di euro). La voce più rilevante di questo aggregato è quella relativa alle prestazioni istituzionali per 413.086 milioni di euro, che aumentano di 18.448 milioni rispetto al 2023 (394.638 milioni di euro). Le altre componenti che meritano di essere segnalate riguardano principalmente: i costi del personale, per un importo di 2.002 milioni di euro, con un decremento di 54 milioni; gli ammortamenti e le svalutazioni, per un importo di 8.893 milioni di euro, con un incremento di 2.334 milioni, dovuto in massima parte all’incremento dell’accantonamento del Fondo svalutazione crediti; gli oneri diversi di gestione, pari a 4.628 milioni di euro (4.149 milioni di euro nel consuntivo 2023). La differenza negativa tra il valore e il costo della produzione si attesta a -1.620 milioni di euro (era positiva, pari a 1.555 milioni di euro, nel consuntivo 2023). I proventi e gli oneri finanziari hanno un saldo positivo di 155 milioni di euro (195 milioni di euro nel consuntivo 2023) e sono la risultante di altri proventi finanziari per 228 milioni di euro, minori di 17 milioni rispetto al consuntivo precedente, ed interessi passivi e altri oneri finanziari per 73 milioni di euro, maggiori di 23 milioni rispetto al precedente esercizio. Tra le principali voci dei proventi finanziari sono presenti gli interessi sui mutui (85 milioni di euro), l’affitto di immobili (25 milioni di euro), i dividendi e altri proventi su titoli azionari e altre partecipazioni (39 milioni di euro). Le rettifiche di valore di attività finanziarie presentano un importo di +11 milioni di euro. I proventi e gli oneri straordinari hanno un saldo positivo di 2.631 milioni di euro e sono la risultante della somma algebrica tra diverse voci: proventi straordinari (61 milioni di euro), oneri straordinari (11 milioni di euro), sopravvenienze attive ed insussistenze del passivo (2,7 milioni di euro), sopravvenienze passive ed insussistenze dell’attivo (101 milioni di euro). Per effetto delle componenti economiche sopra riportate, il risultato d’esercizio netto dell’Istituto si attesta a 1.029 milioni di euro, con un peggioramento di 1.034 milioni rispetto al 2023 (2.063 milioni di euro).
(Adnkronos) - Sistemi di Gestione dell’Energia (Sge): se ben applicati e se c'è il giusto coinvolgimento dell'organizzazione e delle varie funzioni aziendali producono nel tempo benefici nel collegamento fra il core business e l’uso dell’energia. Inoltre, permettono di garantire il rispetto di tutti i requisiti di legge e regolamentari, consentendo l’accesso a più ampie risorse per la capitalizzazione dell’impresa e la copertura dei costi di investimento. Sono questi alcuni dei concetti emersi dal webinar di oggi dedicato proprio agli Sge, durante il quale c’è stato un aggiornamento sulle tematiche normative, la definizione dei contesti in cui si inserisce la Iso 50001 (es. transizione energetica) ed un focus sui casi applicativi di successo. A fine 2023 l’Italia era seconda a livello mondiale in termini di aziende certificate Iso 50001 e quarta in termini di siti certificati. Rimane il predominio della Germania legato al fatto che pose come condizione per poter accedere ai benefici degli energivori l'adozione della Iso 50001, scelta che ha prodotto negli anni una serie di risultati positivi in termini di riduzione dei consumi delle imprese coinvolte. Dal 2027 la certificazione ISO 50001 sarà obbligatoria per tutte le imprese che superano gli 85 TJ (ossia circa 2.030 tep) di consumi annui sulla base della direttiva 1791/2023. Altro dato rilevante: nel 2024 sono state 451 le organizzazioni certificate ISO 50001 con un energy manager nominato, ossia il 36% (+123% rispetto al 2017). Considerando le nomine degli energy manager da parte dei soggetti obbligati sopra la soglia dei 2.030 tep si vede però che oltre mille realtà dovranno provvedere all’adozione del sistema di gestione, dato confermato dalle analisi di Enea. L’adozione di un Sge, sottolinea Dario Di Santo, direttore Fire, "aiuta le organizzazioni a rispondere alle priorità attuali in termini di riduzione dei costi e dei rischi sugli approvvigionamenti e delle emissioni, nonché di miglioramento della sostenibilità. E con ciò aiutano a cogliere gli obiettivi nazionali di riduzione dei consumi finali e ad aumentare la sicurezza energetica e la competitività del sistema Paese. La diffusione dei Sistemi di Gestione dell’Energia è però ancora insoddisfacente e occorre lavorare per accrescerla, sia per cogliere questi benefici che per rispondere alle richieste della direttiva 1791/2023 sull’efficienza energetica". Durante la mattinata, Antonio Panvini di Cti ha tracciato un quadro sulle norme tecniche per la gestione dell’energia parlando della famiglia delle ISO 5000x e della norma in cantiere sulla decarbonizzazione, mentre Ettore Piantoni di En/Clc/Jtc 14 ha spiegato il ruolo dei Sge nel contesto della transizione energetica. Stefano Perboni di AssoEge ha trattato, invece, il tema della contabilità energetica associata ai Sistemi di Gestione dell’Energia, illustrando un caso applicativo. Ricordiamo che AssoEge e Fire hanno elaborato un modello ed un metodo per la contabilità energetica con l’obiettivo di fornire un modello comune (anche per la rendicontazione dei risultati). Marcello Salvio di Enea ha evidenziato, tra l’altro, come gli Sge influenzano il potenziale di risparmio. Riportiamo di seguito i dati estratti dalla presentazione.