INFORMAZIONIVincenzo BartalottaChi è: Esperienza decennale nel settore delle ricerche e analisi di Mercato. Formazione statistica, specializzazioni in Psicologia e Psicometria. Know-how nel miglioramento delle performance degli Stakeholder. |
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(Adnkronos) - "La prevenzione è un aspetto importantissimo nella malattia oncologica. Occorre cercare di arrivare a tutti i pazienti e ai loro familiari, per cercare di dare un aiuto dal punto di vista della prevenzione, dal punto di vista psicologico e anche per creare delle relazioni sociali e contrastare l'isolamento del paziente oncologico che a volte si crea quando si trova ad affrontare questa patologia". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Claudia Nestola, psicologa e membro dell'associazione 'La chiave d'argento' che opera all'interno del polo oncologico Giovanni Paolo II di Lecce, in occasione della tappa leccese del tour di sensibilizzazione sul tumore uroteliale 'Non girarci intorno' promosso da Merck, che si lega al Giro d’Italia, uno degli eventi sportivi più seguiti nel nostro Paese, di cui Merck è official partner. "Inizia a esserci consapevolezza dell'importanza della prevenzione - osserva Nestola - ma bisogna continuare a impegnarsi per essere sempre più efficaci. Iniziative come questa risultano molto importanti perché mettono a disposizione di tutti delle informazioni utili per poter accedere ai programmi di prevenzione e sensibilizzano le persone a fare attività fisica e a seguire una sana e corretta alimentazione, tramite la dieta mediterranea che è il nostro punto di forza".
(Adnkronos) - ''Siamo consapevoli che l'attuale scenario economico ci presenta sfide significative, importanti, cruciali, come la necessità di trovare una soluzione alla scarsità di lavoratori qualificati che si registra in molti settori strategici, sui quali non possiamo perdere competitività''. Lo afferma il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, in un videomessaggio inviato in occasione dell'evento organizzato da Unioncamere 'Le competenze per il made in Italy'. ''Le competenze sono un asset, soprattutto per il made in Italy, su cui è indispensabile investire, sia per dare una risposta alla domanda dell'impresa, sia per formare lavoratori all'altezza delle imprese, sia per dare una risposta alla domanda dell'impresa'', sottolinea. ''Il nostro governo dal primo giorno si è impegnato mettendo al centro di ogni politica industriale e produttiva l'occupazione. I dati disegnano un'Italia profondamente cambiata su questo fronte'', prosegue Urso. ''Da inizio legislatura, ottobre 2022, ad oggi sono oltre un milione i nuovi posti di lavoro e stiamo registrando un record di occupati storico pari a 24,3 milioni. Un record di lavoratori innanzitutto a tempo indeterminato pari a oltre 16,5 milioni e un record anche di occupazione femminile con 10 milioni di donne al lavoro'', ricorda il ministro. ''Questi risultati tangibili, significativi, dimostrano che un percorso serio e condiviso di riforme e investimenti genera crescita e stabilità'', aggiunge il ministro. ''È evidente che la nostra ambizione va oltre. Sappiamo che dobbiamo recuperare ritardi storici anche rispetto ad altri paesi europei e che c'è ancora molto da fare per colmare il divario tra formazione e competenze richieste e quindi per allargare sempre più la base produttiva e occupazionale''. ''Recenti studi indicano che entro il 2027, in molti settori come la meccatronica e l'informatica, ci saranno più di 200.000 posti di lavoro necessari a fronte dei 115.000 attuali'', ricorda Urso. ''La domanda di competenze green sta crescendo rapidamente e le aziende di ogni dimensione manifestano difficoltà nelle reperire figure qualificate. Per questo bisogna migliorare e ampliare l'offerta formativa, coinvolgendo non solo la scuola secondaria, con iniziative come il liceo del Made in Italy, ma anche i sistemi di formazione superiore e gli Its, che rappresentano un modello di successo, con tassi di occupazione che alla fine del percorso di studi arrivano anche al 93%. In questo ambizioso progetto le università svolgono un ruolo principe'', secondo Urso. ''Come ministero stiamo lavorando per creare una serie di centri di eccellenza e fondazioni pubblico-private'' per ''diffondere innovazione e conoscenza a tutto il territorio, promuovendo la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, e offrendo così formazione per anticipare e soddisfare l'offerta di lavoro'', evidenzia il ministro. ''Un investimento che il Governo fa con lungi investimenti, prendendo in considerazione le traiettorie di sviluppo economico che abbiamo disegnato, con una politica industriale strutturata e innovativa, elemento assente, purtroppo, per troppi anni nel nostro Paese'', conclude.
(Adnkronos) - "Solo mantenendo la pluralità tecnologica nel settore del riscaldamento domestico si potranno raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e impedire che si ripeta quanto già accaduto nell’automotive europea, oggi al centro di una complicata crisi a causa del bando generalizzato della tecnologia del motore endotermico". È quanto emerso durante l’evento organizzato da Assogasliquidi-Federchimica nella sede del Parlamento Ue a Bruxelles, dove per la prima volta sono stati presentati i risultati dello studio 'Decarbonizzazione dei consumi termici residenziali' realizzato da Bip Consulting per conto di Proxigas, Assogas, Assogasliquidi-Federchimica, Assotermica e Utilitalia. Il caso italiano, evidenziato dallo studio, può costituire un esempio per tutti gli altri Paesi: qui, il gas (sia naturale che Gpl) è centrale nel mix energetico, grazie a un’infrastruttura capillare che interessa il 90% dei Comuni e copre il 100% delle comunità con l’apporto del Gpl. Il parco residenziale è vetusto (oltre il 70% edificato prima degli anni ‘80), inefficiente (50% in classi energetiche F-G) e diversificato per clima e architettura (50% in zone climatiche fredde E-F). In questo scenario, la sostituzione delle caldaie tradizionali con modelli a condensazione consentirebbe, già da sola, di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi fissati dalla direttiva Epbd ('Case green'), garantendo un risparmio compreso tra il 19 e il 22% (a fronte di un target del 16%), di ridurre sensibilmente le emissioni grazie all’integrazione di percentuali crescenti di biocombustibili (biometano e bioGpl) e sostenere la competitività di una industria italiana ed europea di rilievo. Dall’altra parte, lo studio evidenzia i limiti di una strategia imperniata sul mantenimento di un’unica fonte (la pompa di calore) per coprire l’intero fabbisogno. Intanto per motivi infrastrutturali: il 60% degli appartamenti con riscaldamento autonomo in Italia non presenta un giardino privato, un terrazzo o uno spazio esterno utili ad ospitare gli apparecchi di questa tecnologia. Dei 10,3 milioni di abitazioni in classe F e G solo meno di 6 milioni potrebbero accogliere una pompa di calore elettrica. Ma se si affina l’analisi e si considerano anche i fattori legati al reddito delle famiglie il numero si riduce a meno di 2 milioni di abitazioni. Dallo studio emerge quindi come la transizione energetica del comparto residenziale, se affidata a un’unica soluzione, rischia di essere fallimentare in partenza: l’elettrificazione rappresenta una valida soluzione in determinati contesti ma occorre offrire alternative nell’ottica della complementarità e della pluralità di tecnologie e vettori per coinvolgere l’intero patrimonio abitativo. La presentazione dello studio è stata l’occasione per riportare l’attenzione sulla fase di implementazione della direttiva sulle performance di efficienza energetica degli edifici. La direttiva Epbd traccia il percorso per decarbonizzare il patrimonio edilizio entro il 2050, conferendo flessibilità agli Stati nella scelta degli strumenti e delle tempistiche per la transizione, ma affida alla Commissione il compito di emanare linee guida non vincolanti sui singoli aspetti applicativi, in particolare sulla definizione di 'caldaie alimentate a combustibili fossili'. “Il rispetto in concreto del principio di neutralità (e quindi pluralità) tecnologica nella formulazione delle linee guida - commenta Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi-Federchimica - richiede che la Commissione definisca la nozione di 'caldaia alimentata a combustibili fossili' escludendo dal bando gli apparecchi certificati per essere alimentati con gas rinnovabili”. Eppure, in Italia, pochi mesi fa con la legge di bilancio, il Parlamento ha optato per una esclusione dai benefici fiscali dell’ecobonus degli “interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili”. Si tratta - secondo Assogasliquidi-Federchimica - di una disposizione non chiara e che ostacola il percorso di rinnovo del parco termico. Ciò contrasta con gli obiettivi di decarbonizzazione, efficienza energetica e neutralità tecnologica: tutte le soluzioni a basso impatto - comprese le caldaie certificate per essere alimentate a gas rinnovabile - dovrebbero beneficiare di incentivi, senza dover soddisfare soglie di prodotto irraggiungibili, in rapporto alla disponibilità attuale di prodotto la cui crescita va invece incentivata e sostenuta. “È necessario garantire parità di trattamento a tutte le soluzioni di riscaldamento ambientalmente sostenibili, in linea con il principio di neutralità tecnologica - conclude Cimenti - potenziare la produzione e la distribuzione di gas rinnovabili (biometano, bioGpl, rDme) e avviare una campagna informativa chiara e trasparente sui reali benefici ambientali ed economici di tutte le tecnologie sostenibili”.