INFORMAZIONISmarthink Informatica e Software Ruolo: Marketing & Communication Specialist Area: Marketing Management Valentina Banda |
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(Adnkronos) - Nel quarto episodio di "State sicuri", il vodcast Adnkronos sulla sicurezza che cambia, Emanuela Mari (Regione Lazio), Marco Mignucci (Assiv–Italpol) e Alessandro Manfredini (A2a, Aipsa) raccontano tre tasselli della stessa architettura: poteri sanzionatori alle guardie giurate sui mezzi pubblici, regia regionale sulle telecamere, integrazione tra presidio fisico e difesa digitale nelle utility con formazione capillare e campagne mensili anti-phishing. Obiettivo: un gioco di squadra pubblico-privato che aumenti la sicurezza reale e percepita. Nel Lazio è arrivata una "piccola rivoluzione" per il trasporto pubblico: l’emendamento presentato da Emanuela Mari e approvato dal Consiglio regionale consente alle guardie giurate di elevare sanzioni a chi viaggia senza titolo. "Oggi può fare qualcosa", spiega Mari, superando "la famosa scena del salto del tornello". La norma è pensata "in chiave Giubileo" e ora si traduce in tavoli tecnici con Astral, Cotral e Atac per metterla "a terra" anche con squadre miste tra personale interno ed esterno. "Nella vita vince il gioco di squadra", dice la consigliera, sottolineando l’effetto atteso sulla sicurezza percepita degli utenti. La stessa Regione sta investendo su una regia unica delle telecamere: tanti Comuni hanno sistemi eterogenei e "non esiste un centro di raccolta dati univoco". La sfida è "ambiziosa", perché i dispositivi sono spesso "non compatibili tra loro", ma l’obiettivo è integrazione con le forze dell’ordine e un servizio "sempre più completo" su tutto il territorio. Dal lato delle imprese della sicurezza, Marco Mignucci inquadra la riforma nel solco della sicurezza sussidiaria, "partenariato pubblico-privato" che consente agli istituti di vigilanza di contribuire in modo "più qualificato". Il potere sanzionatorio richiede formazione specifica — non solo tecnica, anche di gestione delle persone per prevenire criticità a bordo. Sulle infrastrutture strategiche, la vigilanza è ormai integrata uomo-tecnologia: si parte da un risk assessment con i clienti e si combinano droni, robot-cane e analisi predittiva con operatori certificati nei centri di controllo. Per le utility, la frontiera è l’integrazione fisico-digitale. Alessandro Manfredini (A2a), appena riconfermato alla guida di Aipsa, ricorda che la minaccia è ibrida: dall’Ucraina a Gaza gli attacchi informatici hanno anticipato o accompagnato crisi sul terreno, incluse le violazioni dei sistemi di videosorveglianza. "Oggi non facciamo più questa differenza tra sicurezza fisica e sicurezza logica", servono presìdi end-to-end e una security che lavori "a stretto contatto con le persone", a partire dalla valutazione del rischio insieme ai reparti operativi. La parola-chiave è cultura. In A2a "abbiamo 14.000 dipendenti, la quasi totalità digitalizzati": per questo la formazione non è solo per chi si occupa di difendere l'azienda dagli attacchi, ma riguarda tutta la popolazione aziendale, in modo continuo, con campagne mensili anti-phishing, pillole video e podcast brevi, oltre a esercitazioni per testare procedure e security control room attiva h24. "La security non è un'organizzazione che lavora in maniera segreta", chiarisce Manfredini: è un lavoro corale, vicino alle persone, per garantire la continuità dei servizi essenziali.
(Adnkronos) - "La vera sfida è quella di riuscire a creare un'agenzia per l'attrattività con i principali stakeholders della nostra meravigliosa Regione, che possa riuscire davvero ad attrarre investimenti nel settore manifatturiero, che è strategico per la crescita di ogni territorio". Così Mario Aprile, presidente di Confindustria Bari-Bat, con Adnkronos/Labitalia a margine del suo intervento alla seconda giornata di Digithon 2025, la maratona delle idee digitali in corso a Bisceglie in Puglia, ideata da Francesco Boccia e giunta alla decima edizione. Aprile ha sottolineato come "sul nostro territorio c'è bisogno di fare un lavoro straordinario, è stato fatto un miracolo economico negli ultimi anni dal punto di vista turistico e digitale. Nel digitale abbiamo visto come è aumentato il tasso di occupazione del 30% dal 2019 al 2024. Questo miracolo lo dobbiamo fare altrettanto nel sistema manifatturiero perché è un sistema che dà solidità e struttura a un territorio", ha ribadito. E Aprile ha ricordato la sua esperienza a Digirthon fin dalla fondazione. "Come Digithon, dieci anni fa abbiamo lanciato questa riflessione sul digitale e guarda caso oggi la Puglia è uno dei principali hub digitali europei. Questo ci fa capire che dobbiamo portare all'attenzione, tutti insieme, quelli che sono i temi e le necessità e la visione che abbiamo per il nostro territorio che non può prescindere dalla manifattura, dalla costruzione di componentistica, dalla meccatronica, dalla chimica, da quei settori che rappresentano un fiore all'occhiello per il nostro territorio e in cui i nostri imprenditori hanno voglia di investire. Ma soprattutto dobbiamo riuscire a creare l'interesse e l'investimento da grandi gruppi internazionali e nazionali", ha continuato. "Io ho iniziato a chiacchierare di digitale -ha ricordato Aprile- con l'amico Francesco Boccia e tanti altri dieci anni fa quando avevo 27 anni. Oggi ricopro la carica di presidente di Confindustria Bari Bat, è stato un lungo percorso, ma sempre focalizzato e con una visione chiara: coniugare il settore delle imprese alle giovani, ai start-up e alle istituzioni, ai politecnici, all'Università di Sud di Bari, al centro di ricerca. Abbiamo capito dieci anni fa che la strada per vincere era quella di fare rete, di fare sintesi, di unire tutte le esigenze. Oggi è quello il messaggio che ho dato ai startupper presenti", ha continuato sottolineando di non "avere paura e timidezza di andare a suonare al campanello delle nostre imprese, perché voi portate innovazione, e cioè l'applicazione della ricerca all'interno dei sistemi industriali", ha concluso.
(Adnkronos) - Nell’estate 2025, su 388 campionamenti effettuati nelle acque costiere e lacustri in 19 regioni, il 34% è risultato oltre i limiti di legge, cioè 1 campione su 3. In particolare, il 35% dei punti campionati con Goletta Verde è risultato inquinato o fortemente inquinato con una media di un punto ogni 80 km; per i bacini lacustri, il 30% dei punti campionati da Goletta dei Laghi è risultato oltre i limiti di legge. Questo il bilancio finale delle campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2025. Anche quest’anno foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago si confermano punti critici: il 54% dei punti analizzati (101 su 188) è risultato inquinato o fortemente inquinato. Situazione migliore per i campioni prelevati direttamente in mare o nelle acque del lago, ossia in aree lontane da foci o scarichi, dove solo il 15% dei punti campionati è risultato oltre i limiti di legge (30 su 200). Al problema dell’inquinamento, si affianca quello della crisi climatica. Legambiente, rielaborando i dati forniti dalle immagini satellitari di Copernicus, ha calcolato che a giugno e luglio la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo è stata di 25,4°C, la più calda dal 2016 ad oggi, collocandosi al primo posto nell’ultimo decennio, e superando i precedenti record del 2022 (media 25,2°C) e quello del 2024 (25,1°C) e i valori degli anni fino al 2021 che erano intorno ai 24,5°C. Un aumento sensibile di circa mezzo grado centigrado che mette a repentaglio la biodiversità marina e che amplifica gli eventi meteorologici più estremi, osserva Legambiente. Di fronte al bilancio emerso da Goletta Verde e dei Laghi, l'associazione torna a ribadire "l’urgenza di approvare un piano nazionale per la tutela delle acque costiere e interne che abbia al centro una governance integrata su più livelli prevedendo piani di adattamento ai cambiamenti climatici; più risorse economiche da destinare al servizio di depurazione per ammodernare gli impianti rispondendo ai più stringenti parametri per il trattamento e riuso delle acque reflue; più controlli da parte di Regioni, Arpa e Comuni sui punti critici e una migliore gestione delle acque interne". “Al governo - commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - chiediamo di definire e approvare al più presto un piano nazionale per la tutela di mare e laghi, investendo su innovazione e sostenibilità per ammodernare i sistemi di depurazione e per diffondere il riuso in agricoltura delle acque depurate. Sullo sviluppo delle rinnovabili in mare, dopo l’approvazione del decreto porti, è urgente stanziare le risorse economiche necessarie per infrastrutturare i due hub cantieristici di Taranto e di Augusta, che potranno garantire anche nuova occupazione green a due aree portuali che hanno sempre avuto a che fare con la logistica delle fonti fossili”.