(Adnkronos) - I ribelli Houthi dello Yemen hanno rivendicato un attacco con un missile ipersonico contro l'aeroporto internazionale Ben Gurion, nei pressi di Tel Aviv. L'annuncio è arrivato dal portavoce militare Yahya Saree, che ha parlato anche di un attacco con droni contro un "obiettivo vitale del nemico israeliano" nella stessa area. L’esercito israeliano ha confermato di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen, grazie al sistema di difesa aerea americano Thaad, senza segnalare danni o vittime. Le sirene antiaeree sono suonate sia a Tel Aviv sia nel centro di Israele, nella zona di Gerusalemme. Sui social sono stati diffusi video delle persone in strada che scappano e cercano riparo. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha annunciato che Israele risponderà all'ultimo attacco con un missile balistico lanciato dallo Yemen. "Gli Houthi continuano a lanciare missili iraniani contro Israele. Come promesso, risponderemo con forza in Yemen e ovunque sia necessario", ha dichiarato il ministro su X. Intanto, alla luce delle circostanze attuali, Ita Airways e Lufthansa hanno deciso di sospendere tutti i voli da e per Tel Aviv fino al 18 maggio. "La situazione è in continua evoluzione", fa sapere Ita invitando a verificare lo stato del volo prima di recarsi in aeroporto e comunicando che saranno sospesi anche i voli AZ809 e AZ815 del 19 maggio. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avuto un colloquio telefonico con il premier israeliano Bejamin Netanyahu, per discutere degli sviluppi nella Striscia di Gaza. "Il cancelliere ha condannato nei termini più duri il brutale attacco terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre", ha riferito oggi il portavoce del governo Stefan Kornelius. Nel corso del colloquio, Merz ha fatto riferimento alle prossime visite in programma in occasione del 60mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Germania e Israele. Il presidente israeliano Isaac Herzog è atteso a Berlino domenica. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier si unirà poi a lui nel suo rientro in Israele martedì. I due paesi hanno allacciato relazioni diplomatiche il 12 maggio 1965. L'aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 60 obiettivi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, tra cui terroristi, strutture militari e depositi di armi. Lo ha reso noto l'esercito israeliano, precisando che fra le persone uccise c'è anche un terrorista colpito mentre usciva da un tunnel vicino ai soldati dell'Idf. Due soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf) sono stati uccisi e almeno altri sei sono rimasti feriti in due distinti attacchi avvenuti ieri durante i combattimenti nel sud della striscia di Gaza, secondo quanto riferito dall’esercito di Israele. Sale così a 418 il bilancio dei militari israeliani uccisi dall’inizio dell’offensiva di terra contro Hamas a Gaza e delle operazioni lungo il confine con la striscia. Gli scontri sono avvenuti nel quartiere Jenina di Rafah, in due offensive separate di Hamas che hanno causato la morte dei due soldati israeliani e il ferimento degli altri sei. Nel primo attacco, un Rpg ha colpito un edificio provocandone il crollo parziale; nel secondo, un mezzo blindato è stato centrato da un ordigno. Hamas ha rivendicato le azioni con messaggi su Telegram, dichiarando che i suoi uomini hanno teso un’imboscata a una forza israeliana composta da 12 soldati all’interno di una casa nel quartiere Tanur, nella zona est di Rafah (adiacente a Jenina), colpendoli con due Rpg e facendo esplodere un ordigno vicino alle truppe.
(Adnkronos) - "Un Papa che ha subito invocato la pace, che ha indicato pur in poche parole la via difficile di una nuova concordia che parte dagli ultimi, i vessati, gli oppressi dei Sud del mondo, dalle periferie dell'esistenza. C'è tanta continuità nell'attenzione alle vittime dell'economia dello 'scarto' anche nella scelta di un nome molto impegnativo, quello di un predecessore come Leone XIII che ha fondato nei fatti la dottrina sociale con la prima Enciclica Rerum Novarum che guarda al mondo del lavoro, dei diritti, dell'inclusione". Così, con Adnkronos/Labitalia, Luigi Sbarra, già leader della Cisl, commenta l'elezione di Papa Leone XIV.
(Adnkronos) - C'è una data che segna ogni anno l'inizio del nostro 'debito ecologico' nei confronti del Pianeta: è il Country Overshoot Day, calcolato dal Global Footprint Network (overshootday.org). Per il nostro Paese, nel 2025, cade il 6 maggio: questo giorno segna quindi la data in cui il bilancio annuale di biocapacità, ovvero la capacità rigenerativa, del Pianeta si esaurirebbe se tutti sulla Terra vivessero allo stesso livello di consumo dei residenti italiani. Fanno peggio gli abitanti di Qatar (6 febbraio), Lussemburgo (17 febbraio) e Singapore (26 febbraio), che si collocano nelle prime tre posizioni, in coda l'Uruguay che arriva praticamente a fine anno (17 dicembre). Per l'Unione Europea il giorno di sovrasfruttamento delle risorse cade il 29 aprile 2025. Per l'Italia si tratta di un risultato peggiore rispetto a quello del 2024 quando l'Overshoot Day italiano era caduto il 19 maggio. Un anticipo in parte dovuto ad aggiornamenti nei dati di input e nella metodologia (11 giorni) e in parte a variazioni reali nei modelli di consumo (1 giorno). I giorni di sovrasfruttamento per i singoli Paesi vengono pubblicati ogni anno nel mese di dicembre dell'anno precedente, utilizzando i dati più recenti tratti dai National Footprint and Biocapacity Accounts, gestiti dall'Ecological Footprint Initiative della York University per conto della Footprint Data Foundation (FoDaFo). Si calcolano considerando il rapporto tra l'impronta ecologica per abitante di un dato Paese e la biocapacità globale pro capite. Il 5 giugno, nella Giornata mondiale dell'Ambiente, è previsto poi il consueto annuncio della data dell'Earth Overshoot Day, il giorno in cui la domanda di risorse e servizi ecologici in un dato anno supera ciò che la Terra può rigenerare nei 12 mesi. Un bilancio globale sui nostri stili di vita e di consumo e la misura della pressione che esercitiamo sul Pianeta, ogni anno sempre più intensa. Nel 2024 è caduto il primo agosto. Ma scorrendo le tabelle disponibili sul sito dedicato relative ai passati Overshoot Day, calcolati a partire dai National Footprint and Biocapacity Accounts edizione 2023 (aggiornati, dunque, sulla base di un set di dati comune e con lo stesso metodo), è evidente che il danno arrecato alla Terra è aumentato nei decenni. Il giorno di sovrasfruttamento coincide con il 25 dicembre nel 1971, il 20 novembre nel 1981, il 20 ottobre nel 1991, il 13 settembre nel 2001 e il 6 agosto nel 2011. L'Earth Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di generare in quell'anno, come foreste, terreni coltivabili, zone di pesca, ecc...) per l'impronta ecologica dell'umanità (la domanda per quell'anno di prodotti alimentari e fibre vegetali, prodotti zootecnici e ittici, legname, foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica, ecc...), espresse in ettari globali, e moltiplicando il risultato per il numero di giorni dell'anno. Risultato: uno sfruttamento eccessivo che ha come conseguenze deforestazione, erosione del suolo, perdita di biodiversità e accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera.