(Adnkronos) - Tennis sulla sabbia? D'estate si può e non solo in vacanza. Anzi, esiste addirittura un torneo che in questi giorni sta regalando spettacolo. Una competizione nata nel 1971 e molto particolare, da sempre giocata a due passi dalla spiaggia. E vinta, in passato, da fuoriclasse come Carlos Moya e Juan Carlos Ferrero. Si tratta del Torneo Tenis Playa, un’esibizione che ogni anno ha luogo in Spagna nel villaggio di Luanco, Asturie, nello specifico a Playa de La Ribera. Non è beach tennis, variante nota del tennis. È un vero e proprio tennis giocato sulla sabbia, come fosse una qualsiasi altra superficie. L'edizione 2025 ha visto partecipanti come Dominic Thiem, Richard Gasquet, Bernabé Zapata Miralles, Benoit Paire e Pedro Cachin, solo per citarne alcuni Ma com'è nata l'idea di un torneo di tennis sulla sabbia? La prima edizione, quella del 1971, fu disputata con reti da pesca e solchi nella sabbia per disegnare le linee. Poi, l'organizzazione è migliorata con il passare degli anni è il torneo si è evoluto. Oggi, le tribune ospitano addirittura 2500 spettatori e c'è un impianto di illuminazione artificiale di alto livello, per permettere al pubblico di vedere al meglio i match serali. Oggi, giovedì 7 agosto, per la cronaca si giocherà la finale di questa edizione tra Gasquet e Thiem.
(Adnkronos) - "I dazi Usa al 15% sui prodotti europei sono ancora ben da decifrare, perché bisogna capire come poi verrà declinato questo accordo, se effettivamente colpirà in maniera uguale tutti i settori, o se verrà declinato sulla base del comparto, capire quali settori vengono compiti, con quale percentuale o meno. Per la Calabria ad oggi sappiamo che gli Usa impattano sull'8% del nostro export, che quest'anno è arrivato quasi a un miliardo. E quindi è chiaro che vanno sostenute le imprese che oggi operano con gli Stati Uniti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, sull'accordo Usa-Ue sui dazi e sull'incertezza relativa alla concreta applicazione dell'intesa. "I nostri imprenditori, soprattutto quelli dell'ambito agroalimentare, ma non solo, hanno investito evidentemente in quel Paese e non bisogna disperdere quell'investimento", ha sottolineato Ferrara ricordando che la Calabria "dal 2021 fino ad adesso, è cresciuta ogni anno. Ha inanellato una serie storica che testimonia un'apertura ai mercati internazionali. Addirittura è raddoppiato l'export da 491 a quasi un miliardo di quest'anno. Questo testimonia che effettivamente la Calabria finalmente ha intrapreso un percorso di crescita sui mercati internazionali. Questo deve essere assecondato, va sostenuto. L'America è una parte di queste", ha aggiunto. Per questo motivo secondo Ferrara l'obiettivo a sostegno delle imprese deve essere chiaro. "Dobbiamo fare un vero e proprio piano export come Calabria, per mitigare gli effetti che eventualmente si dovrebbero riverberare in quei settori che sono presenti negli Stati Uniti. Perché noi non possiamo permetterci di andare a disperdere gli investimenti che gli imprenditori hanno fatti in questi anni sull'approfondimento delle normative, su marketing, sulla presenza fiera, sui canali commerciali", ha ricordato sottolineando che "non possiamo rinunciare da un giorno all'altro a quel mercato. E quindi bisogna mitigare questo effetto per evitare che si disperdano questi investimenti fatti". E per Ferrara è chiaro che la Calabria deve riorientare i propri target sull'export. "Credo che bisogna identificare quelli che possono essere i paesi target, che sono per certi versi confacenti a quelle che sono le nostre vocazioni, non solo industriali ma anche in termini di export. Ci sono molte imprese che sono già pronte, che investono tanto tempo, quindi sono pronte per spaccare su nuovi mercati. Vanno studiati questi mercati target, studiate le normative, i canali di distribuzione per poi avviare missioni e anche azioni diplomatiche per poter sostenere la penetrazione commerciale in queste aree", ha sottolineato ancora. "Perché è evidente -ha continuato- che poi accedere a nuovi mercati non è come accedere alla lampadina dalla mattina alla sera. Quindi dobbiamo avere da una parte difendere le quote di mercato acquisite, di incominciare a fare una ricognizione e quindi riorientare verso anche altri mercati. Quali potrebbero essere? Il Mercosur, quindi il Sud America, l'Argentina, il Brasile, ma anche il Nord America, il Canada. Non dimentichiamo che in questi paesi, l'Argentina in particolare e il Canada, ci sono tantissimi calabresi, possibili teste di ponte rispetto alla penetrazione di questi mercati. Ma anche tutti i mercati asiatici: il Vietnam che sta crescendo tantissimo", ha spiegato. E Ferrara è quindi intervento sulle dimissioni e la successiva ricandidatura di Roberto Occhiuto alla guida della Regione Calabria. "Certamente non esprimiamo né giudizi né valutazioni su scelte politiche delle massime espressioni di governance della regione. Di certo in questi anni è stato proficuo il rapporto pubblico-privato sul tema degli incentivi alle imprese", ha detto Ferrara. Ferrara ha ricordato che "abbiamo presentato in cittadella regionale qualche anno fa 'Agenda Calabria' che sostanzialmente era un piano di politica economica finalizzata ad orientare le risorse comunitarie verso le imprese. Devo dire la verità: in questo caso la Regione ha colto totalmente quella progettualità che era sottotitolata 'la bussola strategica degli investimenti produttivi', e che poi si è trasformata in una serie di bandi che non a caso, proprio perché venivano le proposte dal mondo confindustriale, hanno ricevuto assorbimenti storici con anche 'splafonamenti' su bandi come l'internazionalizzazione, impianti e macchinari, ricerca e innovazione del settore energetico. E adesso anche attraverso 'Step' che è una sorta di stimolo all'innovazione da parte delle imprese", ha sottolineato Ferrara ricordando quindi che il rapporto con la giunta Occhiuto è stato proficuo "oggettivamente sul piano dell'incentivo alle imprese, adesso abbiamo bisogno di crescere sui mercati". E qui arrivano le richieste per la giunta che uscirà dalle prossime elezioni regionali. "Bisogna crescere sull'export -ha aggiunto Ferrara- perchè una volta che hai creato un apparato che si è ammodernato lo devi però 'mettere a terra', si cresce col fatturato, non soltanto con gli investimenti. Gli investimenti sono la prima fase di una crescita successiva poi sui mercati", ha aggiunto. Per Ferrara è necessario quindi "procedere alla riqualificazione delle aree industriali. Noi abbiamo ancora delle aree industriali che attendono di essere profondamente riqualificate, con particolare riferimento all'area del porto di Gioia Tauro, dove sappiamo ormai che non si può fare solo transhipment per poter mettere a terra il volano di sviluppo delle potenzialità di quell'area. C'è necessità di dover riqualificare l'area industriale, perché ormai i porti si sono trasformati in veri e propri poli produttivi e quindi noi dobbiamo andare lungo questa strada", ha aggiunto. E in questa strada centrale è il ruolo dell'area Zes. "E' un grande attrattore di investimenti e stimoli di investimenti da questo punto di vista, perché produce da una parte una semplificazione amministrativa che è necessaria per accelerare sugli investimenti e nell'altro caso perché abbiamo il credito di imposta Zes unica che stimola e accompagna gli investimenti. Quindi riqualificazione industriale è un imperativo categorico, non soltanto per l'area retroportuale, ma per tutte le aree industriali", ha aggiunto. Inoltre, secondo il leader degli industriali calabresi è necessario "un grande 'Piano giovani' perché è chiaro che l'emigrazione giovanile sta portando una serie di conseguenze: se ne vanno pezzi di Pil, diminuisce la propensione al cambiamento e all'imprenditorialità, aumenta il mismatch del mercato del lavoro. Noi avvieremo in autunno come Confindustria Calabria una serie di attività e di iniziative di interlocuzione e quindi di avvicinamento del mondo imprenditoriale con il mondo dei giovani. C'è necessità anche di creare un fondo sull'imprenditorialità giovanile che possa mettere a frutto tutti quei talenti nascosti che a nostro avviso ci sono, ma molte volte non hanno la possibilità di poter esprimersi". E, in conclusione "ci vuole una grande azione di semplificazione amministrativa, ma anche e soprattutto di potenziamento dell'organico, che è sottodimensionato e che poi ovviamente si riverbera con una serie di ritardi che soffocano quello che è l'agire imprenditoriale. E poi ovviamente le infrastrutture: Ponte sullo stretto, strade, porti e alta velocità. Nell'economia del futuro, se noi vogliamo conquistare nuovi mercati, dobbiamo avere infrastrutture della mobilità e della logistica avanzata per poter poi veramente competere in maniera adeguata con le altre economie", ha concluso.
(Adnkronos) - Sono 90 le località rurali che hanno ricevuto il riconoscimento Spighe Verdi 2025, rispetto alle 75 dello scorso anno: 17 sono i nuovi ingressi, 2 i Comuni non confermati. Le Spighe Verdi 2025 per i Comuni rurali, alla decima edizione, sono state annunciate nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta a Roma presso il Cnr alla presenza dei sindaci vincitori. Spighe Verdi è un programma nazionale della Fee - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione Fee Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. "Il 2025 segna un forte incremento del programma Spighe Verdi - dichiara Claudio Mazza, presidente della fondazione Fee Italia - ben 17 nuovi ingressi che testimoniano la crescente attenzione delle amministrazioni locali verso uno sviluppo rurale realmente sostenibile. Questo dato, che arriva nel decimo anno del programma, rappresenta un segnale concreto di cambiamento, in cui la gestione del territorio, la qualità ambientale e il benessere delle comunità diventano priorità condivise e strumenti di crescita. Spighe Verdi non è un riconoscimento simbolico: è un percorso volontario, rigoroso e trasparente, che richiede impegno costante, visione amministrativa e capacità di coinvolgimento del tessuto sociale e produttivo del territorio. L’adesione di così tanti Comuni a questo modello con convinzione testimonia che anche le località rurali italiane stanno finalmente prendendo consapevolezza del proprio ruolo centrale nella costruzione di un futuro sostenibile per il nostro Paese”. “Il programma Spighe Verdi conferma anche nel 2025 la sua funzione strategica per la crescita dei Comuni rurali e delle aree interne del nostro Paese - ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura - L’agricoltura è protagonista di questo percorso: dalle pratiche sostenibili all’economia circolare, dalla tutela del paesaggio alla valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’accoglienza. Sono questi i pilastri che guidano il lavoro delle imprese agricole e che ritroviamo pienamente negli obiettivi fissati da Fee Italia”. Le Spighe Verdi 2025 sono state assegnate in 15 Regioni. Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 18 Spighe Verdi (cinque ingressi): Acqui Terme, Alba, Bra, Canelli, Carignano, Castiglione Falletto, Centallo, Cherasco, Chiusa di Pesio, Gamalero, Gavi, Guarene, Monforte d’Alba, Narzole, Poirino, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Salgono a 10 le località per la Calabria (tre nuovi Comuni): Belcastro, Cariati, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia Marina, Trebisacce, Villapiana. Le Marche vantano 9 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Senigallia, Sirolo. Segue la Toscana che ottiene 8 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Gambassi Terme, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello. Sono 8 le Spighe Verdi in Umbria (un ingresso e un’uscita): Deruta, Gubbio, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi, Trevi. Anche la Puglia ottiene 8 Comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Nardò, Ostuni, Troia. La Campania ottiene 7 riconoscimenti (con un ingresso): Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Monteforte Cilento, Positano. Sono 5 le località del Lazio (un ingresso e un’uscita): Canale Monterano, Gaeta, Rivodutri, Sabaudia, San Felice Circeo. In Liguria i Comuni sono 4 (con due nuove località): Andora, Borgio Verezzi, Lavagna, Sanremo. La Sicilia arriva a 3 località con due nuovi Comuni: Modica, Ragusa, Vittoria. Con un nuovo Comune, salgono a 3 anche le Spighe Verdi in Abruzzo: Gioia dei Marsi, San Salvo e Tortoreto. Il Veneto vanta 2 località: Montagnana e Porto Tolle. Sono 2 i Comuni Spighe Verdi anche in Basilicata (un nuovo ingresso) - Nova Siri e Pisticci - e in Lombardia: Ome e Sant’Alessio con Vialone. Uno è il Comune in Emilia-Romagna, Parma.