(Adnkronos) - Da sempre attiva nell’ambito della formazione e dell’istruzione, Amazon annuncia oggi il proprio impegno a formare 200.000 studenti e studentesse in ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) entro la fine del 2026 in Italia. Coinvolte le scuole secondarie di primo grado, di secondo grado, università, i corsi post-diploma e formazione professionale, per accrescere e sviluppare competenze in ambito digitale e avvicinarsi al mondo delle carriere in ambito tecnologico. L’iniziativa è stata presentata ieri al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. "In Amazon, crediamo che sia fondamentale impegnare sempre più risorse e condividere le nostre competenze con professori, studenti e studentesse affinché sempre più giovani si avvicinino a percorsi di studi in ambito STEM, che rappresentano una straordinaria opportunità non solo per la loro crescita personale e professionale ma anche per quella del Paese”, ha commentato Mariangela Marseglia, country manager Amazon per Italia e Spagna. “Con questo impegno, attraverso i nostri programmi e collaborazioni, vogliamo lavorare con le istituzioni, enti privati e pubblici per fornire da un lato gli strumenti fondamentali per affrontare le opportunità dei prossimi anni e dall’altro stimolare la creatività e l’ingegno per contribuire a formare quelli che saranno gli innovatori di domani”, aggiunge Marseglia. “Il divario di competenze digitali rappresenta una sfida importante per l'Italia e l'Europa e in AWS crediamo fermamente nell'importanza di investire nelle competenze digitali dei giovani di oggi che saranno i leader del futuro", ha dichiarato Julien Groues, vice president AWS per il Sud Europa. "Programmi come AWS academy, AWS educate e Amazon Future Engineer hanno come obiettivo quello di democratizzare l'accesso all'istruzione STEM, offrendo risorse gratuite e percorsi formativi accessibili a tutti, indipendentemente dalle loro origini o situazioni di partenza. Dalle lezioni interattive di coding ai tour virtuali dei nostri siti, vogliamo stimolare la prossima generazione ad esplorare le infinite possibilità offerte dalle materie STEM e plasmare un futuro più sostenibile e inclusivo per tutti". In occasione dell’annuncio del nuovo impegno in ambito formazione STEM, Amazon presenta ‘Amazon future engineer’: il programma progettato in collaborazione con esperti dell’educazione che ha come principale obiettivo quello di fornire accesso gratuito a risorse per la formazione in ambito STEM. Amazon future engineer è un programma dedicato a studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo grado e di secondo grado che mira a favorire l’accesso alle carriere nell’informatica anche a coloro che provengono da comunità sottorappresentate e svantaggiate. Il nuovo programma include i corsi di Python, uno dei principali linguaggi di programmazione, sviluppati in modo semplice, intuitivo e interattivo e supporta i corsi online promossi da Code.org e Programma il Futuro che permettono ai docenti di costruirsi le basi necessarie per insegnare informatica e ai giovani studenti di poter apprendere i principi base dell’informatica, senza necessità di nessun prerequisito, così da stimolare l’interesse e facilitare il proseguimento degli studi in ambito STEM. Particolare attenzione è poi rivolta alle giovani studentesse e all’orientamento dei futuri talenti verso le professioni più richieste e i percorsi di studio più adatti alle proprie inclinazioni insieme a Valore D. Inoltre, a supporto del mondo della didattica e con particolare attenzione per coloro che vivono in contesti svantaggiati, Amazon amplierà la sua collaborazione con Save the Children anche nell’ambito dell’istruzione di qualità e dell’educazione digitale. ‘Amazon future engineer’ si affianca alle varie attività e programmi di formazione offerti da AWS per promuovere l’apprendimento delle materie STEM. Con un focus speciale sul cloud e sull'Intelligenza Artificiale e il Machine Learning, AWS fornisce programmi come AWS Academy e AWS Educate che permettono l’accesso a laboratori self-paced mentre, con Skills to Jobs Tech Alliance (Tech Alliance), AWS riunisce una coalizione di aziende e altri datori di lavoro, agenzie governative, organizzazioni per lo sviluppo della forza lavoro e di professionisti dell'istruzione per affrontare il divario di competenze nella formazione professionale e nei curricula universitari. Grazie a questi programmi, i giovani possono avere accesso a risorse di formazione, attività pratiche, concorsi, hackathon e opportunità di networking per prepararsi a carriere nel cloud computing e settori correlati. Per Amazon, mettere a disposizione i propri strumenti e le proprie competenze in ambito tecnologico, significa contribuire alla formazione di future figure professionali che saranno in grado di affrontare sfide e cogliere le numerose opportunità che derivano dalla conoscenza delle materie STEM. Lo studio AWS/Gallup ha infatti evidenziato l’impatto positivo che la conoscenza avanzata delle materie digitali ha per i lavoratori nel loro percorso di carriera: il 99% dei lavoratori italiani che hanno frequentato corsi di formazione sulle competenze digitali negli ultimi 12 mesi afferma che la propria carriera ha avuto almeno un beneficio positivo; non solo, in termini salariali, un lavoratore italiano medio con competenze digitali avanzate guadagna 10.790 di euro all’anno in più rispetto a lavoratori di livello simile che non sono dotati di competenze digitali. Dallo stesso studio è anche emerso che le competenze digitali avanzate contribuiscono non solo alla crescita economica dell’Italia - aumentano il PIL italiano di circa 45 miliardi di euro – ma anche delle aziende: il 46% delle organizzazioni italiane che impiegano lavoratori con competenze digitali avanzate riferisce una crescita costante di più del 10% dei ricavi annuali nell’ultimo anno, rispetto al 34% delle organizzazioni che impiegano lavoratori con competenze digitali di base o intermedie. Tuttavia, le aziende riscontrano difficoltà a trovare giovani con competenze digitali adeguate – il 51% delle imprese italiane dichiara infatti di non riuscire ad assumere lavoratori con le competenze di cui ha bisogno. Su questa situazione influisce anche il fatto che, secondo i dati Desi, le materie STEM non solo sono ad appannaggio prevalentemente maschile ma, sebbene le donne rappresentino più della metà dei laureati (57,7%) nel nostro Paese, solo l'8,8% ha una laurea in materie STEM. Amazon utilizza le proprie conoscenze e i propri strumenti per ideare e sviluppare programmi facilmente accessibili affinché tutti abbiano l’opportunità di sviluppare competenze digitali, appassionarsi alle materie STEM e intraprendere percorsi professionali in questo ambito. Per farlo, crea opportunità di formazione e collabora attivamente con scuole e istituti di diversi gradi, come ad esempio università, organizzazioni no profit e amministrazioni pubbliche nei territori in cui Amazon è presente. L’impegno a formare 200.000 giovani non si declina esclusivamente all’offerta del nuovo programma ‘Amazon future engineer’ e di quelli AWS dedicati a cloud e AI/ML ma include anche iniziative che vedono come protagoniste giovani studentesse universitarie appassionate di materie scientifiche. Infatti, dal 2018, Amazon assegna la borsa di studio 'Amazon women in innovation' e quest’anno, con l’aggiunta dell’Università di Catania, l’iniziativa ha coinvolto un totale di sette Atenei e, dall’anno del lancio, il progetto ha premiato 26 giovani meritevoli attraverso l’erogazione di altrettante borse di studio e di un percorso di mentorship con una manager di Amazon. In Campania, in collaborazione con Develhope, scuola di coding che combatte il divario occupazionale italiano giovanile, attiva nel Sud Italia, Amazon web services ha inaugurato a febbraio 2024 il corso di formazione del programma AWS re/Start: il programma, interamente gratuito, ha coinvolto 25 studentesse, che, nelle 12 settimane del corso si sono preparate per una carriera nel cloud. Al termine del programma, Develhope supporterà i diplomati fornendogli tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie a portare a termine con successo iter di selezione lavorativi nell’ambito IT.
(Adnkronos) - L'ansia prima di un colloquio è del tutto normale, anzi, se gestita bene, può essere una preziosa alleata, tuttavia, quando questa prende il sopravvento, rischia di compromettere la lucidità necessaria per affrontare la situazione con sicurezza. Per aiutare i candidati a gestire al meglio questo delicato momento, InfoJobs - la piattaforma leader nella ricerca di lavoro online - propone un vademecum di consigli pratici per trasformare l'ansia in una risorsa e sfruttare al meglio l’opportunità del colloquio. Ecco 5 mosse da seguire per non sbagliare. 1) Prepararsi a conoscere l'azienda: per affrontare un colloquio con successo, è essenziale comprendere a fondo l'azienda per cui ci si sta candidando. Questo significa andare oltre il sito web e pagine social aziendali: leggere articoli di settore, rapporti annuali e notizie recenti può offrire una visione completa dell'attività aziendale. Inoltre, conoscerne la storia, la sua missione, i valori fondamentali e i principali progetti in corso permette di rispondere in modo più specifico e personalizzato alle domande e dimostra al recruiter che il candidato è genuinamente interessato e motivato. 2) Vestirsi adeguatamente: l'abbigliamento gioca un ruolo cruciale nella creazione di una prima impressione positiva. È importante adattare il proprio look alla cultura e al settore dell'azienda. In un contesto professionale, un abbigliamento formale è spesso più consigliato, mentre in ambienti più creativi potrebbe essere accettabile un look più casual ma sempre curato. La scelta di un abbigliamento appropriato non solo dimostra rispetto per l'azienda, ma comunica anche serietà e attenzione ai dettagli. 3) Fare le domande giuste: mostrare curiosità e interesse. Preparare domande pertinenti è cruciale per dimostrare non solo interesse reale per il ruolo e per l'azienda, ma anche per capire se quel lavoro è effettivamente adatto a noi. Dopo tutto, la decisione non è solo dell’azienda. È utile porre domande che vadano oltre la semplice descrizione del lavoro e indaghino sulla cultura aziendale, sul team, sul responsabile e le opportunità di crescita professionale. Chiedere informazioni su come l’azienda affronta le sfide del settore o su quali sono le aspettative per il ruolo può fornire una visione più approfondita e mostrare un impegno serio oltre che permettere al candidato di determinare se l'azienda è in linea con i propri valori e obiettivi professionali. 4) Enfatizzare le soft skills: oltre alle competenze tecniche. Quando si parla delle proprie esperienze, è importante non limitarsi a elencare le competenze tecniche (hard skills). Le soft skills, come spirito d’iniziativa, mentalità creativa, pensiero critico, la leadership, la gestione del tempo e l’intelligenza emotiva e sociale sono altrettanto importanti. I candidati dovrebbero evidenziare come hanno sviluppato queste competenze attraverso progetti universitari, esperienze scolastiche, volontariato o eventi quotidiani. Portare al recruiter esempi concreti aiutano a illustrare come le soft skills siano state applicate nella pratica, rendendo il candidato più credibile e convincente. 5) Postura e linguaggio del corpo: comunicare sicurezza. La postura, il linguaggio del corpo e il modo di interagire durante un colloquio comunicano molto più di quanto si possa immaginare. Un ottimo biglietto da visita è sorridere mostrandosi ben disposti alla conoscenza del selezionatore, nonché lieti di essere stati scelti come possibili candidati ad entrare a far parte dell'azienda. È poi fondamentale mantenere una postura composta, che trasmetta fiducia e interesse. Il contatto visivo regolare dimostra coinvolgimento e sincerità, mentre un ascolto attivo, evidenziato da cenni di assenso e risposte puntuali, mostra rispetto e attenzione.
(Adnkronos) - "Nessuna traccia di Pfas, sostanze inquinanti di origine industriale, nell'acqua potabile di 38 fontanelle pubbliche analizzate in 34 città italiane". E' quanto verificato da Altroconsumo attraverso delle analisi i cui risultati sono stati pubblicati sul sito dell'organizzazione di consumatori. Altroconsumo ha "analizzato l’acqua potabile di 38 fontanelle pubbliche ubicate nei centri storici di 34 città italiane alla ricerca di questi inquinanti. Normalmente è stato effettuato un solo prelievo di acqua per città, salvo che per le città di maggiori dimensioni (Torino, Milano, Roma, Napoli) dove abbiamo prelevato l’acqua in due fontanelle situate in zone diverse. In tutto sono state cercate 30 sostanze perfluoroalchiliche in ogni campione prelevato. I campioni sono stati raccolti tra il 16 giugno e il 4 luglio 2024. I risultati sono rassicuranti: nell’acqua che abbiamo prelevato i Pfas sono assenti". "Poiché la metodica di analisi utilizzata dal nostro laboratorio è quella ufficiale prevista dalla legge, possiamo affermare che tutti i campioni analizzati non solo rispettano il limite di legge per le acque potabili, ma addirittura non manifestano neanche le più basse quantità di Pfas, rilevabili con gli strumenti di analisi", rassicura l'organizzazione.