(Adnkronos) - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno lasciato l'Alaska senza raggiungere un accordo per un cessate il fuoco in Ucraina. In attesa di un commento ufficiale del presidente ucraino Voloydmyr Zelensky, il 'Kyiv Independent' ha pubblicato un editoriale di fuoco sul vertice che non lascia spazio a dubbi sul suo giudizio, bollando il summit come "disgustoso, vergognoso, alla fine inutile". Trump non ha ottenuto ciò che voleva. Ma Putin? Lui sì - sottolinea il quotidiano americano - Nel momento in cui è sceso dall'aereo sul suolo americano, il dittatore russo era raggiante". "Non più un paria internazionale - scrive il Kyiv Independent del presidente russo - finalmente accettato, e rispettato, dal leader del mondo libero. Il predecessore di Trump una volta definì Putin un assassino, Trump gli ha riservato un'accoglienza da re". E il giornale sottolinea la disparità di trattamento con Volodymyr Zelensky, che nell'incontro del febbraio scorso nello Studio Ovale della Casa Bianca "subì un'umiliazione pubblica", mentre quello russo ieri "è stato coccolato: entrambi gli episodi sono stati vergognosi". “Trump - è la conclusione dell'editoriale - non riesce a capire che Putin non ha un approccio transazionale nei confronti dell'Ucraina, ma messianico. Vuole l'Ucraina per la Russia, punto. Per Putin e la sua cerchia ristretta, l'indipendenza dell'Ucraina è un incidente di percorso, e stanno provvedendo a correggerlo”. "Trump non ha perso, ma Putin ha chiaramente vinto", il commento alla Cnn di John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale nella prima amministrazione Trump, secondo cui il presidente "non ha ottenuto nulla se non altri incontri: Putin, credo, ha fatto molta strada per ristabilire il rapporto, che ho sempre ritenuto essere il suo obiettivo principale". Il presidente russo, ha continuato Bolton, elencando i suoi 'successi', "è sfuggito alle sanzioni, non deve affrontare un cessate il fuoco, il prossimo incontro non è stato fissato, Zelensky non è stato informato di nulla prima di questa conferenza stampa. È tutt'altro che finita, ma direi che Putin ha ottenuto gran parte di ciò che voleva e Trump ha ottenuto ben poco”. E l'ex consigliere per la Sicurezza nazionale entrato in rotta di collisione con il presidente ha aggiunto "un'altra cosa: Trump sembrava molto stanco lì (in Alaska, ndr). Non deluso, stanco. E dovremo riflettere su cosa questo significhi". "Invece di schierarsi con l'Ucraina e i nostri alleati, Trump si è schierato fianco a fianco con un autocrate che da anni terrorizza il popolo ucraino e il mondo intero", afferma in un post su 'X' è il leader della minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer, secondo il quale Trump "ha steso il tappeto rosso per il dittatore autoritario Vladimir Putin". Schumer ha anche fatto eco alle preoccupazioni di altri democratici secondo cui l'incontro non ha portato a progressi per arrivare alla fine della guerra. "Mentre aspettiamo i dettagli cruciali di ciò che è stato discusso, a prima vista sembra che Trump abbia concesso a Putin legittimità, un palcoscenico globale, non gli abbia fatto pesare le sue responsabilità e non abbia ottenuto nulla in cambio. Il nostro timore è che questa non sia stata diplomazia, ma solo teatro", ha aggiunto. Al di là del successo mediatico di Putin al vertice in Alaska con Donald Trump, "visibilmente affascinato e colpito dalla controparte", il Presidente americano "non ha ceduto incondizionatamente alla sua visione", scrive l'analista russa Tatiana Stanovaya, fondatrice di R.Politik e analista a Carnegie Russia and Eurasia Center, commentando a caldo quello che definisce più che un summit "un evento bilaterale ridotto", con "risultati minimi, non un fallimento, neanche un successo". "Trump sembra ora voler cedere responsabilità a Kiev e all'Europa, pur mantenendo un ruolo", aggiunge Stanovaya precisando che il "grado di pressioni (esercitato dal Presidente americano, ndr) non sarà sufficiente a costringere Kiev ad accettare le richieste di Putin". "I negoziati (di Istanbul, fra Kiev e Mosca, ndr), tuttavia potrebbero farsi più dinamici e sostanziali". "Il risultato principale del vertice è quindi l'effetto emotivo che Putin può imporre a Trump. Ma questo ha dei limiti. Prima di tutto perché evapora velocemente, poi perché non determina la sostanza dei colloqui, Si può rispettare il partner ma non essere d'accordo con lui, che è quello che è accaduto in questo incontro", aggiunge l'analista che ha lasciato la Russia da tempo, anticipando il suo scetticismo su un nuovo incontro o, nel caso in cui si svolga, per un incontro con risultati diversi. "Il risultato più significativo è che Trump ha visto rafforzata la sua convinzione che la Russia non può essere sconfitta".
(Adnkronos) - Quali competenze manageriali servono per rafforzare e per guidare le aziende e le persone all’interno di nuovi scenari competitivi segnati da trasformazioni tecnologiche, geopolitiche e sociali sempre più rapide? Un interessante spaccato di questo fabbisogno emergente viene dall’esame della graduatoria, pubblicata oggi, relativa all’avviso 1/2025 di Fondirigenti, il fondo interprofessionale di Confindustria e Federmanager leader in Italia per il finanziamento della formazione del management. 839 sono stati i piani formativi approvati sui 1070 piani presentati, a testimonianza di un sostanziale innalzamento della qualità della progettazione: la percentuale di approvazioni sale infatti al 78%, contro il 76% dell’avviso generalista promosso dal Fondo nel 2024. Oltre 10 milioni di euro lo stanziamento approvato, che consentirà il coinvolgimento di 1.737 dirigenti (circa 2 dirigenti per piano, in media) per 86mila ore di formazione (poco meno di 50 ore di formazione per ciascun dirigente coinvolto). L’analisi dei Piani evidenzia come la trasformazione digitale e la gestione delle persone siano le due tematiche chiave con cui le aziende devono confrontarsi: il 63% dei piani approvati riguarda queste due tematiche. Le due questioni sono, anzi, strettamente correlate tra di loro: nei piani approvati, il people management e la gestione delle diverse generazioni in azienda sono spesso affrontate, infatti, attraverso una gestione 'orientata dai dati', mentre, d’altro canto, la promozione di una mentalità 'data-driven' nelle risorse umane è una delle principali questioni manageriali con cui deve misurarsi l’introduzione dell’intelligenza artificiale in azienda. Ma largo spazio hanno, nei piani approvati, anche le altre due tematiche identificate dall’Avviso, che sono, peraltro, quelle con i migliori risultati in termini di punteggi registrati: i nuovi paradigmi della sostenibilità e i cambiamenti dei mercati, a conferma del fatto che la trasformazione sostenibile, soprattutto sul versante ambientale, e la necessità di fare i conti con l’instabilità dei mercati sono ormai divenuti due elementi strutturali dell’orizzonte aziendale. E anche in questo caso, la gestione “intelligente” dei dati risulta l’elemento distintivo delle competenze necessarie: l’ottimizzazione operativa, l’analisi predittiva degli scenari, il reporting esg e l’efficienza dei modelli di economia circolare sono tutti ambiti di intervento in cui la dimensione digitale diviene l’elemento che fa la differenza. “I progetti approvati sono pienamente allineati alle trasformazioni in atto, in particolare per quanto riguarda la sfera dell’innovazione digitale nelle sue diverse declinazioni, e prevedono soluzioni concrete e immediatamente applicabili”, spiega Massimo Sabatini, dg di Fondirigenti. “La capacità di padroneggiare il dato si afferma sempre più come esigenza manageriale imprescindibile, e la formazione continua è lo strumento più potente ed efficace per soddisfare questo fabbisogno”, continua. Nel panorama nazionale, la Lombardia si conferma la prima regione per numero di piani approvati (184), quasi a pari merito con l’Emilia-Romagna (182), seguite a poca distanza dal Veneto (143). Nel Mezzogiorno, la Campania si conferma la prima regione per numero di piani approvati (44). Quanto alla dimensione aziendale, sono quasi 370 i piani approvati relativi a grandi imprese, riguardanti prevalentemente l’area del people management, con interventi che si concentrano su tematiche strategiche quali l’attrazione e la fidelizzazione dei talenti, la gestione delle performance e la collaborazione intergenerazionale all’interno delle organizzazioni. È interessante notare che, in diversi casi, i progetti assumono una portata più ampia, includendo la revisione dell’intera struttura organizzativa, con l’intento di ripensare ruoli e responsabilità in un’ottica di maggiore flessibilità, efficienza e innovazione. 326 sono i piani approvati per le medie imprese e 143 quelli delle piccole, concentrati invece, prevalentemente, sul supporto al management nell’adozione ‘consapevole’ delle tecnologie, puntando in primo luogo sull’innovazione per reggere la sfida competitiva. E, allo stesso modo, i piani riferiti all’area della sostenibilità non si limitano alla sola acquisizione di competenze tecniche, ma sembrano prefigurare processi di vera e propria trasformazione organizzativa e sistemica che tocca tutte le funzioni dell’impresa. Mentre i piani riguardanti i cambiamenti di mercato sempre più definiscono strategie commerciali e percorsi di internazionalizzazione capaci di rispondere in modo proattivo alla crescente complessità degli scenari geopolitici. “L’Avviso sembra aver centrato, dunque, l’obiettivo di sostenere le competenze manageriali e tecniche necessarie per affrontare congiuntamente i cambiamenti di scenario e guidare le persone attraverso questi cambiamenti", sottolinea Marco Bodini, presidente di Fondirigenti. "Le imprese stanno ripensando i propri modelli per navigare con maggiore agilità in questo panorama in costante mutamento. Fondirigenti, anche attraverso i propri Avvisi, si conferma al loro fianco", conclude.
(Adnkronos) - Oltre il 90% degli ingredienti principali mappati sino all'origine con punte del 94% per le nocciole e del 97% per cacao e olio di palma, il 92,1% degli imballaggi progettati per essere riciclabili, emissioni di Scope 1 e 2 ridotte del 21,7% con l'obiettivo prefissato di dimezzare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2030, il 90% dell'elettricità per la produzione e lo stoccaggio proveniente da fonti rinnovabili. Sono i principali progressi raggiunti da Ferrero nel perseguimento dei principali obiettivi di sostenibilità coerente all’impegno del gruppo volto a generare un impatto positivo sull’intera catena del valore e contenuti nel 16esimo rapporto di sostenibilità pubblicato oggi. “La sostenibilità è profondamente radicata nella strategia a lungo termine di Ferrero - sottolinea Giovanni Ferrero, Executive Chairman del Gruppo - e’ un motore fondamentale della resilienza aziendale e guida le nostre decisioni, mentre cresciamo responsabilmente. Di fronte alle sfide globali, in particolare al cambiamento climatico, il nostro impegno rimane chiaro: approvvigionarsi responsabilmente, innovare con coraggio e salvaguardare l’ambiente per le generazioni future. Questo progresso è reso possibile grazie all’adozione di azioni collettive, alla valorizzazione dell'innovazione, ricerca e sviluppo, continuando ad imparare dalle nostre esperienze, per ottenere un impatto misurabile e significativo”. “A livello di sostenibilità, abbiamo compiuto progressi costanti nella nostra agenda durante l'anno fiscale 2023/2024 - aggiunge Lapo Civiletti, Chief Executive Officer del Gruppo Ferrero - sono particolarmente orgoglioso dei progressi che stiamo mettendo in atto per raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine. Abbiamo portato avanti con successo il nostro percorso in ambito sostenibilità, mantenendo al contempo una solida gestione finanziaria in tutta l'azienda. Stiamo compiendo grandi sforzi nella tracciabilità dei nostri ingredienti chiave e per migliorare la visibilità della catena di approvvigionamento, portando avanti al contempo i nostri impegni per garantire i diritti umani, proseguendo il nostro percorso di decarbonizzazione”. Tra gli gli altri punti significativi del rapporto, in tema di sicurezza e qualità alimentare emerge che il 100% degli stabilimenti Ferrero è certificato secondo lo standard Global Food Safety Initiative (Gfsi), un’attenzione costante alle porzioni accuratamente definite con l’85% dei volumi commercializzati che presenta una porzione pari o inferiore a 130 kcal, il 63% pari o inferiore a 100 kcal e il 91% inferiore a 150 kcal a porzione. Il rappoto segnala, poi, un impatto continuo sulle comunità nei Paesi di origine attraverso partnership di lunga data con organizzazioni internazionali e locali, come l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) e Save the Children: in particolate, Kinder Joy of moving ha raggiunto oltre 3,7 milioni di bambini in 35 Paesi, con investimenti superiori a 13 milioni di euro. Nel 2024, Ferrero ha collaborato con Organizzazione degli Stati Americani (Oas ) per promuovere l'inclusione, l'equità e l'accesso ai diritti attraverso lo sport e l'attività fisica, in particolare per bambini, adolescenti e donne delle Americhe. Infine, sul fronte degli imballaggi il rapporto evidenzia notevoli progressi nella riduzione della plastica vergine, tra i quali è rilevante la diminuzione del 13% del rapporto plastica/prodotto. Questo include la conversione delle scatole di Ferrero Rocher da polistirene a polipropilene in Nord America e Cina, con un risparmio stimato di circa 11.000 tonnellate di plastica e il lancio di Nutella Plant-Based in vasetti realizzati con il 60% di vetro riciclato e il nuovo cucchiaino di carta di Kinder Joy.