(Adnkronos) - Il Comune di Milano ha ricevuto oggi da Milan e Inter il documento di fattibilità delle alternative progettuali e la relativa offerta di acquisto dello stadio di San Siro e dell’area di riferimento. "L’amministrazione comunale - fa sapere Palazzo Marino in una nota - esaminerà la documentazione depositata per poi proseguire il procedimento amministrativo". I club Milan e Inter hanno depositato oggi al Comune di Milano il documento, contenente la proposta per l'acquisizione dello Stadio Giuseppe Meazza e delle aree limitrofe, insieme all'ipotesi di fattibilità progettuale per la realizzazione di uno stadio all'avanguardia, inserito in un progetto di rigenerazione urbana, nel segno di innovazione, sostenibilità e accessibilità. "Una proposta - si legge nel comunicato delle società - elaborata dai migliori professionisti ed esperti del settore, frutto della visione strategica delle proprietà dei due Club, che pone le basi per l'attuazione di un'opera che rappresenterà un benchmark a livello internazionale e porterà rilevanti benefici alla città di Milano e ai milanesi. Nei prossimi mesi, i due Club si confronteranno con l'Amministrazione Comunale per condividere e approfondire i dettagli e gli elementi distintivi della proposta, con l'obiettivo di completare la procedura di acquisizione entro il mese di luglio 2025. Il concept finale e il progetto esecutivo verranno eventualmente presentati in una fase successiva e non sono dunque oggetto della documentazione presentata oggi".
(Adnkronos) - ll cuore pulsante dell’economia italiana, le piccole e medie imprese sta affrontando una crisi che rischia di compromettere la loro competitività e sopravvivenza: la carenza di personale qualificato e motivato. La difficoltà emerge come un problema cruciale per le piccole e medie imprese, che rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale del Paese. In questo quadro complesso si inserisce l’analisi del centro studi di Future Age, azienda specializzata in change management e digitalizzazione avanzata, che ha approfondito il fenomeno grazie a un’indagine su oltre 2500 imprenditori e aziende che sono stati intervistati tramite un questionario, in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. E sono state così individuate strategie concrete per supportare le imprese in questa difficile transizione. Secondo l'indagine l’83% delle pmi dichiara di avere problemi di gestione del personale, l’89% delle imprese segnala difficoltà nel reperire personale qualificato e il 64% degli imprenditori considera la problematica del personale come il primo motivo per cui valutare la vendita della propria azienda. Questa crisi non riguarda solo la difficoltà di trovare lavoratori competenti, ma riflette un cambiamento culturale profondo: il lavoro, che un tempo era visto come un’opportunità di crescita, oggi è percepito da molti come un peso. Questo atteggiamento mina la competitività delle aziende, che non possono permettersi dipendenti demotivati in un mercato sempre più selettivo. Sempre più spesso, i lavoratori sembrano preferire una mentalità del “diritto a pretendere”, piuttosto che un’attitudine alla crescita e al sacrificio. La società post-pandemica ha visto un aumento dell’atteggiamento passivo nei confronti del lavoro, con un calo della motivazione e dell’etica professionale. Se in passato il lavoro era percepito come un mezzo per costruire il proprio futuro, oggi si assiste a un fenomeno in cui molte persone preferiscono restare senza impiego e vivere di sussidi piuttosto che affrontare le difficoltà del mondo lavorativo. Questo atteggiamento si riflette in numerosi settori strategici per il Paese, dove la mancanza di personale sta mettendo a rischio l’intero sistema produttivo. "Per affrontare la crisi del personale, gli imprenditori devono sviluppare una leadership solida e visionaria, capace di motivare e coinvolgere i collaboratori. Il cambiamento deve partire dall’alto e diffondersi in tutta l’organizzazione. Gestire il personale oggi richiede determinazione, strategia e la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Chi non sarà in grado di farlo, rischia di vedere la propria azienda travolta dalla concorrenza", afferma Paolo Borghetti, ceo di Future Age. Dopo oltre 1.700 pmi analizzate, Future Age ha individuato tre categorie principali di lavoratori all’interno delle aziende: le 'Motrici' (10% del personale): figure leader, trainanti e indispensabili; i 'vagoni' (70% del personale): lavoratori diligenti che necessitano di una guida costante; o 'carichi deragliati' (20% del personale): dipendenti demotivati o poco produttivi, che spesso compromettono la performance aziendale. A questa suddivisione si aggiunge un altro problema strutturale: l’organizzazione inefficiente e la mancata digitalizzazione delle pmi, che risultano poco attrattive per i giovani talenti. Spesso le aziende operano con processi manuali e poco strutturati, privi di strumenti digitali avanzati come erp, mes e sistemi di business intelligence. Questo ostacola la produttività e frena l’innovazione. L’indagine di Future Age ha individuato i comparti industriali che stanno soffrendo più di altri la carenza di personale qualificato: Engineering to Order, aziende che producono su commessa faticano a trovare ingegneri, progettisti e tecnici specializzati; lavorazioni meccaniche di precisione, mancano operatori di macchine Cnc, competenze fondamentali per la produzione industriale avanzata; automazione e robotica, settori in crescita che necessitano di softwaristi e tecnici esperti nella manutenzione di impianti automatizzati; fonderie e acciaierie, l’industria metallurgica richiede operai altamente qualificati, ormai sempre più difficili da reperire anche tra gli immigrati. Per superare questa crisi, Future Age ha sviluppato un modello innovativo di change management: il digital mentor. Questo metodo si basa su tre pilastri fondamentali: psicologia, per migliorare il clima aziendale e la motivazione del personale; ingegneria, per ottimizzare processi, ruoli e kpi aziendali; informatica, per implementare tecnologie avanzate e rendere le pmi più efficienti e attrattive. "Le Pmi italiane devono affrontare una trasformazione profonda, che non può limitarsi a un cambio tecnologico, ma deve partire dalla mentalità e dall’organizzazione aziendale", afferma Paolo Borghetti, founder e ceo di Future Age. "Senza un cambiamento strutturato, molte imprese rischiano di perdere competitività e di scomparire", continua. Nei prossimi 5-10 anni, la capacità delle pmi italiane di adattarsi e innovare sarà cruciale. Servono politiche aziendali più strutturate, una gestione del personale più efficace e un uso strategico della digitalizzazione. Future Age si pone come partner chiave per le imprese che vogliono affrontare questa sfida con un approccio moderno e sostenibile. Nata nel 2015 dall’intuizione imprenditoriale di Paolo Borghetti, imprenditore seriale e business mentor, Future Age è un’organizzazione specializzata nel change management e nell’innovazione ad alto impatto. La sua mission è quella di accompagnare le pmi italiane nel percorso per l’evoluzione digitale sostenibile, nel segno nell’integrazione fra persone, processi e tecnologie.
(Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali. In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali". "L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".