INFORMAZIONIStefano Odorici |
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(Adnkronos) - La Corea del Nord di Kim Jong-un è pronta a triplicare il numero dei suoi soldati inviati in Russia, lungo la linea del fronte, per combattere contro le forze ucraine. Ovvero a inviare altri 25-30mila soldati per sostenere lo sforzo bellico russo. E' quanto emerge da una valutazione dell'intelligence ucraina, di cui la Cnn ha preso visione. I soldati nordcoreani potrebbero arrivare in Russia nei prossimi mesi, aggiungendosi agli 11mila inviati a novembre per respingere l'incursione ucraina nella regione russa di Kursk. Circa quattromila di questi soldati nordcoreani sono rimasti uccisi o feriti, secondo fonti occidentali, ma da allora la cooperazione tra Pyongyang e Mosca è ulteriormente migliorata. La valutazione ucraina visionata dalla Cnn afferma che il ministero della Difesa russo è in grado di fornire "equipaggiamento, armi e munizioni necessari" con l'obiettivo di "un'ulteriore integrazione nelle unità di combattimento russe". Il documento aggiunge che "esiste una grande possibilità" che le truppe nordcoreane verranno impegnate in combattimenti in zone dell'Ucraina occupate dalla Russia "per rafforzare il contingente russo, anche durante le operazioni offensive su larga scala". La valutazione, effettuata dall'agenzia di intelligence della difesa ucraina, afferma inoltre che vi sono segnali che gli aerei militari russi siano in fase di adattamento per il trasporto di personale, a dimostrazione dell'impresa di spostare decine di migliaia di soldati stranieri attraverso la Siberia russa, che condivide un confine con la Corea del Nord nell'estremo sud-ovest. Le immagini satellitari ottenute dalla Cnn hanno mostrato quelli che sono possibili preparativi per il nuovo dispiegamento, tra cui l'arrivo di una nave in un porto russo e di un aereo cargo all'aeroporto di Sunan in Corea del Nord. Inizialmente la Corea del Nord ha inviato in gran segreto in Russia 11mila soldati nell'autunno del 2024 e solo a fine aprile il presidente russo Vladimir Putin ha confermato. Secondo gli analisti a novembre 2024 una nave russa Ropucha ha attraccato al porto di Dunai, vicino a Nakhodka, con 400 soldati.
(Adnkronos) - La fine di giugno si avvicina, le temperature si alzano, le località balneari iniziano ad affollarsi. E, come ogni anno, inizia il periodo in cui, tradizionalmente, i lavoratori dipendenti utilizzano le proprie ferie. Ma come si maturano le ferie? E quanti giorni spettano a ogni singolo lavoratore? Per rispondere a queste e ad altre domande sulla normativa di una materia 'calda' in questi giorni la Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha stilato la guida operativa 'Ferie: un diritto irrinunciabile' che contiene riepiloghi e tabelle per la corretta gestione dell’istituto. Innanzitutto la guida chiarisce che "la durata minima delle ferie prevista dalla legge è di quattro settimane per un anno di servizio (art. 10 D.lgs. 66/2003) equivalenti, nel caso di fruizione di un periodo consecutivo, a 28 giorni di calendario. I contratti collettivi (nazionali, territoriali, ed aziendali) possono prevedere una durata minima superiore, i criteri di calcolo dei giorni (di calendario o lavorativi) o le regole da seguire in caso di concomitanza dei giorni festivi. I contratti collettivi stabiliscono la durata delle ferie generalmente in base alla qualifica contrattuale e all’anzianità di servizio del lavoratore. Le ferie possono essere espresse in settimane, giorni di calendario, oppure in giorni lavorativi". Come chiarisce la guida dei professionisti il periodo di ferie "va goduto per almeno due settimane, consecutive in caso di richiesta del lavoratore, nel corso dell'anno di maturazione e, per le restanti due settimane, nei 18 mesi successivi al termine dell'anno di maturazione". Le ferie sono un diritto irrinunciabile. "La fruizione delle ferie è un diritto irrinunciabile; qualsiasi patto contrario, sia esso contenuto in un contratto collettivo che in un contratto individuale, è nullo e da ciò ne consegue l’automatica sostituzione della clausola nulla con la disposizione attributiva del diritto stesso. Le ferie non godute non possono essere sostituite dalla relativa indennità, salvi i casi tassativamente indicati dalla legge", si legge ancora nella guida. Come si maturano le ferie? "I giorni di ferie spettanti -spiega la guida- si calcolano considerando due variabili: la maturazione del diritto al momento del godimento delle ferie; la durata stabilita dai contratti collettivi o, in alcuni casi particolari, dalla legge. La maturazione delle ferie è collegata all’effettiva prestazione di lavoro. Esse, infatti, maturano, durante un periodo di dodici mesi stabilito dalla legge, in presenza della prestazione lavorativa o di un’assenza che, dalla legge o dai contratti collettivi, è equiparata al servizio effettivo (Cass. SU 12 novembre 2001 n. 140209). Le ferie maturano anche durante il periodo di prova (Corte costituzionale 22 dicembre 1980 n. 189)". E i consulenti del lavoro chiariscono che "il dipendente che non lavora per l’intero periodo di maturazione – come di frequente accade nei contratti a tempo determinato o in caso di assunzione o cessazione in corso d’anno – ha diritto ad un numero di giorni di ferie proporzionale al servizio effettivamente prestato. Le modalità di conteggio dei mesi e delle frazioni di mese lavorate vengono stabilite dai contratti collettivi. Generalmente ogni mese di servizio dà diritto ad un dodicesimo del periodo annuale di ferie spettanti e le frazioni di mese di almeno 15 giorni valgono come mese intero". La disciplina delle ferie ha subito negli ultimi anni diversi ritocchi, necessari per adeguarsi al quadro normativo comunitario. Ritocchi che hanno costretto le aziende a seguire la materia con molta più attenzione.
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".