INFORMAZIONIAlberto Cremona spa Comunicazione e Marketing Ruolo: Direttore Creativo Area: Creative & Design Management Stefano Basile |
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(Adnkronos) - Stop al progetto per realizzare una Trump Tower a Belgrado, trasformando le rovine dell'ex sede dello Stato maggiore jugoslavo diroccata da quando fu bombardata nel 1999 dalla Nato. Il presidente serbo, Aleksandar Vucic, ha confermato oggi che i piani per la costruzione dell'hotel di lusso sono stati abbandonati dopo il ritiro della societa di Jared Kushner, Affinity Partner, titolare dell'impresa insieme alla Trump Organization. Il passo indietro del genero di Trump è arrivato poche ore dopo che i procuratori serbi ieri hanno incriminato quattro alti funzionari del governo, tra i quali il ministro della Cultura, Nikola Selakovic, per "presunte illegalità" nel processo di approvazione del progetto alberghiero, un progetto da mezzo miliardo di dollari secondo il New York Times che prevedeva il controverso piano di demolire l'edificio, esempio di architettura modernista, considerato dai serbi un memoriale dei bombardamenti del 1999. "Ora avremo un edificio distrutto ed è solo questione di tempo prima che i mattoni e le altri parti crollino, perché nessuno lo toccherà mai più", ha detto Vucic che aveva fortemente voluto il progetto con la famiglia del presidente Trump, al quale il presidente serbo chiede aiuti economici per il Paese. Ma la Procura preposta alla lotta al crimine organizzato ha avviato un'inchiesta sul mega affare, e ieri ha incriminato il ministro e gli altri tre con l'accusa di aver falsificato il documento per eliminare lo "status di patrimonio culturale" dell'edificio. I procuratori possono contare sulla 'confessione' di uno degli incriminati, il direttore ad interim dell'istituto per la protezione dei monumenti culturali, Goran Vasic, che ha ammesso di aver falsificato il documento. Dall'avvio lo scorso maggio dell'inchiesta, che potrebbe portare a una condanna a cinque anni per gli incriminati, il progetto era stato bloccato. Ma il mese scorso il Parlamento serbo, controllato dal partito di Vucic, ha approvato una legge per aggirare il blocco e togliere le protezioni all'edificio e rilanciare il progetto della Trump Tower, mossa ampiamente criticata da magistratura, opposizione come l'ultima provocazione dopo oltre un anno di proteste anti-corruzione contro Vucic. "Siamo stati bombardati nel 1999, sono passati 26 anni, ora abbiamo trovato un'opportunità e un buon investitore che pronto a versare un'enorme quantità di denaro", disse allora il presidente serbo in un'intervista al Times. Ma di fronte alle incriminazioni arrivate ieri l'Affinity Partner di Kushner ha deciso di fare un passo indietro, perché, ha spiegato un suo portavoce al Wall Street Journal, "i progetti significativi dovrebbero unire piuttosto che dividere e per rispetto del popolo serbo e della città di Belgrado". Affinity Partner, finanziata in gran parte da fondi sovrani stranieri, aveva firmato nel 2024 un contratto di locazione di 99 anni per la riqualificazione del sito, il cui status di bene culturale era stato revocato dal governo serbo appena una settimana dopo la vittoria di Trump. Al progetto serbo la Trump Organization lavorava da anni, ma vi è stata infatti una netta accelerazione dopo la vittoria elettorale di Trump, nonostante le proteste dell'opinione pubblica e le dimissioni di almeno due funzionari che avrebbero dovuto avallare la decisione di rimuovere le protezioni dell'edificio. Mentre un'altra ha rivelato che agenti dell'intelligence serba le "consigliarono vivamente" di ritirare la sua opposizione: "sin dall'inizio sapevamo che era una decisione politica", ha detto nei mesi scorsi al Times Estela Radonjic Zivkov, ex vice direttrice dell'istituto per la protezione dei monumenti. Sei mesi fa il capo dell'ufficio legale di Kushner è volato a Belgrado per valutare la situazione, ricevendo rassicurazione da parte del governo serbo riguardo al fatto che la controversia sul valore culturale dell'edificio si sarebbe risolta in termini amministrativi di fronte ad un progetto che, agli occhi di Vucic, avrebbe attirato più turisti nella capitale. "Conoscendo l'approccio transazionale di Trump, scommetto che questo l'abbia attratto", ha dichiarato al Times Dragan Jonic, membro dell'opposizione serba. La procura anti-corruzione nel comunicare le incriminazioni ha anche reso noto che l'indagine su altri individui continua, mentre Vucic sembra confermare l'intenzione di graziare chiunque possa essere incriminato per la vicenda. "Non darò loro l'opportunità di perseguire chi non è colpevole di nulla, sono io colpevole, sono stato io a volere modernizzare la Serbia, sono stato io a voler attrarre un grande investitore", ha detto ieri ai giornalisti.
(Adnkronos) - "Labordì è un’iniziativa interessante per far incontrare i ragazzi con il mondo del lavoro. La parola che ho scelto è coraggio: il coraggio di manifestare ed esprimere le tante potenzialità che questi ragazzi straordinari si portano dentro; il coraggio di qualche caduta e fallimento per potersi rialzare; il coraggio di affrontare le difficoltà che il mondo del lavoro oggi presenta e il coraggio di guardare al futuro". Con queste dichiarazioni, il Cardinale Baldassare Reina, vicario della Diocesi di Roma, è intervenuto in occasione dell’edizione 2025 di LaborDì, l’evento promosso dalle Acli di Roma dove i giovani incontrano il mondo del lavoro. Un incontro che il Cardinale definisce "stimolante" per "la vivacità dei ragazzi che vi hanno partecipato. Una vivacità contagiosa - dice - guardarli negli occhi ci riempie di speranza", conclude.
(Adnkronos) - “Della filiera del riciclo, quello degli pneumatici fuori uso (Pfu) è un pilastro fondamentale: è un motore di innovazione e competitività che genera benefici economici e ambientali tangibili per l’intero sistema Paese”. Così Giuseppina Carnimeo, direttore generale di Ecopneus, all’Adnkronos mentre è in corso oggi a Milano la Conferenza Nazionale sul Riciclo. La conferma arriva dai numeri. “Da gennaio a fine novembre 2025, Ecopneus, società senza scopo di lucro per il tracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero dei Pneumatici Fuori Uso, costituita dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia ha gestito oltre 180mila tonnellate di Pfu. Un risultato pienamente in linea per superare entro la fine dell’anno il target di legge del 20%, rispondendo così alla richiesta di extra raccolta formulata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. È un traguardo che conferma la capacità di Ecopneus di operare con responsabilità, efficienza e flessibilità, mettendo sempre al centro la tutela ambientale e l’interesse collettivo”, spiega Carnimeo ricordando che, in termini di benefici tangibili, “l’attività promossa da Ecopneus permette di evitare, ogni anno, circa 95mila tonnellate di CO2 e di generare un beneficio economico stimato in quasi 75 milioni di euro”. Guardando al futuro, “le sfide che il sistema dei Pfu si trova ad affrontare si manifestano a più livelli, data la complessità della filiera, e riguardano: la frammentazione del panorama degli attori coinvolti, le coperture territoriali disomogenee e l’ingresso illegale sul mercato di una quota di pneumatici che eludono il versamento del contributo ambientale”. Per il dg di Ecopneus, si tratta di “un punto importante: ridurre il numero di operatori significherebbe favorire una concorrenza sana, assicurando al contempo una massa critica sufficiente per gestire i Pfu in modo efficace, con standard uniformi su tutto il territorio nazionale. Contrastare il fenomeno del nero e aumentare l’efficienza organizzativa sono passi chiave per rendere la filiera più equa, sostenibile ed efficace”. Inoltre, “serve una razionalizzazione del sistema, per garantire uniformità di operatività e maggiore trasparenza. In questo senso, l’avvio del Renap - il Registro nazionale dei produttori istituito dal Mase - potrà contribuire in questa direzione”. Da considerare, poi, anche “la grande sfida di aprire nuovi mercati per la gomma riciclata e quella di una profonda sensibilizzazione culturale: dobbiamo far comprendere che un Pfu non è un prodotto da smaltire, ma una risorsa strategica da valorizzare. Ecopneus, in collaborazione con università, amministrazioni e partner industriali, è in prima linea per superare queste sfide e rendere la circolarità una realtà diffusa e riconosciuta da tutti”. La gomma riciclata da Pfu può essere, infatti, impiegata in numerosi settori (applicazioni sportive, rigenerazione urbana, asfalti, isolanti acustici, ecc...). Con gli asfalti modificati grazie all'utilizzo del polverino di gomma riciclata “stiamo costruendo un'infrastruttura stradale più resiliente, sicura e silenziosa che, ad oggi, è una realtà presente su oltre 900 km di strade in Italia. L’utilizzo della gomma non solo garantisce una durata di 2-3 volte superiore all’asfalto tradizionale, riducendo significativamente i costi di manutenzione per le Pubbliche Amministrazioni, ma migliora anche la qualità della vita delle persone, diminuendo l'inquinamento acustico. È una soluzione matura e all'avanguardia che combina durabilità, sicurezza e sostenibilità ambientale: un vero investimento per il Paese”.