INFORMAZIONIStefania Bartolami |
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(Adnkronos) - Vladimir Putin andrà a Istanbul per l'incontro con Volodymyr Zelensky domani 15 maggio? No, a meno di clamorose sorprese legate a Donald Trump. Intanto, il presidente russo insulta i partner occidentali di Kiev che appaiono intenzionati a varare nuove sanzioni se la Russia non dirà sì alla tregua di 30 giorni invocata dall'Ucraina. Putin domenica ha aperto al dialogo scegliendo data e luogo per il vertice in Turchia ma, con ogni probabilità, non sarà della partita. La delegazione russa comprenderà il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino per gli affari internazionali Yuri Ushakov. Per Zelensky, pronto a sedersi al tavolo, l'assenza di Putin sarebbe un segnale chiaro: se il leader del Cremlino non si presenta, significa che non vuole fermare la guerra. Putin, a giudicare dai segnali arrivati sinora da Mosca, non salirà sull'aereo per Istanbul. La situazione potrebbe cambiare radicalmente se scendesse in campo Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha iniziato il suo viaggio in Medio Oriente con la tappa in Arabia Saudita. "I colloqui diretti tra Putin e Zelensky sono improbabili", osserva al Washington Post l'analista 'pro-Cremlino' Sergei Markov. "Dipende da Trump se Putin andrà o meno a Istanbul. Dipende, se Trump è pronto ad assumersi la responsabilità per il comportamento di Zelensky". Prima di partire per Riad, il presidente americano non ha escluso l'ipotesi di un blitz a Istanbul: "Potrei andare". Intanto, di sicuro la delegazione a stelle e strisce in Turchia comprenderà il segretario di Stato Marco Rubio e gli inviati speciali Steve Witkoff e Keith Kellogg. "La delegazione russa ci sarà e aspetterà quella ucraina", le parole criptiche di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. Segnali più espliciti sono arrivati da figure istituzionali di secondo piano. Il senatore Konstantin Kosachev, vicepresidente della Camera Alta, ha definito "puro spettacolo" e "commedia" le parole di Zelensky. "Incontri di alto livello non vengono organizzati in situazioni così complesse", ha aggiunto. Per Alexei Chepa, vicepresidente della Commissione Esteri della Duma, la Russia "non può fidarsi dell'Ucraina". Intanto, Putin a Mosca si dedica alle questioni economiche e affronta anche il tema dei rapporti con l'Occidente puntando il dito contro i leader che hanno imposto sanzioni e sono pronti a farlo di nuovo: "Varano sanzioni che in primo luogo danneggiano i loro paesi. Sono idioti". "Le sanzioni hanno un impatto negativo in primis sulle nazioni che le adottano. Lo fanno a proprio danno, sono idioti", le parole di Putin in un panel a tema economico. Putin fa riferimento a contatti con aziende straniere che ambiscono a rientrare nel mercato russo. Il via libera, dice il presidente, non è automatico: Mosca effettuerà valutazioni sulla base degli interessi nazionali e definirà le condizioni per la riammissione. "Qualcuno ha trasferito denaro alle forze armate ucraine. Basta che si scusino? No, non basta. E' indispensabile valutare tutte queste questioni in modo pragmatico". Al momento, dice Putin, il nemico principale dell'economia russa è l'inflazione: le autorità devono "sopprimere" l'inflazione per evitare di "congelare l'economia stessa. E' un compito impegnativo". Alexey Repik, presidente dell'Associazione Delovaya Rossiya (Business Russia), nel corso dell'incontro si dice certo: la Russia ha un'economia sufficientemente forte per resistere all'impatto di nuove, eventuali sanzioni: "Ce la siamo cavata nel 2022, ce la faremo anche ora".
(Adnkronos) - Tra le filiere del Made in Italy, la Meccatronica è quella che offrirà più posti di lavoro tra il 2024 e il 2028. E' quanto emerge da un approfondimento delle previsioni quinquennali del Sistema informativo Excelsior, di Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. I dati sono emersi in occasione dell’evento 'Competenze per il Made in Italy', promosso da Unioncamere e Universitas Mercatorum nell’ambito delle iniziative per la Giornata del Made in Italy promossa dal Ministero delle Imprese. Con una domanda compresa tra le 160mila e le 182mila (sia come occupazione aggiuntiva, sia come turn over), la filiera della meccanica e della robotica precede tutte le voci della manifattura più apprezzata nel mondo: l’Agroalimentare con 134-156mila posti di lavoro, la Moda, con 75-80mila occupati e il Legno e Arredo 22-34mila assunzioni entro il 2028. "In una fase di grandi trasformazioni, di ricerca di nuovi materiali, tecnologie e fonti energetiche, anche il Made in Italy sta cambiando e, quindi, richiede nuove competenze professionali capaci di sostenere questa evoluzione", sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. "Oltre alle ormai indispensabili competenze digitali e green, per gli imprenditori e i collaboratori diventano sempre più essenziali competenze manageriali, per cogliere le opportunità e dare valore alle idee; competenze culturali e artistiche, per integrare qualità, estetica, attenzione al cliente e legame con il territorio nei prodotti. E servono le soft skills, cioè capacità di adattamento ai cambiamenti e flessibilità e disponibilità alla sperimentazione, per essere in grado di qualificarsi e riqualificarsi continuamente e individuare nuovi modi di fare e di produrre". Ma quali competenze ricercano e ricercheranno nei prossimi anni le imprese di queste filiere anche in considerazione delle transizioni digitali e green in atto? Oltre ai dati del Sistema Informativo Excelsior, utili indicazioni emergono anche dalle elaborazioni sulla base degli annunci di lavoro pubblicati tramite i canali digitali (web job vacancy). Per quanto riguarda la meccatronica, centrali sono le competenze legate alla robotica, all’automazione e alla standardizzazione e dei processi, e nei prossimi anni sarà crescente l’impatto dell’intelligenza artificiale. Non potranno mancare però anche competenze legate ai sistemi che sfruttano energie alternative, all’elettrificazione e alla conservazione dell’energia e alla conoscenza dei protocolli ambientali specifici del settore. Le filiere della moda e del legno e arredo risentiranno della crescita d’importanza del canale online. Questo renderà essenziali competenze nell’e-commerce analysis e digital marketing ed emergerà la necessità di professioni con competenze tecnologiche innovative (vetrinisti e disegnatori con competenze relative a realtà aumentata o virtuale). Inoltre, aumenterà l’attenzione verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale e potranno emergere figure come environmental protocols expert e tecnico del recupero e riciclaggio dei tessuti. Infine, nella domanda delle industrie dell’agroalimentare emergerà la richiesta di esperti per l’ottimizzazione dei processi e di competenze verdi ovvero della conoscenza di tecniche di riciclaggio, di packaging, di gestione degli scarti alimentari, per la commercializzazione dei prodotti alimentari biologici, per la gestione dei procedimenti che maggiormente rispettino le direttive aziendali sul risparmio energetico.
(Adnkronos) - Un sistema di raccolta efficiente, capillare e tra i più virtuosi d’Europa: è quello italiano per il riciclo degli imballaggi in alluminio, che nel 2024 conferma non solo il pieno raggiungimento degli obiettivi Ue al 2025 (50%), ma anticipa anche quelli fissati per il 2030 (60%). Lo attestano i dati presentati durante l’Assemblea Pubblica Annuale di Cial - Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, occasione in cui sono stati ufficializzati il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e la riconferma di Bruno Rea alla presidenza del Consorzio. (VIDEO) Nel 2024, il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio si è attestato al 68,2%, ma sempre prossimo alla media del 70% degli ultimi anni, con un recupero complessivo pari al 71,7%. Il lieve calo di due punti percentuali rispetto al 2023 non riflette un peggioramento delle performance, ma è legato all’ampliamento del perimetro di rendicontazione previsto dalle nuove norme europee, che includono anche l’alluminio presente negli imballaggi compositi - spiega Cial - Una variazione metodologica che modifica il confronto storico e segna l’inizio di un nuovo standard di misurazione. Dati che confermano come la filiera sia in grado di assorbire in maniera soddisfacente quantità crescenti di immesso (+8,5% rispetto al 2023) attraverso un sistema di raccolta, selezione e trattamento ormai consolidato su tutto il territorio nazionale. Anche sul fronte delle lattine per bevande, l’Italia si conferma tra i Paesi più efficienti d’Europa. Il tasso di riciclo per questa specifica tipologia di imballaggio si attesta all’86,3%, a fronte di un +7% nelle quantità effettivamente riciclate e di un significativo +16% nell’immesso al consumo. Un risultato - spiega Cial - che, pur evidenziando una contrazione percentuale rispetto all’anno precedente (-8%), certifica l’efficienza e la reattività del sistema nazionale, in grado di gestire tempestivamente un incremento rilevante dei volumi. Ancora, nel 2024, grazie all’avvio a riciclo di oltre 62.400 tonnellate di imballaggi, si è evitata l’emissione di circa 442mila tonnellate di CO2 equivalenti e si è ottenuto un risparmio energetico pari a 197mila tonnellate equivalenti di petrolio. Un risultato reso possibile dall'efficienza dell’alluminio: il metallo riciclato richiede, infatti, solo il 5% dell’energia necessaria per produrre alluminio primario. In questo quadro, il sistema consortile continua a rafforzare la propria presenza capillare sul territorio nazionale, con 432 convenzioni attive e una copertura che raggiunge oggi il 78% della popolazione italiana e il 70% dei comuni. “I dati 2024 confermano la solidità e la maturità del modello italiano di gestione degli imballaggi in alluminio, tra i più virtuosi ed efficienti in Europa. Anche a fronte dell’adeguamento ai nuovi criteri europei di calcolo - che ampliano il perimetro dell’immesso includendo l’alluminio presente nei compositi - la filiera continua a garantire performance elevate, con volumi assoluti di materiale riciclato in costante crescita. Un esempio concreto: a fronte di un consumo pro-capite di circa 1,45 kg di packaging in alluminio, il nostro sistema riesce a recuperarne e valorizzarne oltre 1 kg per cittadino. È un risultato frutto della cooperazione tra cittadini, istituzioni e imprese, che dimostra come sia possibile coniugare sostenibilità ambientale, efficacia economica e inclusione sociale. Ora è importante che le politiche europee riconoscano e valorizzino i modelli già consolidati, premiando chi ottiene risultati attraverso innovazione, responsabilità condivisa e un efficiente governance di filiera”, sottolinea Carmine Bruno Rea, presidente di Cial.