INFORMAZIONIStefania Agostini |
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(Adnkronos) - "Credo che il prossimo quinquennio di governo della regione sia centrale, anche perché su questa Regione insisterà tutta la crisi dell'automotive che è davanti a noi". Così Matteo Richetti, deputato di Azione e membro della I commissione Affari costituzionali, intervistato da Adnkronos nell’ambito dello speciale ‘Regioni al voto’, dedicato al prossimo appuntamento elettorale in Umbria ed Emilia-Romagna. "Sono giorni di polemica, siamo stati davanti a Maserati con Calenda, la regione Emilia-Romagna, ribattezzata ‘Motor Valley’, sarà una regione che pagherà un prezzo altissimo su questo. E allora devi stare molto attento che ogni centesimo che arriva in termini di sostegno al sistema economico vada a cercare di rilanciare questi segmenti - ha aggiunto -. L'Emilia-Romagna ha in pancia una delle manifatture più importanti d'Italia, forse d'Europa. Io in questa regione ci vivo, l'ho amministrata, conosco il settore della meccanica, della metalmeccanica, della ceramica, abbiamo il tessile, il biomedicale, tutti i segmenti produttivi sono concentrati nell'Emilia-Romagna. E la prima causa di sofferenza della manifattura oggi è il costo dell'energia. La seconda è una richiesta forte di infrastrutturazione, che non è più solo la logistica tradizionale, è anche una infrastrutturazione materiale di dati, di velocità, di connessioni". "E su questo l'Emilia-Romagna ha fatto tanto la scorsa legislatura, quando eravamo in consiglio noi, facemmo una legge che non solo semplificava ma metteva in connessione il lavoro e l'università in maniera molto snella, favorendo quel connubio ricerca, innovazione, sviluppo del quale vive la nostra competitività, ma si deve fare di più, soprattutto sul carico di oneri", ha proseguito. Sul fronte economico, fondamentale anche il ruolo delle filiere che vanno sostenute, secondo Richetti: "Noi l'abbiamo fatto con delle leggi di distretto, cioè che riconoscevano appunto l'aspetto della filiera e che provavano a sostenere non solo la singola azienda, ma il complesso della filiera che dà vita a un prodotto. Secondo aspetto, lo si fa con la fiscalità di territorio, cioè immaginando che un'impresa laddove abbia elementi di opportunità o di difficoltà li condivida con l'elemento territoriale. Quindi che gli si applichi una fiscalità di filiera, di distretto, di territorio e non solo una fiscalità, di singolo fatturato". Anche in un’ottica di attrattività di imprese e investimenti, la regione ha ottenuto ottimi risultati ma bisogna continuare su questa strada, per Richetti: "Non dobbiamo dimenticare che negli ultimi anni nella nostra regione sono arrivate la Lamborghini, la Philip Morris, grandi imprese. Perché hanno deciso di investire in Emilia Romagna? Dovremmo porcela questa domanda. Tra queste ragioni, oltre a logistica, infrastrutture e supporto, ci sono state anche politiche fiscali che hanno attratto. C'è un nesso fortissimo tra l'attrattività di imprese, soprattutto di grandi dimensioni o multinazionali, e la necessità che questi esprimono di un'occupazione di alto livello". Infine, un commento sulla manovra: "Vedo una legge di bilancio che da un lato riduce le risorse agli enti locali, alle regioni, e dall'altro non vedo gli effetti dell'attuazione del Pnrr. I dati di crescita del Pil, che Confindustria ha anche rivisto un po' a ribasso, dello 0,7 invece che lo 0,8% non sono numeri che ci aspettavamo rispetto a un Paese che ha sprigionato centinaia di miliardi di investimenti col Pnrr. Il prossimo settennato di fondi europei va fortemente piegato sugli investimenti, perché altrimenti, se la progettazione è software, noi rischiamo come Italia di perdere molto terreno sul piano di quello sviluppo che sedimenta, cioè occupazione e occupazione di qualità", ha concluso il deputato di Azione.
(Adnkronos) - “Non è assolutamente condivisibile la riapertura dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale. La riapertura dei termini, avvenuta dopo aver obbligato i commercialisti a rispettare la scadenza del 31 ottobre, ci costringe oggi a rivedere nuovamente l’organizzazione delle attività dei nostri studi, con dispendio di risorse e aggravio delle procedure”. Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Francesco Cataldi, presidente Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili. “Questi interventi - spiega - sono irrispettosi del lavoro dei professionisti e rappresenta l’ennesima dimostrazione di un palese fallimento della tanto proclamata volontà di creare un rapporto di fiducia tra fisco e contribuente. I professionisti si trovano, ancora una volta, a fronteggiare decisioni tardive e incoerenti che minano la programmazione del lavoro e compromettono la qualità del servizio che siamo chiamati a offrire ai nostri clienti”. “Nonostante le promesse di semplificazione e dialogo - sottolinea - le scelte dell’apparato governativo continuano a penalizzare chi, ogni giorno, contribuisce con il proprio lavoro a garantire trasparenza e correttezza nel rapporto con l’amministrazione finanziaria. Chiediamo, dunque, ancora una volta, che venga posto fine a questa gestione frammentaria e disorganizzata che compromette l’efficacia e l’efficienza del sistema fiscale del nostro Paese”.
(Adnkronos) - A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un utile netto di 713 milioni di euro, +68% rispetto allo stesso periodo del 2023 (425 milioni di euro). I ricavi del Gruppo hanno subito una contrazione del 17%, rispetto ai primi nove mesi del 2023, attestandosi a 9.097 milioni di euro. La variazione - si sottolinea - è riconducibile al calo dei prezzi energetici sia all’ingrosso sia retail e in misura molto contenuta alla contrazione delle quantità vendute ed intermediate sui mercati all’ingrosso più che compensata dai maggiori volumi venduti sui mercati retail elettricità, gas e teleriscaldamento. A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con costi operativi in calo del 26% rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente, attestandosi a 6.641 milioni di euro. Il costo del personale, paragonato ai primi nove mesi del 2023, è aumentato di circa 53 milioni (+9%), raggiungendo la cifra di 652 milioni. La variazione è legata per circa il 40% al maggior numero di Fte (Full-time equivalent) dei primi nove mesi del 2024 rispetto all’anno precedente (+4%) a seguito di assunzioni effettuate nell’ultimo trimestre del 2023 e nei primi nove mesi del 2024, all’avvio e potenziamento di impianti e strutture in coerenza con gli obiettivi di sviluppo del Gruppo, nonché all’aggiudicazione di nuove gare nel comparto dell’igiene urbana (area Liguria e Val d’Aosta) e all’acquisizione di una nuova società (Agesp Energia). Il Gruppo A2a chiude i primi nove mesi del 2024 con 898 milioni di euro in investimenti, un dato in crescita del 13% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nel quale si erano attestati a 796 milioni. Per quasi il 60% hanno riguardato interventi di sviluppo finalizzati all'ammodernamento delle reti di distribuzione elettrica, allo sviluppo degli impianti fotovoltaici, a garantire flessibilità e copertura dei picchi di domanda, al recupero di materia e di energia e alla digitalizzazione del Gruppo. Nello stesso periodo, le operazioni di m&a sono state pari a 65 milioni di euro, al netto delle cessioni, grazie all’acquisizione di Agesp Energia, società di vendita di energia elettrica, gas e calore attiva nell’area di Busto Arsizio, in provincia di Varese; all’acquisizione del 70% del Parco Solare Friulano 2, società che ha ottenuto il permesso per la costruzione e l'esercizio di un impianto fotovoltaico della potenza autorizzata di 112,1 MWp e all’acquisizione del 100% di Biomax Società Agricola a.r.l., operante nella produzione di energia elettrica da biogas.