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(Adnkronos) - "Il tema della carenza degli infermieri nel nostro Ssn è un tema attuale, attenzionato dal Governo e dal Parlamento. Abbiamo appena concluso un'indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie e c'è la volontà di intervenire sia rendendo le condizioni di lavoro più accettabili, quindi a misura di professionalità - stiamo parlando di una categoria che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni in termini di crescita professionale - sia sulla valorizzazione: ci sono all'orizzonte nuove lauree ad indirizzo clinico. Cioè" c'è l'intenzione di fare "tutto quello che può essere utile per far sì che chi affronta questa professione abbia le gratificazioni, anche attraverso un meccanismo di integrazione con le altre professionalità in modo tale che possa esserci un percorso virtuoso anche all'interno dei luoghi di lavoro". Lo ha detto Ugo Capellacci, presidente Commissione Affari sociali e Salute della Camera e deputato di Forza Italia, intervenendo oggi a Roma alla presentazione del primo rapporto sulle professioni infermieristiche. E sugli infermieri spesso vittime delle aggressioni in pronto soccorso, Cappellacci non ha dubbi: "E' una situazione veramente assurda che grida vendetta, il Governo è intervenuto inasprendo le norme, rendendo possibile l'arresto in fragranza di reato". Bisogna "insistere in quella direzione, ma soprattutto rendere i luoghi di lavoro più sicuri attraverso tutta una serie di meccanismi" a partire "dall'umanizzazione del processo delle cure, in modo tale da far sì che la gente non si trovi in condizioni di tensione. Ma poi quando quelle situazioni superano certi livelli non è più un problema di organizzazione sanitaria, ma di delinquenza vera e propria e lì bisogna intervenire con rigidità".
(Adnkronos) - "Il Rapporto Gem ci racconta quest'anno che l'Italia si posiziona al 34esimo posto su 51 economie nel mondo, quindi nel ranking mondiale continuiamo ad avere una posizione piuttosto bassa. Questo è un dato preoccupante perché la crescita di un Paese dipende anche dalla propensione imprenditoriale, sia per ciò che riguarda la prospettiva di sviluppo economico, sia per fronteggiare le sfide che ci troviamo adesso nel mondo, come la transizione verso una sostenibilità ambientale e sociale e verso il digitale”. Lo ha detto Alessandra Micozzi, docente di Economia applicata presso l'Universitas Mercatorum e coordinatore team Progetto Gem Italia, alla presentazione del Rapporto Gem Italia 2024-2025, a cura di Universitas Mercatorum - l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity - svoltasi a Roma, intitolato ‘L’imprenditorialità per la crescita del Paese’. “Un altro dato allarmante è che il gender gap in Italia, anziché diminuire, aumenta e quest'anno abbiamo fatto un focus specifico sulle determinanti e i fattori che effettivamente condizionano questo gender gap - spiega Micozzi - Un altro dato è la propensione alla crescita: le nuove imprese italiane che nascono non hanno la capacità di occupare personale e ciò è dipeso da diversi fattori, come un contesto burocratico complesso, oneri fiscali elevati, che non favoriscono investimenti e assunzioni, ma dipende anche dalla carenza strutturale delle infrastrutture digitali e il supporto all'innovazione. Questo pregiudica in particolar modo le imprese ad alta tecnologia”. “L'imprenditorialità è un fenomeno sociale e culturale, quindi la dimensione culturale è rilevante. Questo significa che le convinzioni e ciò che ci si aspetta a livello di aspettative sociali impattano molto sulla rappresentazione che abbiamo dell'imprenditorialità come carriera desiderabile e anche sulla valutazione delle proprie capacità ad attivare un'impresa. Pertanto, sicuramente la formazione a tutti i livelli di educazione, è fondamentale per un cambiamento culturale”, conclude.
(Adnkronos) - “In Italia abbiamo una normativa molto evoluta in tema di luce naturale che però al tempo stesso non viene applicata in fase sia progettuale che approvativa. Di conseguenza abbiamo attivato un progetto di ricerca con La Sapienza Università degli Studi di Roma. La luce zenitale è il modo per velocizzare il raggiungimento delle soglie minime di salubrità attraverso la luce naturale". Così Lorenzo Di Francesco, Public Affairs Manager Velux Italia, in occasione del seminario 'Costruire il benessere, il ruolo della luce naturale e della luce zenitale nell’edilizia' presso il Senato della Repubblica a Roma. "Se si fa ricorso soltanto alla luce naturale bisogna essere un po' più creativi. Certamente la luce zenitale è una cosa che riguarda le parti alte degli edifici però con la nuova edilizia, anche europea, e con la direttiva 'Case Green', si parla di una revisione del testo unico dell'edilizia, che potrebbe portare a una revisione delle prassi progettuali con più luce zenitale. In ogni caso, riuscire a risolvere il tema del rispetto delle soglie minime di luce naturale, automaticamente migliorerebbe anche il ricorso alla luce zenitale”, chiarisce. “Non è sufficiente costruire edifici energeticamente efficienti, come stiamo imparando a fare, se poi però manca un altro tassello dell'evoluzione, ovvero un'edilizia pensata per le persone che ci devono abitare, studiare o lavorare. Non ci si può soltanto soffermare sul calcolo termotecnico. Anche a livello legislativo c'è stata una grande evoluzione in termini di certificazioni energetiche, forse sarebbe anche il caso di integrare queste certificazioni energetiche con certificazioni di salubrità che valutano, misurano e monitorano nel tempo anche la qualità degli ambienti interni”, conclude.