(Adnkronos) - "All'interno del patient journey", quindi del percorso del paziente, "in anestesia e rianimazione sono moltissime le applicazioni dell'intelligenza artificiale. Un esempio molto importante è la stratificazione del rischio di ogni singolo paziente: passiamo infatti da avere un rischio generico di una complicanza - pensiamo a un paziente che viene sottoposto a un intervento per l'appendicite acuta - a definire dei rischi personalizzati per ogni singolo paziente". Lo ha detto Elena Bignami, presidente Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, rappresentante di Siaarti in Fism, Federazione società medico scientifiche italiane, all'Adnkronos Salute in occasione di 'L'Ai Week', la fiera europea dedicata all'intelligenza artificiale in corso a Rho-Fiera Milano. La stratificazione del rischio clinico sul singolo paziente "ci permette anche di poter ottimizzare tutto il periodo perioperatorio, quel periodo che va dal prericovero al periodo intraoperatorio e nel postoperatorio - spiega Bignami - sia dal punto di vista clinico sia organizzativo. Questo per noi è molto importante", specie "in un periodo di risorse limitate e che, comunque, non vanno sprecate. Ci sono infatti strumenti di intelligenza artificiale - aggiunge - che ci permettono di capire quale sarà il paziente che avrà le complicanze principali, per esempio l'insufficienza renale acuta, l'insufficienza di altri organi specifici o la necessità di terapia intensiva: questo ci permette prevenire il fatto che accadano. Ci sono poi strumenti organizzativi che fanno in modo di poter usare in modo concreto e appieno tutte le risorse a disposizione dei nostri pazienti. Per esempio nella sala operatoria, che è un ambiente molto costoso e ad alta performance - sottolinea la presidente Siaarti - l'intelligenza artificiale ci aiuta" a sfruttare al meglio ogni aspetto.
(Adnkronos) - Tra le filiere del Made in Italy, la Meccatronica è quella che offrirà più posti di lavoro tra il 2024 e il 2028. E' quanto emerge da un approfondimento delle previsioni quinquennali del Sistema informativo Excelsior, di Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. I dati sono emersi in occasione dell’evento 'Competenze per il Made in Italy', promosso da Unioncamere e Universitas Mercatorum nell’ambito delle iniziative per la Giornata del Made in Italy promossa dal Ministero delle Imprese. Con una domanda compresa tra le 160mila e le 182mila (sia come occupazione aggiuntiva, sia come turn over), la filiera della meccanica e della robotica precede tutte le voci della manifattura più apprezzata nel mondo: l’Agroalimentare con 134-156mila posti di lavoro, la Moda, con 75-80mila occupati e il Legno e Arredo 22-34mila assunzioni entro il 2028. "In una fase di grandi trasformazioni, di ricerca di nuovi materiali, tecnologie e fonti energetiche, anche il Made in Italy sta cambiando e, quindi, richiede nuove competenze professionali capaci di sostenere questa evoluzione", sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. "Oltre alle ormai indispensabili competenze digitali e green, per gli imprenditori e i collaboratori diventano sempre più essenziali competenze manageriali, per cogliere le opportunità e dare valore alle idee; competenze culturali e artistiche, per integrare qualità, estetica, attenzione al cliente e legame con il territorio nei prodotti. E servono le soft skills, cioè capacità di adattamento ai cambiamenti e flessibilità e disponibilità alla sperimentazione, per essere in grado di qualificarsi e riqualificarsi continuamente e individuare nuovi modi di fare e di produrre". Ma quali competenze ricercano e ricercheranno nei prossimi anni le imprese di queste filiere anche in considerazione delle transizioni digitali e green in atto? Oltre ai dati del Sistema Informativo Excelsior, utili indicazioni emergono anche dalle elaborazioni sulla base degli annunci di lavoro pubblicati tramite i canali digitali (web job vacancy). Per quanto riguarda la meccatronica, centrali sono le competenze legate alla robotica, all’automazione e alla standardizzazione e dei processi, e nei prossimi anni sarà crescente l’impatto dell’intelligenza artificiale. Non potranno mancare però anche competenze legate ai sistemi che sfruttano energie alternative, all’elettrificazione e alla conservazione dell’energia e alla conoscenza dei protocolli ambientali specifici del settore. Le filiere della moda e del legno e arredo risentiranno della crescita d’importanza del canale online. Questo renderà essenziali competenze nell’e-commerce analysis e digital marketing ed emergerà la necessità di professioni con competenze tecnologiche innovative (vetrinisti e disegnatori con competenze relative a realtà aumentata o virtuale). Inoltre, aumenterà l’attenzione verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale e potranno emergere figure come environmental protocols expert e tecnico del recupero e riciclaggio dei tessuti. Infine, nella domanda delle industrie dell’agroalimentare emergerà la richiesta di esperti per l’ottimizzazione dei processi e di competenze verdi ovvero della conoscenza di tecniche di riciclaggio, di packaging, di gestione degli scarti alimentari, per la commercializzazione dei prodotti alimentari biologici, per la gestione dei procedimenti che maggiormente rispettino le direttive aziendali sul risparmio energetico.
(Adnkronos) - "L’impegno contro il cambiamento climatico e la deforestazione e a favore della protezione della biodiversità e delle risorse idriche ci è valso la tripla A nella certificazione Cdp. Siamo l’unica azienda al mondo ad aver ottenuto questa certificazione per nove anni di fila, un risultato che mostra davvero il nostro impegno, che prosegue da molti anni, sul tema”. Lo ha detto Ninell Sobiecka, presidente e amministratore delegato di L’Oréal Italia, all’edizione 2025 di L’Oréal For The Future Day, l’evento con cui il Gruppo presenta i risultati e gli obiettivi in tema di sostenibilità sociale ed ambientale, uno dei principi cardine della strategia di L’Oréal. “L’impegno di L’Oréal in sostenibilità comincia quarant'anni fa. Nel 2013 abbiamo lanciato il nostro primo programma in questo ambito - spiega Sobiecka - e nel 2020 è nato il nostro programma più recente ‘L’Oréal for the future’. Il nostro impegno in sostenibilità si fonda su tre pilastri: il primo è la trasformazione interna dei processi, del nostro modo di lavorare e di come realizziamo i prodotti. Il secondo si rivolge all’esterno e prevede di coinvolgere i nostri fornitori, clienti e consumatori in questa trasformazione. Terzo ed ultimo pilastro quello degli investimenti finanziari mirati a risolvere problematiche sia di sostenibilità ambientale che sociale, con grande attenzione all’empowerment femminile. Il nostro attivo coinvolgimento nelle sfide per una maggiore sostenibilità ci è stato riconosciuto anche da Ong indipendenti”. “È la decima volta che organizziamo questo evento, la quarta nell’ambito del programma L’Oréal for the Future, e la ragione per cui siamo qui, estremamente emozionati, è il secondo pilastro di cui parlavo poco fa: siamo convinti che è fondamentale coinvolgere tutti nel processo di sostenibilità avviato. Solo lavorando insieme - precisa la Presidente e Ad di L’Oréal Italia - con clienti, fornitori e Ong, possiamo raggiungere una radicale e significativa trasformazione”. Grande importanza riveste anche il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle nuove generazioni, come illustra in conclusione Ninell Sobiecka: “Siamo particolarmente felici di aver tenuto questo evento all’università Iulm di Milano, rendendo possibile il coinvolgimento degli studenti nella nostra masterclass sulla sostenibilità. Una delle principali sfide per le nuove generazioni credo sia proprio quella di trovare soluzioni a problemi complessi e prementi come quelli ambientali e sociali. I giovani hanno quindi un ruolo importante da giocare, usando anche le nuove tecnologie e gli strumenti che possono davvero aiutare a trasformare il nostro pianeta. Contiamo su di loro e sono assolutamente fiduciosa che riusciranno a raggiungere l’obiettivo”.