(Adnkronos) - Attenzione all'intossicazione da fumo dei fuochi d'artificio per i bambini a Capodanno. E' l'allarme lanciato dai pediatri della Simeup (Società italiana di emergenza e urgenza pediatrica) che fornisce un elenco di regole per prevenire e affrontare eventuali emergenze. "Tradizionalmente il tema dei fuochi d'artificio è stato associato soprattutto ai danni traumatici, che nei bambini risultano spesso gravi per la combinazione di fattori anatomici, comportamentali e di ridotta percezione del pericolo - afferma il presidente nazionale della Simeup Vincenzo Tipo, direttore del Pronto soccorso dell'ospedale Santobono di Napoli - Tuttavia negli ultimi anni si sta osservando un fenomeno meno evidente, ma altrettanto rilevante dal punto di vista sanitario: l'aumento dei disturbi respiratori correlati all'inalazione dei fumi prodotti dai materiali pirotecnici. Le modalità di utilizzo dei fuochi sono infatti cambiate. Accanto ai tradizionali petardi, caratterizzati da un'esplosione breve e limitata nel tempo, si sono progressivamente diffusi fuochi pirotecnici a effetto luminoso e scenografico, spesso di lunga durata, che determinano una maggiore liberazione di particolato fine e di sostanze chimiche irritanti nell'aria. Tali sostanze - avverte lo specialista - possono causare irritazione delle vie respiratorie, tosse persistente, broncospasmo e difficoltà respiratoria". "I bambini - evidenzia Tipo - rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile a questi effetti, soprattutto nei primi anni di vita e in presenza di patologie respiratorie preesistenti come asma, bronchiti ricorrenti o esiti di bronchiolite. Non è raro osservare una riacutizzazione dei sintomi anche a distanza di ore dall'esposizione. In questo contesto, i dati raccolti nei Ps pediatrici mostrano come, nei giorni immediatamente successivi al 31 dicembre, si registri un incremento stimato del 40-45% degli accessi per problematiche respiratorie. Questo dato conferma che l'impatto dei fuochi d'artificio sulla salute dei bambini non è solo immediato e traumatico, ma anche differito e di natura respiratoria. Alla luce di queste considerazioni, appare fondamentale promuovere comportamenti improntati alla prudenza e alla prevenzione, al fine di ridurre l'esposizione dei bambini ai fattori di rischio evitabili". Per questo motivo la Simeup ha stilato un elenco con 7 raccomandazioni di prevenzione: 1) Evitare l'esposizione diretta dei bambini ai fumi dei fuochi d'artificio, in particolare durante e nelle ore immediatamente successive agli spettacoli pirotecnici; 2) Tenere i bambini, soprattutto lattanti e bambini sotto i 5 anni, in ambienti chiusi quando vengono utilizzati fuochi d'artificio nelle vicinanze; 3) Prestare particolare attenzione ai bambini affetti da asma o altre patologie respiratorie croniche, che possono andare incontro a un peggioramento dei sintomi anche dopo esposizioni brevi; 4) Aerare gli ambienti domestici solo quando la qualità dell'aria esterna è migliorata, evitando l'apertura immediata delle finestre in presenza di fumi persistenti; 5) Limitare l'utilizzo di fuochi d'artificio in prossimità di abitazioni, ospedali, scuole e luoghi frequentati da bambini; 6) Rivolgersi tempestivamente al medico o al pronto soccorso in caso di comparsa o persistenza di tosse, respiro sibilante, difficoltà respiratoria o peggioramento improvviso delle condizioni cliniche; 7) Ricordare che i fuochi d'artificio non sono mai giochi e che la prevenzione, insieme al buon senso, rappresenta la più efficace forma di tutela della salute dei bambini.
(Adnkronos) - Entrerà in vigore tra tre giorni il testo che modifica e posticipa l’applicazione del Regolamento Eudr. E' stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il Regolamento (UE) 2025/2650 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 dicembre 2025, che modifica il Regolamento (UE) 2023/1115-Eudr riguardo determinati obblighi a carico di operatori e commercianti. “Si chiude così un percorso complesso che ha visto l’impegno concreto e costante di Federlegnoarredo, insieme ad altri attori, portando a un risultato importante: misure finalmente più attuabili”, commenta il presidente di Federlegnoarredo Claudio Feltrin. “Un ringraziamento speciale va alle associazioni europee Cei Bois ed Efic, di cui siamo membri, per il contributo costante e costruttivo. Resta ora fondamentale proseguire il lavoro in stretta collaborazione con le istituzioni affinché il percorso verso la sostenibilità, prioritario per noi, sia sempre più condiviso, e la tutela dell’ambiente proceda di pari passo con la tenuta del tessuto industriale”.
(Adnkronos) - "Dall'inizio di quest'anno c'è l'obbligo di introduzione del 25% di riciclato nelle bottiglie, quindi andiamo a toccare con mano e abbiamo toccato con mano dal vivo in questo 2025 che cosa vuol dire obbligare qualcuno a mettere del riciclato". Queste le parole di Corrado Dentis presidente Coripet, il consorzio autonomo, volontario che opera nella raccolta e nell'avvio a riciclo dei contenitori per liquidi in Pet, intervenendo alla Conferenza Nazionale Industria del Riciclo 2025, promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Conai e Pianeta2030, con il patrocinio di Mase e Commissione Europea. "Abbiamo dato il 25% di riciclato, quello che è obbligatorio per legge, a tutti i consorziati produttori – prosegue Dentis – quindi rispettano gli obblighi normativi. Questo l'abbiamo fatto grazie ad una catena di custodia che parte dalla raccolta e segue tutta la filiera fino alla consegna ai soci di un Pet riciclato di altissima qualità, qualitativamente elevato. Abbiamo condotto in questi anni assieme all'Università Federico II di Napoli uno studio completo su più di mille campionature effettuate su tutta la filiera. La capacità di produzione del polimero in estremo oriente è 12 volte superiore a quella di tutta l'Europa. Quindi abbiamo dimensioni e dinamiche non comparabili. Siamo riusciti, ciononostante, attraverso questo nuovo modello, a garantire i presupposti per ottemperare alla legge, dando ai nostri soci un polimero, peraltro, a condizioni economiche estremamente stabili, che è tracciato made in Italy (dalla raccolta alla produzione) e rispetta perciò anche le norme che prevedono l’obbligo di utilizzo di E-Pet europeo”. “Il nostro modello riguarda più del 40% dell’immesso a consumo e auspichiamo che anche tutti gli altri produttori sposino il modello Coripet. Ma al momento la restante quota di mercato, approfittando di un vuoto normativo privo di sanzioni, non rispetta gli obblighi, continuando ad usare il Pet vergine di importazione, favorito da un prezzo più basso. Questo è un qualcosa che va colmato a stretto giro, anche perché la concorrenza, quella che arriva dalla Cina, riguarda sia il polimero vergine che sui polimeri riciclati”.