(Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non parlerà con nessun altro funzionario russo, a parte il presidente russo Vladimir Putin, a Istanbul questa settimana. Lo ha dichiarato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak come riporta The Kyiv Independent, spiegando che i colloqui con rappresentanti di livello inferiore sarebbero inutili. Zelensky ha invitato Putin ai colloqui di pace in Turchia il 15 maggio, che segnerebbero il loro primo incontro dall'inizio della guerra. Mosca si è dichiarata pronta ad avviare colloqui diretti con Kiev questa settimana, ma non ha confermato un possibile incontro tra i due leader. E quando gli è stato chiesto se Zelensky avrebbe incontrato un altro rappresentante russo se il capo del Cremlino non fosse stato presente Podolyak ha risposeto: "No, certo. Questo non è il formato". Secondo il consigliere, perfino alti funzionari russi come i ministri non possono prendere decisioni fondamentali per porre fine al conflitto. "Solo Putin può decidere se continuare o fermare la guerra", ha aggiunto Podolyak. E in una dichiarazione diffusa dalla presidenza ucraina, il capo dello staff di Zelensky avverte: "Se Putin si rifiuta di venire in Turchia, questo sarà il segnale finale che la Russia non vuole mettere fine a questa guerra, che la Russia non è disponibile e pronta per nessun negoziato". Secondo quanto riferiscono diversi media, tra cui l'agenzia azera Apa e la tv cinese Cgtn in russo, dovrebbero essere il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino per gli affari internazionali Yuri Ushakov a guidare la delegazione russa in Turchia. Ma il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov ha sottolineato che il Cremlino annuncerà chi rappresenterà la Russia nei negoziati di giovedì "non appena il presidente lo riterrà necessario". "La parte russa continua a prepararsi per i colloqui previsti - ha detto Peskov - Questo è tutto quello che possiamo dire a questo punto. Non intendiamo commentare oltre". Il presidente Donald Trump "ha dato un ultimatum a entrambe le parti: senza colloqui diretti e se non si terranno rapidamente, allora crede che gli Stati Uniti dovrebbero fare un passo indietro da questo conflitto, qualunque cosa ciò significhi, e semplicemente non essere coinvolti", ha dichiarato l'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, in un'intervista rilasciata a Breitbart. "È una questione che vogliamo mediare. Non è la nostra guerra. Non l'abbiamo iniziata, ma vogliamo contribuire a porvi fine. Il modo in cui ciò avviene è un cessate il fuoco: tutti interrompono la violenza e trascorriamo un po' di tempo insieme per affrontare le questioni principali, e credo che ci riusciremo", ha aggiunto Witkoff nel corso dell'intervista registrata giovedì scorso alla Casa Bianca. L'inviato della Casa Bianca ha poi sottolineato di ritenere che "i russi vogliano davvero una soluzione pacifica" e "il nostro compito" è riunire le parti "in una stanza e mostrare loro che le alternative a una risoluzione pacifica sono negative per tutti". Trump si è detto ottimista circa il possibile incontro tra i due leader, lasciando intendere che potrebbe partecipare anche lui. "L'incontro di giovedì tra Russia e Ucraina è molto importante. Ho fortemente insistito perché si svolgesse. Credo che da questo incontro possano scaturire cose positive", ha affermato il presidente degli Stati Uniti. Reagendo al commento di Trump, Zelensky ha affermato di accogliere con favore la possibilità che Trump partecipi all'incontro in Turchia, definendola "l'idea giusta". L'Ucraina e i suoi alleati europei hanno sollecitato un cessate il fuoco incondizionato come primo passo verso la pace. La Russia ha ignorato questa proposta, continuando i suoi attacchi contro l'Ucraina. "Abbiamo visto che Vladimir Putin non è affidabile, contano più i fatti delle parole. Domenica notte oltre 100 droni hanno sorvolato l’Ucraina, uccidendo ancora una volta civili innocenti. Ora abbiamo un cessate il fuoco incondizionato a cui Volodymyr Zelensky ha acconsentito, con l’Ucraina che resta forte grazie al nostro sostegno. La palla è nel campo della Russia". Lo afferma una portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa, in riferimento alla proposta Usa di un cessate il fuoco immediato. L'ultimo incontro diretto tra Putin e Zelensky si è svolto nel 2019 a Parigi, durante un vertice del Formato Normandia. Da allora, non ci sono stati incontri diretti di persona tra i due leader. L'Ucraina e la Russia non hanno più tenuto colloqui di pace diretti dopo il fallimento delle trattative di Istanbul del 2022.
(Adnkronos) - L’accreditamento cresce e si conferma leva strategica per la competitività e la sostenibilità del sistema Paese. E' quanto emerso oggi a Roma, nel corso dell’Assemblea annuale di Accredia, l’Ente unico nazionale di accreditamento, che ha presentato i risultati dell’attività svolta nel 2024 per verificare la competenza degli organismi di certificazione e ispezione e dei laboratori di prova e taratura. La certificazione accreditata si è rivelata un pilastro sempre più centrale per l’economia italiana, rafforzando il tessuto produttivo e accompagnando le imprese in percorsi di qualità e innovazione. Con 2.616 accreditamenti rilasciati a organismi di certificazione, di ispezione, a laboratori di prova, di taratura e medici, Accredia conferma il ruolo chiave della sua attività di verifica super partes e competente, quale strumento strategico per garantire la qualità, la sicurezza e la conformità dei prodotti e dei servizi che circolano sul mercato, accompagnando la transizione verso un’economia più sostenibile e digitale. La crescita del numero complessivo di organismi e laboratori accreditati è trainata in buona parte dalla richiesta di prove e certificazioni in ambiti cruciali come sostenibilità, cybersicurezza, competenze dei professionisti e intelligenza artificiale. Sul piano operativo, i tre Dipartimenti di Accredia – Laboratori di prova, Certificazione e ispezione e Laboratori di taratura – hanno condotto oltre 21.200 giornate di verifica, con una crescita rispetto al 2023 del 3,2%, a fronte di una squadra rafforzata, composta ora da 498 ispettori e 124 esperti tecnici. In crescita anche i numeri dei laboratori di taratura accreditati che hanno rilasciato 233.955 certificati di taratura, raddoppiando il volume rispetto a 10 anni fa. Tra i settori in cui si sono registrati i risultati più significativi ci sono le certificazioni ambientali e sociali e quelle legate alla nuova norma UNI ISO 27001 per la sicurezza delle informazioni e ai sistemi di gestione per la sicurezza alimentare. Particolarmente rilevante anche la crescita delle aziende che hanno scelto la certificazione accreditata per la parità di genere (UNI/PdR 125): con 27.179 siti aziendali certificati, il numero è triplicato in un solo anno, anche grazie al supporto delle misure del Pnrr. L’accreditamento è stato utilizzato anche nel campo della sostenibilità come strumento strategico per garantire trasparenza e credibilità: le imprese che adottano standard certificati migliorano il proprio impatto ambientale e sociale, riducendo il rischio di greenwashing. Oltre 43.720 siti aziendali sono infatti certificati secondo la ISO 14001 per i sistemi di gestione ambientale, la norma che dimostra l'impegno di un'organizzazione a proteggere l'ambiente (+16% crescita annuale dal 2014), mentre i siti certificati secondo la ISO 50001, lo standard internazionale che fornisce un framework per la gestione dell'energia, aiutando le organizzazioni a migliorare le proprie prestazioni energetiche sono 5.771 (+45%). Nel corso del 2024 è proseguito il rafforzamento della collaborazione con le pubbliche amministrazioni, grazie anche a nuove convenzioni con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Garante per la protezione dei dati personali, il Consiglio superiore dei lavori pubblici e la Provincia Autonoma di Trento. Un segnale dell’attenzione crescente delle istituzioni verso l’accreditamento come leva per le politiche pubbliche. A livello internazionale, con Accredia, l’Italia ha ottenuto la conferma dell’adesione agli accordi di mutuo ricono-scimento EA MLA, IAF MLA e ILAC MRA, che favoriscono la libera circolazione di beni e servizi nei mercati inter-nazionali. Accredia ha inoltre contribuito attivamente alla nascita di Global Accreditation Cooperation, l’associazione mondiale degli Enti e degli stakeholder dell’accreditamento, rafforzando la voce dell’Italia nello scenario globale delle certificazioni accreditate. Il 2024 è stato anche l’anno del rinnovamento dell’identità visiva di Accredia: un nuovo logo istituzionale, un nuovo marchio di accreditamento e un nuovo sito web, per un sistema di comunicazione più accessibile e coerente, pensato per valorizzare il ruolo pubblico dell’Ente nella promozione della cultura della qualità e della sicurezza. In particolare, l’introduzione del nuovo sistema dei marchi di accreditamento per gli organismi e i laboratori accreditati, a pieno regime dal 1° ottobre 2025, permetterà alle aziende e ai professionisti di riconoscere con la massima chiarezza i certificati effettivamente validi a tutela della concorrenza sul mercato. Cambia anche il payoff: 'Competere per crescere' sottolinea il rinnovato impegno di Accredia a fianco delle imprese, delle istituzioni e dei cittadini. "I dati di Accredia del 2024 - ha osservato Massimo De Felice, presidente Accredia - evidenziano come l’accreditamento sia oggi uno strumento efficace per l’attuazione delle transizioni digitale, verde e sociale, in linea con gli obiettivi del Pnrr e delle principali normative europee. Con l’Accredia Academy stiamo consolidando inoltre un modello di formazione tecnica avanzata, fondato sul principio del fare e formare. Ne sono una dimostrazione le iniziative come la Summer School realizzata con Inrim, il nostro lavoro di divulgazione sui temi emergenti, come il benessere animale e l’investimento nella formazione di professionisti, stakeholder e studenti, unito al rafforzamento delle partnership universitarie. Tutte queste attività sono realizzate con una nuova identità visiva dell’ente che è stata cambiata per attestare la sua crescita in competenza e autorevolezza”.
(Adnkronos) - Calo significativo dei gas serra nel 2024: -3% rispetto all’anno precedente, principalmente per effetto del comparto che produce energia elettrica. Questo settore incide mediamente per un quarto delle emissioni nazionali e negli anni si è dimostrato tra i più efficienti in termini di riduzione dei gas climalteranti, diminuiti del 64% dal 1990 ad oggi. Questo il quadro che emerge dalle prime elaborazioni dell’Ispra relative al 2024, presentate oggi a Roma nell’ambito del convegno 'Decarbonizzazione: costruire un futuro emissioni zero' promosso da Ispra. Tornando ai dati, si conferma problematico il settore dei trasporti le cui emissioni continuano a crescere significativamente e rappresentano il 28% di quelle nazionali: derivano per oltre il 90% dal trasporto stradale e sono aumentate di circa il 7% dal 1990. Il parco veicolare italiano è tuttora caratterizzato da mezzi ad alimentazione tradizionale (benzina e gasolio) e negli anni il numero dei veicoli ha registrato una notevole espansione (oltre il 50%). Tutti gli altri settori economici registrano marcate riduzioni delle emissioni ad eccezione della gestione dei rifiuti che però contribuisce solo al 5% del totale nazionale. Disponibile da oggi online il rapporto 'Le emissioni nazionali di gas serra, la situazione in Italia in vista degli scenari futuri', che delinea il quadro emissivo italiano a partire dal 1990 fino al 2023 e presenta un’analisi degli scenari emissivi al 2030 e 2055 rispetto a quello di riferimento (a politiche correnti) e allo scenario a politiche aggiuntive previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). Il Rapporto conferma la tendenza alla riduzione delle emissioni dal 1990 al 2023, diminuite del 26,4% e passate da 518 a 385 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Oltre ai trasporti e alla produzione di energia, un contributo importante alle emissioni totali è rappresentato dalle categorie del residenziale (18%), dell’industria manifatturiera (13%), dell’agricoltura (8%), dei processi industriali (6%), della gestione dei rifiuti (5%). Rispetto agli obiettivi europei di neutralità emissiva al 2050 e di riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030, l'Italia è in linea su 2 dei 3 pilastri principali: sia per il target Ue di riduzione del 62% rispetto al 2005 delle emissioni dei grandi impianti, dell’aviazione e del trasporto marittimo (Emission Trading System o Ets-1 ), come anche quello di assorbire la CO2 (obiettivo Lulucf - Land Use, Land use Change and Forestry) fissato per l'Italia a circa 35 milioni di tonnellate. Problematico, invece, l'obiettivo dell'Effort Sharing di ridurre le altre emissioni (trasporti, riscaldamenti, agricoltura, piccola industria, ecc...) del 43,7% rispetto al 2005. Gli scenari Ispra indicano una riduzione del 30% al 2030 per quello a politiche correnti e -41% con politiche aggiuntive Pniec.