(Adnkronos) - La Federal Reserve sfida il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e non interviene sui tassi. A fronte di una "inflazione che rimane piuttosto elevata", l'organismo guidato dal presidente Jerome Powell sceglie di mantenere i tassi fermi anche se nella riunione del Fomc non c'è stata unanimità sulla scelta. Due membri del comitato di politica monetaria, Michelle W. Bowman e Christopher J. Waller, infatti, avrebbero preferito un taglio. Nella nota in cui si illustra la decisione la banca centrale sottolinea l'impatto sui dati economici delle "oscillazioni delle esportazioni nette" e spiega che "gli ultimi indicatori suggeriscono che la crescita dell'attività economica si è moderata nella prima metà dell'anno. Il tasso di disoccupazione rimane basso e le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide". "Alla Fed sono stati assegnati due obiettivi di politica monetaria: massima occupazione e prezzi stabili. Siamo consapevoli che le nostre azioni hanno un impatto sulle comunità, le famiglie e le imprese in tutto il Paese, ma tutto ciò che facciamo è al servizio della nostra missione pubblica", dice Powell nella dichiarazione introduttiva alla conferenza stampa che segue la riunione del Fomc. Powell ribadisce come la decisione sia basata sui dati dell'inflazione che - soprattutto nella componente core - a giugno è aumentata del 2,7%. "Le misure a breve termine delle aspettative di inflazione sono aumentate nel complesso nel corso di quest'anno, a seguito delle notizie sui dazi" afferma, osservando come "i cambiamenti nelle politiche governative continuano a evolversi e i loro effetti sull'economia rimangono incerti. L'aumento dei dazi doganali ha iniziato a riflettersi più chiaramente sui prezzi di alcuni beni, ma i loro effetti complessivi sull'attività economica e sull'inflazione restano da valutare". Secondo Powell "un'ipotesi ragionevole è che gli effetti sull'inflazione potrebbero essere di breve durata, ma è anche possibile che gli effetti inflazionistici possano invece essere più persistenti, e questo è un rischio da valutare e gestire". "E' stato un periodo molto dinamico per i negoziati sul commercio ma stiamo ancora aspettando di vedere come si stabilizzeranno le cose. Stiamo ricevendo sempre più informazioni ma allo stesso tempo, restano ancora moltissime incertezze da risolvere. Non sembra che siamo molto vicini alla fine di questo processo. Non sta a noi giudicare, ma sembra che ci sia ancora molto da fare", sottolinea ancora. Trump, nelle stesse ore, parla proprio mentre la Fed emette il verdetto. "Penso che avremo l'economia più ricca che abbiate mai visto. Dovremmo abbassare i tassi. Ha fatto un pessimo lavoro", dice il presidente rispondendo alle domande dei giornalisti. "Powell è sempre in ritardo, ho sentito che lo faranno a settembre. Per quale motivo non ora? Non ne ho idea", aggiunge. "Ogni punto dei tassi che questo gentiluomo non taglia ci costa 350 miliardi. Eppure, noi stiamo facendo meglio di tutti nel mondo nonostante i tassi alti", afferma.
(Adnkronos) - “L’accordo raggiunto tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen rappresenta un passaggio cruciale che mette fine alla fase più acuta della 'guerra commerciale' tra Stati Uniti e Unione Europea e apre una fase di tregua costruttiva. Dopo mesi di incertezza, le imprese da entrambe le sponde dell’Atlantico tornano a operare in un quadro più stabile e prevedibile. E la certezza – oggi più che mai – è una condizione fondamentale per rilanciare investimenti, produzione e fiducia. Il compromesso raggiunto sul livello dei dazi, che si attesta mediamente al 15%, va letto come una scelta pragmatica: si evita un’escalation e si pongono le basi per una soluzione strutturale. Si tratta di un punto di partenza e non di arrivo: auspichiamo che su questo slancio si costruisca un accordo definitivo, in grado di garantire regole chiare e reciprocità commerciale a lungo termine". Così, con Adnkronos/Labitalia, Simone Crolla, consigliere delegato di AmCham Italy, la Camera di commercio americana in Italia, commenta l'intesa Usa-Ue di ieri sui dazi. "In questo contesto, il legame economico tra Italia e Stati Uniti resta un pilastro strategico: gli Stati Uniti sono il primo investitore estero nel nostro Paese e continuano a essere il principale mercato di destinazione per le nostre esportazioni e i nostri investimenti. Rafforzare questa relazione significa rafforzare anche la competitività e la proiezione internazionale del nostro sistema economico", continua Crolla. "Per questo – conclude Crolla – AmCham Italy continuerà a sostenere ogni iniziativa volta a consolidare il partenariato transatlantico, promuovendo il dialogo tra istituzioni e imprese e favorendo un ambiente favorevole allo sviluppo industriale e all’innovazione condivisa”.
(Adnkronos) - La Conferenza Unificata ha espresso parere positivo allo schema di legge delega per lo sviluppo del nuovo nucleare sostenibile. “Con grande soddisfazione - ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto - prendo atto della valutazione della più autorevole sede di confronto interistituzionale. Ora il testo sarà trasmesso rapidamente al Parlamento, per avviare un percorso molto atteso, che può dare all’Italia l’opportunità di sviluppare un’energia sicura, pulita, innovativa e orientata alla decarbonizzazione. Una strada di futuro su cui oggi facciamo un altro passo avanti”. "L’intesa raggiunta oggi in Conferenza Unificata sul disegno di legge delega per il nucleare sostenibile rappresenta un passaggio decisivo verso una strategia energetica moderna, sicura e a basse emissioni. È il risultato di un confronto costruttivo con Regioni, Province e Comuni, che hanno dimostrato responsabilità e visione condivisa. Il nucleare di nuova generazione potrà affiancare le fonti rinnovabili, garantendo stabilità e competitività al sistema produttivo. Avanti ora con il confronto parlamentare”, dichiara il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava. Il provvedimento punta a definire un quadro normativo organico sull’intero ciclo di vita della nuova tecnologia nucleare, sia a fissione sia a fusione. Il governo sarà delegato a varare uno o più decreti legislativi per disciplinare la sperimentazione, la localizzazione, la costruzione e l’esercizio dei nuovi moduli, rivedere le competenze istituzionali, promuovere ricerca e formazione e riorganizzare la gestione degli impianti esistenti, dei rifiuti e del combustibile esaurito.