(Adnkronos) - "Un mese dal nostro 'nemmeno la morte ci separa'". È questo il doloroso ricordo di Rute Cardoso, moglie di Diogo Jota, il calciatore portoghese del Liverpool, morto il 3 luglio 2025 in un incidente stradale. Il post di Rita è stato pubblicato ieri, 22 luglio, nel giorno in cui i due avrebbero festeggiato il loro primo mese da marito e moglie. "Per sempre, il tuo bianco", conclude lei nella didascalia a corredo di alcuni scatti del giorno del loro matrimonio. Entrambi nati e cresciuti in Portogallo, Rute Cardoso e Diogo Jota si sono conosciuti da ragazzini e non si sono mai più lasciati. Avevano 15 anni quando è iniziata la loro storia d'amore, nell'aprile del 2012: i due sono cresciuti insieme e Rute Cardoso è stata sempre la fan numero 1 di Diogo Jota. Lo ha supportato in tutto il suo percorso sportivo, dalle giovanili nella squadra locale, il Paços de Ferreira, al debutto tanto sognato nell'Under 19 del Portogallo. Sui social mostrava con orgoglio i traguardi del suo partner, incoraggiandolo ad andare avanti: dal tifo allo stadio agli scatti alle partite in televisione fino alle prime foto sui giornali. Poi è stato tutto un crescendo, ci sono stati i primi periodi a distanza quando Diogo Jota ha iniziato a giocare in Spagna, e infine nel 2017 il trasferimento insieme in Inghilterra quando l'atleta ha iniziato a giocare nel Wolverhampton. Durante i cinque anni del calciatore al Liverpool, i due sono diventati genitori di tre bambini: due maschi, nati nel 2021 e nel 2023, e una femmina, nata nel novembre 2024. Nel 2022 era arrivata da parte di Diogo Jota la romantica proposta di matrimonio alla compagna, ma le nozze si sono celebrate tre anni dopo, lo scorso 22 giugno. "Il mio sogno è diventato realtà", scriveva lei solo due giorni fa sui social. "Ma sono io quello fortunato", la dolce risposta dell'attaccante del Liverpool. Diogo Jota ha trascorso la vita insieme a Rute Cardoso, ma è stato suo marito per soli 11 giorni. Un tragico incidente d'auto ha spezzato la sua vita e questa giovane famiglia, a cui i club, i colleghi e gli amici hanno mandato in queste ore tutte le loro condoglianze. L'incidente, come aveva riferito il quotidiano spagnolo Marca, è avvenuto nella provincia di Zamora. L'auto su cui l'attaccante viaggiava con il fratello Andre, 26 anni, è uscita di strada mentre percorreva l'A52. Il veicolo ha preso fuoco dopo lo schianto. Anche il fratello di Diogo Jota - calciatore in Portogallo con il Penafiel - è deceduto nell'incidente.
(Adnkronos) - L’università di Roma Tor Vergata è prima per il corso di laurea in Farmacia secondo la Classifica Censis delle Università italiane 2025/2026: un corso totalmente erogato in inglese che si pone l’obiettivo di un’alta formazione teorica e pratica. “Grande soddisfazione e orgoglio per il risultato della classifica - commenta Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’università di Roma Tor Vergata - che vede il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia al primo posto a livello nazionale nel punteggio generale dedicato a farmacia e farmacia industriale. E con i corsi di laurea nell’ambito economico, politico-sociale e della comunicazione del nostro Ateneo che si posizionano ai vertici per tipologia di ateneo e appartenenza territoriale”. “Farmacia ha riorganizzato il suo curriculum formativo - spiega Laura Di Renzo, coordinatrice del corso di laurea erogato in lingua inglese - con la sua trasformazione a corso di laurea professionalizzante, ponendo l’attenzione all’acquisizione di conoscenze trasversali per lo svolgimento della professione, che deve sempre più rispondere da una parte alle mutevoli esigenze della Farmacia dei Servizi e dall’altra alla strategia farmaceutica per l’Europa, in campo sanitario, ricerca, innovazione tecnologica, digitalizzazione”. A livello generale l’Ateneo, che si classifica ottavo (con punteggio 84,8 su 100) tra i grandi atenei statali in Italia, registra un importante terzo posto per internazionalizzazione (punteggio 83 su 100) e il corso di laurea in Farmacia ne è espressione chiara. “L’internazionalizzazione è da anni uno degli assi strategici del nostro corso di studi - spiega Di Renzo - grazie a numerosi accordi Erasmus+, programmi di doppio titolo e collaborazioni scientifiche con atenei e istituzioni estere, offriamo ai nostri studenti un'esperienza formativa che li prepara ad affrontare le sfide globali della professione farmaceutica”. “Questo riconoscimento conferma la solidità e la qualità del nostro progetto formativo, fondato su un approccio multidisciplinare, con l’impegno costante verso l’innovazione didattica, e testimonia l'efficacia del nostro percorso nel facilitare l’ingresso qualificato nel mondo del lavoro, sia in ambito clinico che nell’industria farmaceutica, nella ricerca e nella regolamentazione del farmaco” conclude Laura Di Renzo. Seconda a livello nazionale, ma prima a livello regionale e nel centro-sud per le lauree in area politico-sociale e comunicazione: Roma Tor Vergata resta salda nella propria posizione rispetto alla classifica dell’anno scorso con i corsi di laurea in Scienze della comunicazione, Scienze dell'Amministrazione e delle Relazioni internazionali, Global Governance. Anche l’area di Economia raggiunge risultati decisamente positivi: i corsi di laurea dell’area economica permettono e di raggiungere la quarta posizione a livello nazionale per le lauree magistrali e la quinta per le triennali. E considerando solo gli atenei di grandi dimensioni, Roma Tor Vergata è addirittura al primo posto per Economia. L’ateneo inoltre guadagna una buona posizione per quanto riguarda l’occupabilità, ponendosi al sesto posto, ma con l'alto punteggio di 97 su 110.
(Adnkronos) - L’88% degli italiani ritiene importante integrare fonti rinnovabili nei propri sistemi di riscaldamento domestico. Un dato che conferma la crescente attenzione verso tecnologie capaci di coniugare rispetto ambientale, risparmio e comfort abitativo. Sono i dati della recente indagine Bva Doxa per Ariston, condotta su un campione rappresentativo di cittadini italiani tra i 25 e i 64 anni; analizzando le percezioni e le preferenze degli italiani riguardo agli impianti di riscaldamento. Secondo lo studio, in particolare, il 58% degli intervistati individua nelle pompe di calore e nei sistemi ibridi le soluzioni ideali, in sostituzione delle caldaie tradizionali, mentre il 68% identifica l’efficienza energetica come il criterio principale nella scelta di un nuovo impianto. Ulteriormente, il 37% si orienta verso i sistemi ibridi, apprezzandone la versatilità, mentre un aggiuntivo 21% predilige pompe di calore autonome. Scelte che dimostrano come il tema della sostenibilità sia ormai radicato nella nostra quotidianità, anche grazie a una forte fiducia nella tecnologia: l’86% reputa questi impianti affidabili, e il 77% è convinto che garantiscano un comfort superiore rispetto ai sistemi convenzionali. Ma l’interesse non si ferma al solo aspetto ambientale. L’innovazione è sempre più vista come un’opportunità di valorizzazione economica del proprio immobile: l’85% del campione riconosce che l’adozione di un impianto innovativo può accrescere il valore della casa. Un investimento consapevole, dunque, che riflette una nuova sensibilità verso l’efficienza energetica come leva concreta di risparmio e miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, permangono alcune barriere: il costo iniziale elevato è percepito come ostacolo dal 66% degli italiani, seguito dalla difficoltà di installazione (32%) e dalla scarsa conoscenza degli incentivi disponibili (30%).