INFORMAZIONIPaolo Abbianti |
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(Adnkronos) - Tutto è pronto per il cenone di Capodanno: tavole imbandite con le porcellane più preziose, bicchieri di cristallo e posate d'argento, cene sopraffine, menù della tradizione di famiglia o ricette ereditate dalle nonne, i segnaposto realizzati con i nomi o le iniziali dei commensali, i fiori per creare le composizioni o i centrotavola (mai acquistarli, piuttosto coglierli nei propri giardini o nei propri terrazzi). Tutto dovrà essere inappuntabile e benaugurante per il 2026. Ma attenzione agli errori, da evitare accuratamente. A partire dalla posizione delle posate sulla tavola. La forchetta deve essere messa sempre a sinistra del piatto. Se la padrona di casa prevede di cominciare la cena con un potage il cucchiaio sarà posizionato a destra accanto al coltello senza dimenticare che la forchetta deve poggiare sulla tavola con le punte rivolte verso il basso. Una tradizione che risale addirittura al Rinascimento. Le grandi famiglie aristocratiche facevano infatti incidere il loro stemma, in basso, sulle posate, ben in vista. Per ciò che riguarda i bicchieri le regole sono rigidissime. Mai meno di due a tavola, mai più di quattro posizionati dal più piccolo al più grande, in diagonale. Si comincia con il bicchiere per l'acqua, seguito da quello per il vino rosso e successivamente da quello per il vino bianco. Guai a posizionare la flute per lo champagne a tavola. Errore imperdonabile perché lo champagne viene servito sempre prima dell'inizio della cena come aperitivo, anche se spesso negli ultimi tempi la flute à champagne ha trovato il suo posto a tavola, ma sempre in seconda fila. Nei pranzi all'Eliseo a Parigi, a Buckingham Palace a Londra o durante le cene di gala nei grandi palazzi nobiliari c'è un'attenzione quasi maniacale (con tanto di personale che gira con il centimetro in mano) per posizione piatti, bicchieri, posate. Impossibile, forse, prendersi troppa cura della disposizione 'matematica' della tavola oggi, problema irrisorio ma da tenere a cuore con alcune, semplici consuetudini. I piatti devono essere disposti almeno a due centimetri dal bordo del tavolo, e soprattutto a non bisogna mai esagerare con gli inviti. L'ospite non è una sardina. Tra un ospite e l'altro ci devono essere almeno 30 centimetri di distanza. La tavola deve avere un senso estetico ineguagliabile. L'allestimento deve poter trasmettere un senso profondo di equilibrio, ma anche di attenzione verso le persone invitate, soprattutto di eleganza. E a proposito di eleganza... vietati i poggia posate da tavola. E se l'ospite dovesse sporcare la tovaglia ricamata o i tovaglioli con le vostri iniziali, soprassedete perché una padrona di casa non può mai essere diffidente, sospettosa, non può mostrarsi avara, attaccata ai soldi. E infine un'altra svista da evitare: l'eccesso di fiori, candele, decorazioni che trasformano l'ambiente in una sorta di ambiente cimiteriale, perché la tentazione di 'grandeur', l'esagerazione è sempre in agguato. Troppi fregi, troppi addobbi, troppi ornamenti a tavola, seppur interessanti, rischiano di mascherare l'allestimento ma soprattutto impediscono agli ospiti di conversare guardandosi negli occhi. Un suggerimento? Optare per uno o due pezzi forti. Spesso la semplicità è il migliore alleato del gusto e dello stile.
(Adnkronos) - Si è concluso sabato 20 dicembre, a Salerno, il meeting di presentazione del Progetto 'Co-programmare con i giovani', iniziativa di rilevanza nazionale finanziata dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’annualità 2024 (ai sensi dell’art. 72 del D.lgs. n.117/2017), che vede l’ente del terzo settore Moby Dick Aps vestire il ruolo di capofila di un partenariato composto da 13 enti del terzo settore attivi su tutto il territorio nazionale. "Chiudiamo - afferma Francesco Piemonte, presidente di Moby Dick Aps - tre giornate di straordinaria intensità, ma soprattutto di grande concretezza. Il meeting 'Co-Programmare con i giovani' non è stato solo un evento, ma un vero e proprio laboratorio di cittadinanza attiva. Abbiamo posto le basi per abbattere le barriere che spesso separano le nuove generazioni dai luoghi decisionali, dimostrando che il terzo settore può e deve essere il collante tra le istituzioni e i sogni dei ragazzi". "In queste ore di confronto – prosegue il presidente - abbiamo ribadito un concetto fondamentale: la legalità non è un concetto astratto o meramente normativo, ma si costruisce creando opportunità. Non esiste contrasto all'illegalità senza la valorizzazione del talento. Quando offriamo ai giovani gli strumenti per esprimersi e per incidere sul presente, sottraiamo spazio all'indifferenza e a qualsiasi forma di devianza. Come Moby Dick Aps, portiamo a casa la consapevolezza che la 'co-programmazione' non è un'utopia burocratica, ma l'unica strada percorribile. I giovani non chiedono solo di essere ascoltati, chiedono di decidere insieme a noi. Da domani – conclude Piemonte - il nostro impegno sarà trasformare le idee emerse in questi giorni in azioni tangibili, perché il futuro non è qualcosa che si attende, ma qualcosa che si progetta insieme". L'ente del terzo settore Moby Dick Aps guida il progetto in qualità di capofila nazionale, con l'obiettivo dichiarato di coinvolgere operatori e giovani di tutte le regioni italiane in un percorso di partecipazione attiva e co-programmazione delle politiche giovanili. Al centro, l’esigenza di ascoltare i bisogni reali dei giovani, stimolare il dialogo con le istituzioni e favorire la nascita di idee e iniziative per comunità più inclusive, sostenibili e partecipative. Durante la giornata di chiusura sono stati affrontati due temi centrali per lo sviluppo del terzo settore: legalità e talento. Nel corso del talk sul tema 'Beni confiscati, quale futuro per gli Ets', sono intervenuti il prefetto Maria Rosaria Laganà, Direttore dell'Anbsc - agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; Don Aniello Manganiello, Prete anticamorra; RevMan, Poliziotto Rapper; Anthony Lo Bianco, Presidente Valentia Aps; I Ragazzi di Via D’Amelio, Associazione Antimafia e di Promozione della Legalità. Nel panel successivo, l'attenzione si è spostata sul tema 'Generazione potenziale e talenti', con ospiti del mondo ecclesiastico a quello istituzionale, da quello dello sport a quello cultura, come: Michele Sciscioli, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato; Claudio Gubitosi, fondatore del Giffoni Film Festival; Don Roberto Faccenda, responsabile della pastorale giovanile della Diocesi di Salerno - Campagna – Acerno; Francesco Fiore e Roberta Borrelli, componenti della nazionale italiana di tennis per trapiantati; Pierluigi Gigante, Attore. Il meeting si è concluso con gli interventi di Ciro Castaldo, segretario Generale della Fondazione Banco di Napoli; Domenico Credendino, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana; Francesco Piemonte, presidente di Moby Dick Aps. Con Moby Dick Aps capofila compongono il partenariato di 'Co-programmare con i giovani' le associazioni: Tdm 2000 (Sardegna), Associazione Valentia Aps (Calabria), Fattoria pugliese diffusa Aps (Puglia), Piazza Viva Aps (Trentino Alto Adige), Campus Salute Aps (Campania), Festival della Filosofia in Magna Grecia (Campania), Senza confini Aps (Liguria), Amici del Villaggio Aps (Veneto), Mo.d.a.v.i. Aps-RA (Lazio), Sciara Progetti Aps / Ets (Emilia Romagna), Opes Aps (Toscana).
(Adnkronos) - Mundys mette in campo una nuova società Benefit dedicata alla lotta al cambiamento climatico. Neya, questo il nome del nuovo asset controllato al 100%, sarà focalizzata sulla selezione e adozione di iniziative prevalentemente “nature based” per la rimozione del carbonio, con l’obiettivo di produrre crediti CO2 utili per la decarbonizzazione delle infrastrutture di trasporto nelle quali opera Mundys, a livello globale. Sono limitate, ad oggi, le società nate in Europa con l’obiettivo della rimozione di CO2; ciò ha motivato la scelta di Mundys di avviare questa iniziativa sperimentale, allo scopo di verificare la solidità di questa innovativa branca di business. Il valore del mercato internazionale dei crediti di carbonio nel 2024 è stato di circa 115 miliardi di dollari, per il 2030 le stime prevedono circa 300 miliardi di dollari, con possibilità di crescita fino a oltre 500 miliardi. E’ in questo contesto che Neya si inserisce con la propria missione per la rimozione permanente di CO2 dall’atmosfera, attraverso soluzioni come il rimboschimento e la gestione sostenibile di foreste e terreni agricoli, promuovendo la sostenibilità ambientale e sociale. Neya diventa immediatamente operativa in Madagascar con la promozione di un progetto di riforestazione per 500 ettari lungo le coste a Nord dell’isola (nelle zone di Sofia e Melaky). Il ripristino delle piantagioni in aree deforestate localmente negli ultimi decenni contribuirà alla rimozione di CO2, grazie alla particolare tipologia di piante prescelte. Le mangrovie, infatti, sono foreste costiere tropicali formate da alberi e arbusti capaci di vivere in acque salmastre tipicamente lungo le coste, le foci dei fiumi e le lagune. Hanno radici aeree che spuntano dal fango o dall’acqua e sono fondamentali perché proteggono le coste dall’erosione e dalle tempeste, ospitano molte specie di pesci, uccelli e crostacei, e immagazzinano grandi quantità di carbonio. Il progetto, denominato “Ma Honko”, si avvale di un’azienda locale che genererà occupazione sul territorio nello spirito di produzione di valore lungo la filiera, al centro della strategia di business sostenibile della visione di Mundys. L’attività detiene i requisiti per ottenere la certificazione Gold Standard, ente internazionale che attesta la qualità e la credibilità dei progetti che riducono le emissioni di gas serra, assicurando al contempo benefici sociali e ambientali misurabili. I crediti di carbonio generati, nel tempo, potranno così contribuire a compensare le emissioni delle infrastrutture di Mundys, a loro volta in corso di progressiva riduzione grazie all’esecuzione del framework di sostenibilità messo in campo dalla Capogruppo. Una strategia, quella ESG di Mundys, trasparente e responsabile e che le ha appena nuovamente fatto conseguire – per il terzo anno consecutivo – il livello A-list, massimo score rilasciato da CDP (ex Carbon Disclosure Project), rating internazionale di riferimento per la valutazione delle performance climatiche e ambientali su oltre 25.000 aziende. Lungo la roadmap di sostenibilità della Capogruppo sono molti i traguardi segnati fin qui, anche in termini di leadership innovativa, solco nel quale Neya sembra segnare il prossimo passo. Mundys è stata, infatti, tra le prime società in Italia a dotarsi di un Climate Action Plan per promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche lungo tutta la catena del valore in ambito aeroportuale, autostradale e dei servizi di mobilità, ponendosi obiettivi chiari e concreti, tra i quali l’azzeramento delle emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040.