INFORMAZIONIInterlogica srl Consulenza Ruolo: Marketing & Communication Specialist/Responsabile Marketing e Comunicazione Area: Marketing Management Pamela Adeola Adediwura |
INFORMAZIONIInterlogica srl Consulenza Ruolo: Marketing & Communication Specialist/Responsabile Marketing e Comunicazione Area: Marketing Management Pamela Adeola Adediwura |
(Adnkronos) - Sprazzi di azzurro per planare verso Milano Cortina 2026. Amos Mosaner e Stefania Constantini l'hanno fatto di nuovo. I due assi del curling, già oro a Pechino 2022 nel doppio misto, hanno portato il tricolore sul tetto del mondo. Trionfando, da imbattuti, anche ai Mondiali 2025 in Canada. Per l'Italia è la prima volta. E per la coppia è stata una cavalcata clamorosa, che spingerà il volo verso le prossime Olimpiadi Invernali. Amos Mosaner e Stefania Constantini hanno abituato bene il mondo azzurro. Dopo l'oro storico di Pechino 2022, il primo italiano nel curling, i due si sono separati e poi ritrovati nel momento giusto. Sul ghiaccio di Fredericton, in Canada, il titolo iridato è arrivato al termine di un percorso netto. Senza sconfitte. Segno di una superiorità schiacciante, che colloca il tandem in prima fila per Milano Cortina 2026, anche considerando la finale vinta 9-4 contro la spaziale coppia scozzese composta da Jennifer Dodds e Bruce Mouat. Constantini e Mosaner hanno ora una striscia di 22 successi consecutivi, partita nel 2022. A dieci mesi da Milano Cortina 2026, non male. "Il nome Ita dice tutto, c'è il tricolore. E noi siamo fieri e orgogliosi di questo accordo, era nella logica delle cose”. Giovanni Malagò , presidente del Coni e di Fondazione Milano Cortina 2026, ha parlato così nel corso dell’inaugurazione della “Runway Lounge” di Ita Airways a Linate. Un evento in cui, mercoledì 7 maggio, è stata ufficializzata la partnership tra Ita Airways e i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026. Durante l’inaugurazione, è stato inoltre presentato lo spot che celebra la partnership tra Ita Airways e Milano Cortina 2026, già in onda su tutte le emittenti generaliste, satellitari e sulle principali piattaforme streaming, web e social. Ita Airways ha lanciato il concorso a premi “Destinazione Milano Cortina 2026”, riservato a tutti i maggiorenni residenti in Italia (titolari di un biglietto Ita Airways emesso dal 7 maggio al 30 novembre 2025). Il Concorso prevede l’estrazione di 7 premi mensili e un superpremio finale. In aggiunta a queste iniziative, la compagnia ha dedicato le livree di due aeromobili della flotta a due fuoriclasse degli sport invernali italiani: l’A320 Gustav Thoeni (oro nello slalom gigante e argento nello slalom speciale a Sapporo 1972 e argento nello slalom speciale a Innsbruck 1976) e l’A320neo Enrico Fabris (leggenda del pattinaggio, doppio oro ai Giochi olimpici invernali di Torino 2006). Saranno decorate con sticker rappresentativi di discipline olimpiche e paralimpiche disegnati dal noto illustratore Emiliano Ponzi, già autore del Manifesto di Sostenibilità della Compagnia.
(Adnkronos) - "Ieri è stata una giornata storica, che conferma la dimensione globale della Chiesa. Un motivo di orgoglio per tutti gli italiani. Da ministro del Lavoro, mi piace anche sottolineare la scelta del nome da parte del nuovo Papa: Leone XIII con l'enciclica 'Rerum Novarum' pose le basi per la Dottrina sociale della Chiesa, dando un nuovo e rinnovato ruolo nella società al lavoro e ai lavoratori. Un'enciclica che ancora oggi è attuale". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marina Calderone, ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, sull'elezione di Papa Robert Francis Prevost che ha scelto il nome di Leone XIV. "L'elezione al soglio pontificio di Leone XIV è stata una grande emozione - sottolinea Calderone - nell'epoca dell'intelligenza artificiale, tutto il mondo si è fermato per guardare un comignolo. E' stato un momento di enorme partecipazione popolare, anche da parte di chi non crede. Le prime parole di Papa Leone XIV sono state importanti: il riferimento alla pace colpisce le menti e i cuori di tutti noi, mentre le guerre sconvolgono diversi angoli del mondo e anche la nostra Europa. 'Il male non prevarrà' è un inno alla speranza che dobbiamo fare nostro, in particolare noi istituzioni".
(Adnkronos) - Cresce la desertificazione oceanica a causa del riscaldamento globale. In poco più di vent’anni è quasi raddoppiata l’area delle regioni oceaniche già povere di nutrienti e con scarsa biodiversità, passando dal 2,4 al 4,5% dell’oceano globale. Si tratta di un fenomeno che comporta una grave carenza di nutrienti e che potrebbe avere conseguenze significative sulla salute degli oceani e sul clima globale. È questo uno dei principali risultati emersi da uno studio internazionale condotto dal Laboratorio Enea Modelli e Servizi Climatici, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine Ismar-Cnr e il laboratorio cinese State Key Laboratory of Satellite Ocean Environment Dynamics (Soed), pubblicato sulla rivista scientifica ‘Geophysical Research Letters’. Lo studio si concentra, in particolare, sull’analisi dei cambiamenti del fitoplancton, l’insieme di quei microrganismi che sono alla base della catena alimentare marina (sono il cibo di zooplancton, pesci e altri organismi) e contribuiscono a mitigare i cambiamenti climatici rimuovendo la CO2 atmosferica attraverso la loro attività fotosintetica. “Questo fenomeno risulta molto evidente nell’Oceano Pacifico settentrionale dove la superficie coinvolta cresce a un ritmo di 70mila km2 l’anno. Ma la desertificazione interessa in modo crescente diverse regioni oceaniche, con una particolare vulnerabilità nelle aree tropicali e subtropicali, dove la diminuzione dei nutrienti disponibili può avere importanti impatti sulla produttività e la diversità biologica. Questo accade a causa del riscaldamento globale, che fa sì che l’acqua calda, più leggera, resti in superficie, impedendo il mescolamento con l’acqua più fredda e ricca di nutrienti che si trova in profondità. Meno mescolamento significa quindi meno ‘cibo’ che arriva alla superficie per sostenere la crescita del fitoplancton e, di conseguenza, dell’intera catena alimentare”, spiega Chiara Volta, ricercatrice Enea del Laboratorio Modelli e Servizi Climatici. Dallo studio emerge inoltre che è in diminuzione la quantità di clorofilla, un indicatore chiave della salute e della produttività del fitoplancton. In pratica, una maggiore presenza di clorofilla indica una maggiore abbondanza di fitoplancton. “Tuttavia, secondo lo studio, questo calo potrebbe non indicare una riduzione della popolazione fitoplantonica, ma un adattamento di questi organismi alle nuove condizioni di crescita imposte dal cambiamento climatico, quali ad esempio l’aumento della temperatura e la riduzione della disponibilità di nutrienti”, sottolinea la ricercatrice di Enea. Per realizzare questo studio i ricercatori hanno esaminato le serie temporali di dati satellitari di clorofilla e di fitoplancton tra il 1998 e il 2022 nei cinque principali vortici oceanici della Terra (gyres subtropicali) situati nell’Atlantico settentrionale e meridionale, nel Pacifico settentrionale e meridionale e nell’Oceano Indiano. Si tratta di sistemi di correnti caratterizzati da un movimento anticiclonico dell’acqua che si sviluppano tra l’Equatore e le zone subtropicali di alta pressione, e la cui formazione dipende da una complessa interazione tra venti, rotazione terrestre e distribuzione delle terre emerse. “Negli ultimi due decenni, in concomitanza con il riscaldamento degli oceani, molti studi satellitari hanno documentato un’espansione di questi sistemi oceanici e una conseguente riduzione di clorofilla, destando serie preoccupazioni sulle possibili implicazioni per il clima globale e la salute dei nostri oceani. Tuttavia, i nostri risultati mostrano che, nonostante la diminuzione della clorofilla osservata nella zona più povera di nutrienti dei vortici subtropicali, la biomassa fitoplantonica è rimasta sostanzialmente stabile nel tempo. Tenuto conto che, per loro natura, i dati satellitari si limitano a fornire una descrizione di ciò che avviene sulla superficie oceanica, i prossimi passi da compiere saranno quelli di studiare i cambiamenti della comunità fitoplantonica lungo la colonna d’acqua e quantificare il loro impatto sulla produttività oceanica a scala regionale e globale”, conclude Chiara Volta.