(Adnkronos) - Almeno 26 palestinesi sarebbero rimasti uccisi, e decine di persone rimaste ferite, da spari di tank israeliani nei pressi di un centro di distribuzione degli aiuti della Gaza Humanitarian Foundation, la fondazione sostenuta da Usa e Israele, nei pressi di Rafah. Lo riporta la Bbc citando fonti mediche e dei soccorritori. Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha poi diffuso una dichiarazione in cui afferma che il bilancio sarebbe di 31 morti, sottolineando che le forze israeliane "non hanno negato che vi sia stato uno scontro a fuoco, ma hanno detto di non essere al corrente di vittime". Anche la Bbc riporta la dichiarazione della Sanità di Gaza, secondo la quale oltre 200 persone sono arrivate ferite all'ospedale, decine in modo grave. L'emittente britannica cita anche un giornalista palestinese, Mohammed Ghareeb, che racconta che migliaia di palestinesi erano raccolti questa mattina molto presto intorno al centro di distribuzione quando si sono avvicinati i tank israeliani ed hanno aperto il fuoco sulla folla. "I morti e i feriti sono rimasti per terra per molto tempo - continua Ghareeb - alle squadre di soccorso non è stato dato l'accesso all'area, che è sotto il controllo israeliano. Questo ha costretto i residenti ad usare i carri con gli asini per trasportare le vittime in ospedale". "I nostri sono stati distribuiti di nuovo oggi senza incidenti. Siamo al corrente di voci che sono fomentate da Hamas che parlano di morti e feriti. Non sono vere e sono inventate", quanto si legge però in una dichiarazione con cui la Gaza Humanitarian Foundation smentisce la notizia diffusa da Hamas. Ghf, che gestisce il piano di aiuti sostenuto da Usa e Israele e fortemente criticato dalle Nazioni Unite, afferma di aver distribuito 4.7 milioni di pasti da quando ha iniziato le sue operazioni lunedì scorso. "In questo momento, non siamo al corrente di vittime provocate dal fuoco delle forze israeliane nei pressi del centro di distribuzione". E' quanto hanno poi dichiarato le forze israeliane. "Stiamo ancora indagando la cosa", conclude la dichiarazione. E' morto intanto anche Hamdi Al-Najjar, il padre di Adam, l'unico sopravvissuto dei dieci fratellini uccisi la scorsa settimana nel bombardamento israeliano a Khan Younis. Lo riporta l'agenzia turca Anadolu citando fonti sanitarie locali. Al Najjar, che era un medico come la moglie Alaa Al Najjar, di turno all'ospedale Nassar al momento del raid, era rimasto gravemente ferito nel bombardamento del 24 maggio scorso. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto ieri che Adam, che ha 11 anni ed è rimasto ferito, sarà trasferito "appena possibile in Italia" dove "potrebbe essere operato il giorno 11". Torna intanto ad allontanarsi l'orizzonte di una tregua a Gaza. Ieri Hamas ha risposto alla proposta Usa per il cessate il fuoco ma ponendo condizioni bollate come "inaccettabili" dall'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff e liquidate come un "rifiuto" dal governo di Israele che ha invece accettato l'offerta americana. Nel dettaglio, Hamas ha chiesto garanzie per un cessate il fuoco permanente ed un pieno ritiro israeliano. Non solo. Il governo palestinese vorrebbe che il rilascio degli ostaggi avvenisse in cinque fasi invece che in due fasi nella prima settimana di tregua. E questo per garantire che l'accordo resti in vigore per i 60 giorni proposti dall'inviato americano. Un cambiamento teso a impedire - ha spiegato a Times of Israel una fonte direttamente coinvolta nei negoziati - che il premier Benjamin Netanyahu abbandoni i colloqui per il cessate il fuoco permanente dopo i rilasci dei 10 ostaggi o si rifiuti del tutto di prendervi parte. Hamas sarebbe pronto a rilasciare quattro ostaggi in vita il primo giorno della tregua di 60 giorni, altri due il 30esimo giorno e nell'ultimo giorno dell'accordo altri quattro. Mentre offre di consegnare i corpi degli ostaggi morti il 30esimo e il 50esimo giorno della tregua. Condizioni che irritano profondamente il mediatore Usa che bolla come "totalmente inaccettabile. Ci riporta soltanto indietro", afferma Witkoff. "Hamas dovrebbe accettare lo schema che abbiamo presentato come base dei colloqui che potrebbero iniziare immediatamente la prossima settimana", ha insistito l'inviato di Trump. Dal canto suo Israele punta ancora il dito sui rappresentanti del governo palestinese. "Mentre Israele ha accettato la cornice aggiornata di Witkoff per il rilascio dei nostri ostaggi, Hamas continua ad essere arroccata nel rifiuto", si legge in una nota dell'ufficio del primo ministro Israeliano, Benjamin Netanyahu. "Israele continuerà nei suoi sforzi per portare gli ostaggi a casa e sconfiggere Hamas", si aggiunge.
(Adnkronos) - "Stiamo procedendo celermente sulla riforma fiscale". Così il viceministro dell'economia e delle finanze Maurizio Leo in collegamento con il Festival del Lavoro 2025. Stanno facendo il loro iter parlamentare, spiega Leo, "una serie di misure che toccano il concordato, l'accertamento e via dicendo. Le commissioni hanno espresso le loro valutazioni quindi penso che potremo portare il testo al prossimo Cdm"; il testo che riguarda i tributi regionali e degli enti locali è stato approvato in prima lettura dal Cdm ed è attualmente all'esame della conferenza unificata. A questo si aggiungono quattro testi unici approvati in via definitiva che hanno la finalità di portare ordine". "Per quanto riguarda il concordato- continua- , gli interventi sono quelli di tener fuori per il 2025-2026 i soggetti forfettari e prevedere il meccanismo dell'imposta sostitutiva. Si fermerà, però, a un tetto di 85mila euro oltre il quale si va alla tassazione progressiva per i soggetti Irpef e al 24% per quanto riguarda i soggetti Ires". "Si fa chiarezza sul tema del conferimento", aggiunge, "solo quando si conferisce tramite azienda si sta fuori dal concordato" e "nel caso di avviso bonario, laddove si effettui il pagamento dell'avviso inviato dall'amministrazione finanziaria si può accedere al concordato preventivo biennale".
(Adnkronos) - “Ho rivisto i barbagianni su Pianosa a seguito delle prime introduzioni, nel 2024. Vedremo se saranno in grado di ricreare una popolazione capace di autosostenersi”. Lo dichiara il faunista Vincenzo Rizzo Pinna in occasione dell’evento ‘Il ritorno del barbagianni a Pianosa. Un progetto di Fondazione UNA e Federparchi’, organizzato presso la sede dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, nell'ambito della settimana europea dei parchi, per diffondere i primi dati raccolti. Ad oggi, i monitoraggi in corso confermano la presenza stabile di individui nidificanti. “La prima nidiata è stata registrata proprio nella primavera 2024 e ha dato modo di confermare sia la presenza di una nuova coppia di barbagianni sia l'attività riproduttiva e quindi la nidificazione di due esemplari - illustra Rizzo Pinna - Hanno deposto cinque uova e sono stati tre i piccoli che si sono involati regolarmente. Nell'autunno-inverno 2024, invece, c'è stata una seconda nidificazione in una cassetta nido posta sempre come da progetto, ma in un'altra area di Pianosa. Purtroppo, delle sette uova e dei sette piccoli nati non ne è rimasto neanche uno perché c'è stato, con molta probabilità, un episodio di predazione all'interno del nido”, racconta. Lo studio del barbagianni è partito nel 2013 e “in un primo step ha studiato sia la presenza degli individui sull'isola di Pianosa, sia ha approfondito quelle che sono state le risultanze sulla dieta di questi rapaci notturni - spiega Rizzo Pinna - Il monitoraggio è proseguito anche durante il periodo del programma di eradicazione del ratto nero, messo in atto dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e sta continuando anche oggi”. Il rapace notturno svolge un ruolo essenziale. “Il barbagianni è un rapace notturno che assolve a un ruolo ecologico importantissimo nella regolazione degli ecosistemi abitati proprio dalle sue prede, i micro mammiferi - spiega il faunista - per cui è importante capire di cosa si alimenta anche per effettuare un vero e proprio censimento di tutti i micro mammiferi. Cosa altrimenti impossibile, dato che queste prede hanno abitudini notturne, sono di piccolissime dimensioni e vivono nel mezzo della vegetazione. Studiare la dieta del barbagianni è utile a comprendere la composizione della micro fauna di un certo ecosistema”, dice. L'approfondimento della dieta del barbagianni attraverso lo studio delle borre, cioè i rigurgiti del rapace, è fondamentale dunque. Oggi però “i dati sono ancora molto provvisori - fa sapere Rizzo Pinna - Per dare delle risultanze più certe e definitive - conclude - lo studio avrà bisogno di un medio lungo termine per l'analisi costante e continuativa”.