(Adnkronos) - "Affari, affari, affari". Così un funzionario arabo ha riassunto il senso della missione nel Golfo del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che arriva in Arabia Saudita, prima tappa del suo tour, con l'ambizioso obiettivo - indicato ad Axios da ex funzionari statunitensi e due funzionari arabi - di tornare a casa con accordi e promesse di investimento per un valore di mille miliardi di dollari. Tutti i media internazionali concordano sul fatto che il viaggio di Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti - prima visita ufficiale nella regione dal suo ritorno alla Casa Bianca e seconda all'estero se si considera quella breve a Roma per i funerali di Papa Francesco - abbia prettamente una dimensione economica. Messa in disparte per il momento - a causa della guerra a Gaza - l'espansione dei cosiddetti Accordi di Abramo con la normalizzazione, sembrata vicina a un certo punto, tra Arabia Saudita e Israele, Trump punta al jackpot, forte anche di un rapporto privilegiato con i tre Paesi alleati e proprietari di alcuni dei fondi sovrani più ricchi al mondo. Il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman - noto in Occidente con l'acronimo Mbs - ha promesso 600 miliardi di dollari di investimenti negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni subito dopo l'insediamento del tycoon, che però non sembra accontentarsi. "L'ultima volta hanno investito 450 miliardi di dollari - ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale a marzo - Ma loro nel frattempo si sono arricchiti. Così ho detto 'Ci andrò se pagherete mille miliardi di dollari alle aziende americane in quattro anni', e loro hanno accettato". In Arabia Saudita si terrà un business forum con le imprese locali e statunitensi incentrato su tecnologia, intelligenza artificiale ed energia al quale, stando al Financial Times, potrebbero partecipare molti dei ceo più potenti d'America, da Elon Musk a Sam Altman, da Mark Zuckerberg a Larry Fink. Nell'occasione saranno firmati accordi che includeranno almeno 100 miliardi di dollari di forniture militari per missili, sistemi radar e aerei da trasporto (non a caso il mese scorso Trump ha firmato un ordine esecutivo per allentare le restrizioni sulle vendite di alcune armi), oltre a importanti intese nel settore energetico e minerario. Il fondo sovrano saudita, il Public Investment Fund (Pif), che controlla asset per un valore di 925 miliardi di dollari, vanta già numerosi investimenti negli Stati Uniti. Tra questi Uber, la società di videogiochi Electronic Arts e la società di auto elettriche Lucid. Anche in Qatar, secondo una fonte a conoscenza della questione, si prevede l'annuncio di investimenti per 200-300 miliardi di dollari, tra cui un accordo enorme per aerei commerciali con Boeing e uno da due miliardi di dollari per l'acquisto di droni MQ-9 Reaper. Gli Emirati Arabi Uniti poi hanno già dichiarato a marzo che investiranno 1.400 milioni di dollari negli Stati Uniti nel prossimo decennio in settori come l'intelligenza artificiale, i semiconduttori, l'energia e la produzione manifatturiera. Gli analisti, sottolinea il Ft, si interrogano tuttavia su come sia possibile per le tre monarchie del Golfo mobilitare una tale quantità di capitali in tempi così rapidi, considerando il calo del prezzo del petrolio e la strategia dell'Arabia Saudita di concentrarsi sul finanziamento di progetti nazionali. "Andare in Medio Oriente in questo momento è più una questione economica che strategica - ha spiegato Dennis Ross, un ex diplomatico americano al Washington Institute for Near East Policy, citato dal New York Times - Evidentemente gli piacciono questi tipi di viaggi in cui si annunciano grandi accordi perché questo è il suo focus, la sua priorità". Ma alcuni aspetti più geopolitici non potranno essere elusi da Trump. A partire dalla guerra a Gaza e dalla questione nucleare iraniana, due temi centrali in questa parte di mondo. E poi la guerra in Ucraina, con le prospettive di un possibile faccia a faccia giovedì in Turchia tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Il Medio Oriente in cui arriva Trump, evidenzia la Bbc, è molto diverso da quello che visitò nel 2017 durante il suo primo mandato. Alcune dinamiche sono completamente cambiate, basti pensare proprio al dossier iraniano. Se otto anni fa i due leader di Arabia Saudita ed Emirati, Mohammed bin Salman e Mohammed bin Zayed, erano tra i fautori del ritiro statunitense dal Jcpoa - l'accordo sul nucleare firmato da Barack Obama nel 2015 - è plausibile che invece oggi premano su Trump affinché raggiunga un accordo con l'Iran, temendo una nuova guerra in Medio Oriente. C'è infine sul tavolo il caso, esploso a poche ore dalla partenza di Trump per il Medio Oriente, dell'aereo di lusso - definito per lo sfarzo e le dimensioni un 'palazzo volante' - che la famiglia reale del Qatar starebbe per donare all'Amministrazione Usa e che dovrebbe fungere temporaneamente da nuovo Air Force One. "Un regalo", l'ha definito Trump, che in un post su Truth ha respinto le critiche dei Democratici, parlando di "transazione pubblica e trasparente". Dal Qatar non hanno negato l'indiscrezione, confermando i colloqui con gli Usa sul "possibile trasferimento" dell'aereo.
(Adnkronos) - Una festa della musica che dal campus universitario abbraccia il territorio circostante. Ritorna l’appuntamento con il Bicocca Musica Festival (Bmf), la kermesse musicale ideata e promossa dall’Università di Milano-Bicocca per la comunità accademica e la cittadinanza, giunta alla quarta edizione. Ogni informazione e le modalità di adesione sono disponibile su www.unimib.it/bmf2025. Lo si legge in una nota. La manifestazione "si svolgerà dal 27 al 30 maggio e tutti gli eventi saranno ad accesso gratuito. Il Festival si aprirà martedì 27 maggio nell’Aula Magna dell’ateneo (Edificio U6 “Agorà”, Milano, viale Piero e Alberto Pirelli 22, ore 21) con lo spettacolo “S/Concerto”, originale performance del collettivo La Fabbrica del Gess e dei Solisti di Milano Classica. Un concerto-spettacolo “onirico” che unisce l’esecuzione di alcune tra le più belle colonne sonore di tutti i tempi alla lettura di testi tratti dalla letteratura colta e pop del secolo scorso, conducendo lo spettatore attraverso un itinerario che esplora i più forti stati emotivi dell’animo umano e che si avvale anche delle voci di una cantante jazz, Serena Ferrara, e di un’attrice/lettrice, Debora Serravalle". Il Bmf 2025 "proseguirà mercoledì 28 maggio con l’esibizione dell’Orchestra dell’Università di Milano-Bicocca che, all’auditorium “Guido Martinotti” (Edificio U12, Milano, via Vizzola 5, ore 21), eseguirà il Langsamer Satz per orchestra d’archi di Anton Webern, il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi n.1 di Dmitri Shostakovich e la Serenata per archi in do maggiore di Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Appuntamento da non perdere anche in Galleria della Scienza (Milano, piazza della Scienza, piano -1) con il concerto dell’Orchestra di Chitarre dell’Università di Milano-Bicocca". Toccherà quindi al Coro dell’Università di Milano-Bicocca, "impegnato, giovedì 29 maggio (ore 21), insieme alla Corale Polifonica Città Studi e al Coro Polifonico AEnigma nel Requiem in do minore di Luigi Cherubini, nella versione per Coro e Organo. Appuntamento nella Chiesa di Gesù Divino Lavoratore (Milano, piazza San Giuseppe 2, ore 21)". La serata di chiusura, venerdì 30 maggio, alle 21, "vedrà protagonista, ancora sul palco dell’Aula Magna dell’ateneo (Edificio U6 “Agorà”, Milano, viale Piero e Alberto Pirelli 22), Vasco Brondi. Il cantautore sarà impegnato in un talk che, passando per la sua musica, esplorerà tematiche legate all’ambiente e al rapporto tra l’essere umano, la terra che abita e la dimensione interiore". Al termine dell’incontro "l’artista eseguirà alcune sue canzoni. Come nelle precedenti edizioni, saranno protagonisti anche i solisti e le band “di ateneo”. Musicisti o gruppi musicali si esibiranno in un contest al Centro Commerciale Sarca (via Milanesi 10, Sesto San Giovanni), nella giornata di sabato 17 maggio (ore 16-19), con l’opportunità per i vincitori di esibirsi al BiM di Milano, durante la rassegna estiva". Presidente della giuria "sarà il cantante e produttore discografico, Luca Jurman. Sempre al Centro Sarca si terrà, sabato 24 e domenica 25 maggio (ore 16.30-18) l’evento “Piano in Centro”, performance pianistica con brani dal repertorio classico e dal cinema".
(Adnkronos) - L’intelligenza artificiale (Ia) è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, ma l’interazione umana sotto forma di intelligenza emotiva ed empatia rimane ancora, per certi aspetti, insostituibile. È quanto emerge dalla nuova ricerca del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili e sulle percezioni degli italiani in merito ai temi dell’energia, sviluppato da Pulsee Luce e Gas in collaborazione con NielsenIq. Se il 73% degli intervistati ammette di farne uso con frequenza (il 47% quotidianamente o diverse volte alla settimana), le finalità sono tendenzialmente personali e ricreative (68%) e si scontrano con un minore apprezzamento quando l’Intelligenza artificiale diventa un interlocutore a cui si richiedono servizi di assistenza o un supporto per esigenze concrete. “La persona con cui ho parlato è stata estremamente gentile e comprensiva delle mie richieste. Credo che l’interazione umana sia un valore aggiunto”; è solo una delle svariate recensioni Trustpilot su Pulsee Luce e Gas che confermano questo aspetto: l’interazione con una persona reale permane come importante per la grande maggioranza degli intervistati (83%), soprattutto nell’ambito del customer care. Per quasi 9 italiani su 10, infatti, l’Ia non riesce a interpretare le necessità quanto un operatore umano e per quasi un italiano su due offre una comprensione e un supporto inferiore. Come conseguenza, nel caso dei servizi di assistenza, infatti, quasi il 90% del campione dichiara di aver abbandonato una conversazione con l’Ia, per diverse ragioni: incomprensione della richiesta (37%), mancanza di proposte utili per la risoluzione di un problema (22%) e frustrazione per la tipologia di conversazione intrapresa (17%). Nel confronto tra intelligenza artificiale e umana, la prima è considerata superiore per velocità di calcolo e analisi dei dati (82% delle preferenze) e automazione di compiti complessi (70%). La seconda si posiziona al di sopra dell’Ia nella capacità di comprendere emozioni e sentimenti (83% degli intervistati), interazione sociale e comunicazione empatica (75%), etica e moralità (72%). I più ottimisti credono che l’Ia colmerà il divario con l’empatia umana, ma non prima di 15 anni. In ogni caso, c’è una certa apertura verso modelli ibridi, quali servizi clienti che combinano un operatore umano con l’Ia (53%), mentre una quota ridotta degli italiani (4%) dichiara di volere un servizio clienti totalmente automatizzato. Un altro tema critico riguarda la fiducia: solo un italiano su dieci si fida a condividere dati personali con l’Ia. Analogamente, in una prospettiva di miglioramento del servizio clienti, la maggior parte (59%) preferisce aziende che puntano sulle persone rispetto all’automazione. Oltre al tema assistenza, tuttavia, l’Ia viene considerato uno strumento utile per semplificare alcune attività della vita quotidiana, anche in termini di sostenibilità e risparmio: il 61% degli intervistati la vede come una risorsa funzionale all’ottimizzazione dei consumi, grazie al contributo di assistenti virtuali, sistemi di domotica intelligente e app di gestione energetica.