(Adnkronos) - “La montagna sta facendo quasi tre morti al giorno: 83 in un mese, il 20% in più dello scorso anno. E c’è anche un 15% in più di incidenti che hanno richiesto il nostro intervento. Quest’anno c’è stata una vera e propria escalation su numeri che già l’anno scorso erano da record” spiega all’Adnkronos Maurizio Dellantonio, il presidente del Cnsas, ossia il Soccorso alpino e speleologico nazionale. Numeri che hanno una spiegazione statistica: “Ci sono sempre più persone in montagna, dal dopo Covid un aumento spaventoso. Che però si concentrano tutte sempre nei soliti posti, per cui vediamo gente in coda anche nelle ferrate”. Sebbene le cause delle richieste di soccorso siano quasi sempre le stesse: “Impreparazione, inadeguatezza fisica ma anche un po’ di imprudenza in più. Oggi c’è gente che si avventura dove prima non lo avrebbe fatto, non distinguendo il percorso facile da quello più difficile e che poi ci chiama anche se è solo stanca. Prima non era affatto così. Ricordo casi di persone che abbiamo recuperato che anzi si era fatta pure degli scrupoli a chiamarci, sebbene ne avesse davvero bisogno” osserva Dellantonio che da anni opera alla stazione di Moena, in Val di Fassa (Trento). Per il presidente quello che davvero ha cambiato le cose in montagna è “l’impatto dei social” che hanno alimentato “uno spirito di emulazione che porta i più giovani ad avventurarsi in situazioni pericolose di cui non hanno contezza. Vedono la foto di uno su una cima in braghette che dice che è stato facile, fanno una ricerca su Google e il giorno dopo partono in scarpe da tennis. Racconti veri”, esemplifica Dellantonio che spesso per tali situazioni si trova poi a raccogliere le lamentele dei suoi stessi soccorritori. “È difficile sopportarlo anche per noi che siamo settemila volontari operativi. Ogni volta che interveniamo si muovono persone e mezzi e non sai mai se per quell’intervento che stai facendo stai sottraendo risorse a un intervento salvavita che ti verrà chiesto 5 minuti dopo”. Specie se bisogna muovere gli elicotteri che non sono infiniti. Una consapevolezza di fondo che sembra mancare a chi troppo facilmente chiede il soccorso, chiamato sempre più frequentemente “un telefonino in tasca ce l’hanno tutti, anche se magari tra mille non hanno la nostra app Georesq e non hanno attivato il gps che ci aiuta a localizzarli in fretta”. Il Soccorso alpino risponde sempre. Nei racconti di Dellantonio ci sono anche le giovani coppie che forse per la troppa fatica scoppiano sui sentieri, “litigano e chiamano perché vogliono tornare subito a valle”. Se regolare l’eccesso di assalti alla montagna è impossibile, l’età di chi la frequenta pare avere un suo peso specifico su pendii e forcelle. “Chi ha più di 50 anni tendenzialmente ci va più cauto, preparato e meglio attrezzato, specialmente gli stranieri europei. Detto questo, abbiamo anche una lista di eccezioni lunga così”, conclude il presidente.
(Adnkronos) - “È una banalità dire che se non ci fossero saremmo tutti più contenti. Ma se verrà confermato, mi auguro nel più breve tempo possibile, quel 15 % che leggiamo oggi sui giornali, almeno avremmo una percentuale definita e le aziende comincerebbero a prendere le dovute contromisure su un dato certo. Togliere quel dazio occulto che è l’incertezza è pur sempre un inizio: basti pensare che proprio il clima di incertezza ha fatto registrare, solo a maggio, un calo delle nostre esportazioni del 6,6% verso il mercato Usa, che ricordiamolo, è il secondo mercato in assoluto e il primo extra Ue per un valore pari a 1,7 miliardi di euro per il macrosistema arredamento. E nel frattempo le importazioni dalla Cina sono aumentate in maniera preoccupante di un +28,3% nel periodo gennaio-aprile 2025”. Lo dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. “Quello americano è un mercato strategico per il nostro settore in cui perderemmo competitività, considerando che la ricaduta più diretta sarebbe sul consumatore finale americano che, seppur con una stima approssimativa, si troverebbe a pagare lo stesso prodotto il 6% in più", continua. "L’ottimale? Sicuramente no, ma pur sempre gestibile. Purtroppo, quello che potrebbe peggiorare davvero questa situazione già complessa, è la perdita di potere d'acquisto del dollaro verso l'euro, con una svalutazione che da inizio anno è arrivata al 13% e che potrebbe toccare il 20-25% nella primavera del 2026. Questo scenario sarebbe ben più grave dell’introduzione del dazio", conclude.
(Adnkronos) - “Iren è una società all'avanguardia in termini di innovazione e sostenibilità, molto radicata sul territorio. Il ritorno in Italia con il suo programma Emtn di 5 miliardi ci inorgoglisce. Si inserisce all'interno della nostra iniziativa di rimpatrio degli emittenti obbligazionari su borsa italiana”. A dirlo Maurizio Pastore, responsabile della quotazione debito e fondi per il gruppo Euronext, in occasione della ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren. È stata l’occasione per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. “Il mercato obbligazionario è in crescita - prosegue Pastore - c'è molta domanda da parte degli investitori e un'offerta importante anche di emittenti. Su questa base abbiamo insistito per rimettere Borsa Italiana e il mercato del capital market italiano al centro dell'attenzione”. I risultati non si sono fatti attendere: “Da novembre 2024 ad oggi, sono tornati 15 emittenti con programmi da circa 120 miliardi di cui già 9 emessi. Pertanto è importante rivitalizzare questo settore dove eravamo già forti” conclude.