INFORMAZIONI![]() Martina MarmottaVerisureItalo Trasporti, Infrastrutture e Logistica Ruolo: Head of Internal Communication & Welfare Area: Human Resource Management Martina Marmotta |
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(Adnkronos) - Ponte sullo Stretto sì, Ponte sullo Stretto no. Dopo il via libera del Cipes al progetto definitivo, l'opera continua a dividere. L'Adnkronos ha sentito alcuni personaggi siciliani e calabresi per conoscere il loro parere: dallo chef palermitano Filippo La Mantia che propone un ticket-arancina, all'attrice messinese Maria Grazia Cucinotta che rivela i suoi timori e le sue speranze, a un entusiasta calabrese doc Santo Versace, per citarne alcuni. Il cuoco Filippo La Mantia promuove dunque a pieni voti il Ponte sullo Stretto di Messina e dice: "Proprio ieri ero sul traghetto da Messina a Villa San Giovanni. Da palermitano che lo ha preso almeno 500 volte, posso dire che il ponte mi andrebbe molto bene. Ad agosto, soprattutto ad agosto, ci sono file chilometriche per attraversare lo Stretto di Messina". E aggiunge un suggerimento, con l'ironia che gli è propria: "L'arancina sul traghetto è, in pratica, un rito: anche se sono un po' oleose, per tutti i passeggeri è come un ticket, quando sali la devi mangiare. Anche sul futuro ponte bisognerà consumare un'arancina, una sorta di telepass per andare o rientrare dalla Sicilia". Per Maria Grazia Cucinotta, il ponte sullo Stretto di Messina non deve essere "un punto di arrivo ma un punto di partenza assoluto. Questo perché in Sicilia bisogna fare tanto. Soprattutto non deve essere una presa in giro. Sono favorevole - sostiene - a tutto quello che riesce a migliorare le condizioni della Sicilia e a tutto quello che può portare benessere alla mia terra. Abbiamo sentito parlare del ponte per anni, ne hanno sentito parlare i miei genitori: fino a quando non lo vedo non ci credo. Spero che sia un progetto che possa arrivare a termine". L'attrice, più in generale, ricorda che in Sicilia c'è tanto da fare "a partire dalla rete idrica e dalle strade. Portiamo l'acqua nel Paesi super disagiati e ancora non siamo riusciti a portarla in Sicilia. Certe volte penso che ci sia la volontà di qualcuno di lasciare la mia terra ingabbiata nel disagio. E questo fa tanta rabbia perché se l'isola avesse tutte le comodità che ci sono nel resto d'Italia nessuno andrebbe più via perché ci sarebbe lavoro per tutti. Siamo nel 2025 e sembra che, nella mia terra, il tempo si sia fermato ai primi del Novecento. Dico sì a tutto quello che può portare benessere. In Sicilia mancano anche le ferrovie, ci sono delle isole ancora senza acqua che viene portata dalle navi". La situazione non è cambiata da quello che diceva Troisi ne 'Il Postino', un film girato 31 anni fa e ambientato negli anni Quaranta: oggi come allora ci sono isole senza acqua", conclude Cucinotta. Ponte sullo Stretto, la Gialappa's: "Si realizza il sogno del nostro ingegner Cane" Il Ponte sullo Stretto "è una grandissima idiozia". Non usa mezzi termini, invece la scrittrice trapanese Stefania Auci, autrice della saga dei Florio raccontata ne 'I leoni di Sicilia' e 'L'inverno dei leoni', che denuncia come non ci sia "stato alcun tipo di ascolto delle comunità, sia quella di Reggio Calabria sia quella di Messina, che in larga parte sono contrarie". E aggiunge: "Non c'è una progettualità che riguarda la viabilità né della Calabria né della Sicilia". Il punto "più importante", per Auci, è "però che il ponte verrà usato poco o nulla perché non tiene conto né dei venti che soffiano fortissimi in quota né tanto meno del fatto che siamo in presenza di una serie di faglie telluriche che sono molto attive. Quindi, mi verrebbe da dire che si gioca non solo con il fuoco e con la vita di moltissime persone, ma si gioca anche con la natura. E non so fino a quale punto la natura sarà disponibile a giocare". Per la scrittrice "si realizzerebbe la classica grande opera, una cattedrale nel deserto, contando che sia in Sicilia sia in Calabria ci sono gravissimi problemi di viabilità e gravissimi problemi per esempio di approvvigionamento idrico, di riforma del sistema dei trasporti sulla rete ferroviaria. Trovo assurdo festeggiare il ponte di Messina senza ricordare che se devo andare in treno da Trapani a Ragusa ci metto 11 ore. Prima di pensare alle grandi opere - invita la scrittrice - pensiamo al quotidiano. E poi il ponte sullo Stretto sarà secondo me uno scempio ambientale di proporzioni infinite", sottolinea Auci che afferma: "Ricordiamoci che il grosso del traffico commerciale in Sicilia arriva per nave e non su strada. E' il modo migliore per indebitare lo Stato italiano, farlo finire in fallimento e farci ridere dietro dalla Comunità europea", conclude. E' entusiasta invece Santo Versace, imprenditore, politico e produttore cinematografico, fratello maggiore degli stilisti Gianni e Donatella, e calabrese doc: "Ho festeggiato a dicembre per la quarta volta vent’anni, ho la patente e mi auguro di poter andare da Reggio di Calabria a Messina in automobile guidando io e attraversando il Ponte con una macchina scoperta. Ho sempre sognato il ponte sullo Stretto e spero di vederlo realizzato", dice ancora Versace nato il 16 dicembre 1944 a Reggio Calabria. "Sono per il progresso, a favore delle grandi opere, sintomo di evoluzione di una terra che conosco molto bene. Spero comunque che il Ponte sullo Stretto non sia il punto di partenza, ma di arrivo di altri progetti. Aeroporti, treni ad alta velocità, per esempio, che accorcino le distanze tra una città e l'altra. Ripartiamo sì dalla realizzazione del Ponte, ma non per andare verso il Continente, ma al contrario per realizzare opere importanti in Sicilia", sostiene Massimo Romeo Piparo, regista, autore, produttore, direttore artistico del Teatro Sistina di Roma. "Sono nato a Messina, ma vivo a Roma da molti anni - ha aggiunto Piparo- Sono cresciuto sentendo parlare del Ponte, della società che avrebbe dovuto gestire la costruzione, di quante persone avrebbero lavorato all'impresa. Sinceramente non so come la città si sia preparata. Ma era prevedibile che prima o poi sarebbe accaduto", conclude. Il paesaggio naturalistico e culturale unico dello Stretto di Messina potrebbe essere compromesso dal ponte di Messina. La pensa così la scrittrice calabrese Rosella Postorino che sottolinea: "Moltissimi esperti qualificati - io non ne ho ovviamente la competenza - hanno denunciato l’enorme impatto ambientale del ponte, il rischio legato ai venti e alla zona sismica, la sfida che comporterebbe in termini di sicurezza, a fronte di un vantaggio economico tutto da dimostrare. Quello che so con certezza, perché non serve una competenza per questo, è che lo Stretto è uno dei luoghi più belli del mondo, un patrimonio naturalistico e culturale che è un dovere preservare, e che non potrà purtroppo non essere compromesso dal ponte".
(Adnkronos) - L'intesa tra Usa e Ue sui dazi al 15% per i prodotti europei entrerà in vigore domani 1° agosto. Ma l'incertezza, mancando ancora un piano operativo sui diversi settori, regna sovrana. E le sorprese, per le aziende italiane che esportano in Usa, sono dietro l'angolo. Anche quelle di ritrovarsi, concretamente, a dover fronteggiare un dazio maggiore rispetto al 15% previsto dall'accordo. Come racconta ad Adnkronos/Labitalia Giuseppe Napoletano, amministratore unico della Solania Srl, azienda campana che esporta in tutto il mondo, Usa compreso, il pomodoro San Marzano Dop, una delle icone del made in Italy agroalimentare, che si produce esclusivamente nell'agro Sarnese – Nocerino. "Da domani -sottolinea- ci sarà su ogni container che entrerà negli Stati Uniti c'è l'applicazione del dazio del 15% in più, sul pomodoro già pagavamo il dazio del 6,50 a cui si sommerà il 15%. Dalle informazioni che ho avuto l'altro giorno da Interglobo, lo spedizioniere che fa tutte le operazioni doganali il prezzo 6,50 più 15, che fa 21,50", sottolinea. Un incremento di costi, quello legato ai dazi, che per Solania arriva in un periodo positivo per l'azienda. "Quelli del 2024 sono stati numeri importanti, siamo un'azienda -spiega- che esporta il pomodoro San Marzano Dop in tutto il mondo, facciamo 50 Paesi, dagli Stati Uniti, Canada, Brasile, fino ad arrivare tra il Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Abbiamo sede in Campania, esattamente a Sarno e abbiamo due stabilimenti di produzione, una a Sarno e un'altro a Nocera Inferiore. Produciamo circa un milione di quintali di pomodoro, l'export per noi rappresenta quasi l'80%, e gli Usa il 50% di esso. E quindi il problema con l'applicazione dei dazi c'è, è chiaro che dobbiamo essere bravi a ottenere i costi per superare questo momento negativo", sottolinea. Ma, nonostante l'incertezza e l'aumento dei costi legato all'applicazione dei dazi, l'imprenditorie non perde la fiducia. "Io sono fiducioso perché il consumatore americano è molto attento alla qualità, il nostro è un prodotto che va verso un mercato di fascia medio alta. Noi dovremo essere a produrre nel contenere i costi e gli eventuali aumenti di non applicarlo al cliente finale", sottolinea. E Napoletano, nel contenimento dei costi senza intaccare la qualità, si è mosso per tempo. "In previsione di questa situazione, quando si è iniziato a parlare di dazi, abbiamo ci siamo già attrezzati contenendo il costo dell'acciaio, visto che il nostro pomodoro va in contenitori metallici. Abbiamo già fatto i contratti a dicembre e gennaio scorso, in cui non abbiamo subito ulteriori aumenti, mentre in questo momento l'acciaio è aumentato del 7-8%", sottolinea. La 'strada', per Napoletano, per vincere la 'guerra' dei dazi, deve essere questa: valore aggiunto del prodotto e ottimizzazione dei costi. "Abbiamo sentito il nostro importatore -spiega- e il sentimento è chiaro, quando ci sono queste situazioni incredibili a livello internazionale, anche loro devono stringere la cinghia in un momento particolare. Ma noi siamo fiduciosi perché il nostro prodotto è un prodotto di fascia medio alta, non è un prodotto cheap. Il problema lo potresti tenere su un prodotto cheap che magari aumenta del 15-20%", ribadisce. "Chi è abituato a mangiare qualità e a spendere per la scatola di pomodoro San Marzano, continuerà a farlo, non penso almeno per il momento, un'eventuale riduzione del consumo negli Usa", sottolinea. E l'imprenditore sottolinea come oltre ai dazi a pesare sia la svalutazione del dollaro. "Se non c'è un intervento politico a livello internazionale" la situazione che si è creata con i dazi Usa "la puoi tamponare, però a lungo andare puoi avere dei problemi occupazionali, dei problemi di produzione. Questo accordo ha permesso agli Usa di fare il proprio business e di vendere proprie risorse all'Europa, però prima o poi vanno regolati questi scambi commerciali, non si possono tenere i tassi così alti. Mi auguro che da qui a fine anno, anche in occasione delle elezioni di medio termine in America, qualcosa possa succedere", sottolinea. E intanto Napoletano è concentrato sul momento più importante per l'azienda: la produzione del pomodoro San Marzano che viene trasformato esclusivamente in pelati, come previsto dal disciplinare. "In questo momento abbiamo un pomodoro eccellente, un'annata di qualità. Negli ultimi giorni c'è stata una piccola pioggia che non ha fatto danni, perché poi sul pomodoro quello che incide sono eventuali grandinate, che potrebbe danneggiare il prodotto. Fino ad adesso stiamo facendo una qualità eccellente", sottolinea, concludendo che "noi produciamo poi anche pomodoro normale, in Puglia, e anche li stiamo avendo una qualità eccellente".
(Adnkronos) - Sono 90 le località rurali che hanno ricevuto il riconoscimento Spighe Verdi 2025, rispetto alle 75 dello scorso anno: 17 sono i nuovi ingressi, 2 i Comuni non confermati. Le Spighe Verdi 2025 per i Comuni rurali, alla decima edizione, sono state annunciate nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta a Roma presso il Cnr alla presenza dei sindaci vincitori. Spighe Verdi è un programma nazionale della Fee - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione Fee Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. "Il 2025 segna un forte incremento del programma Spighe Verdi - dichiara Claudio Mazza, presidente della fondazione Fee Italia - ben 17 nuovi ingressi che testimoniano la crescente attenzione delle amministrazioni locali verso uno sviluppo rurale realmente sostenibile. Questo dato, che arriva nel decimo anno del programma, rappresenta un segnale concreto di cambiamento, in cui la gestione del territorio, la qualità ambientale e il benessere delle comunità diventano priorità condivise e strumenti di crescita. Spighe Verdi non è un riconoscimento simbolico: è un percorso volontario, rigoroso e trasparente, che richiede impegno costante, visione amministrativa e capacità di coinvolgimento del tessuto sociale e produttivo del territorio. L’adesione di così tanti Comuni a questo modello con convinzione testimonia che anche le località rurali italiane stanno finalmente prendendo consapevolezza del proprio ruolo centrale nella costruzione di un futuro sostenibile per il nostro Paese”. “Il programma Spighe Verdi conferma anche nel 2025 la sua funzione strategica per la crescita dei Comuni rurali e delle aree interne del nostro Paese - ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura - L’agricoltura è protagonista di questo percorso: dalle pratiche sostenibili all’economia circolare, dalla tutela del paesaggio alla valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’accoglienza. Sono questi i pilastri che guidano il lavoro delle imprese agricole e che ritroviamo pienamente negli obiettivi fissati da Fee Italia”. Le Spighe Verdi 2025 sono state assegnate in 15 Regioni. Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 18 Spighe Verdi (cinque ingressi): Acqui Terme, Alba, Bra, Canelli, Carignano, Castiglione Falletto, Centallo, Cherasco, Chiusa di Pesio, Gamalero, Gavi, Guarene, Monforte d’Alba, Narzole, Poirino, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Salgono a 10 le località per la Calabria (tre nuovi Comuni): Belcastro, Cariati, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia Marina, Trebisacce, Villapiana. Le Marche vantano 9 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Senigallia, Sirolo. Segue la Toscana che ottiene 8 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Gambassi Terme, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello. Sono 8 le Spighe Verdi in Umbria (un ingresso e un’uscita): Deruta, Gubbio, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi, Trevi. Anche la Puglia ottiene 8 Comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Nardò, Ostuni, Troia. La Campania ottiene 7 riconoscimenti (con un ingresso): Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Monteforte Cilento, Positano. Sono 5 le località del Lazio (un ingresso e un’uscita): Canale Monterano, Gaeta, Rivodutri, Sabaudia, San Felice Circeo. In Liguria i Comuni sono 4 (con due nuove località): Andora, Borgio Verezzi, Lavagna, Sanremo. La Sicilia arriva a 3 località con due nuovi Comuni: Modica, Ragusa, Vittoria. Con un nuovo Comune, salgono a 3 anche le Spighe Verdi in Abruzzo: Gioia dei Marsi, San Salvo e Tortoreto. Il Veneto vanta 2 località: Montagnana e Porto Tolle. Sono 2 i Comuni Spighe Verdi anche in Basilicata (un nuovo ingresso) - Nova Siri e Pisticci - e in Lombardia: Ome e Sant’Alessio con Vialone. Uno è il Comune in Emilia-Romagna, Parma.