INFORMAZIONIMarianna Battista |
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(Adnkronos) - Le famiglie britanniche devono essere pronte a mandare i loro figli e le loro figlie in guerra contro la Russia. A lanciare l'avvertimento è stato il capo di Stato maggiore della Difesa britannico, Richard Knighton, aggiungendo che "più persone" devono essere pronte a imbracciare le armi per proteggere il Paese. Sebbene le possibilità di un attacco russo diretto sul suolo britannico restino remote - ha spiegato intervenendo ieri sera a un evento del Royal United Services Institute a Westminster - ciò "non significa che le probabilità siano pari a zero". Knighton ha chiesto alle scuole di incoraggiare i bambini a intraprendere lavori nell'industria bellica e ha affermato che più famiglie britanniche "sapranno cosa significa il sacrificio per la nostra nazione". Le parole del capo dell'esercito arrivano pochi giorni dopo che Mark Rutte, segretario generale della Nato, ha ipotizzato che l'Europa possa essere il prossimo obiettivo di Vladimir Putin e ha esortato gli stati della Nato, come la Gran Bretagna, ad adottare una "mentalità da tempo di guerra", avvertendo che troppi paesi sono "silenziosamente compiacenti". Nel frattempo, il ministro delle forze armate Al Carns ha affermato che il Paese si trova "sul piede di guerra" e ha avvertito che "l'ombra della guerra è alle porte dell'Europa". Ha affermato: "L'ombra della guerra bussa alla porta dell'Europa e questa guerra potrebbe essere più grande e sanguinosa di quella che abbiamo vissuto negli ultimi tempi". Knighton ha invitato i civili a contribuire a rafforzare la resilienza nazionale per garantire il funzionamento del Regno Unito in caso di crisi. Ha affermato: "Ogni giorno il Regno Unito è oggetto di una serie di attacchi informatici da parte della Russia e sappiamo che gli agenti russi cercano di compiere sabotaggi e hanno ucciso sulle nostre coste. L'hard power della Russia sta crescendo rapidamente". Grazie all'aumento della spesa per la difesa e alle esperienze in Ucraina, la Russia ha un esercito "imponente, sempre più sofisticato dal punto di vista tecnico e ora anche con una grande esperienza di combattimento", ha aggiunto. Evidenziando lo sforzo di "tutta la società" necessario per rispondere alla situazione sempre più pericolosa in Europa, il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha affermato: "Innanzitutto, significa avere più persone pronte a combattere per il proprio Paese". Ciò non significa solo forze regolari, ma anche un aumento delle riserve e dei cadetti, ha affermato. Anche il ritmo "dolorosamente lento" degli investimenti privati nel settore della difesa dove accelerare. "Per sviluppare questa capacità industriale abbiamo bisogno anche di più persone che lascino la scuola e l'università per entrare in questo settore", ha affermato. "Abbiamo quindi bisogno che i leader politici e della difesa spieghino l'importanza del settore alla nazione, e abbiamo bisogno che le scuole e i genitori incoraggino i bambini e i giovani adulti a intraprendere una carriera nel settore", ha aggiunto. "Il nostro obiettivo deve essere quello di evitare la guerra, ma il prezzo per mantenere la pace sta aumentando. Se non riusciamo a spiegare i rischi, non possiamo aspettarci che i decisori politici o la società in generale paghino questo prezzo".
(Adnkronos) - Manageritalia executive professional, l’associazione di Manageritalia dedicata alle figure manageriali e alle alte professionalità che operano con contratti libero professionali, è fortemente contraria alla disposizione che subordina il pagamento dei compensi ai liberi professionisti per prestazioni rese in favore della pa alla dimostrazione della regolarità fiscale e contributiva, senza alcun limite di importo e quindi anche per somme irrisorie. “Riteniamo fortemente vessatorio - afferma Carlo Romanelli, presidente di Manageritalia Executive Professional - abolire il limite di 5000 euro attualmente esistente per legge per il pagamento dei debiti della PA. Inoltre, obbligare il professionista a produrre la documentazione che prova la regolarità fiscale e contributiva al momento della presentazione della fattura rappresenterebbe un aggravio di costi e di tempo. Chiediamo – conclude Romanelli - l’abolizione della norma all’art. 129 e il ritiro dell’emendamento, entrambi iniqui e penalizzanti per la categoria dei liberi professionisti”.
(Adnkronos) - Un fondo di 60mila euro per il pagamento di bollette di luce e gas e la promozione di un percorso di educazione e consapevolezza per i consumi: nasce 'Energia in Franciacorta', il progetto realizzato grazie all’accordo tra Banco dell’energia, Fondazione Lgh, Cogeme Spa e Associazione Riuso 3, ente attuatore dell’iniziativa 'Banco del riuso', un servizio orientato alla solidarietà e alla condivisione, al non spreco, al riutilizzo degli oggetti e delle risorse e alla promozione delle capacità individuali, con il coinvolgimento di 11 Comuni del Sud Ovest bresciano. Il progetto si propone l’obiettivo di sostenere i nuclei familiari a rischio di povertà, anche energetica, grazie al contributo di Fondazione Lgh, fondazione del gruppo A2A attiva in Lombardia, tra i fondatori della Fondazione Banco dell’energia. 'Energia in Franciacorta' rientra nel filone 'Energia in periferia', promosso da Banco dell’energia per supportare le famiglie in situazioni di vulnerabilità energetica, residenti nelle zone più periferiche delle città italiane e nei piccoli comuni. Uno strumento sempre più importante, se si guarda ai numeri del fenomeno in Italia che, secondo i dati Oipe - Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica 2023, interessa 2,36 milioni di famiglie, pari a circa il 9% del totale, un dato in rapida crescita. “Affrontare la povertà energetica significa riconoscere che l’accesso all’energia è una condizione essenziale per la dignità e l’autonomia delle persone. Come Fondazione Banco dell’energia lavoriamo per far sì che nessuno sia escluso, sostenendo le famiglie nei momenti di maggiore fragilità. La collaborazione con i nostri partner ci permette di trasformare questo impegno in risultati concreti, offrendo ai territori strumenti capaci di generare valore sociale nel lungo periodo”, spiega Silvia Pedrotti, Responsabile Fondazione Banco dell’energia. Banco dell’energia condivide con Cogeme l’obiettivo di sostenere persone e famiglie appartenenti a fasce sociali deboli attraverso iniziative solidali di tipo economico, attività educative e realizzazione di modelli di intervento legati alla promozione e allo sviluppo di energie rinnovabili; Riuso 3 nasce con finalità sociali per favorire lo scambio di beni, servizi e attività tra le persone, creando un modello orientato alla solidarietà e alla condivisione, al non spreco e al riutilizzo di oggetti e risorse: da qui l’accordo per rispondere al bisogno di singoli e famiglie vulnerabili che vivono sul territorio della Franciacorta e dell’ovest bresciano, coinvolgendo anche i Servizi Sociali di 11 amministrazioni, tutte aderenti dal 2018 al progetto 'Banco del riuso' (Berlingo, Castegnato, Cazzago San Martino, Castrezzato, Cologne, Iseo, Lograto, Maclodio, Paderno Franciacorta, Passirano, Rovato) con l’obiettivo di consolidare un network territoriale già costituito e impegnato in attività solidali sul territorio. Oltre al pagamento diretto delle bollette, saranno organizzati eventi formativi rivolti agli operatori per fornire loro le competenze necessarie per informare e sensibilizzare le famiglie beneficiare sui temi dell’efficientamento e del risparmio energetico e a tal fine verranno create e coordinate le figure dei Ted - Tutor per l’Energia Domestica. “Siamo particolarmente fieri, come Fondazione Lgh e co-fondatori di Banco dell’energia, di poter sostenere un nuovo progetto volto a contrastare la povertà energetica nei territori in cui operiamo - afferma Giorgio Bontempi, presidente di Fondazione Lgh - La povertà energetica è una realtà che tocca molte famiglie, e il progetto ‘Energia in Franciacorta’ ne è una risposta concreta, in grado di offrire un sostegno immediato e allo stesso tempo proporre un percorso formativo che aiuti le persone a diventare protagoniste consapevoli delle proprie scelte energetiche. Non parliamo di semplice assistenza, ma di un accompagnamento strutturato che mira a rafforzare le competenze e la capacità di gestione, generando un impatto positivo e duraturo sulla qualità della vita”. “Siamo nati nel territorio e per il territorio da più di cinquant’anni e questa mission la traduciamo nel nostro agire quotidiano. Fare servizi di pubblica utilità significa avere uno sguardo che va oltre le dinamiche classiche del fare impresa: significa creare un impatto positivo per le nostre comunità, a maggior ragione se il nostro operato va ad aiutare le famiglie in condizione di 'fragilità sociale'. Per questo abbiamo raccolto con grande convinzione questa iniziativa integrando la dotazione economica prevista e veicolandola ai comuni legati ad uno dei nostri progetti più emblematici, ovvero il 'Banco del riuso', grazie al supporto della nostra Fondazione”, afferma Giacomo Fogliata, presidente Cogeme Spa. “Pochi mesi fa abbiamo presentato uno dei primi report di valutazione d’impatto e abbiamo dimostrato che restituiamo al territorio tre volte tanto, rispetto a quanto abbiamo in dotazione. ‘Energia in Franciacorta’ ci permette di rafforzare ulteriormente questi risultati e di integrare l’offerta socio ambientale già in essere grazie ai Banchi del riuso e l’Associazione Riuso 3”, dice Gabriele Archetti, presidente Fondazione Cogeme ets.