INFORMAZIONIMarianna Battista |
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(Adnkronos) - Carlo Ancelotti sulla panchina del Brasile? Chi ha osservato il suo lavoro da vicino alza il pollicione e vota ‘sì’: “Un italiano sulla panchina verdeoro è una cosa eccezionale, ma lui ha allenato e vinto ovunque. Il suo livello è internazionale e non mi meraviglio, può fare qualsiasi cosa”. Giorgio Ciaschini, storico vice del tecnico di Reggiolo, lo racconta all’Adnkronos e sorride ricordando gli anni passati accanto a uno degli allenatori più vincenti della storia. “Qualche tempo fa mi ha detto che era in trattativa con il Brasile, ma pure che era ancora lunga. Adesso, la cosa è conclusa ed è una notizia che non mi lascia indifferente. Va oltre la semplice idea di allenatore a cui leghiamo Carlo, con una nazionale avrà meno tempo per lavorare sul campo ma saprà gestire la nuova avventura alla grande”. Per Ciaschini, braccio destro di Ancelotti in tante avventure della carriera, dal periodo juventino agli anni d’oro con il Milan, cerchia in rosso il termine ‘gestione’: “In carriera, Carlo ha dimostrato di saper creare un clima sereno e positivo nei suoi spogliatoi. E credo che ci riuscirà anche stavolta, pure se non vedrà spesso i giocatori. È un mago nel creare le condizioni migliori dal punto di vista tecnico, ma anche di rapporti. Inoltre, ha allenato tanti brasiliani, gli ultimi proprio al Real Madrid. Sarà un vantaggio conoscerli prima di cominciare il lavoro con il Brasile”. Ancelotti ha sempre gestito bene i brasiliani, fino a Rodrygo e Vinicius Junior: “Li definirei particolari, dal punto di vista tecnico e umano. Ci sono campioni come Kakà e Cafù, con un carattere più tranquillo. Altri sono stati più fantasiosi ed estroversi, ne ha conosciuti di ogni tipo”. Ciaschini dribbla il tema modulo, che farà riflettere Ancelotti fin dalle prime partite di qualificazione ai prossimi Mondiali: “Non me l'ha detto e penso che non lo dica nessuno – spiega con un sorriso -. Carlo, come i più grandi, ragiona in modo diverso e considera in primis le forze a disposizione. Metterà in campo tutti i campioni che ha, il modulo viene dopo e si dovrà uniformare alla mentalità brasiliana. Lì si gioca per vincere e attaccare è la prima cosa. Cercherà una modalità per far esprimere al meglio tutti i talenti, non metterà mai un campione in difficoltà. In fondo, sono loro che risolvono le partite”. L’ultimo appunto è sul ruolo da ct: “A un certo punto, servono nuovi obiettivi e ha sentito l’esigenza di mettersi in gioco con un'esperienza tutta nuova. Così completerà il suo ciclo professionale. Non so se sarà lui l’uomo in grado di riportare il Brasile alla vittoria dei Mondiali, ma so che per raggiungere bei traguardi servono grandi giocatori nella miglior condizione. L’allenatore può fare una parte del lavoro, poi tocca a chi scende in campo”. (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - "Il Rapporto Gem ci racconta quest'anno che l'Italia si posiziona al 34esimo posto su 51 economie nel mondo, quindi nel ranking mondiale continuiamo ad avere una posizione piuttosto bassa. Questo è un dato preoccupante perché la crescita di un Paese dipende anche dalla propensione imprenditoriale, sia per ciò che riguarda la prospettiva di sviluppo economico, sia per fronteggiare le sfide che ci troviamo adesso nel mondo, come la transizione verso una sostenibilità ambientale e sociale e verso il digitale”. Lo ha detto Alessandra Micozzi, docente di Economia applicata presso l'Universitas Mercatorum e coordinatore team Progetto Gem Italia, alla presentazione del Rapporto Gem Italia 2024-2025, a cura di Universitas Mercatorum - l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity - svoltasi a Roma, intitolato ‘L’imprenditorialità per la crescita del Paese’. “Un altro dato allarmante è che il gender gap in Italia, anziché diminuire, aumenta e quest'anno abbiamo fatto un focus specifico sulle determinanti e i fattori che effettivamente condizionano questo gender gap - spiega Micozzi - Un altro dato è la propensione alla crescita: le nuove imprese italiane che nascono non hanno la capacità di occupare personale e ciò è dipeso da diversi fattori, come un contesto burocratico complesso, oneri fiscali elevati, che non favoriscono investimenti e assunzioni, ma dipende anche dalla carenza strutturale delle infrastrutture digitali e il supporto all'innovazione. Questo pregiudica in particolar modo le imprese ad alta tecnologia”. “L'imprenditorialità è un fenomeno sociale e culturale, quindi la dimensione culturale è rilevante. Questo significa che le convinzioni e ciò che ci si aspetta a livello di aspettative sociali impattano molto sulla rappresentazione che abbiamo dell'imprenditorialità come carriera desiderabile e anche sulla valutazione delle proprie capacità ad attivare un'impresa. Pertanto, sicuramente la formazione a tutti i livelli di educazione, è fondamentale per un cambiamento culturale”, conclude.
(Adnkronos) - Un sistema di raccolta efficiente, capillare e tra i più virtuosi d’Europa: è quello italiano per il riciclo degli imballaggi in alluminio, che nel 2024 conferma non solo il pieno raggiungimento degli obiettivi Ue al 2025 (50%), ma anticipa anche quelli fissati per il 2030 (60%). Lo attestano i dati presentati durante l’Assemblea Pubblica Annuale di Cial - Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, occasione in cui sono stati ufficializzati il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e la riconferma di Bruno Rea alla presidenza del Consorzio. (VIDEO) Nel 2024, il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio si è attestato al 68,2%, ma sempre prossimo alla media del 70% degli ultimi anni, con un recupero complessivo pari al 71,7%. Il lieve calo di due punti percentuali rispetto al 2023 non riflette un peggioramento delle performance, ma è legato all’ampliamento del perimetro di rendicontazione previsto dalle nuove norme europee, che includono anche l’alluminio presente negli imballaggi compositi - spiega Cial - Una variazione metodologica che modifica il confronto storico e segna l’inizio di un nuovo standard di misurazione. Dati che confermano come la filiera sia in grado di assorbire in maniera soddisfacente quantità crescenti di immesso (+8,5% rispetto al 2023) attraverso un sistema di raccolta, selezione e trattamento ormai consolidato su tutto il territorio nazionale. Anche sul fronte delle lattine per bevande, l’Italia si conferma tra i Paesi più efficienti d’Europa. Il tasso di riciclo per questa specifica tipologia di imballaggio si attesta all’86,3%, a fronte di un +7% nelle quantità effettivamente riciclate e di un significativo +16% nell’immesso al consumo. Un risultato - spiega Cial - che, pur evidenziando una contrazione percentuale rispetto all’anno precedente (-8%), certifica l’efficienza e la reattività del sistema nazionale, in grado di gestire tempestivamente un incremento rilevante dei volumi. Ancora, nel 2024, grazie all’avvio a riciclo di oltre 62.400 tonnellate di imballaggi, si è evitata l’emissione di circa 442mila tonnellate di CO2 equivalenti e si è ottenuto un risparmio energetico pari a 197mila tonnellate equivalenti di petrolio. Un risultato reso possibile dall'efficienza dell’alluminio: il metallo riciclato richiede, infatti, solo il 5% dell’energia necessaria per produrre alluminio primario. In questo quadro, il sistema consortile continua a rafforzare la propria presenza capillare sul territorio nazionale, con 432 convenzioni attive e una copertura che raggiunge oggi il 78% della popolazione italiana e il 70% dei comuni. “I dati 2024 confermano la solidità e la maturità del modello italiano di gestione degli imballaggi in alluminio, tra i più virtuosi ed efficienti in Europa. Anche a fronte dell’adeguamento ai nuovi criteri europei di calcolo - che ampliano il perimetro dell’immesso includendo l’alluminio presente nei compositi - la filiera continua a garantire performance elevate, con volumi assoluti di materiale riciclato in costante crescita. Un esempio concreto: a fronte di un consumo pro-capite di circa 1,45 kg di packaging in alluminio, il nostro sistema riesce a recuperarne e valorizzarne oltre 1 kg per cittadino. È un risultato frutto della cooperazione tra cittadini, istituzioni e imprese, che dimostra come sia possibile coniugare sostenibilità ambientale, efficacia economica e inclusione sociale. Ora è importante che le politiche europee riconoscano e valorizzino i modelli già consolidati, premiando chi ottiene risultati attraverso innovazione, responsabilità condivisa e un efficiente governance di filiera”, sottolinea Carmine Bruno Rea, presidente di Cial.