INFORMAZIONIManuela Agostino |
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(Adnkronos) - Il regime a 2 farmaci Dtg/3Tc (dolutegravir/lamivudina) ha ottenuto risultati simili alla terapia a 3 farmaci nella soppressione virale in una popolazione di adulti con Hiv in stadio avanzato. Sono i risultati a 48 settimane dello studio Dolce, sponsorizzato dalla Fundación Huésped e dalla Bahiana Foundation of Infectiology, diffusi da ViiV Healthcare, azienda globale specializzata nell'Hiv a maggioranza GlaxoSmithKline plc (Gsk), in partecipazione con Pfizer Inc. e Shionogi. Un'analisi post-hoc dello studio - riporta una nota - ha mostrato che Dtg/3Tc era non inferiore alla terapia a 3 farmaci, indipendentemente dalla carica virale basale del partecipante. Questi dati sono stati presentati al congresso internazionale Hiv Glasgow 2024, che si conclude oggi a Glasgow in Scozia. "Sappiamo che l'assunzione di meno farmaci è un aspetto importante per molti nella comunità Hiv - osserva Harmony P. Garges, Chief Medical Officer di ViiV Healthcare - Questi nuovi dati continuano a rafforzare l'efficacia e la sicurezza di Dtg/3Tc, un regime a 2 farmaci. I risultati dello studio Dolce si aggiungono a un solido corpus di evidenze a sostegno dell'uso di Dtg/3Tc in adulti naïve, mai trattati, che vivono con Hiv e mostrano un'efficacia paragonabile a un regime a 3 farmaci anche in persone con bassa conta dei CD4 e alte cariche virali". Dolce è uno studio multicentrico randomizzato, in aperto, che valuta l'efficacia e la sicurezza di Dtg/3Tc in 230 persone con Hiv in stadio avanzato (bassa conta dei CD4 [≤200 cellule/mL]) naïve al trattamento antiretrovirale (Art). Nello studio clinico, i partecipanti sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 a ricevere Dtg/3Tc (n=152) o Dtg+Tdf/Xtc (n=77). Le caratteristiche basali dei partecipanti erano simili tra i due gruppi di trattamento e rappresentavano una popolazione di persone con grave immunosoppressione: il 43% aveva una conta CD4 al basale inferiore a 100 cellule/mL, il 61% una carica virale (VL) al basale superiore a 100.000 copie (c)/mL e il 23% aveva una VL al basale molto alta, superiore a 500.000 copie (c)/mL. L'endpoint primario dello studio era la percentuale di soggetti con VL "E' incoraggiante vedere ulteriori nuovi dati che continuano a supportare l'efficacia e la sicurezza dei regimi a 2 farmaci rispetto ai tradizionali regimi a 3 farmaci - sottolinea Pedro Cahn, direttore scientifico della Fundación Huésped e ricercatore dello studio Dolce - I risultati forniscono agli operatori sanitari una maggiore fiducia nella prescrizione di Dtg/3Tc e sono risultati importanti per le persone che vivono con l'Hiv che assumono farmaci per sopprimere il virus". Un'analisi post-hoc ha riportato che Dtg/3Tc era non inferiore alla terapia a 3 farmaci (differenza di rischio aggiustata del 2,0%). Lo studio ha anche dimostrato che le misure secondarie di efficacia del declino della carica virale, del tempo alla soppressione virale e del recupero dei CD4 erano simili tra i bracci. L'efficacia per categorie di carica virale al basale è risultata simile in entrambi i bracci, compresi quelli con carica virale basale superiore a 500.000 copie, con il 74% nel braccio Dtg/3Tc e il 67% nel braccio Dtg+Tdf/Xtc che hanno ottenuto successo virologico. La variazione della conta mediana dei CD4 dal basale alla settimana 48 ha mostrato un aumento di 200 cellule/mL nel braccio Dtg/3Tc e un aumento di 177 cellule/mL nel braccio a triplice terapia. La sicurezza fino alla settimana 48 è stata paragonabile in entrambi i bracci e coerente con i profili di sicurezza noti e ha mostrato tassi simili di eventi avversi gravi (Sae) e sindrome infiammatoria da ricostituzione immunitaria tra i bracci. Anche il tasso di interruzione in entrambi i bracci è stato simile (Dtg/3Tc = 12,8%; Dtg+Tdf/Xtc = 6,8%).
(Adnkronos) - Importante traguardo per il Centro studi del consiglio nazionale degli ingegneri. L’istituzione, infatti, compie quest’anno 25 anni e il Cni ha deciso di celebrare questa significativa ricorrenza attraverso un evento che si terrà a Roma il prossimo 15 novembre. La storia del Centro studi CNI si è intrecciata con una lunga stagione di trasformazione e crescita del sistema ordinistico e del nostro Paese. A metà degli anni ’90 il Cni aveva avvertito la necessità di dare vita ad una svolta rispetto alle evoluzioni che erano in atto sia all’interno del sistema ordinistico che nel sistema economico e sociale del Paese. L’ingegneria diventava sempre più “poliedrica” con l’affermarsi di nuovi ambiti di specializzazione. Tuttavia, il sistema ordinistico era messo in discussione e visto sostanzialmente come un ostacolo al libero dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali e di mercato. Da allora il Cni ha cercato di intercettare e di comprendere i cicli evolutivi del paese, con il preciso intento di acquisire un più marcato status di corpo sociale intermedio e di organismo di rappresentanza in grado di cogliere le istanze degli iscritti all’Albo e di interloquire in modo autorevole con le Istituzioni, con le forze politiche e con numerosi altri attori del contesto economico. Il Centro Studi ha accompagnato il Cni in questo percorso di crescita e di affermazione come organo di tutela degli interessi collettivi e come organo di rappresentanza degli iscritti all’albo e dell’ingegneria nel suo complesso. C’era poi un obiettivo che andava ben oltre l’istituzione del Centro Studi. Chi governava allora il Consiglio nazionale degli ingegneri si proponeva di diventare struttura di rappresentanza della classe dirigente. Per esserlo davvero, però, era necessario possedere conoscenza, competenza e capacità di visione, doti che certamente ai ranghi dell’ingegneria italiana non sono mai mancate. In questo senso, il Centro Studi ha rappresentato un supporto determinante. Con le sue analisi e i suoi rapporti è riuscito a scandagliare i molteplici fenomeni che hanno attraversato la società, contribuendo ad elaborare le migliori strategie per affrontare il futuro degli ingegneri. “Ormai da 25 anni il Centro Studi accompagna e supporta il Consiglio Nazionale nella sua attività politico-istituzionale – dice Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni- l’adeguata rappresentanza dei nostri iscritti e, più in generale, dell’ingegneria italiana deve appoggiarsi necessariamente sulla conoscenza puntuale dei fenomeni e delle tendenze che attraversano il Paese, nelle sue diverse fasi storiche. In questo senso, le analisi e i rapporti del Centro Studi per noi hanno rappresentano e continueranno a rappresentare un elemento irrinunciabile”. “Quello che celebriamo quest’anno è un anniversario importante che rappresenta contemporaneamente uno sguardo sulla strada percorsa e uno stimolo per l’avvenire", afferma Gianni Massa, presidente della Fondazione Cni. "La cultura tecnica e le rappresentanze di categoria hanno necessità, per continuare a costruire il ruolo di congiunzione tra professione e politica, di approfondimento scientifico e di valutazioni di impatto sociale, economico e professionale. In questo senso, il Centro Studi offre un supporto indispensabile”, spiega ancora. “I 25 anni del Centro Studi rappresentano un momento di riflessione importante per tutta la categoria – dice Marco Ghionna, presidente del Centro studi Cni - guardare con l'esperienza del passato, il presente e il futuro sarà un esercizio molto importante ed utile per tutti gli ingegneri. L’evento è un momento di osservazione dei nostri motivi identitari con sguardo socio-filosofico, proprio per apprezzarne confini differenti. Un traguardo importante e di tutti”. L’evento celebrativo, che avrà per titolo 'Un lungo percorso guardando al futuro. 25 anni di Centro studi Cni', prenderà avvio con i saluti del presidente del Cni Angelo Domenico Perrini, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, del Vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e del Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami. In seguito Gianni Massa, Presidente della Fondazione CNI, introdurrà uno spazio di riflessione dedicato ai professionisti e all’idea di classe dirigente cui parteciperanno Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, e il filosofo Silvano Tagliagambe. Quindi spazio alle testimonianze con gli interventi dei past president del Centro Studi Paolo Stefanelli, Romeo La Pietra, Luigi Ronsivalle e Giuseppe Maria Margiotta. Infine, ci si proietterà verso il futuro dell’istituzione con gli interventi di Ylenia Colella del Network Giovani Ingegneri e dell’attuale Presidente del Centro Studi Marco Saverio Ghionna. L’appuntamento è per venerdì 15 novembre a partire dalle ore 15 presso lo Spazio Eventi “La Lanterna” in Roma.
(Adnkronos) - Negli ultimi 6 anni risparmiati 329 milioni di litri di acqua attraverso una gestione responsabile e sostenibile dei processi industriali; fronte packaging, nel 2023, sono state utilizzate 12.950 tonnellate di R-Pet, il 79% in più rispetto al 2022 mentre, per la logistica sostenibile, in Italia il 71% dei prodotti viene trasportato su mezzi a ridotto impatto ambientale. Sanpellegrino, azienda del settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche, adotta un modello di business che mette la sostenibilità al centro delle proprie attività: il Gruppo - si legge in una nota - si prende cura dell’acqua attraverso la tutela dei territori e della biodiversità, per contribuire allo sviluppo delle comunità in cui opera, e ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. “La sostenibilità è da sempre parte integrante della nostra cultura aziendale perché abbiamo la responsabilità di preservare una risorsa preziosa come l’acqua, e portarla sulle tavole dei nostri consumatori. Il nostro modello di business si basa, quindi, su una crescita sostenibile nel rispetto dell’ambiente e delle risorse per promuovere un futuro di qualità per le persone, le comunità e il Pianeta. Proprio per questo ci impegniamo a sviluppare progetti capaci di amplificare l’impatto positivo delle nostre attività e di ridurre allo stesso tempo la nostra impronta ecologica - ha dichiarato Michel Beneventi, amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino - Per genere un reale e crescente impatto positivo coinvolgiamo anche tutti i nostri stakeholder in un percorso di sostenibilità condiviso. Questo approccio ci ha consentito di confermare, se non addirittura di migliorare, anno dopo anno, le performance dei principali indicatori della gestione responsabile della nostra azienda, in particolare il nostro impatto ambientale, la catena di fornitura, la logistica e il packaging”. Il Gruppo Sanpellegrino, in particolare, si impegna a gestire la risorsa idrica in modo responsabile e sostenibile per preservarla e renderla disponibile per le generazioni presenti e future. Un impegno che si concretizza anche nella volontà di certificare entro la fine del 2025 tutti i suoi stabilimenti secondo lo standard internazionale Aws (Alliance for Water Stewardship). La certificazione riconosce e premia, infatti, il modo in cui le imprese si prendono cura dell’acqua attraverso il rispetto del bilancio idrico, la partecipazione attiva nella gestione efficace e sostenibile delle risorse idriche locali e l’identificazione e lo sviluppo di progetti fondamentali per la loro salvaguardia. A oggi sono stati certificati i siti produttivi di Ruspino e Scarperia in cui vengono imbottigliati i due brand internazionali di acqua minerale, S.Pellegrino e Acqua Panna. Lo stabilimento di Cepina otterrà la certificazione nei prossimi mesi e San Giorgio in Bosco entro la fine del 2025. Sanpellegrino sviluppa interventi di tutela dell’acqua che si estendono anche ai bacini idrici dei territori in cui sono presenti i suoi siti produttivi. Sono stati quindi identificati una serie di progetti da sviluppare con università, consorzi e stakeholder locali, i cui risultati vengono misurati attraverso la metodologia del Volumetric Water Benefit Accounting (Vwba) del World Resources Institute. A Cepina Valdisotto (SO), dove è presente lo stabilimento di Levissima, nel 2023 il Gruppo Sanpellegrino ha avviato le operazioni per rigenerare i pendii boschivi colpiti dalla tempesta Vaia che nel 2018 ha devastato un'area di circa 140 ettari di foresta. Nel Comune di Barberino del Mugello, territorio di origine di Acqua Panna, il Gruppo Sanpellegrino è intervenuto nell’ambito del Progetto Fonte Voltone per il potenziamento dell'acquedotto integrando nel servizio pubblico la sorgente 'Voltone', che attualmente non utilizza e far fronte - fa sapere l'azienda - alla storica difficoltà di garantire l’approvvigionamento idrico alle frazioni montane di Santa Lucia e Monte di Fò. Sanpellegrino ha realizzato anche la condotta di collegamento e si impegnerà a garantire la manutenzione periodica anche in futuro. Mentre nel padovano, dove è presente il sito produttivo di San Giorgio in Bosco, il Gruppo Sanpellegrino, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica del Brenta ed Etifor, ha realizzato uno studio per individuare soluzioni per fronteggiare l’impoverimento delle acque sotterranee del bacino idrico del fiume Brenta dovuto al cambiamento climatico. Sanpellegrino è anche impegnata nella tutela delle risorse naturali dei territori in cui è presente. Un esempio è il progetto 'La fonte della biodiversità di Acqua Panna', sviluppato in collaborazione con Federparchi e la Scuola Sant’Anna di Pisa all’interno della tenuta di Acqua Panna a Scarperia e San Piero, con l’obiettivo di salvaguardarne l’ecosistema e concorrere alla riduzione delle emissioni di CO2. Tra le iniziative sviluppate in quest’area c’è il progetto 'Good Bee' che ha portato alla realizzazione di un Bee Hotel, una struttura in materiali naturali per dare rifugio e creare un contesto favorevole alla riproduzione degli insetti impollinatori. La tutela della biodiversità si integra anche con strategie 'nature based' per la cattura della CO2 che hanno portato all’implementazione di innovative pratiche di agroforestazione all’interno della tenuta, con l’inserimento di alberature e siepi nei campi e lo sviluppo di corridoi ecologici a tutela della biodiversità. Ancora: grazie a progetti per la riduzione, il riutilizzo e il riciclo di acqua nei processi industriali, negli ultimi 6 anni il Gruppo ha risparmiato 329 milioni di litri. Con interventi sulle macchine riempitrici e sui meccanismi di regolazione, l’azienda è arrivata a consumare 0,05 litri di acqua di processo per ogni litro di acqua minerale imbottigliato, in diminuzione rispetto agli 0,07 litri di acqua utilizzati nel 2022. Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, fin dal 2011 tutti i siti produttivi del gruppo utilizzano il 100% di energia elettrica acquistata proveniente da fonti rinnovabili e si dedicano quotidianamente alla riduzione del loro impatto ambientale, focalizzandosi sull'efficienza in tutte le fasi dei processi di produzione e di imbottigliamento. Tale impegno è volto al raggiungimento degli obiettivi di 'zero rifiuti in discarica' e 'zero emissioni inquinanti'. Sul fronte del packaging, nel 2023 il Gruppo ha utilizzato 12.950 tonnellate di R-Pet, il 79% in più rispetto alle 7.246 tonnellate del 2022, riducendo ulteriormente il quantitativo di Pet vergine. Inoltre, dal 2023 tutto il portafoglio Levissima è composto da almeno il 25% di R-Pet, una scelta attuata con due anni di anticipo rispetto all’obbligo di legge previsto dall’Unione Europea. Mentre per Acqua Panna e S.Pellegrino si è raggiunto il 30% di R-Pet su tutta la gamma dei prodotti. Per quanto riguarda i prodotti commercializzati all’estero, l’88% è venduto in paesi dove il Gruppo collabora a iniziative per il riciclo e per la riduzione dei rifiuti dispersi nell’ambiente. Infine, Sanpellegrino si impegna nello sviluppo di una logistica ottimizzata, integrata e innovativa, che utilizzi tutti gli strumenti a disposizione per la riduzione dell’impronta ecologica. Oggi, grazie ai progetti implementati negli anni, il 71% dei prodotti del Gruppo in Italia viene trasportato su mezzi a basso impatto ambientale: il 20% viaggia in treno, il 17% via mare, mentre il 55% dei prodotti trasportati su strada viaggia su mezzi alimentati a Gnl e Bio-Gnl. Nel contesto dell'utilizzo di questi carburanti, anche nel 2023, Sanpellegrino ha collaborato con il Gruppo Maganetti e con Air Liquide per il navettaggio da San Pellegrino Terme all’hub di Madone e con Logistica 1 per la tratta Cepina Valdisotto-Genova, risparmiando complessivamente l’equivalente di oltre 14.100 tonnellate di CO2. Ad aprile 2023, poi, l'inaugurazione del primo camion 100% elettrico a zero emissioni dedicato a Levissima.