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(Adnkronos) - Ha avuto per la ventesima volta confermata la terza Stella Michelin, l'unica di Roma, la città dove, tedesco di nascita ma italiano di adozione, ha scelto di vivere e in cui ancora oggi continua a credere. Chef Heinz Beck mantiene intatta, dopo tanti anni, la stessa passione e lo stesso impegno in cucina, che cerca di trasmettere ai suoi giovani 'allievi'. In questa intervista ad Adnkronos/Labitalia parla della sua 'via' alla ristorazione e, in occasione delle festività, annuncia il piatto che ha preparato. Senza dimenticare progetti e auspici per il nuovo anno. Chef Beck, con la riconferma della terza Stella Michelin, in questo 2025 festeggia vent’anni del massimo riconoscimento gastronomico, avuto per la prima volta nel 2005 e da allora sempre mantenuto. Quale la ‘ricetta’ personale e professionale per restare ai vertici? "Non credo di avere una ricetta unica o specifica, ma tanti ingredienti che lavorano insieme in armonia: la costanza, la disciplina, la capacità di reinventarsi ogni giorno. 'La Pergola' è un luogo straordinario, mantenerla al vertice per così tanti anni richiede un lavoro enorme, un'attenzione quotidiana, una cura costante e una brigata che condivide la stessa passione". La Guida Michelin quest’anno l’ha premiata anche come Chef Mentor. Come vede le nuove generazioni di chef e qual è il messaggio più importante che cerca di trasmettere nel suo impegno per formare giovani talenti? "Il messaggio che ogni giorno cerco di lasciare a tutti i ragazzi che fanno parte del gruppo Beck and Maltese Consulting è lavorare sulla conoscenza e sulla cultura. La conoscenza è uno dei beni più preziosi che abbiamo. Consiglio di essere menti pensanti e di confrontarsi senza mai avere paura di mettersi in gioco e di imparare. L’ascolto è più importante della parola; ascoltare ci permette di arricchire la nostra conoscenza e di crescere". Perché, a suo giudizio, oggi si fa fatica a trovare personale nel mondo della ristorazione? I giovani sono ancora disposti a intraprendere una strada che, indubbiamente, è fatta anche di tanto sacrificio? "Il nostro mestiere è meraviglioso ma richiede sicuramente tanti sacrifici. Oggi, molto spesso, tanti giovani si avvicinano a questo mondo per la visibilità. Per distinguersi e fare la differenza è importate trasformare gli impulsi in passione concreta. I giovani spesso vivono in un contesto sociale che li distrae e li spinge verso obiettivi poco solidi e quello che cerco di fare è aiutarli a mettere a fuoco quello che conta realmente". Ci sono suoi illustri ‘colleghi’ che hanno deciso di chiudere il ristorante, spesso a causa dei costi insostenibili e dei ritmi pressanti di lavoro. Secondo lei, esiste un rischio di crisi per il ‘fine dining’? "Dico spesso che il mondo è in continua evoluzione e, se vogliamo continuare a farne parte, dobbiamo necessariamente saper comprendere le sue dinamiche nel modo più veloce possibile. Credo che sia importante conoscere a fondo le proprie dinamiche interne per poter prendere decisioni consapevoli e, soprattutto, sostenibili. La parte più complessa non è tanto fare la scelta, ma imparare a convivere con tutte le conseguenze di quella scelta". Lei è da 31 anni a Roma e il suo ristorante ‘La Pergola’ è tuttora l’unico Tre Stelle della Capitale. Come ha visto cambiare la città in oltre tre decenni? Cosa ama di più e cosa detesta di questa città? "Negli anni ho visto una città cambiare ed evolversi ma con un’anima che difficilmente ti lascia indifferente con tutti i suoi aspetti positivi e negativi. Il contatto con la cultura gastronomica italiana mi ha profondamente influenzato, al punto da scegliere Roma non solo come luogo in cui lavorare, ma anche come città in cui vivere. Non si può scegliere dove nascere ma si può scegliere dove vivere e io ho subito scelto di vivere qui. Oggi, però, come operatore del mondo della ristorazione e dell’ospitalità, sono consapevole che molte cose sono cambiate e che dobbiamo essere sempre pronti a far fronte a questi cambiamenti cercando di essere proattivi e sempre parte della soluzione". Quanto è importante l’atteso riconoscimento Unesco della Cucina italiana come Patrimonio immateriale dell’Umanità? Come vede l’immagine dell’Italia nel mondo, in particolare dall’Osservatorio privilegiato dei locali con cui lavora? "La cucina ha un valore profondamente radicato nell’identità culturale del nostro Paese. È un simbolo che si tramanda di generazione in generazione e che ha saputo mantenere un ruolo da protagonista nelle vite del passato, del presente e, ne sono certo, anche del futuro. In Italia mangiare è arte in qualsiasi tavola, ogni prodotto è costruito secondo metodo e secondo tradizioni che devono essere valorizzate e protette non solo nel nostro territorio ma soprattutto nel resto del mondo". Siamo a ridosso delle festività, quale sarà il piatto principale che proporrà nel suo menù di Natale e quello nel menù di Capodanno? "Anche quest’anno abbiamo creato tre percorsi diversi: uno per la Vigilia, uno per la sera di Natale e uno per Capodanno. Abbiamo introdotto piatti nuovi, come il cuore di barbabietola alla cenere con tartufo nero, ma anche piatti che richiamano i sapori di casa, come il consommé di cappone e l’agnello. Un equilibrio tra idee nuove e tradizione con il quale vogliamo raccontare al meglio lo spirito delle feste". Guardando al 2026, può svelarci qualche anticipazione sui progetti della Beck and Maltese Consulting, la società che ha fondato insieme a Teresa Maltese? "Abbiamo in cantiere diversi progetti interessanti, sia sul fronte delle nuove aperture - a Venezia, Palermo e in Toscana - sia un bellissimo progetto editoriale dedicato al tema dell’alimentazione e della salute dei bambini. Siamo davvero entusiasti e non vediamo l’ora di dare forma a queste nuove iniziative". E per il 2026, se dovesse esprimere un augurio con un piatto, a cosa penserebbe? "Il primo che mi viene in mente è uno scampo su radicchio Rosa di Gorizia con melograno cotto alla cenere: penso alla delicata bellezza della rosa di Gorizia alla dinamicità e alla freschezza dello scampo e ultimo, ma non per importanza, al melograno, simbolo di buon auspicio".(di Alessia Trivelli)
(Adnkronos) - Nelle case degli italiani che vivono con animali domestici, la pulizia è sempre un momento delicato e in alcuni casi di stress per gli inquilini a quattro zampe. Lo sanno bene i loro proprietari che per il 79%, pari a 8 su 10, dichiarano che durante le faccende di casa il benessere dei pet rimane la priorità assoluta. Questa è una delle prime evidenze emerse dalla nuova indagine promossa da Rowenta e condotta da Ipsos Doxa sul tema 'La vita dei pet in Italia: sfide e soluzioni pet-friendly', uno studio che si concentra su cani e gatti e analizza il tema delle faccende domestiche, intercettando il rapporto degli animali domestici con gli strumenti di pulizia, le sfide e le situazioni più comuni. Per chi ha degli animali, la sfida principale è mantenere l'igiene generale della casa (37%), seguita dalla gestione dei peli (26%). Una condizione, questa, che spinge i due terzi dei proprietari (66%) a passare l'aspirapolvere quasi ogni giorno (69% per chi ha solo cani contro il 55% per chi ha solo gatti). Le zone più difficili da pulire per via dei peli degli animali domestici sono divani e poltrone (33%), seguiti da angoli e spazi nascosti (32%), al terzo posto tappeti e moquette (28%). Inoltre, letti e coperte pesano per il 20%, con incidenza maggiore tra chi possiede solo gatti (28%), notoriamente maestri nel rivendicare come proprio il territorio più comodo della casa. Di fronte a queste difficoltà, emerge una forte richiesta di soluzioni dedicate: quasi 9 intervistati su 10 (89%) si dichiarano infatti favorevoli all'acquisto di accessori per l'aspirapolvere specificamente pensati per chi ha animali domestici, confermando un'esigenza chiara di strumenti più efficaci e, al tempo stesso, rispettosi del comfort dei propri pet. Quando si parla di faccende domestiche cani e gatti hanno un nemico comune: l'aspirapolvere. Alla sua accensione, il 36% degli animali corre in altre stanze, mentre il 27% cerca un nascondiglio. Questo timore è più accentuato nei gatti, tra i cui proprietari la percentuale di chi li vede nascondersi sale al 37%. Non tutti però scappano: un curioso 25% osserva attentamente, mentre il 15% resta indifferente (percentuale che sale al 24% per chi possiede solo cani). I rifugi preferiti durante la fuga sono la propria cuccia (30%, scelta che sale al 45% per i soli cani), lo spazio sotto il letto (29%) e una specifica stanza "sicura" della casa (25%). Terminato il trambusto, la priorità diventa il relax. Il luogo preferito per riposare è il divano (49%), una scelta quasi d'obbligo per i gatti, con una preferenza che balza al 61%. Anche la vicinanza all'umano è fondamentale, risultando un fattore chiave per il 44% degli animali. Ma cosa guida la scelta del loro 'posto perfetto'? In cima alla lista ci sono la comodità e la morbidezza (52%), seguite dal bisogno di sicurezza (48%) e dalla vicinanza al proprietario (44%). Giocano un ruolo importante anche fattori come l'odore familiare (38%) e la ricerca di calore (34%). Dalla ricerca condotta da Rowenta con Ipsos Doxa è quindi emersa la necessità di conciliare benessere umano e dei pet. Per aiutare in questa esigenza, Rowenta propone una gamma di soluzioni aspirazione specificamente pensate per chi vive con gli amici a quattro zampe. Nuovo nato nella gamma di aspirapolvere senza filo X-Force Flex, che si caratterizzano per la flessibilità, la potenza di aspirazione e l’autonomia è Rowenta X-Force Flex 16.60. Questo aspirapolvere senza filo è dotato di una serie di accessori per aspirare più facilmente i peli degli animali che si spargono ovunque e si intrufolano nei tessuti, negli interni delle auto e in molti altri luoghi. Rowenta X-Force Flex 16.60 ha una potenza di aspirazione fino a 315 AirWatt¹ che insieme alla spazzola Neo diventano implacabili contro lo sporco, anche nelle zone poco visibili. Infatti, la spazzola è dotata di luce a Led blu intensa che illumina i pavimenti stanando polvere, peli e capelli in una sola passata. Inoltre, la tecnologia anti groviglio permette di ottenere risultati eccellenti e… senza fastidiosi intoppi. Rowenta X-Force Flex 16.60 è anche dotato di una regolazione automatica della potenza di aspirazione in base al tipo di superficie per un uso ottimale di potenza e autonomia. L’autonomia prolungata, fino a 2 ore con una sola carica, permette di pulire ampie zone senza doversi fermare per ricaricare l’aspirapolvere senza filo: un bel risparmio di tempo e di fatica! Una fatica 'alleggerita' anche grazie al peso contenuto del prodotto, ovvero 1,8kg in modalità aspirabriciole, e un comfort caratteristico della gamma X-Force Flex, inteso come la capacità di piegarsi per pulire anche sotto ai mobili senza richiedere all’utente la fatica di chinarsi. Ancora, la stazione di ricarica indipendente è utile per riporre facilmente gli accessori e caricare l’aspirapolvere. Rowenta X-Force Flex 16.60 gode della riparabilità di 15 anni ad un prezzo equo in uno dei centri di riferimento per il brand. Rowenta X-Force Flex 16.60 consolida quindi le caratteristiche della gamma X-Force Flex, rispondendo alle nuove e più esigenti aspettative di pulizia, per una casa più pulita.
(Adnkronos) - Anche per queste festività, fra dicembre 2025 e gennaio 2026, è previsto un aumento degli imballaggi conferiti in raccolta differenziata dai cittadini italiani. Le prime stime Conai indicano, come per gli anni passati, una crescita dei flussi a fine vita: per plastica e vetro gli incrementi nei conferimenti potrebbero oscillare tra il 4% e il 7%, mentre per la carta l’aumento potrebbe localmente raggiungere punte del 10%. "Le analisi a campione, confrontando i dati degli anni precedenti con le previsioni fornite dai gestori di alcune città italiane, porta a delineare questo scenario - spiega Fabio Costarella, vicedirettore generale Conai - La situazione economica del Paese resta eterogenea e non è semplice prevedere se l’andamento sarà più o meno forte. Ma un aumento dei consumi tra dicembre e gennaio resta fisiologico e rende ragionevole attendersi anche un incremento dei conferimenti in raccolta differenziata. Le previsioni di Confcommercio indicano, ad esempio, che per i soli regali natalizi ogni italiano spenderà in media 211 euro: un incremento dei consumi che porta con sé una maggiore quantità di imballaggi". Come avviene ogni anno, a crescere saranno soprattutto gli imballaggi in carta e cartone, in particolare scatole per spedizioni, confezioni di prodotti natalizi e carta regalo, ma anche quelli in plastica, come film, involucri, vaschette e imballaggi alimentari. Per quanto riguarda il vetro, l’aumento riguarderà soprattutto bottiglie di vino, spumante e liquori, tipiche del periodo delle feste. "In alcuni territori le percentuali potrebbero risultare anche superiori alle nostre stime - prosegue Costarella - Negli ultimi anni l’incertezza economica e i cambiamenti nei consumi hanno reso più complessa l’attività previsionale, ma resta fondamentale che i cittadini conferiscano correttamente gli imballaggi. Il sistema Paese è in grado di gestire senza criticità questi volumi, a condizione che la qualità della raccolta rimanga elevata". Proprio per questo, durante le festività è importante prestare particolare attenzione a come si differenziano i rifiuti. La carta utilizzata per avvolgere i regali è riciclabile e va conferita nella raccolta di carta e cartone, così come le confezioni esterne di pandoro e panettone. Gli scontrini, salvo indicazioni diverse riportate sul retro, devono invece essere gettati nell’indifferenziato perché realizzati in carta chimica. Ma anche carta oleata e carta da forno non sono riciclabili se non espressamente indicato e non vanno conferite con la carta. E ancora: addobbi natalizi, pirofile in vetro borosilicato e ceramiche non devono essere conferiti con gli imballaggi in vetro perché comprometterebbero la qualità della raccolta. Anche i bicchieri di cristallo rotti vanno buttati nell’indifferenziato. "Il cristallo contiene piombo, e pochi frammenti di cristallo compromettono grandi quantità di vetro riciclabile", spiega Fabio Costarella. Le scatole in legno utilizzate per confezionare bottiglie di vino o liquori devono invece essere portate alle isole ecologiche. Infine, per la plastica, giocattoli rotti e oggetti che non sono imballaggi non vanno inseriti nella raccolta differenziata, ma conferiti nel rifiuto indifferenziato o portati nei centri di raccolta. Tutti gli imballaggi in plastica devono essere svuotati prima del conferimento, mentre quelli flessibili è consigliabile schiacciarli per ridurre il volume. "È bene rimuovere le etichette coprenti dai flaconi o dalle bottiglie -aggiunge Costarella - e conferire poi in raccolta differenziata sia l’etichetta sia il flacone o la bottiglia. È un aiuto ai riciclatori, che potranno così gestire meglio gli imballaggi in fase di preparazione per recupero e riciclo". "Con un tasso di riciclo degli imballaggi superiore al 76%, l’Italia si colloca stabilmente tra i Paesi di riferimento in Europa nel campo dell’economia circolare - conclude Fabio Costarella. - Il mantenimento e il rafforzamento di questo risultato richiedono un impegno costante e condiviso, anche nei periodi caratterizzati da un aumento dei consumi. Una corretta raccolta differenziata consente di valorizzare le risorse, sostenere gli obiettivi di sostenibilità e consolidare un modello che il Paese ha progressivamente costruito nel tempo".