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(Adnkronos) - Via libera all'election day, da parte del Consiglio dei ministri. Il decreto elezioni varato dal governo consentirà, già a partire dalle prossime amministrative, il voto in due giorni: domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Per il primo turno delle comunali sono state individuate come date il 25 e 26 maggio, mentre i ballottaggi si svolgeranno l'8 e 9 giugno insieme ai referendum (quattro quesiti sul lavoro, promossi dalla Cgil, e un quesito sulla cittadinanza). La data del primo turno delle amministrative sarà fissata con un decreto del ministro dell'Interno, atteso entro il 31 marzo; l'abbinamento del referendum al ballottaggio, invece, sarà oggetto di un decreto del Presidente della Repubblica. Il dl elezioni contiene novità per i fuorisede: come richiesto dai promotori dei referendum, il governo ha inserito nel provvedimento una norma per favorire la partecipazione al voto di chi si trova temporaneamente lontano dal proprio comune di residenza. Gli elettori domiciliati per almeno tre mesi in una provincia diversa per motivi di studio, lavoro o cure mediche potranno esercitare il diritto di voto nel comune in cui si trovano: la richiesta dovrà pervenire entro 35 giorni prima della data della consultazione. La scelta dell'8-9 giugno per l'election day non piace però ai promotori del referendum e alle opposizioni, che accusano il governo di voler ostacolare la partecipazione popolare. L'election day di giugno "dimostra tutta la paura che l'esecutivo ha per il voto", denuncia il segretario di Più Europa Riccardo Magi, presidente del Comitato promotore del referendum sulla cittadinanza: "Tra le due possibilità, è stata scelta quella più sfavorevole alla partecipazione popolare", attacca il deputato radicale, che aveva chiesto di abbinare il referendum al primo turno delle amministrative, il 25 e 26 maggio. Secondo Magi - che saluta con favore le norme per consentire il voto dei fuorisede - per i promotori dei quesiti "la strada è in salita": "Abbiamo poco più di 80 giorni per rompere il muro del silenzio". Lunedì prossimo i promotori dei referendum incontreranno l'ad della Rai "per porre la gravissima questione dell'informazione ai cittadini sul referendum", a partire "dall'informazione che dovrà essere garantita proprio ai lavoratori e agli studenti fuorisede", aggiunge Magi. Dello stesso tenore le critiche rivolte al governo dal Pd, che parla di "decisione pilatesca, fatta con l'unico obiettivo di affossare la partecipazione popolare". Angelo Bonelli di Avs, invece, punta il dito contro il "sabotaggio della democrazia" da parte del Cdm e sottolinea come la destra "abbia paura del voto e non voglia favorire la partecipazione", avendo "accuratamente evitato di fissare la data del referendum al primo turno, dove maggiore sarebbe stata l'affluenza". Il ministro degli Affari europei Tommaso Foti difende la decisione del governo di far celebrare la consultazione referendaria insieme ai ballottaggi delle amministrative, e non al primo turno. Così "è sempre stato", commenta l'esponente di Fratelli d'Italia, rimarcando come l'affluenza dipenda dai quesiti e non dai giorni: "I temi importanti si affrontano sempre al di là dei giorni" in cui si vota, le parole di Foti. Una lettura confutata da Magi: "Non so dove Foti abbia vissuto... Storicamente - osserva il segretario di Più Europa - i referendum nel nostro Paese sono stati 'fottuti' esattamente con la scelta estiva, alla fine dell'anno scolastico, quando c'è una maggiore mobilità delle famiglie. Questa è la storia di questo Paese". Nel decreto approvato oggi in Cdm sono previste anche misure per migliorare la gestione del voto e proteggere il sistema da eventuali attacchi informatici: a tale scopo, il governo ha previsto uno stanziamento di 2,4 milioni di euro per il Sistema Informativo Elettorale (Siel). I fondi, suddivisi in 800mila euro all'anno dal 2025 al 2027, saranno utilizzati per potenziare la sicurezza, acquisire nuovi server e creare un sistema alternativo di trasmissione dati, con hub territoriali in grado di garantire la continuità operativa anche in caso di malfunzionamenti.
(Adnkronos) - "Con il taglio dei tassi della Bce, il mercato immobiliare cambia di nuovo le carte in tavola. Nel 2025 meglio restare in affitto o comprare casa? E' la domanda che milioni di italiani si pongono, soprattutto in un momento in cui i tassi di interesse scendono ancora una volta, sotto la spinta della Banca Centrale Europea. Il 6 marzo 2025 è arrivato il sesto taglio consecutivo da giugno scorso di 0,25% punti base, che ha portato il tasso sui depositi al 2,5%". A spiegare lo scenario attuale è Corrado Sassu, agente immobiliare founder della Corrado Group e protagonista di 'Casa a prima vista'. "Con questa mossa della Bce il costo del credito inizia a scendere, rendendo i mutui più accessibili rispetto agli ultimi due anni. Chi negli ultimi mesi ha rimandato l’acquisto per paura di rate troppo alte puntando all’affitto, ora potrebbe trovarsi davanti a condizioni più favorevoli. E il mercato potrebbe riaccendersi in fretta", spiega. "A Roma - sottolinea - il costo medio degli affitti ha raggiunto circa 18 euro al metro quadro, registrando un incremento dell'11,4% rispetto al 2024. Con una media che ha ormai superato i 1.500 euro al mese per un trilocale nelle zone semicentrali come Flaminio, Parioli e Prati e che tocca anche i 3.200 euro nelle aree più richieste come il centro storico, sempre più persone stanno valutando l’acquisto. Soprattutto in questo momento, con il Giubileo in corso, pagare un mutuo è diventata un’opzione più vantaggiosa nel lungo periodo. Oggi, chi paga circa 1.200 euro al mese per un bilocale, potrebbe con la stessa cifra, e anche con meno, coprire la rata di un mutuo e costruire un investimento per il futuro". Con il nuovo taglio dei tassi, infatti, chi acquista per esempio un immobile da 250.000 euro con un mutuo all’80% (quindi 200.000 euro di finanziamento) e un tasso fisso al 2,5% su 25 anni, si troverebbe a pagare una rata mensile di circa 897 euro. Una cifra ben inferiore alla media degli affitti nella Capitale. Quindi conviene davvero comprare casa nel 2025? La risposta dipende dalla durata della permanenza in una città e dalla liquidità iniziale a disposizione. "Chi ha in programma di restare nello stesso luogo per almeno 7-10 anni e può contare su un capitale iniziale - avverte - dovrebbe seriamente prendere in considerazione l’acquisto. Comprare casa richiede almeno il 20% del prezzo dell’immobile come anticipo, oltre a spese notarili, tasse e costi accessori. Questo è il momento giusto per guardarsi intorno". Il 2025 potrebbe essere quindi l’anno della svolta per chi sogna di smettere di pagare l’affitto. Ma attenzione: "ogni decisione va ponderata con calma, ma il consiglio principale è non farsi guidare solo dalle paure o dalle tendenze del momento. Il mercato immobiliare è ciclico: chi sa cogliere le opportunità al momento giusto, ne trae il massimo vantaggio", conclude Sassu.
(Adnkronos) - Il Gruppo Dolomiti Energia ha preso parte alla terza edizione di Key - The Energy Transition Expo (alla Fiera di Rimini, dal 5 al 7 marzo), l’evento di riferimento in Italia dedicato al presente e al futuro dell’energia, fra tecnologie e soluzioni per la transizione energetica, strategie per il clima e rinnovabili. "Noi portiamo l'esperienza di una società che è focalizzata solamente sulle rinnovabili, che ha fatto e operato una scelta particolare che continuiamo a perseguire. Siamo il primo operatore di sole rinnovabili in Italia e vogliamo continuare a crescere in questo settore e a integrare la catena del valore. Quindi vogliamo essere presenti su tutti i pezzi della catena del valore del settore energia, dalla produzione all'energy management, alla commercializzazione e a tutti i nostri clienti. E a crescere in maniera coordinata fra i vari settori in modo da avere una copertura automatica all'interno del gruppo fra la produzione e il consumo", spiega Stefano Granella, Ceo di Dolomiti Energia. In Fiera sono state presentate le soluzioni integrate che il Gruppo propone per guidare la transizione energetica di imprese, aziende energivore, pubbliche amministrazioni, enti e clienti domestici in tutta Italia. Con attenzione a efficienza energetica, forniture energetiche innovative, rinnovabili, flessibilità energetica, ottimizzazione dei consumi, uso consapevole delle risorse. Alla lunga storia di sostenibilità del Gruppo si sono aggiunte di recente tre importanti tappe. Il Gruppo è, infatti, il primo player nazionale con un portafoglio di impianti 100% rinnovabili tra i vincitori delle aste del Capacity Market 2026 di Terna, introdotto per favorire la decarbonizzazione e assicurare la stabilità del sistema elettrico italiano. Inoltre, in ottica di diversificazione ulteriore della produzione rinnovabile e per consolidare la propria posizione tra le grandi multiutility italiane (il Gruppo è quarto produttore italiano di energia idroelettrica), il Gruppo ha di recente perfezionato una partnership strategica con il Gruppo Ivpc, attivo nel settore delle energie rinnovabili in Italia, per ampliare la generazione da eolico e fotovoltaico. La prima iniziativa di successo nata da questa partnership è la recente messa in esercizio di un nuovo impianto fotovoltaico ad Apricena in Puglia. Infine, il Gruppo ha dato vita al progetto Renewability, prima community remota di prosumer in Italia. È un modello di consorzio che offre alle aziende l’opportunità di investire in impianti di produzione da fonte rinnovabile e di approvvigionarsi dell’energia prodotta dai propri impianti, svincolandosi dall’andamento dei prezzi dell’energia. In qualità di aggregatori nell’ambito del meccanismo Energy Release 2.0, Dolomiti Energia mette a disposizione una capacità produttiva di energia rinnovabile, grazie ad impianti di prossima realizzazione.