(Adnkronos) - Un lunghissimo applauso ha accolto all'uscita dalla chiesa il feretro di Pippo Baudo, al termine dei funerali a Militello in Val di Catania. La figlia Tiziana ha accompagnato la salma in lacrime. Le migliaia di persone assiepate dietro alle transenne in piazza di Santa Maria della Stella hanno accolto la bara al grido di “Pippo, Pippo”. Il feretro, dopo i funerali, ha lasciato la piazza per raggiungere il cimitero comunale, dove il presentatore verrà tumulato nella cappella di famiglia. Il corteo funebre è stato accompagnato per un lungo tratto da un lungo applauso lungo le vie di Militello. A presiedere la funzione religiosa è stato il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, insieme a sedici sacerdoti concelebranti. "Il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nell'animo di Pippo. Soprattutto nel coraggio manifestato in più circostanze contro la mafia, un male da estirpare secondo lui, ricercando sempre e comunque la legalità", ha detto don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, nella sua omelia, citando il testo delle Beatitudini: 'Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati'. Ricordando il loro ultimo incontro per l'assoluzione e l'estrema unzione, don Albanese ha rivelato: "Nel momento in cui gli ho chiesto se potessi comunicargli il corpo di Cristo, lui mi ha guardato ed ha pianto. Mi ha ripetuto per ben tre volte 'grazie, grazie, grazie'". Pippo Baudo ha lasciato una testimonianza di "umanità, generosità e passione", ha "conosciuto il favore del pubblico e la gioia di entrare, con garbo e competenza, nelle case di milioni di italiani. Ma al di là dei programmi e degli applausi, ciò che resta è la sua capacità di comunicare vicinanza, di dare spazio a tanti artisti e di custodire rapporti sinceri - ha sottolineato il sacerdote nell'omelia - Molti lo ricordano come uomo generoso, discreto, pronto ad aiutare senza clamore. Nel nascondimento spesso". "Non sono beati i potenti o i ricchi, ma i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore (cfr. Mt 5). A questo proposito - ha aggiunto don Albanese - ricordiamo che la povertà di cui si parla in questo manifesto del Cristianesimo non è la mistica della miseria, ma l'affermazione della condivisione. E non v'è dubbio che questo è stato un tratto caratteristico della vita di Pippo". "Poco prima di morire, mi ha confidato che il successo (e lui, come sapete, ne ha avuto tanto) non basta a riempire il cuore... Il successo non basta a rendere felici! Questa è una parola di verità che risuona in sintonia con il Vangelo", ha sottolineato ancora don Albanese. Il padre spirituale di Baudo si è soffermato anche sulla "speranza, che non può essere intesa come banale sentimento, ma innanzitutto e soprattutto come virtù! Pippo - ha detto don Albanese - questa convinzione, nei mesi di clausura al Campus Biomedico, prima del decesso, l'aveva chiara e credo sia il conforto più rilevante per coloro che si sono dimostrati negli anni come i suoi cari amici", ha sottolineato, prima di ricordare i suoi familiari (in primis, la figlia Tiziana e il figlio Alessandro, ma anche "la sua assistente Dina che in questi mesi, anni di malattia è stata il suo vero angelo custode"). Poi, nel ricordare "i tanti amici, concittadini di Militello, colleghi, artisti e persone del mondo dello spettacolo che oggi ne piangono la scomparsa", ha aggiunto: "Possano custodire non solo il ricordo dei successi, ma soprattutto la testimonianza di umanità, generosità e passione che Pippo ha lasciato in loro". Quasi sussurrate le parole di Dina Minna, la storica segretaria di Pippo Baudo, che ha accompagnato il feretro da Roma fino a Militello, e oggi è rimasta accanto al feretro fino alla chiusura della camera ardente: "Ho perso un padre... Abbiamo lavorato insieme per più di 35 anni, quasi 36. Ancora non mi rendo conto che non ci sia più...". Il sindaco di Militello ha voluto salutare il grande conduttore tv, prendendo la parola durante il funerale, dopo l'omelia. Pippo Baudo "è stato l'Enrico Mattei della Rai", ha detto Giovanni Burtone. Baudo, ha sottolineato il sindaco, "ha saputo contribuire, ha cercato di far passare il pensiero di un Mezzogiorno che non si deve mai rassegnare. Che deve lottare, che deve aiutare le forze dell'ordine, contro la mafia, per lo sviluppo. Pippo era un siciliano, un uomo del Sud senza cappello in mano, ma consapevole del protagonismo che avrebbe dovuto avere la nostra terra. Era un uomo che aveva la schiena dritta, la testa alta. E noi lo abbiamo considerato un nostro familiare", ha aggiunto. Burtone ha anche rivelato che lo scorso 7 gennaio il presidente Mattarella lo avrebbe voluto in prima fila, "per salutarlo per primo", nella sua visita a Militello per l'inaugurazione dell’Istituto Omnicomprensivo 'Pietro Carrera'. "lo avevamo concordato con il presidente perché Pippo rappresenta Militello, ma Pippo rappresenta il paese, rappresenta l'Italia migliore. Ecco perché quel giorno l'abbiamo aspettato. Ma una grave sindrome influenzale non ha permesso a lui di essere qui, nella sua città". Il sindaco ha raccontato anche l'ultima telefonata avuta con Baudo, "il 22 di aprile di quest'anno, due giorni dopo il riconoscimento di Militello Borgo dei Borghi". "L'ho chiamato, era in macchina. Ho detto Pippo sei contento? E ho sentito che lui rideva. Gli ho detto che la presentatrice aveva annunciato che aveva vinto Militello in Val di Catania, un borgo siciliano e il paese di Pippo Baudo. Quando gli ho detto che in questi primi 25 anni del terzo millennio abbiamo raggiunto con Militello risultati importanti, lui mi ha dato quasi un testamento. Ha detto: continuate, continuate ad impegnarvi. Cerchiamo di dare il massimo per Militello". "La prima volta che ho sentito parlare di Pippo Baudo avevo nove anni e abitavo in Sicilia - il ricordo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, arrivando in chiesa - Mio cugino Mario, che organizzava la festa della Matricola a Paternò, parlando con mio fratello Vincenzo, disse 'Dobbiamo invitare a presentare uno spettacolo quel Pippo Baudo, te lo ricordi, è un presentatore che farà strada'. Io avevo nove anni poi il suo nome lo hanno imparato tutti gli italiani" (VIDEO). Presente alle esequie il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani: "La Sicilia oggi ha reso omaggio a uno dei suoi figli più illustri. Pippo Baudo è stato un protagonista assoluto della cultura e dello spettacolo italiano, ma ha sempre custodito con orgoglio le sue radici e l’amore per Militello. La nostra terra gli è profondamente grata e la presenza qui di migliaia di persone è la più alta testimonianza dell’affetto e della stima che lo circondano. Baudo è stato testimone di professionalità, competenza, passione, in una carriera fondata sul merito e sulle capacità personali. Qualità che ha saputo riconoscere anche in molti giovani talenti che ha scoperto e lanciato in tutto il Paese e nel mondo. Rimarrà un esempio da seguire per tutti noi, per tutti i siciliani. Alla sua famiglia e a tutti coloro che ne piangono la scomparsa giunga il cordoglio e l’abbraccio della Regione Siciliana". "Credo che oggi ricordiamo la persona. Fino a poco fa abbiamo ricordato il grande artista, quello che è stato definito giustamente il gigante dello spettacolo, della cultura perché per me è stato un grande uomo di cultura”, ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, arrivando in chiesa (VIDEO). “Oggi siamo qui, in mezzo alla sua gente, nel suo paese che lui amava tanto, era molto legato ai suoi genitori, voleva molto bene alla sua comunità. Siamo qui per ricordare, stringerci intorno alla sua famiglia e a lui come persona, perché poi alla fine a volte il personaggio schiaccia la persona e noi oggi siamo qua per Pippo, non per Pippo Baudo. Io credo che qui c'è la sua gente: lui per questa comunità ha fatto tantissimo, ha portato il nome di Militello nel mondo. Oggi ho fatto il viaggio assieme ad Al Bano e tutti noi conosciamo Militello in Val di Catania". "Io sono stato qui nel 1974, Pippo voleva che io venissi a cantare nel suo paese. La mia risposta ovviamente fu strapositiva. E tornare oggi è una tripla emozione, perché ripercorro tutto quello che abbiamo fatto insieme. Tante cose...", le parole di Al Bano tra le lacrime (VIDEO). Presenti alle esequie, tra gli altri, Gigi D'Alessio e Michele Guardì. La temperatura sfiorava i 35 gradi e in molti all'esterno hanno cercato riparo all'ombra. Un carabiniere in alta uniforme in servizio al Santuario ha avuto un malore per il caldo ed è svenuto. Il carabiniere è stato portato via in ambulanza. “Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto all'uscita della camera ardente don Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi. "Se Pippo Baudo ha detto tutto quello che voleva dire ai suoi figli? Quello che posso dirvi è che mi ha detto solo di ricordare i suoi figli e che gli ha voluto bene. Devo dire che lo ha ripetuto costantemente. Mi diceva: 'Forse a volte non ci sono riuscito, ho fatto fatica a essere esplicito, ma ho sempre voluto bene ai miei figli'", le parole di don Giulio parlando con i giornalisti. "La ragione fondamentale per cui Pippo Baudo è ritornato a Militello è perché qui, a Militello, ci sono le sue radici e lui esprimeva un debito di riconoscimento nei confronti di questa città, che non solo gli ha dato i natali ma, dal punto di vista valoriale, lo ha forgiato e formato", ha detto il padre spirituale di Pippo Baudo. In un comunicato diffuso dopo i funerali di Pippo Baudo, l'ad della Rai, Giampaolo Rossi scrive: "La sua Rai gli ha reso l’omaggio che meritava, con l’amore e la dedizione che solo questa azienda sa mettere nei momenti che contano, quando il racconto della tv diventa racconto collettivo. Dalla notizia della morte, sabato sera, in poche ore, la Rai ha saputo ricordare Pippo Baudo con edizioni straordinarie, cambi di palinsesto televisivi e radiofonici, dirette, speciali, video evocativi sui social, copertura web". "In una notte, nel Teatro delle Vittorie, nel luogo dove Pippo ha scritto alcune delle pagine memorabili della nostra tv - ricorda Rossi - è stata allestita la camera ardente che non è stata solo il luogo che avrebbe accolto le sue spoglie, ma un viaggio multimediale attraverso la sua carriera e attraverso il nostro immaginario. Perché la Rai era la sua casa e lui ha fatto della Rai la casa degli italiani". "La famiglia di Pippo Baudo - aggiunge l'ad Rai - mi ha chiesto di rivolgere a tutti voi il ringraziamento più sincero per l’affetto e l’amore mostrati. Io aggiungo il mio per il grande lavoro fatto: a quelli che hanno interrotto le loro ferie per esserci e per dare una mano, a quelli che l’hanno fatto da remoto, a quelli che non si sono risparmiati perché tutto fosse misurato e perfetto". "Uscire di scena nei tempi giusti è un gesto artistico e Pippo Baudo, come ha ricordato qualcuno, l’ha fatto di sabato sera in prima serata, come si addice ai grandi personaggi dello spettacolo. La Rai ha risposto allestendo per lui un palcoscenico di commiato commovente per accompagnarlo nella memoria della nostra Nazione", conclude Rossi.
(Adnkronos) - Migliora, anche se di poco, la situazione del mercato del lavoro in Italia. Secondo gli ultimi dati Istat, infatti, il tasso di occupazione è in crescita soprattutto per i professionisti che operano nei settori ad alta specializzazione e ad elevato contenuto tecnologico, tecnico e scientifico. A confermarlo Alessandro Rosati, Ceo di Agap2, multinazionale specializzata nella consulenza in ambito ingegneristico e It: “Questi primi sei mesi del 2025 stanno evidenziando una certa vivacità che, secondo i dati elaborati dal nostro osservatorio, si confermerà anche nel prossimo futuro". "Le maggiori opportunità di carriera e occupazione - spiega - si concentrano in ambito Oil & Gas, delle biotecnologie o dell’aerospazio e i professionisti più richiesti sono gli ingegneri chimici, meccanici, elettronici, ma anche gli esperti in cybersicurezza e gli sviluppatori software. Sebbene il contesto economico generale resti complesso, crescono sia le possibilità occupazionali sia la fiducia di imprese e professionisti. È un segnale importante che ci lascia intravedere prospettive incoraggianti per il futuro”. “In un panorama occupazionale in continua evoluzione e sempre più competitivo - afferma Alessandro Rosati - le competenze tecniche e digitali si confermano come leve strategiche e indispensabili per accedere a nuove opportunità di lavoro e di carriera. Diventa cruciale, quindi, per lavoratori e aziende, investire nella formazione e nella valorizzazione delle competenze per favorire una crescita solida e avere a bordo persone motivate. Non dimentichiamo, infatti, che ormai ai dipendenti non basta più avere un buono stipendio, naturalmente sempre molto importante, ma occorrono anche interessanti opportunità di carriera e un ambiente di lavoro stimolante, capace di valorizzare il contributo individuale. Le imprese che sapranno cogliere queste esigenze e adattarsi alle nuove aspettative saranno quelle in grado di attrarre e trattenere i migliori talenti, costruendo così un vantaggio competitivo a lungo termine”. Ed ecco le opportunità per i profili ad elevata specializzazione di ingegneri e specialisti It. -Il cyber security engineer è una figura chiave nella protezione dei sistemi informatici aziendali. Si occupa di progettare, implementare e monitorare soluzioni di sicurezza per prevenire attacchi informatici e proteggere dati sensibili. Lavora per garantire che reti, software e infrastrutture digitali siano sempre sicuri, contribuendo a ridurre i rischi e a mantenere la continuità operativa delle organizzazioni. -Lo sviluppatore software è il professionista che progetta, scrive e aggiorna programmi e applicazioni digitali. Traduce le esigenze aziendali e degli utenti in soluzioni tecnologiche funzionali e intuitive. Lavora a stretto contatto con altri team per garantire che i software siano efficienti, sicuri e facili da usare, contribuendo all’innovazione e alla crescita digitale dell’organizzazione. -Il project engineer nel settore Oil & Gas gestisce gli aspetti tecnici dei progetti legati all’estrazione, trasporto e trasformazione di petrolio e gas naturale. Supervisiona la progettazione degli impianti, coordina fornitori e team tecnici, e assicura che ogni fase del progetto rispetti tempi, budget e normative di sicurezza. È una figura centrale per garantire l’affidabilità, l’efficienza e la sostenibilità degli impianti energetici. -Il progettista elettrico si occupa della progettazione e dello sviluppo di impianti e sistemi elettrici, nel rispetto delle normative di sicurezza e degli standard tecnici. Analizza le esigenze del progetto, elabora schemi elettrici e coordina le attività tecniche per garantire soluzioni affidabili ed efficienti. Il suo contributo è essenziale per realizzare impianti funzionali, sicuri e sostenibili in ambito civile, industriale o infrastrutturale. -L’ingegnere di processo analizza, progetta e ottimizza i processi produttivi, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza, la qualità e la sostenibilità. Lavora su impianti industriali complessi, identificando soluzioni tecniche per ridurre sprechi, aumentare la produttività e garantire il rispetto delle normative. È una figura strategica per l’innovazione e il miglioramento continuo dei sistemi di produzione.
(Adnkronos) - “Il Programma Emtn è molto importante perché sancisce il ritorno a raccogliere capitali in Italia, rafforzando il mercato dei capitali italiani che negli ultimi anni ha sofferto l'emorragia verso mercati esteri. L'Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi. Riteniamo che il rimpatrio in Italia sia la mossa giusta negli interessi di Iren e del sistema economico italiano”. Sono le dichiarazioni di Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. Un ruolo importante è riservato alla sostenibilità. “Il denaro che raccogliamo sul mercato - prosegue Dal Fabbro - serve per aumentare gli investimenti sulla resilienza ambientale, sul rafforzamento delle reti idriche, sull'efficientamento del parco termoelettrico, il fotovoltaico, l'eolico. Alimentiamo progetti che devono essere sostenibili e che aumentano la resilienza ambientale. Siamo convinti che si tratti di un buon investimento che, da un lato, offre rendimento agli azionisti e dall’altro rende l’azienda più solita. Investire nella sostenibilità non è un peso, ma una grande opportunità di rendere le aziende più solide”. Nella scelta di procedere all’emissione di nuovi titoli obbligazionari ha influito la semplificazione burocratica e normativa: “È stato fatto un grandissimo lavoro di semplificazione da parte di Borsa Italiana e Consob - aggiunge - questo è uno degli elementi che ci ha indotto a investire. Faccio i complimenti al team di Consob e di Borsa Italiana. Grande lavoro a beneficio di emittenti come la nostra e di tutte le imprese italiane. L’Italia deve tornare a fare industria, nel nostro Paese abbiamo una iper finanziarizzazione del sistema italiano, ma facendo industria ci saranno soldi per alimentare la finanza”. Infine una considerazione sul nucleare: “Il nucleare è un orizzonte molto lungo. Per fare una centrale nucleare ci vogliono tra i 10 e i 15 anni. Il suggerimento che darei a chi parla di nucleare è di sopravvivere nei prossimi 5-10 anni facendo quello che è possibile e in parallelo studiare le migliori forme per produrre energia elettrica sostenibile e sicura., con tutte le fonti, nessuna esclusa” conclude Dal Fabbro.