JobItalia spaAgenzia per la ricerca, selezione e somministrazione di personale per l'industria e il terziario. |
JobItalia spaAgenzia per la ricerca, selezione e somministrazione di personale per l'industria e il terziario. |
(Adnkronos) - Al Bologna di Italiano basta un gol di Castro, appena entrato, all'80' per aggiudicarsi la sfida dei quarti di finale di Coppa Italia con l'Atalanta e regalarsi la semifinale nella competizione dopo 26 anni, dove ora attende la vincente dell'altro quarto di finale tra Juventus ed Empoli. Serata amara per l'Atalanta, finalista l'anno scorso, e Gasperini che aveva confermato tra i pali Rui Patricio, visto l'infortunio di Carnesecchi, e in difesa al fianco di Hien e Djimsiti c'è Toloi. Sulle fasce Zappacosta e Bellanova e in mezzo al campo Ederson e De Roon, mentre in attacco Pasalic e De Ketelaere alle spalle di Retegui. Italiano, invece, opta per un leggero turnover con Holm al posto di De Silvestri come terzino destro insieme a Lykogiannis, Lucumì e Beukema a proteggere Skorupski. Pobega sostituisce Moro al fianco di Freuler in mediana e in avanti Dallinga con Ndoye, Odgaard e Fabbian. Gara subito aperta con continui capovolgimenti di fronte tra due squadre in ottima condizione. Al 7' De Ketelaere punta verso la porta ma la conclusione di destro è troppo centrale e Skorupski devia sopra la traversa. Il Bologna risponde al 19' con Odgaard che riceve palla al limite dell'area serve Ndoye che di destro prova la conclusione ad incrociare da posizione ravvicinata ma la palla termina al lato. Ancora Atalanta al 38' con Zappacosta che entra in area ma con il controllo si allunga troppo il pallone perdendone il possesso. Italiano è costretto a cambiare al 40' con Odgaard costretto a dare forfait a seguito di un infortunio al flessore e sostituito da Domìnguez. Al 42' ancora Atalanta pericolosa con Hien che fa tutto da solo e giunto al limite dell'area calcia e sfiora il palo alla sinistra di Skorupski. Nel recupero del primo tempo palla in profondità per Ndoye che arriva sul fondo e sterza per servire l'accorrente Pobega che conclude di potenza impattando sulla difesa avversaria. Ad inizio ripresa ancora la squadra di Gasperini in avanti. Al 51' Djimsiti dalla sinistra punta l'area e mette una palla arretrata per Bellanova che conclude incrociando sul secondo palo ma è prontissimo Skorupski che si allunga e mette in corner. I rososblu rispondono al 60' con Ndoye che serve a centro area Pobega che calcia potente e sfiora il palo alla destra di Rui Patricio. L'Atalanta alza il baricentro e al 62' sfiora il vantaggio con De Ketelaere che controlla e serve Cuadrado ma il sinistro non è preciso. Al 70' Brescianini entra nell'area del Bologna con un doppio passo e libera la conclusione, parata da Skorupski. Gara senza sosta con i felsinei che al 72' spaventano Rui Patricio ma Moro conclude da posizione ravvicinata ma manda alto. Grande occasione per l'Atalanta al 74' con il neo arrivato Maldini, ma l'ex Monza si fa ipnotizzare da Skorupski. La squadra di Italiano aumenta i giri e al 76' Holm parte da destra e si accentra per cercare il sinistro ma Rui Patrico fa buona guardia e mette in corner. All'80' il Bologna passa con Castro che appena entrato in campo raccoglie l'assist perfetto di Lykogiannis su punizione dalla trequarti e di testa insacca anticipando Rui Patricio, per l'1-0. L'Atalanta ci prova fino alla fine ma senza riuscire a superare la retroguardia felsinea e con amarezza deve uscire di scena ai quarti dopo la finale persa lo scorso anno.
(Adnkronos) - Si è aperto, a Vienna, il grande anno dei festeggiamenti per il bicentenario di Johann Strauss. Per tutto il 2025 saranno più di 65 le produzioni per 250 giorni di spettacoli in programma, da concerti di musica classica a performance innovative, balli e operette, mostre e installazioni e ancora proiezioni e sperimentazioni, con la partecipazione di 400 artisti e 40 partner, che coinvolgeranno 69 location in tutti i 23 distretti della capitale austriaca. Nella città che, 200 anni fa, il 25 ottobre 1825, diede i natali a uno dei più famosi compositori del mondo, che vi è vissuto fino alla sua morte, il 3 giugno 1899, ogni angolo è dedicato a questo illustre concittadino. ‘King of Waltz. Queen of Music’ è il claim di questo anniversario perché, se è vero che Strauss è stato ribattezzato il ‘Re del Walzer’, Vienna è di sicuro universalmente riconosciuta come la ‘regina’ della musica. Una città da sempre meta prediletta per il turismo musicale che affronta questo 2025 forte degli ottimi risultati raggiunti nell’anno che si è appena concluso, che ha registrato 18,9 milioni di pernottamenti (+9% rispetto al 2023) e ricavi record, destinati a essere superati in questi 12 mesi grazie a un’offerta culturale che rende Vienna una destinazione ‘must’ per il 2025. E per orientarsi a percorrere un itinerario ideale, arriva in aiuto la App iVie offerta da Austria Tourism, l’Ente nazionale austriaco per il turismo, scaricabile gratuitamente dal sito www.austria.info, che, oltre a una guida per la città, propone diverse passeggiate tematiche tra cui anche quella attraverso 10 luoghi sulle orme di Strauss. Il programma del bicentenario, consultabile sul sito www.johannstrauss2025.at, si articola su tre assi: ‘Pur’, quello centrale, si focalizza sulle composizioni originali di Strauss con le sue melodie eterne e i suoi capolavori proposti in concerti di altissimo livello; ‘Mix’ esplora nuove dimensioni reinterpretando le opere di Strauss in contesti moderni; ‘Off’ invita gli spettatori in un viaggio sperimentale trasformando la musica di Strauss in nuovi formati e dimensioni. A illustrarne gli obiettivi è Roland Geyer, Ceo e direttore artistico di Johann Strauss 2025 Wien: “Vienna è la capitale mondiale della musica e i turisti vengono qui anche per sentire i concerti di Struass. Per questo abbiamo deciso di organizzare e finanziare un grande festival per celebrare il bicentenario, che attirerà moltissimi visitatori, austriaci e stranieri. Un anno cominciato con il tradizionale concerto di Capodanno e che andrà avanti fino al 31 dicembre. In ogni momento dell’anno ci sarà qualcosa da ascoltare e da vedere, fra concerti, spettacoli, mostre e installazioni ispirate a Strauss. Un’occasione importante per riaffermare il ruolo che tuttora Vienna riveste all’apice della cultura e in particolare della musica mondiale”. “Il programma dell’anno - aggiunge - mette in luce il ‘Re del valzer’ da ogni possibile prospettiva, e non mancheranno le sorprese. Una Prima a settimana da offrire agli spettatori, per celebrare tutto lo splendore culturale con cui Vienna è associata”. Dopo il celeberrimo Concerto di Capodanno che ogni 1° gennaio dà il saluto al nuovo anno e che ha aperto anche il bicentenario, nella stessa sala, la Golden Hall, del famoso Musikverein (dove Strauss diresse il ballo inaugurale nel 1870) si è tenuta il 18 gennaio una delle esibizioni di punta di questo speciale 2025, che ha riproposto in modo originale i brani eseguiti nel 1900 proprio in memoria e onore di Strauss. Il Concerto è stato diretto - cosa non frequente - da una donna, Oksana Lyniv, che è ucraina. “Sono nata in una zona dell’Ucraina occidentale - afferma - che un tempo era parte dell’impero austriaco e la musica di Strauss è molto popolare nel mio paese. E’ per me un onore aver ricevuto l’invito a dirigere questo concerto, che comprende pezzi rari e meno noti. Mi sono documentata leggendo molti articoli dell’epoca. La mia idea è di dare un ritmo di danza, che ricordi quella gioia di vivere espressa nelle opere di Strauss e figlia del suo tempo. Credo che Strauss possa essere considerato un ambasciatore di pace e di dialogo perché la sua musica è ascoltata ovunque, quindi è un messaggio molto attuale ai nostri giorni”. Altra suggestiva location che ospita musica classica è l’Orangerie del Castello di Schonbrunn, con il suo Ensemble accompagnato da due cantanti di Opera che presenta le più belle melodie di Strauss e anche di Mozart. Al concerto serale si può abbinare la cena e, volendo, può essere preceduto dalla visita del Castello, tra i monumenti più importanti e conosciuti del paese. Naturalmente non si può non citare a Vienna la famosa Opera di Stato, oltre alla Volksoper, per i fortunati che riusciranno ad accaparrarsi un biglietto oppure avranno la tenacia di mettersi in fila per guadagnarsi un posto in piedi ‘last minute’ pur di entrare in questo tempio mondiale della musica, dove l'unica opera di Johann Strauss ‘Ritter Pásmán’ fu rappresentata per la prima volta nel 1892. E proprio nel 2025 riapre nella sua sede storica accanto al celebre Naschmarkt, completamente rinnovata, il MusikTheater an der Wien, dopo due anni di lavori durante i quali le rappresentazioni si sono tenute temporaneamente nella Halle E del MuseumsQuartier, suggestiva ‘agorà’ molto frequentata dai viennesi. Johann Strauss era strettamente legato al MusikTheater an der Wien, unico teatro d’opera di area tedesca con un’attività stagionale: è qui, infatti, che hanno debuttato ben 13 delle sue 15 operette. E qui il bicentenario ha preso il via il 18 gennaio con l’operetta ‘Das Spitzentuch der Königin’ (‘Lo scialle di pizzo della regina’), rappresentata per la prima volta nel 1880. Mentre nel complesso del MuseumsQuartier si trova una delle installazioni create per il bicentenario: la ‘Escape Room’, ideata dall’artista e designer viennese Deborah Sengl, che vuole essere una riflessione sui nostri desideri e le nostre paure attraverso aspetti della vita e della personalità del musicista. “Ho fatto diverse Escape rooms, questa dedicata a Strauss - sottolinea l’artista - ha un significato meno politico di altre, ma propone un approccio diverso al musicista attraverso quella che definisco una cross art”. Per avere una panoramica di quello che la musica ha rappresentato per Vienna, vale la pena fare un giro alla Haus der Musik, la Casa della musica, ospitata nei quattro piani del palazzo che fu dell’arciduca Carlo. E’ qui, nella prima parte, che si può conoscere tutto della celebre Wiener Philharmoniker, tra le orchestre più famose al mondo, fondata da Otto Nicolai proprio in questo palazzo per creare un’orchestra indipendente da quella di corte, nel 1842, e tuttora collegata all’orchestra dell’Opera, con direttori che, dal 1933, non sono fissi ma di volta in volta invitati, come avviene nel famoso Concerto di Capodanno, al quale, dal 2004, è stato aggiunto anche uno estivo a Schonbrunn. Ma la Haus der Musik, che quest’anno festeggia i 25 anni, è un museo del suono interattivo, concepito come un esperimento della musica con tutti i sensi: si può vedere la fisica del suono con la riproduzione delle onde, le caratteristiche dell’organo uditivo, i diversi strumenti e i suoni che emettono, ascoltare come sente un bambino nella pancia della mamma o come un gatto o un cane percepiscono la voce del padrone. Un altro piano è dedicato ai grandi musicisti, tra cui Strauss, mentre nell’ultima sala si può sperimentare di essere direttore virtuale della Philharmoniker. Visitare Vienna, quest’anno, è un po’ come fare un tuffo nell’Ottocento, negli anni di splendore dell’Impero asburgico in cui Strauss è vissuto come vera e propria ‘superstar’ del suo tempo, osannato per le sue composizioni che restano ancora oggi tra le più celebri della storia della musica, a partire dal famoso valzer ‘Sul bel Danubio blu’. Per immergersi in quell’atmosfera, si può partire dalla visita del Wien Museum, riaperto nell’edificio anni ’50 affacciato su Karlsplatz a dicembre 2023 dopo una lunga ristrutturazione, che presenta la storia della città in modo completamente nuovo, passando ovviamente anche per l’epoca di Strauss, con illustrazioni disponibili pure nella collezione online. Quando si cita Johann Strauss a Vienna si specifica ‘Strauss II’ o ‘Strauss figlio’ essendo lui figlio d’arte appunto. Johann Strauss padre è stato, infatti, un celebre compositore, introdotto a corte e fondatore di un’orchestra diventata una vera e propria ‘azienda di famiglia’. Per conoscere la storia degli Strauss, basta spostarsi dall’altro lato di Karlsplatz, perché di fronte all’iconico Palazzo della Secessione ha aperto a novembre 2024, e resterà come esposizione permanente anche oltre il bicentenario, il Johann Strauss New Dimensions, che propone una ricostruzione interattiva e immersiva della movimentata vita di questa famiglia di musicisti: un’autoguida, disponibile anche in italiano, dotata di tracciamento Gps, conduce attraverso un percorso che diventa esperienza. La voce narrante racconta che Johann padre cercò di dissuadere il primogenito che portava il suo stesso nome dal seguire le sue orme, ma il destino di Strauss figlio era scritto nelle note. Con il padre ebbe quindi un rapporto difficile, mentre la madre Anna, che poi divorzierà, lo ha sempre protetto. E, nonostante l’opposizione paterna, il giovane Strauss fece il suo debutto al Casino di Dommayer nel 1844, incantando il pubblico, e compose il suo primo valzer a soli sei anni. A raccontare le opere di Strauss e la saga della famiglia è anche la mostra ‘Johann Strauss. The Exhibition’, in collaborazione con la Wienbibliothek, la biblioteca comunale, in corso al Theatermuseum, nel Palazzo Lobkowitz, fino al 23 giugno. Si apre con la sua operetta più famosa ‘Die Fledermaus’ (‘Il Pipistrello’), rappresentata dal 1874 continuativamente (in sala anche una partitura originale manoscritta), per proseguire attraverso i personaggi che hanno ruotato intorno alla sua vita e al suo lavoro. La musica in casa Strauss era una dote ereditaria, e si scopre così che anche gli altri due fratelli maschi, Joseph e Eduard, sono stati musicisti e insieme alla madre hanno gestito l’orchestra creata dal padre, e portata ovunque in Europa ma anche in Russia e negli Stati Uniti. Un vero e proprio business che Johann era molto abile a gestire, coadiuvato poi anche dalle sue tre mogli, sposate dopo aver avuto, si dice, ben 14 fidanzate, di cui due russe, ufficiali e documentate. La prima moglie, Jetty Treffz, di sette anni più grande, era una cantante, ma morì dopo 15 anni; la seconda, sposata poche settimane dopo, Lili Dittrich, 25 anni di meno, era un’attrice che poi lo lasciò per il direttore del Theatre an der Wien; con la terza, Adele Strauss, pure molto più giovane e con il suo stesso cognome da un precedente matrimonio, si sposò in Sassonia-Coburgo perché già divorziato, ne ‘adottò’ la figlia (lui che non era stato padre) e visse fino alla fine. Per restare sulle tracce della vita viennese di Strauss, è visitabile anche una delle case in cui ha vissuto, in Praterstrasse 54, dove tra l’altro compose nel 1867 ‘Sul bel Danubio blu’, e dove sono esposti arredi e manoscritti. Un appartamento borghese vicino al Prater, il parco divertimenti con la famosa ruota che è tra i simboli della città, non lontano dal luogo in cui era nato (ricordato da una targa commemorativa con un ritratto in rilievo). Una zona che oggi rappresenta un nuovo volto di Vienna, quello delle architetture avveniristiche: fra tutte, la Messe Wien, che ospita la Fiera, e il nuovo Campus universitario della Facoltà di Economia, con edifici progettati da architetti famosi in tutto il mondo come Zaha Hadid. Anche due delle più famose chiese di Vienna parlano di Strauss: Karlskirche, dove sposò la seconda moglie, e naturalmente la cattedrale di Santo Stefano, dove sposò la prima, e dove l’ultrapopolarità di Strauss proseguita dopo la sua morte costrinse persino i nazisti negli anni Trenta a cancellare dal libro delle nascite la traccia dell’origine ebraica della famiglia. Percorrendo il famoso ring, il viale che ruota attorno al centro storico di Vienna, si arriva poi allo Stadtpark, dove dal 1921 sorge una statua dorata dedicata al ‘Re del Valzer’, immancabile meta di selfie per i turisti. Mentre spingendosi un po’ più fuori si può fare il pellegrinaggio al Cimitero centrale di Vienna, dove Strauss riposa in buona compagnia di altri illustri ‘colleghi’ che la città ha voluto omaggiare con tombe d’onore. E c’è un altro luogo, in uno dei distretti che circondano il centro storico, custode di storia e di aneddoti: il Casino Zogernitz, termine che indicava non un luogo di gioco ma una casa piccola, dove si trova l’ultima sala da ballo esistente dove hanno suonato tutti gli Strauss. Dopo alterne destinazioni e anni di abbandono, è stata restituita al pubblico nel 2023 grazie all’investimento dell’imprenditore Hermann Rauter, che ha comprato e ristrutturato l’edificio riportando la sala all’antico splendore, e aprendo al piano superiore anche un museo per farne la ‘Casa di Strauss’ (House of Strauss), completata da un caffè in partnership con un ristorante stellato e un gift shop. “Vienna è conosciuta come la capitale della musica - osserva - e la sua storia è passata da questo luogo. Prima non esisteva un posto simile in città. Abbiamo voluto curare ogni dettaglio che può avere un’architettura moderna all’interno di un edificio antico. Ci sono pannelli esplicativi e interattivi. Ad esempio, ci si può fare una foto ed essere riprodotto come un personaggio di operetta. Ci sono anche alcuni oggetti da collezione, come l’ultimo piano appartenuto alla famiglia e che chiunque può suonare, perché la nostra idea non è quella di un museo dove le cose esposte non possano essere avvicinate ma al contrario dove tutto si possa toccare. Il 70% delle informazioni raccolte non era noto. Abbiamo creato questa mostra permanente dedicata a Strauss, alla sua famiglia e al suo tempo anche con la consulenza del suo discendente”. E infatti, alla ‘House of Strauss’, può capitare anche di incontrarlo Eduard Strauss, bisnipote del fratello di Johann, di cu porta il nome, custode delle memorie di famiglia e presidente del Vienna Institute for Strauss Research. Ci tiene a ricordare come la musica coinvolgesse tutta la famiglia e non solo il suo esponente più famoso: “Sono in tutto 1.600 i pezzi composti da tutti gli Strauss in totale e che formano quel meraviglioso mondo della musica della mia famiglia”, sottolinea. Giudice in pensione ora dedito a tempo pieno al lavoro di ricerca e alle consulenze, come quella per la ‘House of Strauss’ e per il bicentenario, precisa: “Attualmente non ci sono musicisti tra i discendenti, io ero un giudice, mio figlio è un insegnante, ma c’è un nipotino in arrivo e chissà…”. La sala della ‘House of Strauss’, oltre a organizzare concerti e proiezioni, è tornata ad ospitare numerosi balli rievocando i fasti ottocenteschi di una tradizione ancora oggi più che viva a Vienna. Tanto che il valzer viennese, inizialmente considerato sconveniente ma poi definitivamente sdoganato e uscito dal recinto della corte con l’ascesa della borghesia, dopo il Congresso di Vienna del 1815, nel 2017 è stato dichiarato Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’Unesco. La stagione dei balli di Vienna è una delle magie dell'inverno austriaco: nella capitale se ne tengono oltre 400. Inizia il primo giorno di Carnevale, che in Austria, come in tutti i Paesi di lingua tedesca, è l’11 novembre; un tempo la stagione, che ha il culmine nei mesi di gennaio e febbraio, finiva con il mercoledì delle Ceneri, ma oggi i balli si allestiscono anche fino a primavera ed estate, organizzati da istituzioni, aziende, professionisti. Quelli che però sono rimasti uguali dai tempi dell'imperatore Giuseppe II, che per primo aprì a tutti gli eventi danzanti della Hofburg, sono il cerimoniale e gli usi di corte. Dress-code rigoroso, un piccolo oggetto in dono alle signore o signorine, fanfara di apertura, ingresso delle debuttanti e dei debuttanti e la celebre esclamazione ‘Alles Walzer!’ con cui viene dato il via alle danze, in cui naturalmente le melodie di Strauss la fanno da padrone. La cultura delle danze a Vienna è talmente radicata che quasi tutti i ragazzi viennesi, nell’adolescenza, fanno un corso di ballo. E sono numerose le scuole in città: tra le più antiche la Elmayer, con sede vicino alla storica Scuola di equitazione spagnola, dove si esibiscono i celebri cavalli Lipizzani. Oggi a gestirla è Thomas Schafer-Elmayer, che rappresenta la terza generazione e che, dopo una carriera manageriale all’estero, è rientrato a Vienna per dedicarsi a questa che considera una vera missione. “Vienna rappresenta un unicum, l’unica città al mondo dove si può trovare questo entusiasmo, questa passione e questa tradizione per il ballo. Il valzer è il ballo più semplice da imparare. Teniamo corsi individuali e di coppia o collettivi, per matrimoni e anche per turisti, a partire dall’età di 14 anni. Facciamo pure eventi aziendali come forma di team building”, spiega Schafer-Elmayer, che è anche autore di libri sulla Business Etiquette, sul protocollo e le buone maniere, che insegna in seminari a tema. E per chi, in visita in città, volesse provare l’ebbrezza di volteggiare tra sale decorate di stucchi e specchi, fiori e cornici dorate, tra le note del valzer, il sito www.austria.info offre anche una serie di ‘dritte’ dall’abbigliamento all’acconciatura, oltre a un veloce ‘recap’ sul passo base del valzer. Anche se praticamente ogni sera, durante la stagione, ci sono diversi balli tra cui scegliere, è consigliabile però ordinare i biglietti con largo anticipo. Si potrà così vivere a pieno quello spirito che gli austriaci chiamano Lebensgefuhl, un mix tra esperienza e attitudine che solo in questa terra di compositori come Strauss si può vivere. E che a Vienna assume un fascino senza tempo.
(Adnkronos) - Cucinare si conferma la qualità più attraente per i single italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni: secondo un’indagine, l’85% considera la cucina una vera e propria “green flag” in amore. Non solo: il 53% dichiara di essere più propenso a connettersi con qualcuno su un’app di incontri se questo condivide l’interesse per la cucina, mentre il 26% non prenderebbe nemmeno in considerazione un appuntamento con chi non sa cucinare. L’indagine, commissionata da Knorr e Tinder, ha rivelato che il 58% degli intervistati ha cucinato un pasto o imparato a cucinare per impressionare un potenziale partner, e il 70% ammette di essere più incline a dire "sì" a un secondo appuntamento dopo essere stato conquistato da una cena eccezionale. Per aiutare i single italiani a migliorare il proprio approccio agli appuntamenti, Knorr lancia la campagna #UnlockYourGreenFlag, un invito a valorizzare il potere della cucina per creare connessioni. “Mentre navighiamo tra red flag, cucinare è una green flag sicura”, spiega il brand, che incoraggia i single a inserire i propri interessi culinari nei profili di dating. Il 46% dei single crede che cucinare dimostri creatività, mentre il 44% lo associa alla capacità di prendersi cura degli altri e il 45% all’indipendenza. Tra le abilità culinarie più apprezzate spiccano la creazione di ricette originali (56%), la preparazione dell’impasto (47%) e le tecniche di taglio (22%). Meno rilevanti, invece, sono il rompere le uova con una mano (16%) o la tecnica del flambé (14%). Occhio però alle esagerazioni: un italiano su quattro (25%) ammette di aver gonfiato o mentito sulle proprie capacità culinarie per fare colpo, e il 12% confessa di aver comprato cibo pronto per fingere di averlo cucinato. Quando arriva il momento di scegliere cosa cucinare, le lasagne al ragù sono la scelta più sicura (23%). Anche una pasta all’amatriciana ha buone probabilità di successo (13%). Attenzione però a non commettere errori che potrebbero rovinare la serata: mancanza di condimenti (30%), eccesso di aglio (21%), porzioni troppo piccole (12%) sono considerati i principali passi falsi, mentre i piatti pronti al forno sono un grande “turn-off” per il 14% degli intervistati. Sul quando invitare il partner a cena il 28% dei single ritiene che il terzo appuntamento sia il momento ideale per proporre una serata romantica con un pasto fatto in casa. Knorr e Tinder dimostrano che la strada per il cuore passa dalla cucina: '#UnlockYourGreenFlag!'. “La nostra recente indagine sulle green flag mostra che uscire con qualcuno è diventato più difficile, con il 91% degli uomini e il 94% delle donne che concordano sul fatto che sia più impegnativo che mai", commenta Devyn Simone, esperta di relazioni di Tinder. "In un’epoca in cui sembra che siamo circondati da red flag, le persone desiderano qualcosa di positivo e universale, come cucinare. Cucinare è la massima green flag perché è più di una semplice abilità; è un modo per connettersi, mostrare creatività e dimostrare cura per gli altri. Non sorprende che i single si stiano rivolgendo alla cucina come luogo per accendere nuove connessioni”, sottolinea. Oltre alla cucina, altri interessi che catturano l’attenzione dei single italiani sono il cambiamento climatico (70%) e lo sport (63%). Mentre il saper scrivere poesie (38%), il trading di criptovalute (30%) e l’astrologia (27%) risultano invece essere meno attraenti. “Con '#UnlockYourGreenFlag', Knorr sta supportando i single promuovendo la green flag universale su cui tutti possiamo essere d'accordo: cucinare", commenta Melissa Passeri, trade & marketing manager di Knorr Italia. "Come il tuo alleato in cucina, siamo in missione per dire al mondo quanto possa essere potente. Indipendentemente dal fatto che tu sia esperto o meno, cucinare per qualcuno è un ottimo modo per dimostrare creatività, connettersi con il proprio partner e mostrare che ci tieni", sottolinea. "La nostra ricerca mostra che qualcosa di semplice, come aggiungere la cucina tra gli interessi o le abilità al proprio profilo di incontri, può essere un incentivo per conquistare un potenziale partner. Dopo tutto, il cibo è il linguaggio universale dell’amore, quindi ha senso che qualcosa di così semplice sia in grado di accendere la passione. Per cui, se stai cercando l’amore – o semplicemente un assaggiatore per la tua ultima ricetta – prova ad arricchire il tuo profilo aggiungendo la cucina”, conclude. Nell’ambito della campagna '#UnlockYourGreenFlag', Knorr sta collaborando con esperti di cucina e appuntamenti, come Tinder, per condividere consigli e trucchi utili sia in cucina che nella vita reale, in modo che i single d’Italia possano unirsi grazie al fascino della cucina.