(Adnkronos) - Jasmine Paolini in semifinale al torneo Wta di Cincinnati. L'azzurra, testa di serie numero 7, in semifinale batte la statunitense Coco Gauff, numero 2 del tabellone, per 2-6, 6-4, 6-3 in 2 ore di gioco. Paolini, alla terza semifinale della stagione dopo quelle raggiunte a Miami e a Roma, affronterà la russa Veronika Kudermetova, che si è aggiudicata 3 dei 4 confronti diretti. "All'inizio Coco mi ha costretto a correre tanto, giocando in maniera incredibile. Poi ho cominciato a sentire benissimo la palla - ha detto l'azzurra nell'intervista in campo - Kudermetova è una giocatrice potente, ma io mi sento in fiducia, vedremo cosa succederà".
(Adnkronos) - Castelli da fiaba, dimore aristocratiche, palazzi maestosi, fortezze inespugnabili, circondati da rigogliosi parchi e da foreste a perdita d’occhio. Sono oltre tremila in Boemia, tanto che la Repubblica Ceca è chiamata anche il ‘Paese dei castelli’. Si possono trovare al centro di borghi pittoreschi, arroccati su pendii boscosi, in riva a fiumi, tutti pieni di storia e di storie da raccontare. Un’occasione per visitarli in una maniera inconsueta sarà la ‘Notte dei castelli e dei palazzi’, che si celebra il 23 agosto. Più che una visita, una vera e propria esperienza. La maggior parte di questi straordinari edifici storici, infatti, si trasforma per una sera in un luogo magico. Ad attendere i visitatori un ricco programma fatto di visite guidate notturne, passeggiate al lume di candela, rappresentazioni teatrali, concerti di musiche tradizionali. Nelle antiche cucine dei palazzi si potrà in qualche caso persino degustare manicaretti dell’epoca. Dunque, una visita d’eccezione che porta là dove di solito non si può entrare. Protagonisti i castelli con le loro decorazioni del barocco ceco, gli arredi originali, i giardini fioriti. In ognuno una guida pronta a raccontare vita e gesta delle famiglie nobiliari che in questa parte di Europa centrale hanno vissuto il loro massimo splendore. Alberi genealogici che si perdono nella notte dei tempi a scandire i secoli d’oro della Boemia, quando i nobili si costruivano dimore sfarzose e residenze di caccia non da meno, che poi, con il passare degli anni, passavano di mano in mano ai discendenti o ai nuovi pretendenti. Storie che si intrecciano con la storia del paese, custodite nelle stanze che un enorme lavoro di restauro e di recupero ha riportato alla luce - dopo il periodo buio del dominio sovietico durante il quale molti castelli, tranne poche eccezioni, furono abbandonati o trasformati in depositi o abitazioni - restituendo al pubblico di cittadini e turisti la possibilità di conoscerli. Una parte della Boemia particolarmente ricca di castelli è la regione che ruota attorno alla città di Pilsen, a Ovest, verso il confine con la Germania. Percorrendo le stradine che attraversano pianure e boschi, in tutte le direzioni, si trovano castelli barocchi, monasteri medievali, riserve nobiliari di caccia, torri di avvistamento diventate punti panoramici. Andando a Nord di Pilsen, si incontra il Castello di Manetin, un gioiello barocco che si apre al centro del paese che porta il suo stesso nome. Vi si accede da un terrazzamento, dove si affaccia anche la Chiesa di Santa Barbara, collegata all’edificio da un corridoio interno che veniva utilizzato dai proprietari per andare a sentire le funzioni religiose. Monumentale la scalinata principale che porta al piano nobile, affrescata e decorata con le statue allegoriche. La storia dell’edificio è legata a quella della dinastia aristocratica dei Lažanský, che lo fecero costruire nella prima metà del XVIII secolo. E sono numerosi i ritratti dei membri della famiglia, soprattutto delle ultime quattro generazioni, conservati all’interno. Motivo prevalente è la caccia, con esposizione di armi da fuoco risalenti alla metà del XIX secolo e mobili decorati con motivi venatori. Mentre a testimoniare gli interessi culturali della nobiltà dell’epoca è una enorme sala Biblioteca, con otto librerie originali in quercia vetrate, che conta oltre 5mila volumi. Alle spalle del Castello un vasto giardino all’inglese, dove si trova anche l’Orangerie, ultima parte del complesso ad essere stata, di recente, restaurata. Percorrendo una manciata di chilometri tra campi e boschi, si arriva alla spianata dove sorge l’imponente monastero cistercense di Plasy. Fondato nel XII secolo, è un complesso enorme riprogettato dall’architetto ceco di origini italiane Jan Blažej Santini Aichel, a cui si deve quel mix di gotico e barocco che rende uniche queste architetture. Ma soprattutto fu lui a inventare quella soluzione ingegneristica unica nel suo genere che vuole l’edificio poggiare, anziché su fondamenta in calcestruzzo, su oltre cinquemila palafitte di quercia che affondano in un suolo paludoso: il legno immerso nell’acqua assicura, infatti, una maggiore stabilità, a patto che questo stato di umidità venga mantenuto costante. Un sistema che il visitatore può vedere personalmente scendendo la scala che porta al piano seminterrato. Di questo enorme complesso, non ancora totalmente restaurato, si può visitare il convento, la torre dell’orologio, la cappella barocca, la Galleria Stretti, e la Chiesta di San Venceslao, con il cimitero dove riposa il principe Metternich e la sua famiglia. A pochi chilometri da Pilsen, il Castello di Nebilovy è rinato dopo decenni di abbandono e distruzione e il suo restauro ancora non è terminato. L’aspetto attuale si deve alla casata dei Czernin che nel XVIII secolo trasformò il castello rinascimentale originario in una residenza aristocratica moderna per l’epoca. Il complesso si compone di due edifici gemelli uno di fronte all’altro, separati da un cortile con fontana. Gli interni sono arredati con mobili del XVIII e XIX secolo. Il tema dominante è il fiore, decorazione tipica del barocco ceco. Decorazioni che culminano nei muri e soffitti della grande sala da ballo, affrescata da Antonín Tuvora alla fine del XVIII secolo, raffigurando una giungla tropicale, con alberi ad alto fusto, uccelli, farfalle, paesaggi orientali. Spostandosi verso Sud, si trova Kozel, una tenuta di caccia in stile neoclassico, costruita attorno a un cortile su un piano solo e con un enorme parco circostante, curato con ogni specie di piante, che scende fino al torrente. Decori floreali e arredi originali si susseguono nelle stanze dalle mille sfumature pastello, spesso precedute da un vestibolo con un’originale parete divisoria per assicurare la privacy dell’ambiente principale. La visita segue in senso circolare la forma della struttura, fino ad arrivare a un vero e proprio gioiello: il teatro ‘di corte’, con pochissimi posti nelle panche frontali e il palcoscenico con scenografie originali tuttora semimoventi. Il maniero è famoso per essere location prescelta per matrimoni da favola, che si possono celebrare sfruttando anche l’ampio dehors. Ancora più a Sud, nei dintorni di Klatovy si trova il castello di Svihov, circondato da acqua, immerso in un’atmosfera da fiaba, tanto che qui è stato girato il film di Cenerentola. In estate ospita una tappa del Festival musicale che attraversa i Castelli della Boemia. Alle porte della cittadina di Susice, invece, si può visitare lo Château-Hotel Hrádek, un palazzo nobiliare oggi trasformato in albergo a quattro stelle. Il ristorante occupa le sale rinascimentali del piano terra con volte affrescate e quadri d’epoca. Anche le camere non sono da meno, su tutte quella riservata agli sposi con ingresso indipendente. Gli ospiti possono ripercorrere la storia dei proprietari passando da una stanza all’altra, fino alla Cappella annessa all’edificio. Dove una volta si trovavano le stalle oggi ha trovato posto una moderna Spa. Il giardino dell’hotel è aperto anche agli esterni e si articola in diversi spazi che si estendono anche al di fuori del perimetro della proprietà, con un parco dove svetta l’Orangerie, adibita a serra per piante esotiche. Ci sono poi rovine di castelli e torri che sono dei punti panoramici naturali e privilegiati per ammirare la città di Pilsen e la regione che la circonda. E’ il caso del Castello di Radyne, una torre sentinella costruita da Carlo IV intorno al 1356. Resta solo un rudere, che tuttavia è visitabile all’interno negli orari di apertura. Per arrivarci bisogna arrampicarsi su un sentiero che parte da uno spiazzo all’interno di un bosco, dove si trova un parcheggio, un punto ristoro e informativo. Esperienza simile si fa se si vuole arrivare alla torre Bolfanek, costruita nel 1726, che originariamente faceva parte della chiesa barocca di San Volfango ma fu trasformata in una torre di osservazione nel 1845. E’ immersa nella foresta e raggiungibile attraverso sentieri segnalati e facili. Tra questi boschi si apre anche l’Americka Zahrada, un giardino fondato nel 1842 che custodisce oltre 200 specie di alberi e arbusti provenienti dall’America, ma anche dall’Europa e dall’Asia. Accessibile liberamente tutto l’anno, è un luogo dove immergersi nella natura e nel silenzio. Un altro punto panoramico a Sud di Pilsen, che guarda alla Selva boema, è la Torre Svatobor, di cui si ha traccia dalla fine dell’Ottocento, sebbene sia stata poi ricostruita negli anni Trenta. Sorge su una collina a 854 metri ed è alta 31,6 metri. Salendo 182 gradini, si può arrivare sulla sommità della sua struttura cilindrica e ammirare la vista a 360 gradi. E ripercorrere così con lo sguardo tutte le storie che la regione di Pilsen con i suoi castelli ha da raccontare. Per tutte le informazioni si possono visitare i siti web della città www.visitpilsen.eu, della regione www.turisturaj.cz e nazionale www.visitczechia.com.
(Adnkronos) - Benessere delle famiglie con animali d’affezione, l’Italia non tiene il passo: i servizi offerti nel settore pet care mostrano ritardi strutturali e forte disomogeneità tra Comuni costieri e interni. E' la fotografia del XIV rapporto nazionale 'Animali in Città' di Legambiente sulle performance dei Comuni e delle Asl nella gestione degli animali nei centri urbani (con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva), presentato questa mattina in occasione ella 37esima edizione di Festambiente, il festival nazionale del Cigno Verde dal 6 al 10 agosto a Rispescia (GR). Nel 2024, su un campione di 734 amministrazioni comunali (appena il 9,3% dei comuni italiani) che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, solo il 39,5% (meno di 4 comuni su 10) ha ottenuto una performance almeno sufficiente nella gestione degli animali d’affezione. Di questi - spiega l'associazione - 82 Comuni costieri (il 12,7% del totale in Italia) e 652 interni (il 9% del totale) che, pur condividendo ritardi strutturali, dimostrano andamenti divergenti, con differenze marcate nella qualità e disponibilità dei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali. La disomogeneità più evidente riguarda l’accesso ad aree libere per cani: presenti nel 36,2% dei Comuni costieri e nel 10,4% appena dei Comuni interni - rileva Legambiente - Altra differenza si registra per i servizi di pensione per animali, disponibili nel 57,3% dei Comuni costieri e in appena il 21,9% di quelli dell’entroterra. Nella gestione del fine vita degli animali d’affezione, invece, solo il 28% dei Comuni costieri e il 10% degli interni ha predisposto regolamenti per cremazione, tumulazione o inumazione. Altro tema sensibile sono botti e fuochi d’artificio, spesso fonte di stress per gli amici a quattro zampe - si legge nel report - ad adottare regolamenti specifici per limitarne l’uso il 21,9% dei Comuni costieri e l’8,3% di quelli interni. Ancora limitata, poi, la presenza di Sportelli Animali o di un Garante per i diritti degli animali (l’8,5% dei Comuni costieri e il 4,4% per quelli interni) e di un sostegno economico ai cittadini nella sterilizzazione degli animali (14,6% e 4,7%). Un grave ritardo dei Comuni costieri - avverte l'associazione - è costituito dall’adozione di un regolamento per la corretta fruizione delle spiagge da parte delle famiglie con animali d’affezione, presente solo nel 23,2% dei casi. Il Cigno Verde è tornato a denunciare, poi, l'assenza di una sanità veterinaria pubblica di prossimità. Non solo la fotografia dei ritardi da colmare. Anche quest’anno Legambiente assegna il Premio 'Animali in città' a quelle realtà virtuose che si sono distinte per l’offerta di servizi e azioni dedicate alla prevenzione del benessere animale, sulla base di 36 indicatori per i Comuni e di 25 per le Aziende Sanitarie. Tra le amministrazioni comunali premiate, Napoli che si distingue per la copertura sanitaria e l’integrazione tra servizi veterinari e socioassistenziali; San Giovanni in Persiceto (BO) che eccelle grazie a servizi integrati, un forte attivismo civico e ordinanze comunali efficaci; Modena per l’investimento economico significativo e una regolamentazione urbana completa a tutela del benessere animale. Tra i Comuni sotto i 5mila abitanti, premiati Zocca (MO) e Campodolcino (SO) per i loro investimenti in educazione civica e in progetti sociali adattati al contesto rurale e montano. Tra le Asl più virtuose, invece, si distinguono Napoli 1, Bergamo e Vercelli, che oltre a fornire dati puntuali, integrano meglio i servizi sanitari con quelli offerti dai Comuni, operando con proattività. "Il XIV Rapporto di Animali in città - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente - conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione. Per questo chiediamo di promuovere ed agevolare la firma di 1.000 accordi o patti di comunità in tutto il Paese. È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al governo di realizzare un piano nazionale a supporto delle Regioni che consenta l’assunzione stabile di 6mila veterinari e alle Regioni il raggiungimento complessivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche (850 tra canili sanitari e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici), distribuite equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita. Inoltre, alle Amministrazioni comunali l'appello è di potenziare le aree verdi con libero accesso dedicate alle famiglie con cani, di valorizzare l’applicazione di regolamenti e ordinanze e rafforzare il senso civico grazie al supporto di 10mila guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato, per migliorare concretamente la qualità della vita di cittadini e animali”.