(Adnkronos) - Undici persone sono state uccise e 29 ferite in un attacco armato avvenuto oggi a Bondi beach, a Sydney, durante una celebrazione di Hanukkah (“Chanukah by the sea”) e partecipata da circa mille persone. Le autorità australiane hanno definito l’azione un attentato terroristico a matrice antisemita: un assalitore è stato ucciso dalla polizia, un secondo è rimasto gravemente ferito ed è stato arrestato; sul posto sono intervenute anche unità artificieri per la presenza di ordigni improvvisati. Il primo ministro Anthony Albanese ha condannato l’attacco, mentre sono state rafforzate le misure di sicurezza attorno a siti e istituzioni ebraiche in diverse città. L’episodio arriva in un contesto di aumento degli incidenti antiebraici registrati nel Paese. Secondo un report dell’Executive council of Australian jewry (Ecaj), nel periodo 1 ottobre 2023-30 settembre 2024 gli episodi segnalati sono stati 2.062, contro 495 dell’anno precedente, pari a un incremento del 316% su base annua. Negli ultimi mesi il governo ha inoltre collegato una parte delle minacce antisemite a operazioni dall’estero. Ad agosto 2025, Mike Burgess, il direttore generale di Asio, l’agenzia per l’intelligence australiana, ha affermato che l’Iran avrebbe diretto almeno due attacchi antisemiti sul suolo australiano tramite intermediari; Canberra ha espulso l’ambasciatore iraniano e altri funzionari. Il 27 novembre 2025 l’esecutivo ha annunciato l’inserimento dei pasdaran (Irgc), le guardie rivoluzionarie iraniane, tra le organizzazioni statuali “sponsor of terrorism”, misura che amplia le fattispecie di reato legate a finanziamento e supporto. Fonti governative confermano che l’attenzione degli inquirenti si sta allargando anche alle attività dei Fratelli Musulmani. È al vaglio l’ipotesi di estendere le sanzioni a questa organizzazione, dopo che attività di tracciamento finanziario avrebbero rivelato flussi di denaro e alleanze tattiche con gruppi di estrema destra, mirate a destabilizzare il quadro politico interno. Sotto la lente delle autorità vi è l'intero sistema di finanziamento estero diretto alle moschee locali. Sul fronte della prevenzione, il governo ha nominato nel luglio 2024 un’inviata speciale per il contrasto all’antisemitismo, Jillian Segal, con un mandato di consultazione e proposte operative su sicurezza, educazione e risposta istituzionale. Dati governativi confermano che l'Australia ha registrato un picco nell'immigrazione netta, con un afflusso complessivo di oltre 850.000 nuovi ingressi registrati nei periodi di punta del post-pandemia (2022-2024). All'interno di questo flusso record, la componente demografica di fede islamica ha mostrato un tasso di crescita annuale del 7,1%, come registrato dal professor Mehmet Ozalp, capo del centro di studi islamici alla Charles Sturt University. In un post dell’agosto 2024 scriveva: “Entro la fine del 2024, la comunità musulmana australiana dovrebbe raggiungere un traguardo significativo, con una popolazione destinata a superare per la prima volta 1 milione di persone”. Questo rapido mutamento del tessuto sociale - in un paese dove la comunità ebraica è storicamente radicata - ha creato nuove faglie di tensione, importando dinamiche conflittuali precedentemente estranee al continente. Report di cybersicurezza indicano che l'attuale ondata di odio non è un fenomeno spontaneo, ma l'esito di una campagna di "preparazione cognitiva" avviata almeno un anno prima dell’attentato del 7 ottobre 2023 a opera di Hamas. L'analisi del traffico dati rivela che una buona parte di interazioni ostili online è generata da reti di bot coordinate. Le nuove funzionalità di geolocalizzazione della piattaforma X, che consentono di vedere da quale paese stia davvero “twittando” un account, hanno permesso di verificare che migliaia di account che dichiaravano di postare dalla Palestina o da zone di guerra risultavano in realtà attivi da hub tecnologici in Pakistan, Malesia o Iran. Si tratta di operazioni di astroturfing, la creazione a tavolino e sintetica di un consenso proveniente dal basso. Su questa amplificazione dell’odio online e sul ruolo di reti coordinate è stato recentemente pubblicato un report del Jewish Council for Public Affairs, “A home for hate”, secondo cui tra febbraio 2024 e gennaio 2025 sono stati pubblicati 679.584 post su “X” che contenevano teorie antisemite contrarie alle policy della piattaforma, che hanno totalizzato 193 milioni di visualizzazioni. Le “Community notes”, che servono a fare fact-checking dei post scorretti, sono apparse solo sull’1% dei post più letti.
(Adnkronos) - A dieci promettenti manager è stato attribuito oggi presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum il Premio Giovane 2025, il prestigioso riconoscimento istituito da Federmanager e dal suo Gruppo Giovani per valorizzare nuove competenze, visione e leadership nel mondo manageriale. Giunto alla sua settima edizione, il premio conferma la volontà dell’associazione di sostenere le nuove generazioni, sempre più protagoniste nei processi di innovazione e trasformazione delle imprese italiane. Ai dieci premiati si è aggiunta una menzione speciale dedicata al miglior Expat manager. Al primo posto come miglior manager dell’edizione 2025 si è classificato Stefano Bison, chief executive officer di Humanitas Medical Care. Bison è Amministratore Delegato di Humanitas Medical Care, la rete di poliambulatori e centri diagnostici del Gruppo Humanitas, uno dei principali player ospedalieri in Italia. Con una solida esperienza nella gestione aziendale, strategia e innovazione, guida una realtà riconosciuta per l’eccellenza clinica, la ricerca e l’Università Hunimed. Ha maturato negli anni competenze di alto livello in contesti internazionali come Assicurazioni Generali, Boston Consulting Group, Oliver Wyman e Lehman Brothers. Bison porta nel Gruppo Humanitas una visione manageriale orientata allo sviluppo e alla qualità dei servizi. Gli altri manager premiati sono: Luca Canonico, BorgWarner, Torino; Chiara Carrisi Centro Medico Santagostino, Milano; Francesco Castellone, Iren Spa, Parma; Elena Chiarella, Fincantieri Spa, Friuli-Venezia Giulia; Alessandra Faella, Baker Hughes, Firenze; Alessandra Marinacci, Tim spa, Roma; Valentina Marchio, Nextchem Spa (Gruppo Maire), Milano; Luca Damiano Sozzo, Zoetis Italia Srl, Roma; Antonio Zaccariello, Anz Srl, Napoli. Il Premio speciale Expat è stato assegnato ad Alessio Ruffinelli, Umbra Group Spa, Perugia, per il contributo di rilievo portato in un contesto internazionale altamente competitivo. Il premio di oggi conclude un contest che ha coinvolto circa 2.000 manager under 44 iscritti a Federmanager. Dopo un’attenta valutazione dei curricula provenienti da tutta Italia, i profili più meritevoli sono stati selezionati da un comitato di valutazione composto dal Gruppo Giovani Federmanager e da Jefferson Wells – Gruppo Manpower. La selezione si è basata su criteri rigorosi: percorso formativo, esperienze professionali, anzianità nel ruolo, meriti maturati e motivazioni personali alla candidatura. Inoltre, per questa edizione, ai candidati è stato richiesto di presentare un progetto di innovazione applicato al business, con particolare attenzione alle implicazioni etiche nell’attuale fase di trasformazione, in coerenza con il tema del contest. 'Next – new ethics for transformation' è infatti il filo conduttore della settima edizione del Premio, che ha posto al centro il ruolo strategico delle nuove generazioni manageriali nella gestione dell’innovazione e nell’evoluzione dei paradigmi etici imposti dalle tecnologie digitali emergenti. "Complimenti a questi giovani manager che dimostrano che in Italia è possibile crescere professionalmente, avere successo e soprattutto contribuire alla competitività del Paese. A loro va il mio incoraggiamento a migliorarsi sempre, rafforzando competenze e network", è il commento del presidente Federmanager, Valter Quercioli. "Questo premio vuole essere un messaggio di sostegno alle donne e agli uomini di talento che rappresentano una ricchezza per le imprese, creano nuove opportunità per il Paese e trovano in Federmanager un alleato per il proprio percorso di crescita professionale", ha continuato. «Questa edizione conferma quanto le nuove generazioni manageriali siano pronte a guidare il cambiamento, con coraggio, responsabilità e una visione aperta all’innovazione. Il 'Premio giovane manager' vuole valorizzare proprio questo: la capacità di leggere il presente e di preparare il futuro, mettendo al centro etica e competenze", ha dichiarato la coordinatrice del Gruppo Giovani Federmanager, Paola Vitale. "È per noi un grande motivo di orgoglio essere partner del Premio Giovane Manager anche quest’anno. Con Jefferson Wells, la realtà di ManpowerGroup dedicata alla ricerca e selezione di profili senior ed executive, crediamo fortemente nel valore di iniziative che sostengono lo sviluppo delle nuove generazioni di leader” ha continuato Laura Gangitano, senior manager di Jefferson Wells. “Questa edizione affronta temi che sentiamo particolarmente vicini: la trasformazione del mondo del lavoro e la centralità dell’etica nella leadership. Oggi più che mai, il talento di una e di un leader si misura anche nella capacità di essere responsabile e guidare il cambiamento con integrità. Per questo contribuiamo ad un progetto che valorizza competenze e visione, preparando manager in grado di affrontare le sfide del futuro", ha continuato. "In un contesto di profonda trasformazione digitale, il ruolo dell’etica diventa centrale per guidare l’innovazione verso obiettivi sostenibili e responsabili", ha concluso Sergio Terzi, associate dean to international relations di Polimi graduate school of management. "La settima edizione del Premio Giovane Manager, promossa da Federmanager, ha evidenziato come le nuove generazioni di manager siano pronte a interpretare il cambiamento con coraggio, competenza e una visione aperta all’innovazione, mettendo al centro valori etici e responsabilità sociale. La digital transformation e l’intelligenza artificiale offrono opportunità straordinarie, ma pongono anche nuove sfide: è fondamentale che i leader di oggi sappiano leggere il presente e preparare il futuro, integrando competenze tecniche con una solida cultura etica. Solo così sarà possibile creare valore per le imprese e per la società, promuovendo una crescita inclusiva e sostenibile. Formare persone capaci di guidare la trasformazione digitale con responsabilità e visione è la sfida più importante che dobbiamo affrontare insieme. L’etica del futuro passa dai manager del presente, chiamati a essere protagonisti attivi nel disegnare paradigmi innovativi e sostenibili", ha spiegato. A moderare la tavola rotonda Roberto Inciocchi, giornalista di Rai3, con gli interventi di Monsignor Renzo Pegoraro, presidente Pontificia Accademia per la Vita, Paola Vitale, coordinatrice nazionale Giovani Federmanager, Daniele Damele, presidente Federmanager Friuli V.G. e autore del libro 'Etica ed economia' - ed. Kepown, Lorenzo Bagnoli, vicepresidente Giovani Imprenditori Confindustria, Roberta Parena, referente nazionale giovani Aidp e Sergio Terzi, associate dean Polimi graduate school of management. Il contest è stato organizzato in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita, Jefferson Wells – Manpower Group, Polimi graduate school of management e Federmanager Academy.
(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.