(Adnkronos) - L'Eurovision Song Contest, giunto alla sua 69esima edizione, ha inizio stasera, martedì 13 maggio 2025, con 37 Paesi in gara. Si parte con la prima semifinale, in onda in diretta da Basilea dalle 21 su Rai 2 e anteprima dalle 20.15 con la conduzione di Gabriele Corsi e BigMama. L’appuntamento con l’Eurovision Song Contest 2025 comincia stasera, martedì 13 maggio, e prosegue giovedì 15 maggio alle 21 con le due semifinali in chiaro su Rai 2, Rai Radio2 e RaiPlay. E la finale, sabato 17 maggio, in prima serata su Rai 1, Rai Radio2 e RaiPlay. Lucio Corsi questa sera si esibirà fuori concorso, già qualificato di diritto per la finale insieme agli altri paesi dei 'Big Five' (Germania, Francia, Spagna, Regno Unito) e alla Svizzera, paese ospitante. Tra gli artisti in gara nella prima semifinale ci saranno Gabry Ponte per San Marino, Tommy Cash e gli svedesi KAJ, favoriti della vigilia con la canzone dedicata alla sauna, campione di streaming. A condurre le tre serate in Rai ci saranno Gabriele Corsi, ormai un veterano al suo quinto anno di conduzione, e la new entry Big Mama, la prima ex concorrente del Festival della Canzone Italiana a commentare per l’Italia la gara eurovisiva. Altra novità di questa edizione sarà il portavoce che annuncerà il risultato del voto della giuria italiana nel corso della serata finale. Infatti, lo spokesperson per il nostro Paese sarà Topo Gigio. La piccola star internazionale, amico fidato di Lucio Corsi: i due hanno duettato al Festival di Sanremo 2025 con il brano 'Nel blu dipinto di blu'. In gara, per assicurarsi la finale, 15 nazioni per soli 10 posti disponibili. Ogni esibizione sarà preceduta da una clip video di presentazione in cui ogni artista troverà in un armadietto una cartolina raffigurante una località svizzera. Nel luogo rappresentato, il cantante sarà accolto da un anfitrione locale, con cui svolgerà un attività. Oltre a Corsi, occhi puntati anche su alcuni artisti che, pur concorrendo per altri Paesi, hanno legami con l’Italia. Il Dj e il producer torinese Gabry Ponte gareggerà infatti per San Marino con 'Tutta l’Italia', sigla ufficiale del Festival di Sanremo 2025. L’estone Tommy Cash canterà invece la sua 'Espresso Macchiato', ritratto in chiave satirica della cultura e della lingua del nostro Paese. La lista degli italiani continua con Kolë Laça – ex tastierista del Teatro degli Orrori – e Beatriçe Gjergji’, gli Shkodra Elektronike, che vivono da anni in Italia ma, nati a Scutari, gareggeranno per il loro Paese d’origine: l’Albania. Infine, è napoletano il padre di Mariana Conte, in gara per Malta. Durante la prima semifinale si esibiranno anche i rappresentanti della Svezia KAJ, favoriti della vigilia con la loro 'Bara Bada Bastu', canzone dedicata alla sauna e già campione di streaming. Per le nazioni già qualificate, oltre a Lucio Corsi per l’Italia, presenteranno i loro brani anche Melody per la Spagna e Zoë Më per la Svizzera. L’apertura della serata inaugurale sarà affidata a un omaggio alle origini della competizione, con il racconto del primo Eurovision Song Contest, vinto proprio dalla Svizzera con Lys Assia (la Nilla Pizzi dell’Eurovision) e il suo brano 'Refrain'. Il primo intervallo sarà 'Made in Switzerland', le storie della manifestazione e di altre invenzioni svizzere. Le due presentatrici, Hazel Brugger e Sandra Studer, sfateranno in un numero comico-musicale i cliché sul Paese, rivendicando invece l’inventiva svizzera. E non è finita qui. Perché attraverso un’ironica rievocazione storica ambientata nel XIII secolo, il leggendario eroe Guglielmo Tell (ritratto come un pacifista in calzamaglia) proporrà di creare un concorso musicale per unire i popoli, creando l’Eurovision. Lo sketch si concluderà, poi, con un inno corale. Il secondo intervallo celebrerà la vittoria di Cèline Dion nel 1988 come rappresentante della Svizzera. In quell’occasione la regina delle power ballad, com’è soprannominata, trionfò con “Ne partez pas sans moi”, soffiando il primo posto al Regno Unito per un solo punto. Il tributo alla grande cantante e al suo brano sarà eseguito da “Neues Orchester Basel” e da quattro artisti che lo scorso anno hanno partecipato alla kermesse: Iolanda (Portogallo), Marina Satti (Grecia), Jerry Heil (Ucraina, in coppia con la rapper Al’ona Al’ona) e Silvester Belt (Lituania). A chiudere la serata sarà Jørgen Olsen degli Olsen Brothers, il duo vincitore dell’Eurovision del 2000 a Stoccolma con “Fly on the Wings of Love”. Per la Danimarca fu la seconda vittoria nella competizione. Nel 2005 la canzone è stata nominata tra le 14 migliori di sempre all’Eurovision. L’artista ne canterà una nuova versione, cambiando le parole per restare fedele al messaggio della manifestazione “United By Music”. Questa sera, martedì 13 maggio, per la prima semifinale, e sabato 17 maggio, per la serata finale, il pubblico italiano potrà indicare la propria canzone preferita attraverso il televoto e il voto online (ma non potrà votare per la canzone dell’Italia), contribuendo al risultato finale della manifestazione. I codici a due cifre, che serviranno per votare la propria canzone preferita, verranno svelati prima di ogni esibizione.
(Adnkronos) - L'Italia si posiziona al 34º posto nel ranking mondiale per la propensione imprenditoriale, con una significativa diminuzione della tendenza ad avviare nuove imprese negli ultimi dieci anni. In particolare, il settore manifatturiero ha registrato una contrazione ancora più marcata: nell'ultimo biennio il numero di nuove imprese si è attestato tra il 75% e l'80% di quello registrato nel 2010. Un dato ancora più preoccupante emerge nel campo delle imprese manifatturiere, il cui livello nel 2024 è di poco superiore al 60% rispetto al 2010, evidenziando una forte difficoltà nel rinnovamento di questo settore cruciale per l'economia del Paese. E' quanto emerge dal Rapporto GEM Italia 2024- 2025 presentato oggi da Universitas Mercatorum - l’Università delle Camere di commercio italiane del Gruppo Multiversity - a Roma, presso gli Horti Sallustiani. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, accademici e professionisti del mondo economico, tra i quali: Giovanni Cannata, rettore Universitas Mercatorum, Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere, Luca De Benedictis, direttore di Dipartimento di Economia, Statistica e Impresa di Universitas Mercatorum, Alessandra Micozzi, professoressa ordinaria di Economia Applicata e preside della Facoltà di Scienze della Società e della Comunicazione di Universitas Mercatorum, Chiara Spiniello, ricercatrice presso il Dipartimento di Astrofisica della Oxford University, Donato lacobucci, professore ordinario di Economia Applicata dell’Università Politecnica delle Marche, Gaetano Fausto Esposito, direttore Centro Studi G. Tagliacarne, Paolo Quercia, direttore della Divisione Studi e Analisi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Stefano Scarpetta, direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari Sociali dell’Ocse, Alessandro Varaldo, amministratore delegato di Banca Aletti, Diva Moriani, presidente del cda di KME e Sebastian Caputo, ceo di 012 Factory. Negli anni, il GEM (Global Entrepreneurship Monitor) è divenuto il principale strumento di studio dell’attività imprenditoriale a livello mondiale affermandosi come punto di riferimento autorevole per la ricerca accademica e per i policy maker. L’indagine, relativa al 2024, ha interessato 51 paesi con interviste dirette ad oltre 100 mila individui e, in Italia, ha coinvolto 2000 persone nel corso del 2024. Il report, ideato per fornire una panoramica approfondita della situazione imprenditoriale italiana, evidenzia sfide e opportunità attuali e future con l’obiettivo di promuovere una maggiore attività imprenditoriale nel Paese. In Italia, l’analisi evidenzia segnali di ripresa negli ultimi anni, soprattutto dopo il periodo di crisi economica causato dalla pandemia. Il Tea (Total early stage entrepreneurial activity), il principale indicatore dell’attività imprenditoriale, ha infatti registrato un aumento significativo, passando dal 2% nel 2020 al 9,6% nel 2024, a testimonianza di una solida ripresa post-Covid. Un dato rilevante riguarda il ruolo dell’istruzione: i laureati mostrano una maggiore propensione a intraprendere attività imprenditoriali con un Tea superiore al 15%, mentre il Tea dei non laureati si attesta appena sotto il 10%. Questo dato suggerisce che la scarsa percentuale di giovani con una laurea sia uno dei fattori che ostacolano la diffusione dell’imprenditorialità nel Paese. Anche il genere è un parametro di confronto significativo: in Italia, le donne avviano nuove imprese molto meno degli uomini, con un divario che raggiunge il 50%, dato quest’ultimo superiore alla media internazionale. In linea con la maggior parte delle economie avanzate, anche in Italia i tassi di attivazione imprenditoriale sono significativamente più alti per gli uomini rispetto alle donne. “Il Rapporto Gem permette di approfondire i fattori che favoriscono o che ostacolano la nascita di nuove imprese in Italia. Questo è un tema centrale per l’Universitas Mercatorum, che ha scelto di impegnarsi a fondo in questa ricerca, con l'intento di fornire un contributo scientifico e sociale significativo. La nostra Università ha infatti sostenuto integralmente l'indagine nazionale, consapevole dell'importanza di un'analisi approfondita per promuovere l'innovazione e la crescita del tessuto imprenditoriale italiano” ha dichiarato Giovanni Cannata, Rettore dell’Universitas Mercatorum. “Malgrado la ripresa degli ultimi anni, l’indagine Gem mostra un dato allarmante: l’Italia rimane fra i paesi a più bassa propensione imprenditoriale e tra quelli nei quali è più ampio il gap fra la tendenza imprenditoriale della popolazione e l’effettiva attivazione di nuove imprese”, ha commentato Alessandra Micozzi, Professoressa Ordinaria di Economia Applicata presso Universitas Mercatorum e coordinatrice del Team Gem Italia. “Un elemento particolarmente interessante, evidenziato dagli esperti, è il ritardo dell’Italia nella formazione imprenditoriale. Questo dato, dal punto di vista accademico e politico, ci invita a una riflessione profonda: è indispensabile integrare l’educazione all’imprenditorialità e per l’imprenditorialità all’interno del sistema scolastico e universitario. Proprio in questa direzione si inserisce l’iniziativa della nostra Università, che nel luglio 2024 ha attivato il Contamination Lab, un programma di alta formazione imprenditoriale aperto a studenti, dottorandi e assegnisti, la cui seconda edizione è già prevista per il 2025”. "Purtroppo, in Italia, le imprese giovanili sono state fortemente penalizzate negli ultimi dieci anni, con una significativa contrazione in tutti i settori, ad eccezione di quello dei servizi, che ha visto una crescita soprattutto nei comparti innovativi” ha sottolineato il Segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Tale tendenza riflette le difficoltà strutturali e le sfide economiche che i giovani imprenditori devono affrontare. Tuttavia, vi sono segnali positivi nelle aree più dinamiche, dove l'innovazione e la digitalizzazione offrono nuove opportunità per il rilancio e la crescita delle iniziative imprenditoriali giovanili”. “Il Gem rappresenta un vero e proprio “frame informativo” che mette a disposizione dei diversi stakeholders i dati raccolti nei diversi paesi, organizzati in forma comparabile. Il loro utilizzo e l’analisi si prestano ad approfondimenti e riflessioni di studiosi ed operatori di policy, consentendo di ottenere una conoscenza più approfondita del fenomeno dell’imprenditorialità e soprattutto delle sue determinanti: in sintesi si tratta di un importante strumento per orientare, in base alle reali necessità, le politiche nazionali e locali di sostegno e sviluppo all’imprenditoria”, commenta Gaetano Fausto Esposito, direttore Centro Studi G.Tagliacarne. L’indagine Gem conferma che in Italia servono politiche più incisive per sostenere chi vuole fare impresa. Ridurre la burocrazia e il divario di genere, migliorare la formazione e facilitare l’accesso al credito sono azioni fondamentali. Investire nella cultura imprenditoriale e nei giusti strumenti di supporto può stimolare un rilancio economico più sostenibile e inclusivo.
(Adnkronos) - “In tema di sostenibilità ambientale e sociale stiamo attualmente definendo il piano a tre anni, ormai quasi concluso. Si tratta di un lavoro che coinvolge tutte le divisioni e tutte le nostre business unit. Le nostre priorità in questi ambiti si dividono in tre pilastri fondamentali: decarbonizzazione, efficientamento del business per ridurre gli sprechi e impatto sociale”. Parole di Simone Targetti Ferri, sustainability director di L’Oréal Italia, all’edizione 2025 di L’Oréal For The Future Day, l’evento con cui vengono presentati i risultati e gli obiettivi di sostenibilità sociale ed ambientale, uno dei principi cardine della strategia di L’Oréal, tenutosi presso l'università Iulm di Milano. L’impegno per la decarbonizzazione si inserisce nella strategia globale del Gruppo L’Oréal “di Net Zero Trajectory al 2030 - aggiunge Targetti Ferri - Parte centrale di questo primo pilastro sono i prodotti, e quindi le nostre ricariche, un segmento fondamentale da sviluppare insieme ai nostri clienti per decarbonizzare la nostra offerta”. Il secondo punto del primo pilastro riguarda la parte di materiale a punto vendita “che vogliamo efficientare e decarbonizzare. Abbiamo infatti scoperto, da analisi e studi, che questo materiale ha un grande impatto anche in termini di Co2 e, quindi, dobbiamo lavorare per decarbonizzarlo. Stiamo collaborando con una start-up innovativa per raggiungere questo obiettivo - spiega - Ultimo punto del primo pillar è relativo al trasporti. In Italia c'è una grandissima opportunità di decarbonizzare i trasporti, un settore complesso ma con grandi possibilità future”. Il secondo pilastro su cui si fonda la strategia di sostenibilità di L’Oréal Italia è incentrato sul fare business in maniera più efficiente, senza sprechi: “Questo riguarda soprattutto i nostri prodotti - illustra il Sustainability Director L’Oréal Italia - Lavoreremo con i nostri clienti per cercare di trovare soluzioni a punto vendita per dare loro la possibilità di avere accesso ai nostri prodotti in ogni modo e attraverso ogni canale, utilizzando anche i nostri canali secondari, ovvero i nostri outlet. Abbiamo infatti 10 outlet in Italia che serviranno per questo obiettivo. Anche in questo caso ci concentreremo nuovamente sui materiali a punto vendita che, insieme ai nostri clienti, vogliamo rendere sempre efficienti”. L'ultimo pilastro è quello dell'impatto sociale: “Vogliamo migliorare il nostro impatto sociale attraverso il programma di ‘Brand causes’, le nostre cause di brand, che va dall'inclusive sourcing, ovvero dare lavoro a persone provenienti da contesti svantaggiati, fino al nostro Salone di bellezza sociale”. Il Salone di bellezza sociale di L’Oréal Italia, che prenderà vita a Casa Jannacci a fine 2025 anche grazie alla collaborazione con il Progetto Arca, molto conosciuto a Milano, permetterà di dare accesso a trattamenti di bellezza a persone che non potrebbero permetterseli. L’obiettivo è quindi quello di cercare di ridare bellezza, non solo esteriore ma anche interiore, rinvigorendo la fiducia e l’autostima delle persone, favorendo così il reinserimento nella società. Questo è l'obiettivo del nostro progetto di Salone Sociale”. Per traguardare questi importanti obiettivi, L’Oréal Italia adotta una strategia basata sulle priorità, come spiega ancora Targetti Ferri: “Il primo passo è quello di fare le cose che hanno un maggior impatto. Per farlo occorre lavorare con il business e capire quali sono le priorità su cui concentrarsi, tutti insieme, per arrivare ai risultati. Abbiamo poi bisogno di lavorare con i nostri collaboratori, continuando a trasformarli in veri e propri ambasciatori della transizione sostenibile, con formazione e inclusione in progetti chiave". Inoltre, "abbiamo ovviamente l'obiettivo di continuare a lavorare con i nostri clienti, coinvolgendoli ad esempio in giornate speciali come quella di oggi, L'Oréal for the Future Day, per portarli on board sui nostri programmi di trasformazione. Infine, abbiamo bisogno di reinventare la narrativa di sostenibilità - conclude - lavorando su qualcosa che vada a toccare di più le emozioni e il cuore delle persone” per diffondere la consapevolezza “che si può fare business ma lo si deve fare in modo più sostenibile. Tutta la catena di valori deve essere con noi per portare questo cambiamento”.