(Adnkronos) - "'Il Filo Rosso' è una canzone che fa riferimento alla leggenda asiatica secondo la quale due persone destinate a stare assieme sono legate tramite il mignolo da un filo rosso invisibile. Un modo per dire che se è destino è destino. A me piaceva dedicarla ai rapporti a distanza, perché in quei rapporti il filo è un po’ più lungo e più difficile da mantenere". A spiegarlo all'Adnkronos, in un'intervista a tu per tu, è Alfa, al secolo Andrea De Filippi, che presenta così il suo nuovo singolo in uscita in radio e sulle piattaforme digitali venerdì 18 ottobre, su etichetta Artist First, dal titolo appunto 'Il Filo Rosso'. "Nasce durante uno dei miei tanti viaggi in treno -rivela Alfa, classe 2000, artista multiplatino e reduce dal successo sanremese di 'Vai!'-. Mi capita spesso di notare le persone che si salutano, una famiglia, una coppia. Sono momenti che smuovono qualcosa, hanno un fascino particolare. Mi piaceva creare una canzone colonna sonora di quei momenti, non esisteva una canzone degli arrivederci". Musicalmente è "una ballad -la descrive l'artista- Un mondo che ho esplorato molto poco, e che desidero esplorare adesso per dimostrare la mia maturità artistica soprattutto dopo Sanremo. Mi sto lanciando in questa versione un po' più emotiva e cantautorale, quel mondo mi affascina, poi io vengo da Genova" patria di grand autori. "Volevo portarlo in una versione nuova". Un'esplorazione in un genere più intimista dove sono sempre i sentimenti a farla da padrone: colpisce il verso in cui si sottolinea il passaggio da "sconosciuti a innamorati" e, in seguito, da "innamorati a sconosciuti". "E' una fase in cui sono sicuramente più attento ai testi”, conferma Andrea De Filippi. Che anche stavolta non nasconde cenni autobiografici ("E' successo anche a me, è il ciclo quasi sempre inevitabile delle cose, raramente ti lasci bene e comunque serve tanto tempo per ritornare amici quando sei stato innamorato"), ma che colpisce l'immaginario collettivo. "E' un brano che tocca le corde di tutti. Da un po’ di tempo sto cercando di sviluppare la mia scrittura più da un punto di vista collettivo, che faccia da inno, perché sono sempre stato molto autobiografico ma ho imparato che nei concerti e nei palazzetti è molto più bello raccontare una realtà più concreta che riguarda tutti", spiega Alfa. Dopo l'uscita del singolo, sarà un autunno 'caldo': Alfa partirà infatti da Londra, per una serata speciale l'8 novembre, e poi riprenderà il tour nei palazzetti, che sarà molto diverso dalle prime cinque date. "A Londra ci sono sempre stato come turista, spero sia l’inizio di un percorso, anche se si tratta di piccoli club -rivela all'Adnkronos- La comunità italiana è un ovunque nel mondo vorrei cominciare a intercettarla per fare dei concerti un po' più intimi e speciali. Poi l'Italia. "Circa i live stiamo cambiando tanto rispetto alla prima tranche che abbiamo fatto ad aprile -anticipa l'artista- Sono show più consapevoli, saremo nove sul palco, i primi cinque palazzetti sono serviti come preparazione". Una curiosità: ci sarà "una casa sul palco, con bagni e cucina per dare un senso di intimità. Ma l'idea è puntare sulla musica. Siamo nove sul palco e suoniamo tutti". Dopo il tour, inevitabile uno sguardo al futuro. "A me piacerebbe vivere tutta la vita chiedendomi cosa farò da grande. Oggi la musica è il mio amore più assoluto, il mio modo di sentirmi bravo e di vivere la vita. Ma non è un segreto che mi piaccia il mondo dell’animazione, sono una persona molto curiosa. Voglio essere risolto. Il cinema "non è escluso, ho avuto già una candidatura ai Nastri d’argento, mi è già capitato di fare colonne sonore. Sono un grande fan della Pixar e di Miyazaki. Ma guardo anche gli horror". Nel mezzo c'è febbraio, e a febbraio c'è Sanremo. Ma "quest'anno a febbraio sono in vacanza -taglia corto Andrea- Nella penisola ligure di sicuro in quel periodo non ci sarò". Le idee su cosa fare sono chiare. "Vado in Giappone con la mia famiglia, a vivermeli un po’ perché li ho un po’ trascurati -spiega- e credo che sia importante riprendere quella dimensione normale in cui essere un ragazzo qualunque e non un cantante". Oltre che per la famiglia, il cuore batte anche per qualcuno di speciale? "Fa piccoli battiti -sorride Alfa- Diciamo che sembra che si stia rianimando". (di Ilaria Floris)
(Adnkronos) - “Da anni il nostro Gruppo Donne Manager affianca i manager delle aziende più illuminate per sviluppare una cultura di genitorialità condivisa che consenta anche ai padri di vivere appieno un momento così importante e irrinunciabile della propria vita e alle madri di non rinunciare al proprio lavoro. Tante le iniziative fatte e in corso con questo obiettivo. E da una recente indagine che abbiamo condotto sui manager italiani emerge che l’85% degli uomini al di sotto dei 45 anni è favorevole al congedo paritario, ma soprattutto alla sua obbligatorietà. Uomini e donne sono e devono essere su questo alleati. La parità di genere non è solo un traguardo femminile ma un’opportunità per tutti, le famiglie, la società e le aziende stesse, che così aumentano produttività e benessere". Così Luisa Quarta, coordinatrice Gruppo Donne Manager di Manageritalia, che oggi ha partecipato all'incontro, presso la sala Stampa della Camera dei Deputati, per la presentazione delle 5 proposte dei manager italiani alla politica per portare più donne al lavoro e per una genitorialità sempre più condivisa. Secondo Quarta "in Italia, la necessità di un cambio di passo e di una maggiore attenzione verso una genitorialità che non penalizzi le donne, e per questo necessariamente sempre più condivisa, è dimostrata dai dati nazionali che vedono solo 379.000 nuovi nati nel 2023, l’indice più basso mai registrato in Italia. Il numero medio di figli per donna è oggi pari a 1,20. Nello stesso anno si sono contate 61.391 convalide di dimissioni volontarie di madri lavoratrici che hanno dovuto lasciare la loro occupazione per la difficoltà a conciliare la cura dei figli con l’attività lavorativa (Fonte Ispettorato del Lavoro report 2023)". "Non va bene -ha continuato Quarta- neanche sotto il profilo dei congedi parentali. L’Italia, con la sua legge che prevede 5 mesi per la madre all’80% della propria retribuzione e 10 giorni per il padre, è ben lontana dagli standard degli altri paesi europei. In Norvegia per i genitori sono previsti dodici mesi di congedo retribuito suddivisi in una quota destinata alla madre e una al padre (o all’altra mamma) e in un periodo che può essere liberamente condiviso tra i due genitori". Secondo Quarta, "ciascuna quota genitoriale è con retribuzione al 100% e un massimo di diciannove settimane con retribuzione all'80%. In Svezia ogni genitore ha diritto a ben 480 giorni di congedo, quindi circa 16 mesi, 90 riservati alla madre e 90 al padre, indennizzati tutti all’80% dello stipendio Meglio dell’Italia anche la Spagna e il Portogallo. Infatti nella penisola iberica il congedo parentale è fissato a 16 settimane per ciascun genitore, con un indennizzo pari al 100% della retribuzione. Di queste, le prime 6 sono obbligatorie subito dopo la nascita della prole, mentre le successive 10 sono facoltative e i genitori potranno scegliere se utilizzarle a tempo pieno o part time. In Portogallo, invece, i genitori possono richiedere o 150 giorni indennizzati al 100% o 180 giorni indennizzati all’80% dello stipendio", ha concluso.
(Adnkronos) - Eni racconta il proprio impegno nel clean cooking attraverso la mostra Eni dal titolo “FE&L Food Energy & Life”, in calendario dal 15 al 30 ottobre al Corner Maxxi di Roma. Attraverso le fotografie di Gabriele Galimberti e proiezioni video immersive che ritraggono le prime tappe in Mozambico e Angola, la mostra offre una testimonianza della ricerca svolta da Eni sulle tradizioni culinarie, gli aspetti nutrizionali e i benefici legati all’adozione dei fornelli da cucina migliorati distribuiti alle comunità locali nell’ambito del programma 'Eni for Clean Cooking'. Un racconto dedicato al progetto e alla vita delle popolazioni dove Eni sta sviluppando e diffondendo l'iniziativa. Il programma 'Eni for Clean Cooking' si inserisce nel percorso di just transition che accompagna Eni verso gli obiettivi di neutralità carbonica al 2050 attraverso la riduzione delle emissioni (scope 1, 2 e 3). La distribuzione di fornelli migliorati - la cui efficienza è certificata secondo gli standard della Clean Cooking Alliance - permette ad Eni di generare parte dei crediti di carbonio necessari per la compensazione delle emissioni residue. Attraverso questo programma Eni si è impegnata a garantire l’accesso al clean cooking a oltre 10 milioni di persone in tutta l’Africa sub-sahariana entro il 2027, con l’ambizione di raggiungere 20 milioni di persone entro il 2030. Il programma prevede la fornitura gratuita di fornelli ad alto rendimento energetico (Improved cookstove) a famiglie attualmente dipendenti da sistemi di cottura inefficienti. A partire dal 2025, il programma si propone di avviare il passaggio da “improved cookstove” a soluzioni “avanzate” (Advanced cookstove), a induzione nelle aree urbane e a pirolisi dei residui agricoli nelle aree rurali, permettendo il totale abbattimento dell’uso della biomassa legnosa. L’utilizzo di dispositivi più puliti e più sicuri è, inoltre, parte integrante dell’impegno di Eni nel contribuire al miglioramento degli standard di vita delle comunità. Oltre ai benefici di carattere ambientale e di risparmio in termini di spesa per il combustibile, l’adozione di fornelli migliorati e avanzati permette, infatti, di ridurre l’esposizione ai fumi tossici che sono responsabili dei problemi di salute che ogni anno causano 3,7 milioni di morti premature, prevalentemente di donne e bambini. L’accesso ad un’energia più pulita è una sfida che riguarda la sicurezza, la salute e l’empowerment delle persone attraverso il coinvolgimento attivo e partecipato delle comunità locali. In tale cornice, il programma prevede interventi, in linea con le politiche sanitarie nazionali e internazionali, volti alla promozione del benessere comunitario e alla diffusione di best practice igieniche e nutrizionali, al supporto alle campagne dedicate ai temi della salute materno/infantile locali, il tutto attraverso un processo di cambiamento culturale, che riguardi sia l’utilizzo di tecnologie diverse per la cucina sia la modifica dei modelli culinari e una acquisizione di strumenti di consapevolezza sui benefici portati.