INFORMAZIONIMF - Milano Finanza (ed.: Milano Finanza Editori spa) Testate Giornalistiche Ruolo: Web Marketing Specialist At Milanofinanza.it Area: IT Management Isabella Taddia Tonelli |
INFORMAZIONIMF - Milano Finanza (ed.: Milano Finanza Editori spa) Testate Giornalistiche Ruolo: Web Marketing Specialist At Milanofinanza.it Area: IT Management Isabella Taddia Tonelli |
(Adnkronos) - Domani, martedì 13 maggio, Jannik Sinner tornerà in campo agli Internazionali d'Italia. L'azzurro sfiderà l'argentino Francisco Cerundolo agli ottavi di finale del Masters 1000 di Roma. Sinner, che ha già eliminato Mariano Navone e Jesper de Jong nei primi due turni, ha già affrontato l'argentino nel 2023 (proprio agli ottavi del torneo capitolino). Ecco orario e precedenti tra i due. Il match tra Sinner e Cerundolo, valido per gli ottavi di finale degli Internazionali di Roma, si giocherà domani, martedì 13 maggio, non prima delle 15. Jannik affronterà l'argentino, numero 18 del mondo, sul Centrale del Foro Italico. La curiosità è che fu lui l'ultimo ad averlo battuto, nel 2023, al Masters 1000 romano. Sinner-Cerundolo, così come tutti i match degli Internazionali d'Italia 2025, sarà visibile in diretta televisiva sui canali Sky Sport, ma anche in chiaro su Rai 2. La partita si potrà seguire in streaming sull'app SkyGo, su Now e su RaiPlay.
(Adnkronos) - “La Sicilia del vino, instancabilmente resiliente, riflette sul passato e si proietta con determinazione verso il futuro, trovando nell'associazionismo la forza per avanzare e crescere incessantemente”. Il messaggio di Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, chiude la XXI edizione di Sicilia en Primeur, sottolineando il ruolo centrale dell’associazione nel dibattito globale che riguarda il mondo del vino, definendo un manifesto programmatico che fa leva sul valore culturale del vino e sui fattori principali che oggi lo definiscono: enoturismo, sostenibilità, consumo consapevole, qualità produttiva. È stata la città di Modica e il suo scenario barocco, dal Castello dei Conti al Teatro Garibaldi, ad aver ospitato la più importante vetrina itinerante del vino siciliano, dedicata all’anteprima dell’ultima annata, ideata ed organizzata da Assovini Sicilia sin dal 2004. Un viaggio nel cuore della Sicilia del vino: gli undici enotour che hanno condotto la stampa internazionale alla scoperta delle diverse anime vinicole dell'isola hanno consacrato il successo di un format che fa del territorio il suo protagonista. Oltre trecento etichette, presentate in una degustazione tecnica guidata dall'Ais, hanno offerto una vibrante testimonianza del dinamismo e della qualità che animano i produttori siciliani. Sempre più attenzione ai contenuti, con la nuova formula dei quattro talk che ha permesso di approfondire tematiche attuali come la comunicazione nelle nuove generazioni, il neuromarketing, la tutela e valorizzazione delle produzioni vitivinicole grazie ai nuovi contrassegni di Stato. Con il convegno 'La cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro', ospitato presso il Teatro Garibaldi di Modica, Assovini Sicilia punta i riflettori sull’attualità del fattore vino nel contesto economico-politico e sociale, offrendo nuovi spunti e riflessioni. Moderato da Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, il convegno si è aperto con i saluti istituzionali dell’assessore all'Agricoltura Salvatore Barbagallo, e di Felice Assenza, capo dipartimento Icqrf (Ispettorato centrale qualità e repressione frodi) del Masaf, che ha sottolineato l’importanza di “rafforzare i sistemi di tracciabilità e controllo per proteggere l’identità e la competitività del nostro vino nel mondo". "Questi controlli - ha affermato Assenza - non solo tutelano il consumatore, ma garantiscono anche una leale concorrenza tra produttori, contribuendo a eliminare dal mercato prodotti contraffatti e a contrastare il fenomeno dell’Italian sounding, particolarmente diffuso all’estero”. A partire dal pay-off di questa XXI edizione, La Cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro, è la cultura, il leitmotiv e filo conduttore tematico del convegno, declinato nei diversi contributi dei relatori, i quali hanno ragionato, ciascuno secondo la propria area di competenza e azione, su possibili soluzioni e scenari. Nel suo speech inaugurale, Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, ha sottolineato che “oggi, di fronte alle sfide globali che vedono il vino al centro di un acceso dibattito, è fondamentale tornare alle nostre radici per riflettere e rispondere alle sfide future". "La prossima sfida per Assovini Sicilia non è solo mantenere alta la qualità della produzione vinicola e investire in sostenibilità, ma anche tutelare il valore culturale contro dinamiche internazionali restrittive, contro un pensiero che criminalizza un prodotto di civiltà, conoscenza, bellezza e tradizione”, ha aggiunto. Il Master of Wine Andrea Lonardi ha gettato le basi per un manifesto programmatico dal titolo 'Il fattore S: l’unicità del continente vitivinicolo siciliano', e ha esplorato il futuro del vino siciliano attraverso dodici parole chiave che iniziano per 'S' - da scenario a sogno - offrendo una riflessione profonda su identità, sostenibilità e visione strategica. “È necessario trattenere i giovani, valorizzare i siti identitari oltre l’Etna, creare vini e narrazioni contemporanei, formare una nuova generazione di viticoltori per affrontare le sfide. Il vino siciliano può rimanere ancora simbolo culturale e sogno condiviso, se guidato da visione e responsabilità ma con preparazione, metodo e disciplina”, ha commentato Andrea Lonardi. Si scrive enoturismo e si legge cultura del vino, del viaggio e del territorio. Dalla vigna alla vetrina digitale: il Sud che innova tra eventi, e-commerce e nuovi modelli di accoglienza per l'enoturismo, è stato il titolo dell’intervento dei docenti dell’Università Lumsa, Dario Stefàno e Antonello Maruotti, i quali hanno illustrato e commentato i risultati del focus sulla Sicilia della ricerca condotta dal nuovo Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università Lumsa, guidato dallo stesso Dario Stèfano. “L'offerta enoturistica nel Sud Italia, ed in particolare in Sicilia, che emerge dell’indagine del Ceseo, disegna un modello dinamico, radicato nella tradizione ma capace di coniugare innovazione ed esperienzialità. Vendita diretta ed e-commerce export si caratterizzano sempre più come canali strategici di crescita economica, con l’online che assume sempre maggiore rilievo nel fatturato”, hanno dichiarato Dario Stefàno, presidente del Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università Lumsa, e Antonello Maruotti, docente di Statistica (Lumsa Università). Il dibattito si è arricchito con il tema Awareness e cultura del vino: per un consumo informato e consapevole, ovvero il rapporto tra vino e salute, discusso da Sara Farnetti, specialista in Medicina Interna e in Fisiopatologia del Metabolismo e della Nutrizione. “Il vino è un patrimonio unico, genuino, culturale e come tale va preservato. Non ha senso presentare un divieto di consumare alcolici, sarebbe logico ed efficace rendere consapevoli al consumo, deliberare in modo autonomo una revisione delle abitudini. In tal modo realizziamo un cambiamento culturale, insegniamo il rispetto e la cura dell'individuo”, ha sottolineato Sara Farnetti. Infine, la cultura del vino in Sicilia oggi non può prescindere dal ruolo della sostenibilità e della Fondazione SoStain Sicilia, “che si dimostra sempre più uno strumento fondamentale per il presente ed il futuro del vino siciliano”, come ha rimarcato Alessio Planeta, consigliere della Fondazione SoStain Sicilia, che, sul palco di Sicilia en Primeur, ha presentato i nuovi progetti come 'Honeybees and vineyard' sul ripopolamento ape e biomonitoraggio apistico, e la 'Bottiglia leggera - CentoperCento Sicilia' che mira alla riduzione dell’impronta carbonica. La Fondazione SoStain Sicilia, nata dalla volontà e dalla sinergia tra Assovini Sicilia e il Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia, conta oggi quarantaquattro aziende associate e 23,6 mila bottiglie certificate SoStain Sicilia. Gran finale al Castello dei Conti di Modica con il walk-around tasting che ha visto 57 cantine associate protagoniste dell’incontro con la stampa, oltre all’eccellenza della produzione vinicola con 300 vini in degustazione. Sicilia en Primeur è stata anche l’occasione della collaborazione tra Assovini Sicilia e La Sicilia di Ulisse, l’associazione che riunisce le eccellenze siciliane nei settori dell'ospitalità, della gastronomia e della viticultura, che ha curato la cena di chiusura della manifestazione. “Sicilia en Primeur è un ulteriore importante tassello nel progetto di collaborazione tra Assovini e La Sicilia di Ulisse finalizzato a promuovere la nostra regione attraverso le sue eccellenze di cibo, vino e ospitalità. Aver offerto agli ospiti l’esperienza dell’alta cucina siciliana, abbinata ai grandi vini del territorio, è stata senza dubbio la più autentica forma di promozione della nostra isola, espressione viva della sua cultura e della sua identità”, ha commentato Tony Lo Coco, presidente La Sicilia di Ulisse. Altra sinergia messa in campo durante Sicilia en Primeur, è l’evento organizzato insieme all’Enoteca Regionale Sicilia Sud- Est e l’Ats Strade del vino Cerasuolo di Vittoria, dedicato a una delegazione di giornalisti nazionali ed esteri, ospiti di una degustazione alla scoperta dei vini del territorio. "Il vino - ha concluso Mariangela Cambria - non può essere privato della sua essenza più pura: il suo valore culturale. La nostra cultura del vino promuove il brand Sicilia nei mercati di tutto il mondo, valorizzando la sua storia, diversità e unicità".
(Adnkronos) - Cresce la desertificazione oceanica a causa del riscaldamento globale. In poco più di vent’anni è quasi raddoppiata l’area delle regioni oceaniche già povere di nutrienti e con scarsa biodiversità, passando dal 2,4 al 4,5% dell’oceano globale. Si tratta di un fenomeno che comporta una grave carenza di nutrienti e che potrebbe avere conseguenze significative sulla salute degli oceani e sul clima globale. È questo uno dei principali risultati emersi da uno studio internazionale condotto dal Laboratorio Enea Modelli e Servizi Climatici, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine Ismar-Cnr e il laboratorio cinese State Key Laboratory of Satellite Ocean Environment Dynamics (Soed), pubblicato sulla rivista scientifica ‘Geophysical Research Letters’. Lo studio si concentra, in particolare, sull’analisi dei cambiamenti del fitoplancton, l’insieme di quei microrganismi che sono alla base della catena alimentare marina (sono il cibo di zooplancton, pesci e altri organismi) e contribuiscono a mitigare i cambiamenti climatici rimuovendo la CO2 atmosferica attraverso la loro attività fotosintetica. “Questo fenomeno risulta molto evidente nell’Oceano Pacifico settentrionale dove la superficie coinvolta cresce a un ritmo di 70mila km2 l’anno. Ma la desertificazione interessa in modo crescente diverse regioni oceaniche, con una particolare vulnerabilità nelle aree tropicali e subtropicali, dove la diminuzione dei nutrienti disponibili può avere importanti impatti sulla produttività e la diversità biologica. Questo accade a causa del riscaldamento globale, che fa sì che l’acqua calda, più leggera, resti in superficie, impedendo il mescolamento con l’acqua più fredda e ricca di nutrienti che si trova in profondità. Meno mescolamento significa quindi meno ‘cibo’ che arriva alla superficie per sostenere la crescita del fitoplancton e, di conseguenza, dell’intera catena alimentare”, spiega Chiara Volta, ricercatrice Enea del Laboratorio Modelli e Servizi Climatici. Dallo studio emerge inoltre che è in diminuzione la quantità di clorofilla, un indicatore chiave della salute e della produttività del fitoplancton. In pratica, una maggiore presenza di clorofilla indica una maggiore abbondanza di fitoplancton. “Tuttavia, secondo lo studio, questo calo potrebbe non indicare una riduzione della popolazione fitoplantonica, ma un adattamento di questi organismi alle nuove condizioni di crescita imposte dal cambiamento climatico, quali ad esempio l’aumento della temperatura e la riduzione della disponibilità di nutrienti”, sottolinea la ricercatrice di Enea. Per realizzare questo studio i ricercatori hanno esaminato le serie temporali di dati satellitari di clorofilla e di fitoplancton tra il 1998 e il 2022 nei cinque principali vortici oceanici della Terra (gyres subtropicali) situati nell’Atlantico settentrionale e meridionale, nel Pacifico settentrionale e meridionale e nell’Oceano Indiano. Si tratta di sistemi di correnti caratterizzati da un movimento anticiclonico dell’acqua che si sviluppano tra l’Equatore e le zone subtropicali di alta pressione, e la cui formazione dipende da una complessa interazione tra venti, rotazione terrestre e distribuzione delle terre emerse. “Negli ultimi due decenni, in concomitanza con il riscaldamento degli oceani, molti studi satellitari hanno documentato un’espansione di questi sistemi oceanici e una conseguente riduzione di clorofilla, destando serie preoccupazioni sulle possibili implicazioni per il clima globale e la salute dei nostri oceani. Tuttavia, i nostri risultati mostrano che, nonostante la diminuzione della clorofilla osservata nella zona più povera di nutrienti dei vortici subtropicali, la biomassa fitoplantonica è rimasta sostanzialmente stabile nel tempo. Tenuto conto che, per loro natura, i dati satellitari si limitano a fornire una descrizione di ciò che avviene sulla superficie oceanica, i prossimi passi da compiere saranno quelli di studiare i cambiamenti della comunità fitoplantonica lungo la colonna d’acqua e quantificare il loro impatto sulla produttività oceanica a scala regionale e globale”, conclude Chiara Volta.