(Adnkronos) - Lando Norris si prende la pole position nel Gp del Belgio oggi sabato 26 luglio. Il britannico della McLaren gira in 1:40.562 e chiude la qualifica davanti a tutti. Dietro di lui il compagno di squadra Oscar Piastri e il ferrarista Charles Leclerc. Quarto Max Verstappen, vincitore della gara sprint in mattinata. Male Lewis Hamilton, fuori nel Q1: il britannico partirà dalla sedicesima piazza. Ecco la griglia di partenza del Gp del Belgio di domani, domenica 27 luglio. Ecco la griglia di partenza del Gp del Belgio: 1. Lando Norris (McLaren) 2. Oscar Piastri (McLaren) 3. Charles Leclerc (Ferrari) 4. Max Verstappen (Red Bull) 5. Alexander Albon (Williams) 6. George Russell (Mercedes) 7. Yuki Tsunoda (Red Bull) 8. Isack Hadjar (Racing Bulls) 9. Liam Lawson (Racing Bulls) 10. Gabriel Bortoleto (Kick Sauber) 11. Esteban Ocon (Haas) 12. Oliver Bearman (Haas) 13. Pierre Gasly (Alpine) 14. Nico Hulkenberg (Kick Sauber) 15. Carlos Sainz (Williams) 16. Lewis Hamilton (Ferrari) 17. Franco Colapinto (Alpine) 18. Kimi Antonelli (Mercedes) 19. Fernando Alonso (Aston Martin) 20. Lance Stroll (Aston Martin)
(Adnkronos) - Promuovere percorsi di collaborazione e di informazione sulla sicurezza stradale in ambito urbano a tutta la cittadinanza, a partire dalle giovani generazioni, con una particolare attenzione al fenomeno dell’incidentalità stradale. Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa che Anci, Unasca e Associazione Gabriele Borgogni hanno siglato oggi a Roma alla Camera dei Deputati. “L’incidentalità stradale è da tempo un’emergenza nazionale in Italia e i Comuni sono da sempre in prima linea: gestiscono direttamente le strade, i controlli, le infrastrutture, i sistemi di riduzione della velocità, le attività educative e i dati che contribuiscono a definire anche le politiche nazionali” ha detto il vicepresidente vicario Anci e sindaco di Ancona Daniele Silvetti indicando come “i numeri dicono che la maggior parte degli incidenti avviene sulle strade urbane, dove si registra il 73% del totale e oltre il 65% dei rilevamenti è effettuato dalle Polizie Locali”. “E’ quindi evidente -ha precisato il vicepresidente vicario Anci- che le città rappresentano il fronte più esposto e strategico per un’azione efficace. Grazie a queto protocollo, mettiamo in rete esperienze, conoscenze e strumenti preziosi: dalle attività di sensibilizzazione al supporto psicologico per le vittime della strada, dalle iniziative di educazione stradale nelle autoscuole fino al lavoro quotidiano nei Comuni”. Da parte sua il segretario nazionale autoscuole Unasca, Alfredo Boenzi ha sottolineato come “la formazione alla guida non può e non deve limitarsi all’insegnamento delle regole del Codice della Strada e come formatori, abbiamo il compito di accompagnare i futuri conducenti verso una maggiore consapevolezza del rischio, senso di responsabilità e attenzione verso gli utenti più fragili della strada. Questo protocollo – ha rimarcato – rappresenta un passo concreto in questa direzione e grazie alla capillarità delle autoscuole Unasca possiamo portare ovunque il messaggio della sicurezza stradale che è una responsabilità collettiva”. "Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto, primo in Italia e unico nel suo genere, una grande opportunità per diffondere una cultura della sicurezza stradale senza dimenticare l’aspetto umano e il sostegno a chi, ogni giorno, si trova a fronteggiare le conseguenze più dolorose della strada”, ha ribadito Valentina Borgogni, presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni Ets da anni impegnata nella formazione rivolta alle scuole. “Sentivamo – ha aggiunto - la necessità di rivolgerci anche agli addetti ai lavori: a chi, ogni giorno, vive la strada e fa di un mezzo di trasporto il proprio lavoro. In questo senso, gli istruttori di guida rappresentano per noi interlocutori privilegiati. Parlare con loro significa, infatti, poter arrivare a moltissime persone: un effetto di amplificazione a catena che rende la prevenzione ancora più efficace e capillare. Il protocollo prevede inoltre un aspetto per noi fondamentale: il supporto psicologico, nell’ambito del progetto ‘Mai più soli’, che offre il sostegno di psicologi professionisti in caso di sinistri stradali mortali o particolarmente gravi, sia ai familiari delle vittime, sia alle forze dell’ordine che intervengono in quei drammatici momenti”.
(Adnkronos) - “Oggi presentiamo un esempio di ricerca universitaria molto avanzata e già molto vicina a una sperimentazione su strada reale. È qualcosa di potenzialmente pronto per un servizio, ma bisogna fare un grande salto. Lo deve fare l'Italia, lo deve fare l'Europa: trasformare questi bei progetti molto avanzati di ricerca e sviluppo, in progetti industriali imprenditoriali”. Così Sergio Matteo Savaresi, professore e direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, alla presentazione del progetto ‘Sharing for Caring’, a Darfo Boario Terme (Bs). Si tratta di ‘Robo-caring’, il primo prototipo italiano di mobilità autonoma - una Fiat 500 elettrica sviluppata all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, dal Politecnico di Milano - pensato per persone anziane e con fragilità. Il progetto gode del sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e della collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico. Un'innovazione che si basa su “una tecnologia estremamente complessa che richiede tante risorse economiche - sottolinea il professore - Stiamo provando a trasformare questo bellissimo progetto di ricerca in un grosso progetto imprenditoriale per dare all'Italia e all'Europa la chance di avere questa tecnologia che oggi, di fatto ha solo la Cina e gli Stati Uniti”. Ma per cogliere questa opportunità Italia ed Europa “devono fare un salto”, si diceva. Per farlo servono grosse risorse economiche da impiegare nella trasformazione di una tecnologia estremamente complessa in un servizio disponibile ai cittadini. Ma non solo. “Serve uno sblocco normativo che rimuova la necessità di avere il safety-driver a bordo, oggi obbligatorio per fare questa sperimentazione (Decreto Ministeriale 70 del 2018 ‘Smart Road’ ndr.) - evidenzia Savaresi - Le due cose dovrebbero avvenire idealmente insieme: quando la tecnologia è stata messa completamente a punto da un'entità industriale imprenditoriale, serve lo sblocco normativo”, suggerisce. Il prototipo presentato a Darfo Boario è l'espressione di un futuro imminente. Ma viene da chiedersi: quando vedremo davvero sulle strade italiane un veicolo a guida autonoma senza safety-driver? “Perché la messa a punto industriale e lo sbocco normativo arrivino a compimento prevediamo dai 2 ai 4 anni”, stima Savaresi.