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(Adnkronos) - Uno straordinario Matteo Berrettini agguanta di potenza la finale dell'Atp di Kitzbuhel, sulla terra rossa austriaca, sconfiggendo con un doppio 6-4 Yannick Hanfmann in semifinale. L'azzurro, n. 50 del mondo, ha superato il tedesco, n. 116, in un'ora e mezzo esatta di gioco. In finale, il romano affronterà il francese Hugo Gaston, n. 91 Atp. Il transalpino ha beneficiato del ritiro dell'argentino Facundo Diaz Acosta, n. 77 Atp, che ha lasciato il campo sul punteggio di 1-6, 0-2. "Sono contento perché sapevo che sarebbe stata una partita molto dura, anche perché era una semifinale: adesso cercherò di essere pronto per domani", il commento di Berrettini. "Ho dovuto sistemare un po’ il mio servizio che nel primo set non ha funzionato perfettamente: poi ho cominciato a servire meglio e ad essere più aggressivo. Il pubblico mi ha regalato una dose di energia supplementare ogni giorno e di questo lo ringrazio".
(Adnkronos) - “Leggere la stessa fuga dei cervelli quale fenomeno non solo negativo e irreversibile, ma come forza potenziale di un moto circolatorio inclusivo di un flusso di ritorno dopo un riscatto personale”. Eccola, la Tornanza. Un movimento di rinascita dei territori che parte dall’innesto tra chi, dopo aver viaggiato, decide di tornare nel paese d’origine e mettere a frutto la propria conoscenza, e chi è rimasto. Tra il tornante e il restante, al centro di questi due poli, il viaggio, come innesco del cambiamento, e l’innovazione, come strumento a servizio del capitale umano e del territorio. Tutto inizia con un libro, 'La Tornanza - ritorni e innesti orientati al futuro', il saggio di Antonio Prota e Flavio R. Albano (Laterza edizioni), due esperti di turismo e marketing territoriale e digitale, che è in realtà il manifesto stesso del movimento. È qui, infatti, che ci sono tutti i concetti fondanti del progetto che poi vengono messi in pratica: l’importanza di tornare dopo il viaggio e scegliere di ristabilirsi nel paese d’origine, portando con sé un background nuovo, una trasformazione che può innestarsi con la conoscenza dei restanti per partecipare attivamente allo sviluppo del territorio. Una crescita fatta di azioni concrete, volte a creare una nuova economia e una nuova società nei territori che da sempre e sempre più spesso vengono abbandonati. Come il progetto Fame (Food, Art, Move, Energy), un movimento culturale che avvia un circolo virtuoso in cui le comunità lavorano insieme per la crescita dei propri territori attraverso una visione comune e una sinergia che unisce agricoltura, turismo, artigianato e commercio, o la teoria dell’innesto, che pone al centro del dibattito socio territoriale i borghi, intesi come una via di ricostruzione sociale e culturale. “Il libro è il manifesto culturale di un progetto molto più ampio che si snoda attraverso un podcast e i festival, media di comunicazione per far conoscere il progetto, ma anche gli hub e l’academy, elementi fisici e tangibili in cui costruire comunità”, dice Prota. Raccontare la 'tornanza' dalla viva voce dei tornanti è poi il motivo alla base del video podcast itinerante, una serie di narrazioni per raccontare le storie di chi ha deciso di rientrare a casa. Dalla Puglia, alla Basilicata, dalla Campania alla Calabria e non solo: una volta a settimana, un tornante racconta la sua storia, da dove è partito e dunque dove, dopo un lungo viaggio, ha deciso di tornare, ma anche il perché di questa scelta e il progetto che sta cercando di portare avanti nella sua terra d’origine, forte dell’esperienza maturata durante la sua assenza. “Sono storie che lasciano il segno e i numeri lo dimostrano: quasi 1 milione di visualizzazioni sulle piattaforme social. Speriamo che questi video podcast siano anche d’ispirazione per i potenziali tornanti: il concetto di viaggio in effetti secondo il nostro racconto è quello che ha consentito storicamente di costruire le innovazioni: da Lonely Planet a Nike, da Redbull a The North Face, tutti questi brand sono nati o hanno tratto spunto da contaminazioni in luoghi lontani”, sottolinea Albano. Non solo podcast, però. Proprio nel segno della collaborazione e della condivisione, la 'tornanza' è anche una serie di eventi dal vivo, i Tornanza festival, una sorta di Tedx per guardarsi negli occhi e raccontarsi le proprie esperienze, ma soprattutto le proprie idee, affinché possano essere d’ispirazione. Il primo è stato lo scorso 28 giugno, a Padula, in Campania, e a breve ce ne saranno altri, alcuni in collaborazione con l’Università. Il 17 e il 18 settembre a Potenza, poi il 20 settembre a Matera e il 1 ottobre a Bari. “I Tornanza festival sono luoghi d’incontro itineranti come i podcast e come questi ultimi servono a far conoscere il progetto per poter ispirare nuovi rivoluzionari dell’esistenza e pionieri dell’evoluzione”, dicono i due ideatori. Innovazione per costruire startup, accoglienza dei tornanti e dialogo tra tornanti e restanti: in questo consistono gli hub, i luoghi in cui si lavora e si comincia a creare la base concreta di un’idea. L'obiettivo è costruire hub in vari territori e per il primo sono già pronte le coordinate: aprirà a settembre a La Certosa di Padula in Campania e a Gravina in Puglia. Infine, vera e propria espressione dei concetti fondanti della Tornanza - origine, viaggio e innovazione - l’academy è lo spazio dedicato alla formazione dei tornanti e per coloro che vogliono diventarlo. “L’academy dovrebbe riuscire a costruire un percorso formativo di autoimprenditorialità per favorire nuovi innesti nelle comunità operose di ogni sud del mondo”, commentano i founder del progetto. Il primo corso partirà a Bari in autunno.
(Adnkronos) - “Sono in prima linea per un cambio di rotta nelle politiche energetiche comunitarie, per un’Europa che investa sui gas rinnovabili invece di vietarli, ma che punti anche su fonti energetiche pulite ed innovative come l’idrogeno e i biocarburanti, su cui Bruxelles finora ha investito poco e male”. Così Isabella Tovaglieri, Gruppo ID, nel corso del suo intervento all’assemblea Assogasliquidi-Federchimica, che si è tenuta oggi a Roma. “Gli ultimi cinque anni di lavoro qui al Parlamento europeo - continua - sono stati fondamentali per porre le basi del futuro industriale del nostro paese, anche in un settore strategico come quello del gas. Come membro della commissione industria sono stata relatrice di un dossier delicato come la direttiva Casa Green, che per primo regolamenta a livello europeo l’uso del gas nel contesto domestico. Si tratta di una direttiva problematica per il nostro paese, frutto di un’impostazione green fortemente ideologica e poco attenta alle reali necessità del nostro settore energetico, che prevede dal 2040 il divieto di vendere e acquistare caldaie a gas e dal 2025 qualsiasi incentivo per sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili, compresi anche i gas rinnovabili a bassissimo impatto ambientale come il biometano”. “I prossimi cinque anni – conclude – saranno fondamentali per definire l’approccio europeo ai gas, che deve essere uno degli elementi chiave del nostro mix energetico del futuro, e per rivedere provvedimenti green radicali come il divieto”.