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(Adnkronos) - A Milano l'offerta di alloggi a prezzi accessibili non è adeguata alla domanda. Lo evidenziano i risultati di una serie di ricerche realizzate da una rete di esperti di rilievo, tra cui Cresme, Politecnico di Milano, Nomisma, Bocconi, EvaLab e Avanzi, condotte per indagare sulle problematiche, sullo stato dell’arte e sulle prospettive di sviluppo dell’housing sociale in Italia. I dati sono stati presentati da Fondazione Housing Sociale in occasione del suo ventesimo anniversario, che si è celebrato alla presenza delle istituzioni. Attraverso il contributo del dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano è stato possibile ricostruire un quadro aggiornato dell’offerta abitativa attraverso una serie di rappresentazioni cartografiche accompagnate da schemi e da testi di commento. L’obiettivo è stato quello di comprendere il ruolo dell’offerta di housing sociale nella città, attraverso l’analisi delle iniziative realizzate nel periodo 2015-2023 su interventi in housing sociale di nuova edificazione realizzati da diversi operatori (ad esempio fondi e cooperative); interventi di residenzialità universitaria convenzionata; offerta di residenzialità Ers temporanea rivolta a figure fragili o in emergenza abitativa; interventi di housing sociale promossi da enti di terzo settore sostenuti da Fondazione Cariplo. I dati riportati sulle mappe geolocalizzate riportano collocazione, consistenza, accessibilità economica, selettività e tipologia dei promotori degli interventi. Queste differenti lenti analitiche hanno costituito la base per la costruzione di rappresentazioni tematiche. A Milano ci sono attualmente 16.681 alloggi in locazione a canoni calmierati, per lo più realizzati da fondi e cooperative edilizie. Negli ultimi 10 anni ne sono stati realizzati 4000 in vendita convenzionata e 3551 in locazione, di cui il 10% destinato al canone sociale e a soggetti fragili seguiti dagli enti del terzo settore. Questo dato dimostra che le forze in campo ci sono, ma le risorse non sono ancora sufficienti a rispondere al fabbisogno, poiché -come evidenzia la ricerca condotta da Nomisma- va considerato che le famiglie con entrate comprese tra 1.600 euro e i 2.700 euro mensili sono circa il 25% del totale. La ricerca fa un affondo anche sugli alloggi pubblici e privati locati ad enti del terzo settore: il dato, circa 1500 alloggi, non è 'pulito', come si dice in gergo, poiché spesso si tratta di blocchi costituiti da poche unità difficili da intercettare; il numero che ne deriva, calcolato per difetto, riesce comunque a identificare gli elementi per una possibile policy. Allargando il punto di osservazione, la distribuzione geografica delle iniziative che emerge dal primo rapporto sulla performance sociale del social housing in Italia, prodotto da Avanzi, evidenzia una maggiore presenza di interventi nelle regioni del Nord e del Centro Italia: in particolare, la metà dei progetti si trovano in Lombardia e Toscana (29,8% e 20,2% rispettivamente), mentre i rimanenti progetti sono distribuiti prevalentemente in Emilia-Romagna (18,1%), Piemonte (12,8%) e Veneto (9,6%), con diverse iniziative anche in Liguria, Lazio e Marche. Più del 70% dei progetti si trova nei capoluoghi. Dalle ricerche presentate emerge la necessità di mettere in campo un mix coordinato di interventi di sistema sul fronte casa che punti a regolamentare il mercato residenziale privato, affitti brevi inclusi, ma non solo,rdo alle fasce di popolazione più vulnerabili: "Proprio per la complessità del tema, però, occorre evitare semplificazioni nelle soluzioni -spiega Raffaella Saporito, associate professor of Practice of Government, Health and Not for Profit presso Sda Bocconi School of Management-. L’idea di un piano di investimenti con un mix di capitali pubblici e privati che favorisca l’aumento dello stock abitativo è certamente da accogliere con entusiasmo. E l’housing sociale, così come viene inteso in Italia, ossia una residenza in locazione a canoni calmierati e in vendita a canoni convenzionati per lo più realizzata da privati, ma non solo, è una parte di questo mix". Tra le criticità emerse nel fornire una risposta adeguata alle esigenze di sviluppo dell’housing vi è il tema dell’accesso al capitale. L’housing sociale richiede, per le sue caratteristiche, capitali di lungo termine, disposti quindi a essere ripagati in un orizzonte temporale non inferiore ai 30 anni e con una motivazione a generare un positivo impatto, ma soprattutto tassi inferiori a quelli di mercato. L’indagine realizzata da Università Bocconi propone, sulla scorta dell’esperienza francese e di quella olandese, pur molto diverse tra loro, ma unite da strumenti economico finanziari della stessa natura, la strutturazione di un fondo nazionale di garanzia per gli interventi di social housing pensato per la situazione italiana. I casi analizzati mostrano come vi sia un concorso tra istituzioni pubbliche e soggetti privati nello sviluppare le operazioni e come le banche di sviluppo, nei casi francese e olandese, abbiano giocato un ruolo fondamentale nel supportare i progetti. Ad integrazione dell’analisi, con il contributo di Cresme, è stata realizzata una mappatura del fabbisogno di housing e della tipologia di risposta abitativa realizzabile sui diversi territori; la ricerca incrocia i prezzi medi di mercato con la domanda, analizzando i dati in termini quantitativi. In relazione all’offerta che già esiste sul mercato si può, infatti, ipotizzare dove l’housing sociale abbia ragione di esistere e dove invece, dati i valori di mercato già molto bassi, sia necessario per dare risposta alla domanda abitativa avvicinarsi a canoni paragonabili all’Erp e quindi ad una soluzione non percorribile per un privato se non a fronte di una porzione di fondo perduto. Si tratta di una mappatura sintetica, per province e comuni capoluogo, che incrocia i prezzi medi di mercato con la domanda in termini quantitativi. Nata nel 2004 su impulso di Fondazione Cariplo, Fondazione Housing Sociale punta a rispondere in modo mirato alla crescente emergenza abitativa, attraverso la promozione di iniziative che favoriscono la realizzazione di alloggi a canoni calmierati. Dal 2004 le due fondazioni promuovono lo sviluppo dell’housing sociale in Italia, con l’obiettivo di affrontare concretamente l’emergenza casa. Ad oggi, hanno messo in campo un ventaglio di azioni integrate per rispondere alle esigenze abitative di diversi target coinvolti, in chiave di accessibilità economica e inclusione. Il social housing è indirizzato a giovani coppie, anziani, immigrati, studenti e in generale a coloro che vivono una particolare condizione di fragilità socioeconomica, ai quali offre, a seconda dei casi e delle convenzioni, diversi servizi o residenziali erogati con un approccio 'tailor made'.
(Adnkronos) - Philip Morris Italia ha annunciato oggi tre cambiamenti organizzativi per il dipartimento relazioni esterne: Eleonora Santi, attualmente Direttrice del dipartimento, viene promossa a capo degli uffici di Bruxelles di Philip Morris International. In questa nuova posizione, Eleonora Santi si occuperà di regolamentazione e advocacy per l’Azienda a livello europeo e internazionale. Michele Samoggia, attualmente Senior manager communication, sustainability & public policy, assume il ruolo di direttore delle Relazioni Esterne per Philip Morris Italia. Nel suo nuovo ruolo Samoggia sarà a capo della struttura dedicata agli affari regolatori e fiscali, all’area medico scientifica, alla comunicazione e al contrasto al commercio illecito. Contestualmente Antonio Mirabella, già manager communications per l’Azienda, acquisirà il ruolo di responsabile della comunicazione di Philip Morris Italia, assumendo la responsabilità della comunicazione esterne per le affiliate di Roma e Bologna. Prima di entrare in Philip Morris, Eleonora Santi ha ricoperto diversi ruoli istituzionali sia in Italia che a Bruxelles, dove ha ricoperto l’incarico di Manager European Union Affairs dal 2015 al 2018.La sua lunga carriera in Philip Morris è iniziata nel 2009 all’interno dell’affiliata italiana come Manager del Dipartimento di Relazione Esterne. Dopo un’esperienza internazionale maturata tra Losanna e Bruxelles, dal 2018 al 2019 Santi ha ricoperto il ruolo di Direttrice Regulatory e Scientific Affairs per l’Italia, acquisendo poi il ruolo di Direttrice delle Relazioni Esterne. Michele Samoggia, in Philip Morris Italia dal 2016, vanta un’esperienza decennale nel settore delle relazioni esterne, con ruoli di responsabilità sia negli affari istituzionali che nella comunicazione. Prima di Philip Morris ha lavorato in Enel, Basf, Ministero dello Sviluppo Economico, Unicef e Fao. È attualmente Presidente del Consiglio di Amministrazione di Erion Care, il consorzio non profit del Sistema Erion dedicato a contrastare l’abbandono dei rifiuti dei prodotti del tabacco nell’ambiente. Antonio Mirabella, parte del team di Philip Morris Italia dal 2012, ha ricoperto diversi ruoli nel dipartimento Relazione Esterne delle affiliate italiane, tra le sedi di Roma e Bologna. A Bologna, tra il 2014 e il 2019 ha seguito la comunicazione esterna dell’Azienda durante gli anni dell’annuncio dell’investimento industriale di Philip Morris International a Crespellano, il più rilevante investimento Greenfield realizzato in Italia negli ultimi 25 anni. Nel suo incarico più recente ha gestito la comunicazione interna ed esterna dell’Azienda e la realizzazione di campagne di comunicazione Corporate a livello nazionale.
(Adnkronos) - Un investimento complessivo di 160mila euro, 9 progetti, presentati da altrettante società sportive dell’hinterland milanese, dedicati ai 3 macro-temi della Sostenibilità, Inclusione, Diversità e Pari opportunità. Questi i numeri di 'Valori in Campo', il progetto biennale di Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, che ha l’obiettivo di valorizzare lo sport come strumento per promuovere sostenibilità, inclusione e coesione sociale. Giunta alla sua sesta edizione, l’iniziativa è stata presentata oggi presso nella sede della società alla presenza di Yuri Santagostino, presidente di Gruppo Cap e Roberto Maviglia, consigliere delegato all’Edilizia scolastica, impiantistica sportiva e gestione Idroscalo di Città metropolitana di Milano. Inoltre, è stato proiettato un videomessaggio di Marco Riva, presidente del Coni Lombardia. "Le attività sportive -ha detto il presidente di Gruppo Cap, Santagostino- hanno un impatto significativo sull’ambiente. E' quindi fondamentale rendere ecologicamente sostenibili le manifestazioni sportive, promuovendo l’adozione di comportanti virtuosi, come il consumo consapevole dell’acqua e la riduzione di plastica e imballaggi". Inoltre, "lo sport resta un importante veicolo per l’inclusione sociale e la valorizzazione delle diversità. Ancora oggi, dopo più di 10 anni di storia e sei edizioni, 'Valori in Campo' si conferma uno dei nostri progetti più significativi, che ci permette di contribuire alla formazione dei più giovani affinché diventino i cittadini responsabili del domani, capaci di rispondere alle sfide imprescindibili del nostro tempo, sia a livello sociale che ambientale". Attraverso 'Valori in Campo", ha sottolineato, "ci poniamo l’obiettivo di supportare le associazioni e gli atleti nel raggiungimento di risultati sportivi di alto livello, così come nella diffusione dei valori di Gruppo Cap". L’iniziativa di Gruppo Cap nasce per coinvolgere in modo attivo le nuove generazioni di atleti e ha una missione molto chiara: promuovere comportamenti virtuosi tra i giovani e favorire l’inclusione sociale attraverso lo sport. Per i prossimi due anni (2024-2026), le 9 società sportive - dal rugby alla pallavolo passando per il basket - che operano sul territorio e che si sono aggiudicate il nuovo bando, potranno contare sull’investimento complessivo di 160mila euro messo a disposizione da Gruppo Cap e che verrà suddiviso tra i progetti vincitori. Questa sesta edizione ha visto l’introduzione di 3 nuove categorie, attorno alle quali vertono i progetti vincitori delle società sportive: Sostenibilità, con focus sulle iniziative volte alla tutela dell’ambiente, alla riduzione dell’impatto generato dell’attività sportiva e che contribuiscono alla creazione di uno spazio sportivo più rispettoso di ciò che ci circonda; Inclusione, dedicata ai progetti sportivi che mirano ad abbattere barriere di qualsiasi genere e a creare un ambiente accogliente per tutti i partecipanti; Diversità e Pari Opportunità, con focus sull’empowerment femminile e sull’eliminazione degli stereotipi di genere.