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(Adnkronos) - Spuntano gli 'omini verdi' al confine tra Estonia e Russia. E Tallinn teme una provocazione di Mosca. La definizione 'omini verdi' - in inglese Little Green Men - descrive soldati con uniformi anonime, prive di mostrine e segni distintivi per il riconoscimento. Il gruppo di militari, come mostrano le immagini dell'emittente estone ERR, è stato avvistato al confine tra il paese baltico e la Russia. La presenza dei militari ha fatto scattare misure temporanee sulla base delle segnalazioni delle guardie di frontiera estoni: "Abbiamo osservato gruppi di uomini armati, apparentemente impegnati in attivistà sospette. Non si tratta di elementi delle guardie di frontiera, la situazione rappresenta una minaccia", il resoconto delle guardie estoni. A ridimensionare l'allarme, nella tarda serata, il messaggio pubblicato su X da Marko Mikhelson, presidente della Commissione Affari Esteri del parlamento estone: "Mantenete la calma, la compostezza e la concentrazione. Abbiamo il totale controllo della situazione". In passato, la presenza di 'omini verdi' ha caratterizzato la fase iniziale delle operazioni che hanno portato la Russia ad invadere la Crimea nel 2014. Militari privi di divise identificabili presero il controllo dell'aeroporto di Simferopoli e di basi militari. Un copione simile è andato in scena anche in Donbass, con il sospetto che tra gli 'omini verdi' abbiano operato anche elementi delle forze speciali.
(Adnkronos) - "Parlare della riforma patronati oggi significa parlare di una grandissima rete di prossimità che ogni anno in Italia e nel mondo accompagna diversi milioni di lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati e più in generale i cittadine e cittadini, giovani e meno giovani, in quella che è la tutela individuale, che negli ultimi vent’anni è cambiata tantissimo perché sono cambiate le prestazioni". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Michele Pagliaro, presidente dell'Inca Cgil. "Se è pur vero - avverte - che siamo di fronte ad uno stato sociale via via sempre meno generoso, per cui l’accesso alle prestazioni spesso è sempre più difficile, va anche detto che ambiti come la digitalizzazione, l’avvento dell’intelligenza artificiale stanno contribuendo alla riduzione del front-office gran in parte della Pa, per cui il lavoro dei patronati diventa sempre più prezioso. Modernizzarlo significa agganciarlo alla realtà del Paese e al cambiamento in atto: l’obiettivo è quello di accrescere efficienza e soprattutto qualità dei nostri servizi". "Da oltre un decennio - sottolinea - rivendichiamo una riforma. Con l’attuale governo abbiamo svolto un incontro molto importante il 20 febbraio del 2024, alla presenza della ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. E' stata aperta la discussione sulla riforma ma, dopo oltre un anno e mezzo, ci troviamo di fronte a un nulla di fatto. L’idea su cui abbiamo discusso è stata quella di semplificare l’attività ispettiva attraverso l’aiuto della tecnologia: basterebbe mettere in linea mandato di patrocinio-domanda-provvedimento per arrivare alla definizione dell’attività svolta da ogni singolo patronato attraverso un semplice clic: una scelta che consentirebbe di liberare così gli ispettori del lavoro, che ogni anno sono chiamati a verificare le pratiche una ad una. In un paese dove la carenza degli ispettori del lavoro è cronica e dove ogni giorno quasi 4 persone fra lavoratrici e lavoratori muoiono di lavoro, con una simile scelta, da un lato, si potrebbe efficientare il sistema dei patronati e dall’altro mandare gli ispettori nei luoghi di lavoro per verificarne salubrità e sicurezza". In che modo l'Inca guarda al futuro dei patronati, in attesa della riforma? "In primo luogo - spiega il presidente Pagliaro - rivendicando il tema della semplificazione delle visite ispettive, che resta un tema prioritario. Tra l’altro, qualche giorno fa il Tar del Lazio ha pubblicato una sentenza, su nostro ricorso, che ci dà ragione, obbligando il ministero del Lavoro a chiudere l’annualità 2022 entro 30 giorni dalla sentenza". "I ritardi delle chiusure - rimarca - sono assurdi: il 2017 è stato chiuso nel 2025 dopo ben 8 anni Inoltre, con il Ce.Pa, il raggruppamento che mette insieme i patronati Inca, Inas, Ital e Acli, che da soli rappresentano oltre il 50% di tutta l'attività patrocinata in Italia e nel mondo, abbiamo avviato un gruppo di lavoro tecnico, per avanzare proposte: dalle attività svolte all’estero alla definizione di nuovi indicatori di qualità, dalla revisione delle tabelle ministeriali, a tutto quello che può essere utile per rafforzare la nostra rete di prossimità, senza escludere la possibilità di nuove attività". "Non a caso - fa notare - abbiamo intrapreso interlocuzioni con i Comuni italiani attraverso l’Anci e con le Regioni attraverso la Conferenza delle Regioni. Vogliamo evitare riforme affrettate, i patronati non sono semplici sportelli: rappresentano una rete di prossimità sociale che combatte solitudine, marginalità, isolamento nelle periferie e nelle aree interne del Paese. E' un valore costituzionale riconosciuto anche dalla Corte Costituzionale. Da quando siamo nati (e quest’anno a febbraio abbiamo compiuto ottant’anni) abbiamo contribuito all’emancipazione delle persone e più in generale della società e anche adesso abbiamo raccolto la sfida del cambiamento e vogliamo continuare a fare la nostra parte".
(Adnkronos) - "Il volontariato per Kpmg è uno strumento indispensabile che ci aiuta poi a trasformare, a creare sinergie, a parlare di sostenibilità nel modo più ampio possibile". Lo ha detto Sabrina Marsiglia, Csr manager di Kpmg, che questa mattina è intervenuta al panel 'Volontariato d'impresa: un'azione, tanti vantaggi' nell'ambito del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi. "La sostenibilità in Kpmg viene fuori grazie alla campagna di volontariato di Kpmg Network, che si chiama 'Make a Difference Day'. Si comincia da poche giornate sino a oggi, dopo quasi 18 anni, ad arrivare a un anno di lavoro sul volontariato d'impresa. Leghiamo le esigenze degli enti con le nostre disponibilità e professionalità e andiamo a trovare il momento giusto per fare l'attività e produrre valore sul territorio. Questo è l'obiettivo", ha chiarito Marsiglia. Ascoltando i dipendenti e le loro sollecitazioni, il volontariato d'impresa è stato "per Kpmg il lancio per aprirsi a tutti i temi di responsabilità sociale di cui mi occupo con il mio ufficio. I nostri dipendenti sono coloro quelli che da vicino si occupano in alcuni casi anche di coordinarci, perché magari ci portano i contatti, ci fanno conoscere le associazioni sul territorio e ci portano a visitarle. Sono un gancio preziosissimo affinché l'azienda e gli enti del terzo settore sul territorio riescano ad avere un legame. E poi sono loro che stimolano i propri colleghi a partecipare", ha evidenziato la Csr manager di Kpmg.