ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Le malattie neurologiche rappresentano oggi la prima causa di disabilità in Italia. Ogni anno oltre 32 milioni di persone convivono con un disturbo neurologico: dal mal di testa cronico alle patologie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, emicrania severa e ictus. Quest'ultimo, in particolare, continua a essere una delle condizioni neurologiche più impattanti sul piano sociale: colpisce tra le 100.000 e le 120.000 persone ogni anno e costituisce la prima causa di disabilità nell'adulto, con ripercussioni profonde sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Lo spiega la Società italiana di neurologia (Sin) nella Giornata internazionale delle persone con disabilità. Una ricorrenza che rappresenta per la Sin "un'occasione per riflettere non solo sul carico clinico, ma sul valore dell'inclusione e dell'autonomia. Le patologie neurologiche - ricorda la società scientifica in una nota - possono compromettere il movimento, il linguaggio, la memoria e le funzioni cognitive, rendendo complesso il ritorno alla quotidianità e alla piena partecipazione sociale. E' una sfida che richiede risposte coordinate, continuative e multidisciplinari". "Accanto alla fase acuta della malattia - sottolineano i neurologi - rimane cruciale l'accesso a percorsi riabilitativi e assistenziali omogenei sul territorio nazionale. Persistono invece disparità territoriali che incidono sulle possibilità di recupero: non tutti i pazienti possono, infatti, usufruire degli stessi servizi di riabilitazione intensiva o dell'assistenza domiciliare necessaria per riacquisire autonomia. Il tema dell'inclusione, per le persone colpite da condizioni neurologiche, è parte integrante della terapia: significa poter tornare a lavorare, studiare, muoversi, comunicare e ricostruire la propria vita". "Su questo aspetto - rimarca la Sin - risuonano con forza le riflessioni di chi si confronta quotidianamente con le conseguenze dell'ictus sottolineando che la disabilità non deve mai significare esclusione. Ogni anno migliaia di persone si trovano ad affrontare difficoltà motorie, cognitive o di linguaggio che richiedono sostegno concreto, continuità assistenziale e una comunità capace di accompagnare la persona nel percorso di recupero. L'inclusione diventa, quindi, parte della cura: è ciò che permette di tornare a vivere nonostante le limitazioni. Questa visione riflette la necessità di un sistema sanitario in grado di garantire pari opportunità, percorsi riabilitativi appropriati e politiche realmente orientate al miglioramento della qualità della vita". "La disabilità neurologica non è un destino immutabile, ma una condizione che può essere prevenuta o mitigata attraverso diagnosi tempestive, trattamenti efficaci e un'assistenza continua. La Sin ribadisce il proprio impegno a favore di una neurologia moderna, capace di accompagnare i pazienti nel loro percorso di cura e di sostenere la loro piena partecipazione sociale", afferma Mario Zappia, presidente Sin. La Società italiana di neurologia - conclude la nota - invita le istituzioni a rafforzare la rete neurologica nazionale, investendo nella prevenzione, nella riabilitazione, nei servizi territoriali e nell'accesso equo alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche. E' necessario colmare le disuguaglianze regionali e garantire percorsi strutturati che accompagnino il paziente dalla fase acuta al rientro nella vita quotidiana. La Sin evidenzia inoltre che la disabilità di origine neurologica è una questione sociale collettiva: "Costruire un sistema più inclusivo e accessibile significa riconoscere la dignità, il valore e il potenziale delle persone che convivono con condizioni neurologiche, e assicurare loro l'opportunità di continuare a contribuire pienamente alla comunità".
(Adnkronos) - In uno scenario mondiale in continuo movimento, tra sempre più guerre e instabilità, c'è un nuovo scenario in cui si 'gioca' sempre più il potere economico globale. Un luogo da secoli 'immobile' ma che ora potrebbe diventare un crocevia decisivo nello scontro tra potenze mondiali. A 'raccontarlo' arriva, edito in Italia da Luiss University Press, 'La legge del nord. La conquista dell'Artico e il nuovo dominio mondiale' di Mary Thompson-Jones. Il rapido scioglimento dei ghiacci artici sta riscrivendo la geografia del potere globale e il Polo nord quindi non è più un margine bianco sulle mappe: là dove per secoli ha regnato appunto l’immobilità, oggi pulsa il cuore instabile della politica mondiale. Il Nord raccontato da Mary Thompson-Jones non è più quello remoto e impenetrabile dei romanzi d’avventura, ma la nuova frontiera della geopolitica contemporanea: una scacchiera dove si intrecciano rotte commerciali, ambizioni militari e crisi climatica. Il disgelo impone una diversa geografia del pianeta, apre passaggi tra continenti e porta alla luce giacimenti di gas e terre rare. Russia, Cina e Stati Uniti si contendono il controllo delle nuove vie marittime e degli avamposti strategici – dalla Penisola di Kola alla Groenlandia, fino alla Norvegia, alla Finlandia e ai Paesi Baltici – sempre più centrali nella contesa tra Nato e alleanza russo-cinese. Qui si combatte una guerra silenziosa, fatta di sottomarini, satelliti, poli scientifici e navi rompighiaccio, in un contesto di giurisdizioni che si spostano alla deriva come iceberg. Il confine tra cooperazione e conflitto è più sottile del ghiaccio che si frantuma. Thompson-Jones va oltre la cronaca: intreccia mito e realtà, rievocando le esplorazioni del Passaggio a Nord-Ovest, la resilienza del popolo Sámi e le mappe che trasformarono il Polo in un sogno di potere e di purezza. In un fragile equilibrio tra sicurezza, diplomazia e giustizia climatica, La legge del Nord mostra come, tra i ghiacci che si ritirano, si stia decidendo il vero futuro del dominio mondiale. Mary Thompson-Jones è tra le massime esperte mondiali di sicurezza nazionale, con esperienza nel campo della marina militare e della geopolitica delle rotte oceaniche. Già foreign service officer, ha ricevuto incarichi diplomatici in Canada, Guatemala e Spagna. Professoressa in Sicurezza nazionale presso l’U.S. Naval War College, è autrice di To the Secretary (2016). La legge del Nord è il suo primo libro tradotto in italiano.
(Adnkronos) - Il Gruppo Agsm Aim, tramite la controllata Agsm Aim Power, ha perfezionato l’acquisizione di due impianti fotovoltaici a terra. L’operazione - spiega Agsm Aim in una nota - si inserisce nel programma di investimenti previsto dal Piano Industriale 2025-2030 che, con oltre 500 milioni di euro allocati per lo sviluppo di impianti da fonti rinnovabili, punta a posizionare il Gruppo Agsm Aim quale player protagonista di una transizione energetica sostenibile e diffusa su scala nazionale. Situati nel comune di Sarmato in provincia di Piacenza, gli impianti fotovoltaici acquisiti da Agsm Aim Power sviluppano rispettivamente una potenza installata di 7,61 MW e di 7,41 MW. La produzione annua di energia elettrica pulita, stimata in circa 25.000 MWh, è in grado di coprire il fabbisogno energetico di oltre 9mila famiglie, abbattendo circa 6mila tonnellate di CO2 equivalente all’anno. Grazie a questa operazione M&A sale a 179 MW la capacità da fonti rinnovabili gestita dal Gruppo Agsm Aim, offrendo un efficace contributo al raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale che, entro il 2030, punta a raggiungere il 70% di potenza installata da fonti rinnovabili. In quest’ottica nel luglio di quest’anno, era stata firmata l’acquisizione di altri 22 impianti fotovoltaici in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio e Campania. “Con questa nuova acquisizione si concretizza un passo importante nello sviluppo del nostro Piano Industriale e si conferma la visione con cui il Gruppo Agsm Aim intende cogliere le sfide della transizione energetica. Capillarizzare la nostra presenza sull’intero territorio nazionale significa consolidare un asset strategico ma, in particolare, partecipare attivamente alla costruzione di un modello energetico sostenibile e accessibile a una platea sempre più estesa di persone”, ha affermato Federico Testa, presidente di Agsm Aim. “L’obiettivo del 70% di potenza elettrica installata da fonti rinnovabili, fissato dal nostro Piano Industriale, oggi è un po' più vicino. L’operazione di acquisizione di due nuovi impianti fotovoltaici ratifica la capacità del Gruppo Agsm Aim di tradurre in azione la propria visione di futuro e racconta le modalità con cui intendiamo cogliere le opportunità di un’economia a basse emissioni, operando scelte che ci consentano di esprimere qualità produttiva, affidabilità e sicurezza, per diventare protagonisti riconoscibili e coerenti della transizione energetica e ambientale nazionale”, ha dichiarato Alessandro Russo, consigliere delegato di Agsm Aim.