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(Adnkronos) - Il freddo è arrivato in tutta Italia e anche nelle ultime città rimaste con i termosifoni spenti, arriva l'ok ad accendere il riscaldamento. Da oggi, venerdì 15 novembre, case più calde da Roma fino a Taranto, mentre la Sicilia dovrà aspettare ancora due settimane. Secondo l'ordinanza del sindaco Gualtieri a Roma gli impianti potranno essere attivati dal oggi e fino al 7 aprile 2025. Potranno restare accesi per un massimo di 11 ore giornaliere, comprese tra le ore 5 e le ore 23. L’ordinanza numero 124 del 30 ottobre, che stabilisce la riduzione di 1°c rispetto ai limiti indicati nel dpr n. 74/2013, dispone che la temperatura massima negli edifici per attività industriali, artigianali e simili sia di 17°c (+2°c di tolleranza), e di 19°c (+2°c di tolleranza) per tutti gli altri edifici. Sono previste deroghe per specifiche categorie di edifici: le limitazioni al periodo e alle ore di accensione non si applicano a strutture sanitarie, case di riposo, scuole materne e nidi, piscine e saune, e sedi diplomatiche non ubicate in edifici condominiali. Al Nord i riscaldamenti sono accesi praticamente ovunque, fatta eccezione per la provincia di Imperia, che si trova in zona C e ha un clima più mite. Lì l'accensione dei riscaldamenti parte da oggi, per un massimo di dieci ore al giorno, con spegnimento dei termosifoni al 31 marzo 2025. Come di consueto sono però previste deroghe in caso di abbassamento improvviso delle temperature. Nella fascia 15 novembre 2024 - 31 marzo 2025 per l'accensione e lo spegnimento dei termosifoni, con una durata massima giornaliera di 10 ore, rientrano molte province del Sud: Napoli, Latina, Caserta, Salerno, Bari, Brindisi, Benevento, Catanzaro, Cagliari, Lecce, Ragusa, Cosenza, e Taranto. L'1 dicembre è invece la data di accensione fissata per le città in zona B: Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria, Agrigento Messina, e Catania. Qui i riscaldamenti potranno restare accesi per un massimo di 8 ore al giorno e fino al 31 marzo. Anche in A i riscaldamenti potranno essere accesi dal 1 dicembre, ma solo per sei ore al giorno e fino al 15 marzo: in questa zona rientrano solo i comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.
(Adnkronos) - Airbnb ha sostenuto a lungo l'adozione di una normativa nazionale per regolamentare gli affitti brevi in Italia e ha accolto con favore il nuovo sistema di registrazione delle strutture turistico-ricettive e degli immobili in locazione breve o turistica. La piattaforma ha perciò informato tutti gli host italiani circa l'obbligo di registrazione presso il ministero del Turismo e dell’intenzione di rimuovere nel 2025 gli annunci sprovvisti di codice identificativo nazionale (Cin). Per supportare gli host con gli adempimenti, Airbnb ha attivato una linea di assistenza dedicata in collaborazione con l’associazione Altroconsumo, fornisce notifiche regolari e promemoria tramite l’applicazione, e ha lanciato una campagna per offrire linee guida e risorse aggiuntive. Valentina Reino, head of public policy di Airbnb Italia, ha commentato: “Il Cin rappresenta una soluzione semplificata e più fruibile per gli host rispetto alle normative locali frammentate, e consentirà alle autorità di avere maggiore trasparenza sulle dimensioni dell’ospitalità in casa nelle diverse aree geografiche. Siamo lieti di continuare a collaborare con il Ministero del Turismo in questa fase di transizione dai codici regionali al codice identificativo nazionale, con l’obiettivo comune di un’implementazione agevole a beneficio degli host, delle città e del Paese.” La grande maggioranza degli host italiani sulla piattaforma è composta da famiglie comuni che utilizzano Airbnb per generare un reddito supplementare, con un guadagno medio annuo di circa 4.000 euro nel 2023. Due terzi (67%) degli host affermano che ospitare su Airbnb li aiuta a sostenere il crescente costo della vita e tre quarti (76%) dichiarano che la locazione non è la loro occupazione principale. All'inizio di quest'anno, Airbnb ha introdotto nuovi strumenti per gli host che consentono di trattenere le tasse automaticamente da Airbnb e versarle direttamente all'Agenzia delle Entrate. Airbnb collabora inoltre con diverse città per la tassa di soggiorno e con le regioni che desiderano incentivare il turismo per aiutare a distribuire più equamente i benefici dei viaggi in tutto il Paese.
(Adnkronos) - A2a ha aggiornato il proprio piano strategico 2024 - 2035, confermando investimenti per 22 miliardi di euro suddivisi in 6 miliardi per l’economia circolare e 16 miliardi per la transizione energetica, che permetteranno di raggiungere nel 2035 un Ebitda di 3,3 miliardi di euro e un utile netto superiore a 1 miliardo di euro. Sul fronte dividendi, la nuova politica del Gruppo prevede una crescita sostenibile del dividendo per azione di almeno il 4% annuo, rispetto al 3% annuo previsto nel precedente Piano presentato a marzo 2024. “Guardiamo al 2035 con un Piano che coniuga generazione di valore sostenibile, decarbonizzazione, innovazione e contributo all’autonomia energetica del Paese. Sono scelte strategiche che indirizzano i nostri business e trovano conferma nel Rapporto Draghi per il rilancio della competitività europea" afferma l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini. "La nostra visione di lungo periodo - aggiunge - ci ha consentito di essere solidi di fronte alle incertezze geopolitiche ed economiche di questa fase storica, e di ottenere ottimi risultati, superiori alle previsioni. Per questa ragione abbiamo potuto fare nuovi investimenti anticipando cantieri e rivedendo al rialzo i dividendi per i nostri investitori”. L’ambizione del Gruppo nell’orizzonte di piano prevede il mantenimento dei principali target industriali, tra cui 3,4 miliardi di euro di Rab nelle reti elettriche, 5,7 Gw di capacità da fonti rinnovabili e oltre 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati al 2035. Il percorso di trasformazione industriale del Gruppo poggia sul costante incremento degli investimenti annui da 0,8 miliardi di euro medi nel periodo 2018-20 a 1,8 miliardi di euro medi nel 2031-35, con una progressiva focalizzazione verso business future-fit. "Dopo aver destinato importanti risorse per un ampio piano di welfare a supporto della genitorialità a favore dei dipendenti del Gruppo - conclude Mazzoncini - abbiamo deciso di proporre alla prossima Assemblea degli Azionisti un Piano di Azionariato Diffuso. Vogliamo coinvolgere tutti i colleghi nel percorso di crescita dell’azienda e condividere con loro i risultati di un lavoro costruito insieme." Alla luce dei risultati dei primi nove mesi A2a rivede al rialzo la guidance per l'esercizio in corso. Il Gruppo raggiungerà infatti per il 2024 un Ebitda compreso tra 2,28 e 2,32 miliardi di euro e un utile netto ordinario tra 0.80 e 0.82 miliardi di euro sulla base degli ottimi risultati dei primi nove mesi, in particolare grazie alle performance delle business unit Generazione & Trading e Mercato. A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con una posizione finanziaria netta al 30 settembre 2024 pari a 4.011 milioni di euro. Era di 4.683 milioni al 31 di dicembre 2023. Escludendo gli impatti delle variazioni di perimetro intervenute nell’arco del periodo in esame pari a 65 milioni di euro e l’emissione del bond ibrido per -742 milioni di euro, la posizione finanziaria netta si attesta a 4.688 milioni di euro, sostanzialmente allineata a quella del 31 dicembre 2023. Grazie alla generazione di cassa dei primi nove mesi è stata garantita la copertura di investimenti per 898 milioni di euro e dividendi per 300 milioni di euro. A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un risultato operativo netto in crescita del 56%, attestandosi a 1.070 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2023, nel quale è stato di 685 milioni. La variazione è riconducibile all'aumento del margine operativo lordo in parte compensato dall'effetto netto dell'incremento degli ammortamenti e dalla diminuzione degli accantonamenti al netto dei rilasci, relativi, in particolare, a contenziosi fiscali. In calo, invece, gli oneri finanziari netti: dai 103 milioni registrati nello stesso periodo dello scorso anno, ai 95 milioni di euro attuali, principalmente per minori oneri per bond e finanziamenti scaduti. Le Imposte si attestano a 286 milioni di euro, con un tax rate al 29%, in linea con quello dello stesso periodo dell’anno precedente, in crescita di 117 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2023 per l’aumento della base imponibile. A2a ha chiuso i primi 9 mesi del 2024 con un margine operativo lordo pari a 1.804 milioni di euro, in aumento del 33% (+447 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2023 (1.357 milioni di euro). Al netto delle partite non ricorrenti (+16 milioni di euro nel 2024, +7 milioni di euro nel 2023), il margine operativo lordo ordinario è pari a 1.788 milioni di euro, in aumento del 32% (+438 milioni di euro), rispetto ai primi nove mesi del 2023 (1.350 milioni di euro) grazie al contributo di tutte le business unit, in particolare la business unit Generazione & Trading e la business unit Mercato.