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(Adnkronos) - "Bisogna assolutamente regolamentare l'intelligenza artificiale perché andremo incontro ad una generazione mediocre e sfaticata", così Gigi D'Alessio ha spiegato il suo punto di vista sul rapporto tra la musica e l'intelligenza artificiale. Il cantautore napoletano è intervenuto in collegamento video al seminario 'Musica e Intelligenza Artificiale: Opportunità, rischi e la sfida nella regolamentazione' che si è tenuto oggi, martedì 25 marzo, nella sede del ministero della Cultura. "Se avrò una macchina che lavora al posto mio vuol dire che io non farò nulla, non imparerò nulla. Lo sappiamo bene - ha aggiunto - la macchina non ha mai espresso emozioni. L'intelligenza artificiale non è altro che un recipiente in cui ci sono tutti i contenuti da cui si tira fuori - e parlo del mio settore - una canzone. Secondo me questa non è una cosa bella. Che fine faranno i Mogol, i Migliacci, i Baglioni, autori che hanno scritto canzoni che cantiamo tutti e che stanno nel nostro Dna?". "La macchina - ha sottolineato ancora l'artista - non ha occhi, la macchina non ha sangue nelle vene, non sa che cosa è il battito del cuore quando si scrive una canzone. E' un po' questo il problema. Io sono uno che ha dedicato la vita alla musica, ho studiato dieci anni di Conservatorio con sacrifici. Le macchine - conclude D'Alessio - dobbiamo usarle e non farci usare da loro. Questo è il mio pensiero e parlo a nome di tutti gli autori, di tutti i musicisti. Io faccio un discorso soprattutto da musicista: la creatività verrà meno e avremo tutti i prodotti uguali. Addirittura le case discografiche potranno anche non investire sugli artisti facendo dei dischi con l'intelligenza artificiale. Quindi a noi rimarrà solo il live, ma perderemo tutta la creatività".
(Adnkronos) - L’offerta turistica di Bergamo sempre più attenta all’inclusione e alla fruizione del suo patrimonio artistico e culturale soprattutto per bambini, anziani e persone con disabilità. Sono stati presentati oggi a stampa, operatori turistici e istituzioni i progetti ideati nell’abito di Bergamo Heritage Lab. L’iniziativa lanciata da Manageritalia Lombardia e università degli studi di Bergamo ha lo scopo - attraverso il lavoro congiunto degli studenti dell’ateneo e il supporto dei docenti e della community dei manager del territorio che mettono a disposizione le proprie competenze - di proporre idee e progetti per un turismo sempre più accessibile, sostenibile, creativo e capace di valorizzare il ricco patrimonio della città. A dare avvio all’intensa mattinata i saluti di Elisabetta Bani, Prorettrice alla valorizzazione della conoscenza e ai rapporti con il territorio dell'università degli studi di Bergamo, Antonio Bonardo, vicepresidente di Manageritalia Lombardia e Sergio Gandi, vicesindaco di Bergamo. “I progetti elaborati da Bergamo Heritage lab, rappresentano una vera fonte d’ispirazione nonché un valido suggerimento per l’azione dell’Amministrazione al fine di valorizzare al meglio il patrimonio della città e il suo territorio” così commenta Sergio Gandi, vicesindaco di Bergamo che prosegue: ”Questa collaborazione che unisce studenti, mondo accademico e manager del turismo è fondamentale per promuovere una gestione integrata e sostenibile della nostra offerta turistica e culturale garantendo che Bergamo prosegua il suo impegno per essere una meta di eccellenza per il turismo lombardo e nazionale". "Sono estremamente orgoglioso di vedere la collaborazione tra manager, studenti e il mondo universitario prendere forma attraverso il Bergamo Heritage Lab” così commenta Antonio Bonardo, vicepresidente di Manageritalia Lombardia che prosegue: “Questa sinergia è fondamentale per sviluppare progetti innovativi che non solo valorizzano il nostro patrimonio culturale, ma lo rendono accessibile e inclusivo per tutti. Lavorare insieme ci permette di unire competenze diverse e creare soluzioni che rispondano alle esigenze del territorio, promuovendo un turismo sostenibile e capace di esaltare le eccellenze locali e dare nuovo impulso al turismo orobico e italiano”. Per Elisabetta Bani, prorettrice dell'università degli studi di Bergamo: ”Bergamo heritage lab costituisce un'importante iniziativa per il nostro ateneo, per la promozione del dialogo, dell’innovazione e della collaborazione nel settore del turismo accessibile e creativo, mettendo al centro la relazione tra docenti, studenti e stakeholders pubblici e privati del territorio". L’iniziativa Bergamo heritage lab oltre a proporre idee e progetti mira sviluppare una maggiore managerialità nelle imprese italiane, che hanno pochi dirigenti (0,9 ogni 100 lavoratori) rispetto ai competitor europei 2%. Proprio il turismo è in Italia il settore più carente con 0,1 dirigenti ogni 100 dipendenti. La Lombardia ha 311 dirigenti sui 744 totali attivi nel turismo, Bergamo solo 5. Il turismo ha contribuito al 10,8% del Pil italiano e al 13% dell'occupazione nel 2024. Entro il 2034, si prevede che il settore raggiungerà il 12,6% del Pil e il 15,7% dell'occupazione (Fonte Enit febbraio 2025) e costituendo una grande opportunità per il Paese. Tre i progetti presentati direttamente da una rappresentanza degli oltre 90 tra studenti e dottorandi e giovani ricercatori italiani e stranieri che hanno partecipato, nel corso degli ultimi due anni, alle attività di Bergamo heritage lab. Progetti che spaziano dalla precisa analisi del comparto turistico bergamasco ai suggerimenti per la creazione di percorsi sensoriali e segnaletiche turistiche più inclusive e fruibili da persone con disabilità, anziani, famiglie con bambini sino alla valorizzazione delle peculiarità della Val d’Astino e della Val Brembana grazie a iniziative d’integrazione gitale, coinvolgimento comunità locali, esercizi commerciali, aziende agricole e attori dell’industria culturale locale. “L’Italia possiede un patrimonio culturale e ambientale senza eguali nel mondo: 60 i siti riconosciuti dall’Unesco; 10 solo in Lombardia. Il valore di questi beni è impressionante, altrettanto lo è il loro sottoutilizzo economico”, spiega Damiano De Crescenzo, coordinatore gruppo Heritage Lab Manageritalia Lombardia che prosegue: ”Heritage Lab nasce per mobilitare le migliori competenze per stimolare una vera gestione manageriale e strategica che coinvolga attori pubblici e privati del territorio al fine di trasformare questo patrimonio in un motore di crescita e innovazione, investendo nelle nuove professioni del turismo e nell'internazionalizzazione, rispettando nel contempo le caratteristiche uniche di queste realtà”. Nello specifico il progetto 'Tourism think tank – accessibilità del sito Unesco delle fortificazioni veneziane di Bergamo' ha affrontato soluzioni per migliorare l’accessibilità fisica, sensoriale e digitale, per garantire un’esperienza più fruibile per persone con disabilità, famiglie e anziani del sistema delle mura e delle porte di Città Alta di Bergamo anche attraverso il potenziamento strumenti come: percorsi tattili, audioguide e cartellonistica multilingue, trasporti più inclusivi. Mentre il progetto 'International school heritage tourism for all' si è concentrato sulla Valle di Astino, studiandone l’accessibilità fisica e digitale. Al centro della proposta un concreto piano per migliorare l’accessibilità del monastero di Astino e della sua valle grazie ad un approccio multidisciplinare. Infine 'Creo-Lab Tourism and Creative Industries – Heritage e industrie creative per la Valle Brembana' mira a valorizzare il patrimonio storico, culturale e naturale della valle attraverso esperienze innovative come la creazione di un’Escape Room che permette di scoprire le antiche contrade della valle o di app come 'Voci della Valle' che racconta la storia e le tradizioni agro- pastorali o 'Valley’s Coin Trails' un’applicazione ideata per connettere aziende agricole e non con i turisti che scoprono la valle. La mattinata è poi proseguita con la tavola rotonda che ha messo a confronto esperiente e testimonianze di diversi professionisti ed esperti del settore come: Damiano De Crescenzo, coordinatore gruppo Heritage Lab Manageritalia Lombardia - Roberta Garibaldi, università degli studi di Bergamo - Christophe Sanchez, VisitBergamo - Vittorio Rodeschini, Consigliere della Fondazione Mia - Gloria Cornolti, Settore Pianificazione e Sviluppo della Provincia di Bergamo i quali si sono soffermati su come l’attenzione all’inclusione, all'accessibilità e la fruizione dei 10 siti Unesco lombardi siano elementi fondamentali per promuovere un turismo che rispetti e valorizzi la ricchezza culturale della Lombardia, soprattutto in vista di un appuntamento come le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, mirando a un creare un equilibrio tra l'esperienza turistica e la conservazione del patrimonio, assicurando che i visitatori possano godere dei siti Unesco senza comprometterne l'integrità. La mattinata si è conclusa con l’intervento di Gian Mario Gambirasio, referente per il territorio di Bergamo di Manageritalia Lombardia conclude: “Il confronto e la contaminazione con le idee, le proposte e l’entusiasmo di cosi tanti giovani, provenienti da tutto il mondo, non può che generare un terreno fertile per lo sviluppo di competenze utili alle imprese bergamasche che qui possono trovare i propri manager di domani”. L'iniziativa Bergamo Heritage Lab rappresenta un evento di avvicinamento alla rassegna Bergamo Next Level 2025 al fine di creare un dialogo costruttivo tra studenti, accademici e professionisti del settore turistico per promuovere un turismo che sia inclusivo, rispettoso dell'ambiente e capace di valorizzare le eccellenze locali.
(Adnkronos) - Findus, azienda attiva nel settore dei surgelati e parte del Gruppo Nomad Foods, annuncia il raggiungimento di un traguardo storico: il 100% dei suoi prodotti ittici proviene da pesca sostenibile certificata Msc (Marine Stewardship Council) e acquacoltura responsabile certificata Asc (Aquaculture Stewardship Council). Questo obiettivo, annunciato nel marzo del 2017, segna non solo il compimento di un percorso, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo, consolidando il ruolo di Findus come leader del mercato del surgelato ittico, con circa 20mila tonnellate di prodotto, che equivale al 20% del comparto, per un valore totale di 290 milioni di euro. “Siamo estremamente soddisfatti di questo importante risultato, frutto di un notevole impegno organizzativo ed economico. L’approvvigionamento di volumi importanti, come quelli sviluppati da Findus, l’ampiezza e la varietà del nostro portafoglio di prodotti ittici, che vanta oltre 20 diverse specie, ha richiesto un impegno significativo volto a coinvolgere, informare ed ingaggiare tutta la filiera, dai gruppi di pescatori alla lavorazione del pesce, dal confezionamento fino all’arrivo dei prodotti negli scaffali della Gdo. La salvaguardia della biodiversità marina è uno standard da perseguire collettivamente per tutelare i nostri mari e garantire una fonte di nutrimento sostenibile per le future generazioni - ha dichiarato Renato Roca, Country Manager di Findus Italia - Come leader di mercato, siamo consapevoli della nostra responsabilità e siamo orgogliosi di aver ispirato l’intero settore, raggiungendo l’obiettivo fissato nel 2017 e promuovendo costantemente un modello di sostenibilità condivisa. Questo non è un punto d’arrivo, ma una tappa che ci spinge a proseguire nel nostro impegno. Produrre cibo impattando meno sull’ambiente e tutelando le risorse naturali è la nostra sfida: ci impegniamo per un progresso costante e responsabile, affinché la sostenibilità diventi sempre più un valore condiviso da tutto il settore e dai consumatori”. Un comparto, quello dell’ittico surgelato, che ha avuto un buon andamento: secondo Iias nel 2024 sono state consumate 95.955 tonnellate di pesce surgelato, con una crescita del 3,9% rispetto al 2023. Findus è la prima azienda leader di settore 100% certificata Msc e Asc. A dimostrazione dell’impatto concreto della scelta di Findus sul mercato di riferimento - fa notare l'azienda - il volume totale dei prodotti ittici certificati Msc in Italia è più che triplicato da quando l’azienda ha ottenuto la certificazione Msc, registrando una crescita del 170% tra il 2017/2018 e il 2023/2024. Se si considera in particolare la categoria dei surgelati, l’influenza sul mercato della certificazione di Findus è stata altrettanto rilevante: in questo segmento, il volume di prodotti ittici certificati Msc è più che raddoppiato, con una crescita del 92% nello stesso periodo. A partire dalla prossima settimana, tutti i prodotti delle gamme Findus - oltre 60 referenze - porteranno quindi il marchio blu di pesca sostenibile Msc e quello verde di acquacoltura responsabile Asc. La pesca sostenibile e certificata Msc deve soddisfare il rigoroso Standard di Marine Stewardship Council, la più importante organizzazione al mondo in tema di pesca sostenibile, che si fonda su tre princìpi: la pesca deve lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, affinché l’attività possa proseguire nel tempo; deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto sull’ecosistema, consentendo alla flora e alla fauna marina di prosperare; deve essere gestita in modo da potersi adattare alle mutevoli condizioni ambientali, nel rispetto delle leggi vigenti. Per quanto riguarda invece il marchio verde Asc, esso garantisce al consumatore che il prodotto ittico provenga da un allevamento certificato secondo lo Standard di Aquaculture Stewardship Council (Asc), un'organizzazione internazionale indipendente senza scopo di lucro che stabilisce requisiti rigorosi per l'acquacoltura responsabile, spronando i produttori ittici a minimizzarne l'impatto ambientale e sociale. I requisiti ambientali prevedono che l’allevamento minimizzi il suo impatto sugli ecosistemi locali, che tutti i mangimi per pesci siano completamente tracciabili e che i parametri dell'acqua, come i livelli di fosforo e ossigeno, siano misurati regolarmente per rimanere entro i limiti stabiliti. I requisiti sociali comprendono invece la tutela dei diritti dei lavoratori e il rispetto delle comunità locali. Infine, i requisiti di benessere animale, assicurano che gli animali siano trattati con il massimo rispetto lungo tutto il loro ciclo di vita.