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(Adnkronos) - Uno striscione con la scritta "giustizia per Claris Riccardo" è stato affisso da una donna davanti al ministero della Giustizia in via Arenula. A segnalarlo ai poliziotti intervenuti sul posto, sono stati gli agenti della Penitenziaria impegnati in un servizio di vigilanza. I fatti, apprende l'Adnkronos, pochi minuti prima dell'una della notte scorsa. Già a maggio scorso, a Bergamo, uno striscione simile era apparso in memoria del ragazzo, 26enne tifoso dell'Atalanta accoltellato e ucciso la notte tra il 3 e 4 maggio da un 19enne tifoso dell'Inter, ora in carcere. La donna che la notte scorsa a Roma, davanti al ministero della Giustizia, ha appeso lo striscione per la vittima, si è allontanata prima dell'arrivo dei poliziotti del commissariato Trevi. "Trenta secondi. Trenta secondi, sì, il tuo nome e cognome vicini alla parola giustizia hanno dato fastidio. Troppo. Li hanno rimossi. Un omicidio che si preferisce tenere nell’ombra, di cui si preferisce non parlare", ha poi scritto sui social Barbara Claris, sorella di Riccardo. "Sai Ricky… quando ti hanno ucciso sono dovuta correre dalla nonna a dirglielo. Correre, il tuo nome era ripetuto ogni 2 minuti su ogni canale assieme alle parole 'accoltellato e rissa'. Non volevo che lo scoprisse così, sola, davanti alla tv. Le notizie erano continue, noi siamo andati avanti per settimane scappando dai giornalisti per non alimentare fake news, ma sei stato strumentalizzato comunque da molti. Ho visto pubblicità di studi di avvocati usarti come 'esempio', vignette, influencer, politici, tutti usare il tuo nome per i loro fini. Senza pietà, senza empatia. Poi il nulla assoluto. Il tuo nome ora non si può più dire. Io so, noi sappiamo. E ti prometto che tutti sapranno, con o senza aiuto, con o senza supporto, con o senza giustizia. Te lo devo, te lo dobbiamo, e chi ti ha fatto questo e poi mentito pagherà". (di Silvia Mancinelli)
(Adnkronos) - “Il sistema di formazione professionale è largamente sottoutilizzato dalle persone e dalle imprese. C'è una perdita di grandi opportunità, sia economiche sia di implementazione del capitale umano delle aziende. E’ un sistema che va migliorato e va promosso mettendo a fattor comune le migliori competenze di operatori privati e di soggetti pubblici”. Così Agostino Di Maio, neoeletto presidente di Assolavoro Formazione, intervenendo durante l’Assemblea pubblica di Assolavoro Formazione, oggi a Milano. L’incontro ha offerto l’occasione per analizzare i dati della ricerca 'Il mercato dei servizi per la formazione in Italia' condotta da Assolavoro DataLab, l’Osservatorio dell’Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, da cui emerge che il potenziale di crescita del settore è enorme: il mercato della formazione professionale per adulti ha generato nel 2022 un fatturato di oltre 3,2 miliardi di euro. “La formazione professionale nel mondo del lavoro - riflette Di Maio - è il vertice di una piramide rovesciata sul quale poggia tutto il mercato del lavoro. E’ fondamentale per l'aggiornamento delle competenze, per l’upskilling e il reskilling, per la riduzione delle transazioni, per il rapporto con la scuola e per la gestione delle pratiche fragili dei lavoratori, oltre che per ridurre il tasso di inattività, la vera piaga del nostro mercato del lavoro. La formazione serve sempre, in ogni fase, e oggi in Italia ci sono ampi margini di miglioramento”. Dall'incontro emerge una frammentarietà regionale quando si parla di formazione professionale. Un aspetto dovuto a “un'impostazione costituzionale che nell'attribuire alle Regioni la competenza esclusiva in materia di formazione professionale non favorisce l'adozione di standard uguali sul territorio nazionale", spiega Di Maio, che aggiunge: "Su questo lavoriamo proficuamente con molte Regioni e cerchiamo di condividere le buone pratiche. È un lavoro molto faticoso che potrebbe essere svolto con più efficacia”. Infine, il neoeletto presidente esprime la sua visione di Assolavoro Formazione, “un'associazione che raccoglie i migliori player sul mercato”. “La nostra formazione è orientata al placement. Il nostro contratto collettivo prevede che almeno il 35% dei discenti trovino un lavoro e riteniamo che il placement sia un elemento di qualità e di misurazione dell'efficacia della formazione, che dovrebbe essere anche estesa ad altri contesti”, conclude.
(Adnkronos) - “Noi, come Comuni, siamo stati i primi a mettere a terra le potenzialità del Pnrr. Abbiamo realizzato nuove infrastrutture, molte di queste opere sono in corso ma siamo stati tra i primi ad aver rispettato le tempistiche e gli obiettivi del Pnrr”. Lo ha detto Vito Parisi, vicepresidente Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) con delega al trasporto pubblico locale a alla mobilità sostenibile, partecipando alla presentazione della terza edizione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’, che Anci patrocina, in programma il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna a Roma. “Ora bisogna parlare di governance, perché c’è l’infrastruttura, ma ci serve un processo di pianificazione seria, che vada oltre i Pums, i Piani urbani di mobilità sostenibile di cui si sono dotati diversi Comuni. Servono delle agenzie di trasporto - aggiunge - con dei manager che gestiscono il trasporto pubblico, e questo deve avvenire in sede locale e pubblica, come quella dei Comuni. Mi auguro che questo fondo venga rimpinguato, perché le risorse non sono soddisfacenti, e che ci sia un ripensamento”. Le agenzie di trasporto dei medi e piccoli Comuni, rispetto a quelli metropolitani, sembrano aver già individuato modelli virtuosi che, spiega Parisi, potrebbero essere applicati anche alle grandi città: “Mi auguro che quanto prima ci sia una condivisione dei dati al riguardo. Purtroppo, oggi la domanda di trasporto pubblico è basata su un dato storico e non si tiene conto delle evoluzioni che ci sono state, di quello che accade all’interno delle stazioni ferroviarie o con lo sharing dell’automobile piuttosto che delle biciclette. È un sistema che si sta evolvendo, però è importante che la sua governance ritorni in una sede pubblica. L’auspicio è che tutto ciò diventi molto concreto, perché date le tendenze ormai prossime, come la guida autonoma e l’intelligenza artificiale, noi non possiamo subire un processo che rischia di essere nelle mani del privato”.