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(Adnkronos) - Imprevisto per Alexander Zverev. Il tennista tedesco, numero 3 del ranking mondiale, ha interrotto per qualche minuto il match dei quarti dell'Atp di Halle contro Flavio Cobolli per... correre in bagno. L'episodio si è verificato all'inizio del match, durante il secondo game: dopo aver strappato un break in avvio, il tedesco ha posato a terra la racchetta durante il turno di servizio e si è allontanato di corsa per andare negli spogliatoi, a causa di crampi allo stomaco. Dopo qualche minuto, Zverev è rientrato tra gli applausi del pubblico (che ha passato i minuti di interruzione a chiedersi cosa fosse successo) e il match con Cobolli - che nel frattempo si è seduto per l'attesa - è ricominciato. Un piccolo inconveniente per motivi fisiologici. In Germania succede anche questo.
(Adnkronos) - "La mobilità sta entrando in una nuova era in cui l’auto è sempre più una piattaforma intelligente, connessa e in continua evoluzione. L’intelligenza artificiale, in particolare nelle sue forme agentiche e generative, rappresenta il motore di questa trasformazione, abilitando esperienze personalizzate, empatiche e rilevanti lungo tutti i touchpoint. Con il 'Brand brain', l’Intelligenza Artificiale agisce come leva strategica per differenziare l’offerta e costruire relazioni continue e coerenti con i clienti, rafforzando la rilevanza come vantaggio competitivo". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Alberto Scaglione, responsabile Automotive Accenture Italia. "La mobilità del futuro - spiega - sarà definita dalla qualità dell’esperienza vissuta lungo tutto il percorso. L’auto è destinata a diventare uno spazio intelligente, sensoriale e adattivo, capace di generare valore in ogni momento del viaggio. Secondo quanto emerso dall’ultima edizione di Accenture technology vision, dopo l’era dell’auto omni experience, ora l’intelligenza artificiale abilita una guida empatica, capace di accompagnare il conducente con un coaching personalizzato, contribuendo al benessere, alla sicurezza e alla consapevolezza". "Come sottolineato nella nostra visione - fa notare - la mobilità del prossimo futuro sarà sempre più orientata a garantire benessere a bordo, intrattenimento, condivisione e simbiosi con il territorio, ridefinendo il concetto stesso di esperienza utente. E' un cambiamento culturale e sistemico che apre la strada a una nuova era industriale della mobilità". "Nell’era della mobilità intelligente - sottolinea Alberto Scaglione - la relazione tra brand e consumatore si evolve da episodica a continua, da transazionale a relazionale. L’intelligenza artificiale consente ai brand di costruire un dialogo costante, naturale ed empatico con i propri clienti, attraverso tutti i touchpoint, inclusi quelli a bordo del veicolo. In Accenture, definiamo questa nuova frontiera con il concetto di 'brand brain': una piattaforma cognitiva che incarna i valori del brand ha memoria del rapporto con il cliente e propone soluzioni rilevanti, personalizzate e in tempo reale. L’IA non è più solo uno strumento per accelerare i processi, ma diventa una vera e propria intelligenza a supporto della continuità e della rilevanza nella relazione con il cliente: la seconda pelle del brand. In un contesto in cui i clienti sono disposti a investire se riconoscono il valore dell’esperienza, la rilevanza diventa il principale fattore di successo". "L’industria automobilistica - osserva - sta vivendo una trasformazione profonda, che richiede un ripensamento radicale dei modelli di business, delle competenze e delle alleanze. Il software defined vehicle rappresenta oggi la spina dorsale di questa evoluzione: una piattaforma tecnologica abilitante, intelligente, aggiornabile e connessa, che consente l’evoluzione del prodotto lungo il suo ciclo di vita e rafforza la connessione diretta con il cliente. Tuttavia, queste evoluzioni non sono sufficienti. Il vero focus è l’esperienza del cliente ed infatti noi parliamo di passaggio da software defined vehicle (sdv) a software defined experience (sdx). E l’Ia è il motore che abilita questa trasformazione: sistemi proattivi e adattivi, capaci di apprendere, supportare persone e processi, e interagire in modo empatico e puntuale lungo l’intero ciclo di relazione". "Cambia il paradigma - avverte - sarà l’Ia a contribuire alla proposizione di servizi di mobilità ed esperienze puntuali, e specifiche di brand. I brand che entrano in questa mentalità non devono occuparsi ora di definire completamente l’esperienza ed i casi d’uso, ma devono strutturarsi, attraverso il brand brain, per avere tutti gli strumenti orchestrati ed orientati alla generazione del valore (dati, piattaforme, agenti). Le aziende che investono oggi in intelligenza artificiale, elaborazione in tempo reale e collaborazione uomo-macchina stanno già ottenendo risultati tangibili in termini di time-to-market e competitività. Le scelte di oggi determineranno il posizionamento dei brand nel nuovo ecosistema della mobilità".
(Adnkronos) - Un nuovo marchio collettivo di appartenenza al sistema di riciclo organico del consorzio Biorepack: una mano rivolta verso il basso che getta un torsolo di mela, simbolo della biodegradabilità e compostabilità, in un contenitore dell'umido e la scritta 'organico biorepack'. Semplice e facilmente riproducibile. A presentarlo, in occasione del II Forum Italiano delle bioplastiche compostabili, Marco Versari, presidente Biorepack. Obiettivo: "Fare in modo che chi è dentro il consorzio Biorepack si possa riconoscere in un marchio semplice". "Questo chiarisce che ci siamo, che siamo aziende partecipi di una responsabilità che è quella di far sì che questi imballaggi chiudano il loro ciclo di riciclo nell'organico: quindi c'è il nostro nome, c'è l''organico'. Inoltre, è volontario e gratuito ed è un modo per far sì che il cittadino possa semplicemente, senza tanta fatica, capire che cos'è questo imballaggio e sapere dove metterlo. Dobbiamo far capire al cittadino che è partecipe". L'elaborazione del nuovo marchio - spiega Versari - ha visto la collaborazione di più soggetti in primis la società di consulenza Deloitte e l'agenzia Connexia. Versari presenta i dati positivi del sistema di riciclo. "Biorepack è il primo sistema di raccolta e riciclo organico degli imballaggi compostabili" che oggi raggiunge "l'85% della popolazione". "La filiera funziona. Diamo risorse ai Comuni. Abbiamo un tasso di riciclo importante perché ci stiamo avvicinando al 60% e siamo già oltre gli obiettivi di riciclo al 2030. Questo sistema funziona", aggiunge.