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(Adnkronos) - Il Louvre aumenterà del 45% il prezzo del biglietto per i visitatori provenienti da Paesi extra-europei a partire dal 14 gennaio 2026. Lo hanno confermato all'agenzia di stampa Afp fonti del museo e le organizzazioni sindacali. Per i cittadini non appartenenti allo Spazio economico europeo (che comprende Ue, Islanda, Liechtenstein e Norvegia) il biglietto passerà dagli attuali 22 a 32 euro, con un rincaro di 10 euro. La misura, promossa dal governo francese e criticata dai sindacati, punta a rafforzare le entrate dell'istituzione parigina - nel mirino della critica dopo il 'furto del secolo' - e a finanziare la manutenzione del patrimonio artistico, mentre le parti sociali denunciano un provvedimento "discriminatorio" che rischia di penalizzare il turismo internazionale.
(Adnkronos) - “Alla luce dell’evoluzione dei rapporti tra Italia e Paesi del Golfo, riteniamo che questa sia la fase ideale per aprire una nuova stagione di cooperazione. Per questo Protom ha definito un piano industriale che prevede, nei prossimi cinque anni, investimenti mirati proprio nell’area del Golfo, con l’obiettivo di avviare partnership stabili nei settori dell’innovazione”. Lo dichiara in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia il fondatore di Protom, Fabio De Felice, a margine del Forum imprenditoriale Italia Arabia Saudita, iniziato oggi a Riad. De Felice da anni è tra i membri italiani della task force dedicata al digitale del B20, il business forum del G20. L’azienda è certificata Elite, il programma di Borsa Italiana per le aziende ad alto potenziale ed è entrata in TechShare è il programma di preparazione alla quotazione di Euronext dedicato alle società tecnologiche. “Da oltre trent’anni - spiega - Protom lavora per portare soluzioni ad alto valore aggiunto alle imprese e alle istituzioni, con un approccio che combina competenze tecniche, cultura del progetto e una forte identità italiana. L'azienda è la prima kti company italiana che opera in diversi settori dell’innovazione tecnologica, dalla digital transformation allo smart manufacturing”. “L’intervento del ministro Tajani a Riad - commenta - conferma una realtà che come imprenditori italiani percepiamo da tempo: l’Arabia Saudita non è più soltanto un mercato in espansione, ma un partner strategico con cui costruire progetti di lungo periodo. La Vision 2030 rappresenta una delle più grandi trasformazioni economiche al mondo, e l’Italia ha oggi l’opportunità di inserirsi in modo strutturale in questo processo. Quello che emerge dal summit è un messaggio chiaro: non parliamo solo di scambi commerciali, ma di cooperazione industriale, di innovazione condivisa e di investimenti bilaterali". Secondo De Felice ,"il fatto che siano già stati siglati accordi per circa 10 miliardi di dollari conferma che i due Paesi stanno costruendo un vero partenariato, che unisce know-how italiano e capacità di investimento saudita. Rispetto ai piani strategici della mia realtà intravedo diverse scenari in diversi settori dall’energia alla transizione sostenibile alla tecnologia. L’Italia ha competenze tecnologiche d’eccellenza su varie dimensioni tecnologiche mentre l’Arabia Saudita sta investendo in modo massiccio su questi fronti. L’incontro tra queste due realtà può generare filiere nuove e progetti ad alta scalabilità”. “Queste aree - sottolinea - unite al nuovo corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa, offrono all’Italia la possibilità di posizionarsi come piattaforma mediterranea della crescita. Per questo ritengo che sia il momento giusto per un approccio più integrato: imprese, università e istituzioni italiane devono presentarsi come un unico sistema in grado di costruire valore, non solo di vendere prodotti. L’Italia e l’Arabia Saudita hanno oggi una convergenza strategica: loro cercano tecnologia e competenze, noi cerchiamo nuovi mercati e stabilità nelle catene del valore. La collaborazione tra i due Paesi può essere una leva fondamentale per la nostra competitività globale”.
(Adnkronos) - “Dal punto di vista economico abbiamo distribuito valore sul territorio direttamente, agendo verso gli enti locali, le pubbliche amministrazioni e quindi i territori per la promozione della raccolta differenziata, con oltre 780 milioni di euro in un solo anno; 20 milioni di euro sono stati poi destinati come valore distribuito alle piattaforme che si occupano di ritirare, riparare e rigenerare gli imballaggi commerciali industriali e altri 520 milioni di euro sono stati destinati a sostegno delle attività di riciclo e recupero dei materiali di imballaggio”. Così Simona Fontana, direttore generale Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, intervenendo, oggi a Milano, all’evento ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’, organizzato dal Consorzio in collaborazione con il Corriere della Sera, nella sede della Borsa di Milano. Sono numeri importanti quelli illustrati da Fontana che si sommano a quelli generati dall’effetto “indiretto e indotto sull'economia italiana - aggiunge - Stiamo parlando di oltre 3,8 miliardi di euro in un solo anno, pari a 2 miliardi di Pil generato”. Cifre che raccontano di un “indotto e di una filiera industriale che oggi occupa circa 25mila addetti”, ricorda. Risultati raggiunti grazie al sistema italiano di gestione degli imballaggi che si basa “su un approccio di sistema collaborativo tra Conai e i consorzi di filiera, tra le filiere del riciclo e le imprese, ma soprattutto con le istituzioni nazionali e locali - approfondisce il direttore generale del Consorzio - Una collaborazione che ha portato, nel 2024, al riciclo di oltre il 76,7% degli imballaggi che usiamo nelle nostre case e nelle nostre aziende”. Fontana si sofferma poi sulle principali criticità che rischiano di rallentare l'evoluzione del modello italiano per l'economia circolare: “Siamo oggi in una fase di transizione competitiva, dove la transizione ecologica deve ancora di più rafforzare il suo legame con una sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica per le imprese - spiega - Da questo punto di vista diventa importante andare verso regole sempre più chiare e orientate ai risultati. Nel settore degli imballaggi si è lavorato tanto su riduzione, riutilizzo, riciclo. Oggi è il momento di lavorare ancora di più di quanto non sia stato fatto fino ad oggi sul tema del riciclato, sostituendo i materiali vergini con materiali da riciclo - raccomanda Fontana - Un passaggio utile a prevenire fenomeni di scambi commerciali non equi, dove la competizione e il costo al ribasso rischiano di mettere a repentaglio il grande lavoro che la manifattura italiana e le filiere del riciclo hanno saputo generare in questi 27 anni di attività”.