ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Cinque stagioni e 41 episodi hanno accompagnato il pubblico per quasi dieci anni. La serie Netflix 'Stranger Things', creata dai fratelli Duffer, è pronta a salutare i suoi fan, anche se molti - anzi tutti - non sono ancora pronti a dire addio ai ragazzi di Hawkins. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato: con la pubblicazione su Netflix dell’episodio finale di 'Stranger Things 5' si chiuderà una delle serie più amate degli ultimi anni. Il pubblico americano avrà la possibilità di vedere l'episodio 8 - intitolato 'Il mondo reale' ('The Rightside Up') - non solo in streaming, ma anche nelle oltre 600 sale cinematografiche - tutte sold out - che trasmetteranno l'evento. Il resto del mondo dovrà attendere le due di notte (ora italiana) tra il 31 dicembre e il primo gennaio 2026 per piangere - o almeno così assicurano i Duffer - davanti all'epilogo di una saga che ha rivoluzionato la serialità. È stata capace di lanciare un immaginario condiviso e amato dal pubblico di tutte le età, fatto di nostalgia anni Ottanta, racconto di formazione, horror, fantascienza e dramma. Attraverso un gruppo di amici, la serie ha raccontato il percorso verso l'età adulta, la paura e tutte le difficoltà legate alla crescita, ricordando sempre l'importanza di non perdere mai il senso della meraviglia in ogni momento della vita. Ora i ragazzini di Hawkins sono grandi e stanno per salutare i loro fan. E lo faranno regalando al pubblico un episodio di poco più di due ore in cui i fan sperano che accada qualcosa di sconvolgente. In questi giorni, infatti, alcuni spettatori della serie hanno lamentato la mancanza di grandi colpi di scena nei sette episodi che sono usciti negli scorsi giorni. Nel frattempo sul web, in molti si interrogano su chi sopravviverà allo scontro finale con Vecna e se qualcuno sarà costretto a sacrificarsi per salvare Hawkins. Tra le teorie più diffuse, c’è chi ipotizza un gesto estremo da parte di Jim Hopper (David Harbour) o di Undici (Millie Bobby Brown). Oppure quest'ultima insieme alla sorella Kali. Per evitare che il loro sangue venga usato dall'esercito per creare bambini con poteri come loro due, ci sono alte probabilità che "Undi" e Kali potrebbero immolarsi per il bene di tutti. Ma sono solo ipotesi, ad Hawkins tutto può accadere. "Abbiamo messo i personaggi in situazioni davvero estreme", hanno spiegato gli showrunner in un'intervista a 'Esquire'. L'ultimo episodio scriverà la parola fine sulla serie. Ma non sarà un vero e proprio addio. I fratelli Duffer, hanno in mente altri progetti ambientati nel mondo di 'Stranger Things'. Tra quelli già realizzati, e che hanno riscosso non poco successo, c'è il prequel teatrale 'Stranger Things: The First Shadow'. Lontano da Hawkins e dai mitici Anni 80, Matt e Ross Duffer torneranno prossimamente su Netflix con due serie: la fantascientifica 'The Boroughs', ambientata in una residenza per anziani nel New Mexico in cui un gruppo di eroi improbabili deve combattere contro una minaccia che cerca di sottrargli l'unica cosa che non hanno, il tempo; mentre l'altra 'Something very bad is going to happen' è un horror che ha come protagonisti due promessi sposi, interpretati da Camila Morrone e Adam DiMarco, alle prese con la settimana che precede le nozze in cui tutto può accadere tra segreti, tensioni e atmosfere horror.
(Adnkronos) - Il ruolo degli enti di terzo settore (Ets) è sempre più centrale nella gestione dei beni confiscati alle mafie. E' uno dei temi emersi nel corso del meeting di presentazione, tenutosi a Salerno, del progetto 'Co-programmare con i giovani', finanziato dal ministero del Lavoro e che vede Moby Dick Aps come ente capofila. Secondo il prefetto Maria Rosaria Laganà, direttore dell'Anbsc - Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, intervenuta all'evento "è fondamentale il ruolo che gli enti del terzo settore possono avere sia per una gestione diretta dei beni, ma soprattutto in coprogettazione con gli enti territoriali. Specialmente in piccoli contesti in cui magari i Comuni hanno carenze di competenze specifiche dal punto di vista del personale, e quindi la difficoltà anche a immaginare e a progettare, il terzo settore può veramente fare la differenza. Quindi da un lato c'è l'ente territoriale che esprime i bisogni di una collettività e il terzo settore che è in grado, oltre che di esprimere e rappresentare questi bisogni, ma anche di individuare delle progettualità e quindi anche di vedere nel bene confiscato una risorsa reale, che poi ovviamente necessiterà anche di risorse finanziarie. Però è un connubio indispensabile per il futuro, per una gestione di beni che sia veramente efficace e sostenibile", spiega Laganà ad Adnkronos/Labitalia sottolineando come l'evento tenutosi a Salerno abbia evidenziato "grande entusiasmo, veramente fa piacere che ci siano dei giovani così interessati ai temi della legalità in generale, la loro consapevolezza e impegno è centrale su questi temi", sottolinea. E per Don Aniello Manganiello, prete anticamorra, anch'egli intervenuto all'evento, "tutte le epoche hanno bisogno dei giovani perché portano la novità, portano l'intelligenza, portano l'entusiasmo. Ogni epoca è caratterizzata dall'impegno giovanile e corale e quindi ci ho tenuto a sottolinearlo e ad invitarli a mettersi in gioco perché il rinnovamento se deve esserci non può che avvenire da ora. Poi, io lo dico sempre ai ragazzi, se volete vivere la vostra vita con un senso, con un significato, non potete essere egoisti, dovete donarvi perché è il dono che dà valore alla nostra vita, dà senso alla nostra esistenza, altrimenti vivacchiamo, ma noi dobbiamo vivere. E una delle dimensioni di una vita veramente vissuta a fondo è quella di spezzarla, spezzarla anche per gli altri", aggiunge ancora. Secondo Ciro Castaldo, segretario generale della Fondazione Banco di Napoli il meeting di presentazione del progetto 'Co-Programmare con i giovani' "è stata una bellissima iniziativa, mettendo a confronto gli enti del terzo settore e i giovani con pubblica amministrazione e privati. Per noi in questo caso come fondazioni bancarie è un momento di ascolto, un momento di aiuto anche a valutare, a selezionare, a creare criteri di selezione per le progettazioni che provengono da questo mondo. Quindi è un momento di confronto e di ascolto che noi veramente apprezziamo perché i giovani possono far crescere noi e noi dobbiamo ascoltarli". E parlando dell'attività del 2025 della Fondazione ha sottolineato che "ce ne sono state tante. Noi stiamo anche predisponendo un progetto speciale collegato a un bilancio sociale proprio per evidenziare le attività che più hanno dato impatto anche sul territorio. Il nostro apporto è quello di assistere le comunità, ascoltarle e cercare, nei limiti ovviamente della disponibilità economica a disposizione, di sostenere quelle progettualità che possono servire a fare anche piccoli cambiamenti ma significativi", ha concluso.
(Adnkronos) - Al via una nuova era per la moda circolare con il riciclo dei capi in fibre miste. Radici InNova, la divisione di RadiciGroup dedicata alle attività di ricerca&innovazione, ha sviluppato un innovativo processo di riciclo basato su una tecnologia di dissoluzione selettiva in grado di trattare i rifiuti tessili misti - provenienti, ad esempio, da costumi da bagno, collant e pantacollant - e recuperare da essi le fibre di nylon e di fibra Lycra, rendendole poi disponibili per la realizzazione di nuovi capi di abbigliamento. La collaborazione con The Lycra Company e Triumph ha consentito di validare il processo utilizzando le fibre recuperate per la realizzazione di un coordinato intimo 100% riciclato. “Grazie a questo progetto, il tema del riciclo nel settore tessile entra in una nuova dimensione, dimostrando per la prima volta che è possibile recuperare fibre tessili da tessuti misti e riutilizzarle per la produzione di nuovi capi di abbigliamento. Si tratta di un’innovazione senza precedenti, che apre rivoluzionari scenari di sviluppo per l’industria tessile. Come RadiciGroup, siamo orgogliosi di aver ideato ed essere riusciti a raggiungere, insieme ai nostri partner, questo importante traguardo e siamo pronti a intraprendere i prossimi passi”, dichiara Stefano Alini, Ceo di Radici InNova. “Questo progetto innovativo mette in evidenza il ruolo che l’elastan può avere nel contribuire a far progredire la circolarità nell’industria dell’abbigliamento. Lavorando a stretto contatto con Radici InNova e Triumph, The Lycra Company ha dimostrato che le fibre di Lycra possono mantenere le loro prestazioni di elasticità e di capacità di recupero della forma originaria che le hanno rese note a livello mondiale, fornendo comfort, vestibilità e libertà di movimento, pur essendo reintegrate nel ciclo di filatura", commenta Nicholas Kurland, Product Development Director, Advanced Concepts di The LycraCompany. Il progetto ha inizio quattro anni fa, quando Radici InNova avvia lo studio di un processo per la dissoluzione e la separazione delle fibre tessili miste. Dopo la messa a punto iniziale del processo, i successivi test consentono di recuperare campioni di fibra Lycra da tessuti contenenti più materiali, campioni che vengono poi inviati a The Lycra Company per verificarne la riciclabilità. Si passa poi al caso concreto per dimostrare la fattibilità: Triumph mette a disposizione il proprio surplus di produzione, tessuto contenente il 16% di fibra Lycra. Da questo materiale, Radici InNova riesce a recuperare la fibra Lycra e il nylon. La fibra Lycra viene quindi rifilata da The Lycra Company, mentre RadiciGroup lavora il nylon riciclato trasformandolo in nuovo filato Renycle. Con questi filati riciclati (fibra Lycra e Renycle) viene realizzato un tessuto nero di 60 metri che Triumph utilizza per produrre un coordinato intimo - reggiseno e slip - dimostrando concretamente la possibilità di chiudere il ciclo di recupero (close loop): da scarto tessile a nuovo capo. Il risultato ad oggi raggiunto da Radici InNova, The Lycra Company e Triumph è da considerarsi come un prototipo (concept garment), pensato per dimostrare la fattibilità tecnica del riciclo di tessuti misti, in grado di porre le basi per sviluppare una sua successiva industrializzazione. “Pur essendo ancora nelle sue fasi iniziali, Triumph è orgogliosa di contribuire a questa iniziativa pionieristica e di esplorare il potenziale di questa innovativa tecnologia di riciclo per future applicazioni. Il nostro prossimo passo si concentrerà sulla creazione di una capsule collection, lavorando al contempo su soluzioni in grado di garantire l'identificazione del prodotto, la sua tracciabilità e i sistemi di circolarità, per far sì che i capi rimangano in uso il più a lungo possibile e, una volta giunti a fine vita, possano essere riciclati nel modo più appropriato. In Triumph, ci impegniamo a promuovere i principi di innovazione e collaborazione in materia di sostenibilità. Far parte di questo progetto rafforza la nostra convinzione che la circolarità dei capi di abbigliamento composti da fibre tessili miste sia possibile e siamo orgogliosi di contribuire a trasformare questa visione in realtà", dichiara Vera Galarza, Global Head of Sustainability Triumph.