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(Adnkronos) - Sono 1.380 gli emendamenti alla manovra 2025, sui 4.511 depositati dalle forze parlamentari, a essere stati giudicati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera. Considerando che alcune proposte emendative sono state dichiarate inammissibili per entrambe le motivazioni, il numero di emendamenti scartati è di poco inferiore ai 1.300. L'Ufficio di presidenza della commissione ha stabilito per oggi alle 18 la scadenza per presentare i ricorsi e domani alle 12 quella per le decisioni in merito a questi. La valanga di emendamenti depositati andava da bonus di 1.500 euro per le scuole private e la nuova rottamazione delle cartelle spalmata in 10 anni, allo stop alla stretta sulle criptovalute e gli sceriffi del Mef nelle aziende, le risorse per l'automotive ma anche la 'cannabis di Stato' e la riedizione del Rdc. Proposte più variegate che spaziavano dal 'fuoco amico' della maggioranza ai vecchi cavalli di battaglia delle opposizioni derubricati dal governo. Salta l’emendamento della Lega sulla rottamazione quinquies. La Commissione ha dichiarato inammissibile - per carenza o inidoneità di compensazione – la proposta di modifica, a prima firma Gusmeroli, che introduceva una nuova rottamazione delle cartelle emesse dal 2000 al 2023 pagabili in 120 rate, senza corrispondere le somme affidate all’agente della riscossione a titolo di interessi e di sanzioni, versando le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione della cartella di pagamento. Tra gli emendamenti giudicati inammissibili c'è quello a firma Rizzetto (Fratelli d'Italia) per riaprire il termine di sei mesi per il conferimento del trattamento di fine rapporto a forme pensionistiche complementari e che prevedeva, in assenza di una manifestazione esplicita di volontà, che il Tfr si intendesse tacitamente destinato alla previdenza complementare. No anche all'emendamento a firma La Porta (Fdi) che prevedeva di estendere "la sospensione della notifica di atti dell’Agenzia delle entrate anche al mese di luglio" in aggiunta al mese di agosto come già stabilito dalla legge, salvo in caso di indifferibilità e urgenza. Non passa la tagliola l'emendamento alla manovra, a firma Bagnai (Lega), che proponeva la "proroga fino al 31 dicembre 2025 della sospensione dei procedimenti sanzionatori relativi agli obblighi di vaccinazione contro il Covid-19". Non supera l'esame dell'ammissibilità in commissione Bilancio della Camera, perché estraneo alla materia, l'emendamento alla manovra a firma Buonguerrieri (Fratelli d'Italia) che era stata definita 'anti Renzi' e che prevedeva l'introduzione di "limiti ai compensi percepiti all'estero da alcuni titolari di cariche politiche". La Commissione ha giudicato inammissibile l’emendamento alla manovra a firma Cannizzaro (Fi) che prevedeva la proroga al 2027 del contratto per lo svolgimento del servizio di trasmissione delle sedute parlamentari tra il ministero dello Sviluppo economico e la società Centro di Produzione S.p.A., ossia la società che gestisce Radio Radicale, autorizzando una spesa massima di 8 milioni di euro per il 2025, 2026 e 2027.
(Adnkronos) - “A fine anno, con i regali di Natale, compare a sorpresa (ma non tanto) tra gli emendamenti al Dl 155/2024 Legge di Bilancio, la rottamazione quinquies. Le motivazioni della quinta pace fiscale possono essere sintetizzate nell’opportunità per il governo di incassare il delta del mancato incasso dalla 'quater' stimato in 100 milioni di euro, e per rispondere alle richieste di aiuto di un gran numero di contribuenti che pur aderendo alla rottamazione quater, non sono riusciti a pagare le rate. Ciò determinerebbe per tantissimi contribuenti il rischio di ricevere pignoramenti dello stipendio, conti correnti, case e automobili". Così, con Adnkronos/Labitalia, Mario Michelino, presidente Associazione Nazionale Dottori Commercialisti (Andoc) sull'emendamento della Lega alla manovra, che va ad aggiungersi al tentativo analogo di Forza Italia nel decreto Fiscale. "Come funziona? Stando alle prime indiscrezioni, si tratterebbe -spiega Michelino- di una riapertura della quater che definiva i ruoli dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 con la nuova possibilità di includere il periodo dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2024. In tal modo sarebbero coperti esattamente quei debiti esclusi dalla precedente rottamazione. Le modalità sono quelle già note: il pagamento del debito con uno sconto sostanzioso su sanzioni e interessi, forfait del 5%, con il pagamento integrale dell'imposta dovuta. Sarà possibile pagare in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 o in 18 rate di cui la prima in scadenza entro la stessa data e le altre con interessi al 2%", aggiunge. Secondo Michelino "nella rottamazione quinquies rientrano, come la precedente, l’Irpef, l’Iva, l’imposta di registro, le multe stradali, il bollo auto e i tributi locali, a fronte dell’annullamento di sanzioni, interessi per ritardata iscrizione a ruolo, somme aggiuntive ai crediti previdenziali e l’aggio della riscossione. Infine, i Comuni saranno liberi di decidere volontariamente se rottamare le ingiunzioni fiscali e gli accertamenti esecutivi, come previsto anche dalla precedente pace fiscale", aggiunge ancora. Cosa potrebbe comportare? "In ogni caso questo ulteriore sconto a favore dei contribuenti -sottolinea- potrebbe intaccare gli equilibri di finanza pubblica generando problematiche per la tenuta dei conti. Vale la pena ricordare che sono in discussione ulteriori misure. Il ravvedimento speciale (da non confondere con quello legato al concordato) anche per le dichiarazioni appena chiuse (anno d’imposta 2023) e quelle dei periodi precedenti, il tutto con una sanzione ridotta a un diciottesimo. Sul tavolo, come l’anno scorso, anche la rateizzazione degli acconti fiscali e previdenziali per le persone fisiche titolari di partita Iva, fino a 170.000 euro di ricavi o compensi nel 2023. Una novità importante riguarda la cartolarizzazione del magazzino dei crediti, attualmente di circa 1.247 miliardi di cartelle per tasse, multe e contributi non pagati, che andrebbero affidate ad un soggetto pubblico per la riscossione", conclude Michelino. E per Francesco Cataldi, presidente Unione Giovani Dottori Commercialisti: “si parla di "rottamazione quinquies" perché negli ultimi otto anni questa sarebbe la quinta volta in cui viene presentata questa misura. Sostanzialmente -spiega ad Adnkronos/Labitalia il professionista- la ricetta è sempre la medesima, ovvero si dà a privati ed imprese la possibilità di versare - con pagamenti decorrenti da luglio 2025, in unica soluzione o in misura rateale - le imposte già in carico all'agente della riscossione, senza dover corrispondere interessi di mora e sanzioni ma appunto unicamente le imposte e gli interessi in misura legale". Come Unione giovani "rileviamo che la misura indubbiamente può essere d'ausilio ai contribuenti in difficoltà; allo stesso tempo, non possiamo non rilevare che la sistematicità con cui è stata introdotta negli ultimi anni e l'aspettativa che si crea inevitabilmente sulla futura riproposizione dello strumento crea un effetto che scoraggia l'adempimento regolare in una platea non indifferente di contribuenti, ed il fatto che una misura straordinaria venga reintrodotta regolarmente è probabilmente spia del fatto che la riscossione debba essere ripensata dalla fondamenta”, conclude Cataldi.
(Adnkronos) - “Da tempo ci interroghiamo sul valore economico e sociale della nostra filiera produttiva, del modello produttivo dei vignaioli indipendenti sparsi su tutto il territorio nazionale. Abbiamo ingaggiato Nomisma in quanto player di altissimo livello in questo campo e ne è uscita una ricerca molto soddisfacente, che risponde ai nostri quesiti in maniera puntuale”. Lo ha detto Lorenzo Cesconi, vignaiolo e presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi), in occasione della presentazione dell’indagine 'Il modello socio-economico dei Vignaioli Indipendenti per la sostenibilità della filiera vitivinicola italiana' condotta da Nomisma wine monitor, l’osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, in collaborazione con Fivi e dedicata ai produttori associati alla federazione. “Dal report è emerso che i vignaioli indipendenti hanno un ruolo sociale importante, coltivando prevalentemente aree in territorio montano e collinare, dove c'è bisogno di presidiare e custodire un territorio altrimenti fragile - spiega Cesconi - Il ruolo territoriale dei vignaioli ci è stato confermato dall’indagine, da cui emerge che coltiviamo per l'80% zone di versante, in collina oppure in montagna”. “Il nostro ruolo sociale è importante anche perché il 30% dei nostri dipendenti sono assunti a tempo indeterminato e abbiamo anche un ruolo importante nella definizione della qualità delle produzioni. Il nostro atteggiamento è sempre qualitativo, tant'è che scegliamo di produrre in maniera biologica, scelta che riguarda più della metà dei nostri soci - continua Cesconi - Puntiamo sempre al vertice qualitativo di tutte le denominazioni, tant'è che il nostro prezzo medio di vendita si attesta a più o meno il doppio rispetto alla media nazionale. Questo approccio ha un ruolo importante sul richiamo delle denominazioni nei territori vitati, tant'è che anche nel comparto dell’enoturismo la nostra categoria svolge un ruolo di player importante”. “Il 90% delle nostre aziende fa vendite in cantina ed attrae clienti e turisti, che per un 40% sono stranieri. Inoltre riteniamo che l’enoturismo e i vignaioli indipendenti italiani possono avere un ruolo importante nel far defluire un po’ di turisti nelle campagne, contrastando così il fenomeno dell'over tourism", conclude il presidente Fivi.