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(Adnkronos) - Vladimir Putin apre con riserva alla tregua tra Russia e Ucraina. Donald Trump si fida del presidente russo. Volodymyr Zelensky, invece, si aspetta il no di Mosca: la guerra, dice, continuerà per colpa della Russia. La giornata ruota attorno alla posizione che Putin, in conferenza stampa, esprime rispondendo alle domande dei giornalisti. "Sì al cessate il fuoco", dice ringraziando Trump per la mediazione e apprezzando la proposta americana. Dopo l'apertura, arrivano i 'però'. Tanti e articolati, al punto da annacquare il sì. "La tregua deve condurre ad una pace duratura per rimuovere le ragioni alla base della crisi", che secondo Putin è legata ovviamente a responsabilità ucraine. Bisogna tenere conto della situazione sul campo, i negoziati devono partire da lì", dice: i territori conquistati dalla Russia non torneranno all'Ucraina, che nel frattempo ha praticamente perso la 'carta Kursk'. La regione russa invasa da Kiev ad agosto 2024 è tornata "completamente sotto il controllo" di Mosca. "I gruppi militari entrati nella regione sono totalmente isolati. Per loro è impossibile lasciare l'area, hanno solo due opzioni: morire o arrendersi". Quindi, tutti i paletti che complicano la strada verso un'intesa: "Cosa succede se c'è una tregua di 30 giorni nel Kursk? I soldati ucraini che hanno commesso crimini sarebbero liberi di andarsene o dovrebbero arrendersi? Non è chiaro...", dice snocciolando una serie di domande. "Come verranno affrontati gli altri aspetti lungo la linea del fronte di 2000 chilometri? Le truppe russe stanno avanzando praticamente in ogni settore del fronte, ci sono tutte le condizioni per assediare unità piuttosto grandi. Cosa accadrebbe durante quei 30 giorni? La tregua permetterebbe all'Ucraina di procedere con una mobilitazione forzata, di ricevere armi e addestrare unità? O tutto questo non verrà fatto?", incalza. Tutte domande che, di fatto, finiscono sulla scrivania di Trump. Il presidente degli Stati Uniti, che a Mosca ha spedito l'inviato speciale Steve Witkoff, ascolta e commenta mentre risponde a domande su Groenlandia, dazi e Canada. "Le parole di Putin sono molto promettenti ma non complete. Spero che la Russia faccia la cosa giusta. Noi vorremmo vedere un cessate il fuoco con la Russia, ora vedremo se la Russia c'e' o non c'é, ed in questo caso sarebbe un momento di grande delusione per il mondo", dice Trump, a cui "piacerebbe incontrare o parlare" con Putin. Il bicchiere, insomma, appare mezzo pieno "ma dobbiamo concludere in fretta, troppa gente muore ogni giorno. Una volta raggiunto l'accordo, credo che non si tornerà più a sparare", aggiunge, escludendo uno scenario in cui la Russia attacchi alleati degli Usa: "Non succederà, ci assicureremo che non succeda". "Non ci stiamo muovendo al buio, con l'Ucraina abbiamo parlato di territori che verrebbero conservati o perduti. Stiamo dicendo: 'Guardate, questo è ciò che potete ottenere, questo è ciò che non potete ottenere'. E' coinvolta una centrale, un grosso impianto. Non è un processo facile, ma la fase uno è il cessato il fuoco", spiega. "Ho leve" per fare pressione su Putin, ma per il momento "non voglio discuterne, perché stiamo parlando con lui e le dichiarazioni che ha fatto oggi sono state piuttosto positive. Credo davvero che se avessimo un cessate il fuoco, credo che porterebbe alla pace", dice con una nuova apertura di credito. Il quadro, invece, è diverso per Zelensky. Il presidente ucraino ha detto sì agli Usa: l'Ucraina vuole la pace, ma non si aspetta la fine delle ostilità. Il sì di Putin, dice Zelensky, è un no mascherato che prima o poi risulterà evidente. "Tutti abbiamo sentito dalla Russia parole molto prevedibili di Putin, che prova a manipolare" la verità "rispondendo alle domande sul cessate il fuoco. In realtà sta preparando un rifiuto. Putin, ovviamente, ha paura di dire direttamente al presidente Trump che vuole continuare questa guerra e che vuole uccidere gli ucraini", dice il numero 1 di Kiev. "A Mosca, stanno portando avanti un'idea di cessate il fuoco con tali precondizioni che nulla funzionerà affatto o che non funzionerà a lungo. Putin lo fa spesso: non dice 'no' direttamente, ma lo fa in un modo tale da ritardare ogni cosa e rendere impossibili le decisioni normali. Crediamo che tutto questo sia ora l'ennesima manipolazione russa: la Russia è l'unica parte in causa che ritarderà tutto e non sarà costruttiva. La Russia ha bisogno della guerra", sentenzia.
(Adnkronos) - “È un piacere oggi occuparsi di una tematica molto attuale come la parità di genere. È fondamentale affrontare questo tema con efficacia e in modo pragmatico. Stiamo valutando vari strumenti come i nidi condominiali, forme di assistenza pratica che servono subito alla famiglia e al datore di lavoro". E' quanto ha dichiarato il presidente dell’Inps Gabriele Fava a margine del convegno 'Diversità, pari opportunità e lavoro: diritti e nuove sfide', tenutosi alla sede Inps di Palazzo Wedekind a Roma.
(Adnkronos) - Esce in libreria il 19 marzo per Minerva 'Gelo profondo', il nuovo romanzo del saggista e divulgatore scientifico Andrea Segrè, noto per le ricerche portate avanti sul tema dello spreco alimentare e dell’economia circolare. Dopo il romanzo d’esordio 'Globesity', Segrè si cimenta in un 'climate thriller', strettamente focalizzato su un tema che da molte stagioni è di attualità cruciale, quello del cambiamento climatico. "Inutile nasconderci che dalla Terra arrivano segnali sconcertanti - spiega l’autore - dai roghi di Los Angeles allo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia, gli eventi estremi che flagellano i continenti ci spiegano che stanno cambiando le condizioni di ingaggio della nostra vita sul Pianeta. Una situazione resa ancora più complicata dall’evoluzione geopolitica mondiale, con decisioni come la clamorosa uscita degli Stati Uniti dalla Convenzione di Parigi sul clima, per decisione del presidente Usa Donald Trump". Ecco dunque lo scenario di 'Gelo profondo. La nuova era glaciale' (304 pagg. collana Egida). Sullo sfondo una nuova glaciazione sul Pianeta, un plot mozzafiato e distopico, sospeso fra immaginario e plausibile. Perché la tecnologia che 'gioca' con le emissioni di CO2 può salvare la Terra dalle temperature torride, ma può anche ibernarla. Un thriller che fa viaggiare nel mondo e che ha come epicentro Trieste, città della scienza e della ricerca. Trieste città fra l’Italia e l’est-Europa, fra il Carso e il Porto Vecchio. Protagonista è ancora una volta il giovane ricercatore Giorgio Pani, a dimostrazione che la ricerca scientifica è in fondo un avvincente 'gioco' di investigazione. Fitto il programma di presentazioni, a cominciare dall’anteprima di Milano mercoledì 19 marzo (Libreria Hoepli, alle 18). Andrea Segrè sfoglierà il libro con la giornalista e divulgatrice scientifica Eliana Liotta e il giornalista Gianluigi Nuzzi. Ulteriori tappe sono in programma a Bologna, Trieste e in altre città.